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Vecchio 06-08-2012, 16:51   #41
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Originariamente inviata da Rick Blaine Visualizza il messaggio
Donne ch’avete intelletto d’amore,
i’ vo’ con voi de la mia donna dire,
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,

Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo’ parlar sì altamente,
ch’io divenisse per temenza vile;

ma tratterò del suo stato gentile
a respetto di lei leggeramente,
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui.
Angelo clama in divino intelletto 15

e dice: "Sire, nel mondo si vede
maraviglia ne l’atto che procede
d’un’anima che ’nfin qua su risplende".
Lo cielo, che non have altro difetto
che d’aver lei, al suo segnor la chiede,

e ciascun santo ne grida merzede.
Sola Pietà nostra parte difende,
ché parla Dio, che di madonna intende:
"Diletti miei, or sofferite in pace
che vostra spene sia quanto me piace

là ’v’ è alcun che perder lei s’attende,
e che dirà ne lo inferno: O mal nati,
io vidi la speranza de’ beati".
Madonna è disiata in sommo cielo:
or voi di sua virtù farvi savere. 30

Dico, qual vuol gentil donna parere
vada con lei, che quando va per via,
gitta nei cor villani Amore un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
e qual soffrisse di starla a vedere

diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
di veder lei, quei prova sua vertute,
ché li avvien, ciò che li dona, in salute,
e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia.

Ancor l’ha Dio per maggior grazia dato
che non pò mal finir chi l’ha parlato.
Dice di lei Amor: "Cosa mortale
come esser pò sì adorna e sì pura?".
Poi la reguarda, e fra se stesso giura

che Dio ne ’ntenda di far cosa nova.
Color di perle ha quasi, in forma quale
convene a donna aver, non for misura:
ella è quanto de ben pò far natura;
per essemplo di lei bieltà si prova.

De li occhi suoi, come ch’ella li mova,
escono spirti d’amore inflammati,
che feron li occhi a qual che allor la guati,
e passan sì che ’l cor ciascun retrova:
voi le vedete Amor pinto nel viso,

là ’ve non pote alcun mirarla fiso.
Canzone, io so che tu girai parlando
a donne assai, quand’io t’avrò avanzata.
Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
per figliuola d’Amor giovane e piana,

che là ’ve giugni tu dichi pregando:
"Insegnatemi gir, ch’io son mandata
a quella di cui laude so’ adornata".
E se non vuoli andar sì come vana,
non restare ove sia gente villana:

ingegnati, se puoi, d’esser palese
solo con donne o con omo cortese,
che ti merranno là per via tostana.
Tu troverai Amor con esso lei;
raccomandami a lui come tu dei.
Ah, comunque complimenti
Vecchio 06-08-2012, 17:30   #42
Esperto
L'avatar di rainbow
 

Sono stata sbagliata,
mi avevano accecata.
Era diverso quando si scriveva con la penna,
quando attraverso un manichino ci si inventa,
quando la tua carne è plastilina...
e non c'era modo per avermi vicina.

Ora sono scoperta,
sono quella giusta e sempre aperta.
Mi sento volare, dimenticare,
e subito ancora, ecco, sprofondare.
Non sarà mai giusto essere me
non è colpa del tempo, non è colpa di te
è che non c'è posto dove io possa stare
e non c'è nessuno che mi possa amare.
Vecchio 06-08-2012, 17:33   #43
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Ah, comunque complimenti
Complimenti al giovane e trascurato Sommo!
Vecchio 09-08-2012, 03:15   #44
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L'avatar di Pluvia
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Comunque lasciamo parlare qualcuno che ne capisce

http://it.wikipedia.org/wiki/Opere_d...laude_di_Dante

Il titolo "vulgato" aderisce perfettamente al tono di alto e quasi religioso elogio dell'opera.

Intorno alla figura del divino poeta vibra come un alone di leggenda conforme al tipo ideale che, nell'Alighieri, Boccaccio delinea e onora come primo, augusto ed eroico cultore della poesia e della scienza.


Dall'epistola "Familiares XXI-15" scritta da Petrarca e rivolta a Boccaccio:

"Inseris nominatim hanc huius officii tui excusationem, quod ille tibi adolescentulo primus studiorum dux et prima fax fuerit. Iuste quidem, grate memoriter et, ut proprie dicam, pie; si enim genitoribus corporum nostrorum omnia, si fortunarum auctoribus multa debemus, quid non ingeniorum parentibus ac formatoribus debeamus? Quanto enim melius de nobis meriti sint qui animum nostrum excoluere quam qui corpus, quisquis utrique iustum precium ponit, intelliget, et alterum immortale munus, alterum caducum et mortale fatebitur. Age ergo, non patiente sed favente me, illam ingenii tui facem, que tibi in hoc calle, quo magnis passibus ad clarissimum finem pergis, ardorem prebuit ac lucem, celebra et cole, ventosisque diu vulgi plausibus agitatam atque ut sic dixerim fatigatam, tandem veris teque seque dignis laudibus ad celum fer. In quibus omnia placuerunt, nam et ille dignus hoc preconio, et tu, ut ais, huic officio obnoxius; ideoque carmen illud tuum laudatorium amplector et laudatum illic vatem ipse quoque collaudo".

Trad "Dici anche chiaramente, a giustificazione dalle tue lodi, che quand’eri giovinetto egli fu prima guida e primo lume ai tuoi studi; sentimento giusto, grato, memore e, per parlar più propriamente, pieno di pietà; che se tutto dobbiamo ai genitori, molto ai benefattori, di che non siamo debitori a chi guidò e formò le nostre menti? Quanto siano da noi più benemeriti quelli che ebbero cura della nostra mente di quelli che curarono il nostro corpo, comprenderà chi sa giustamente apprezzare l’una e l’altro, e dovrà convenire che quella è dono immortale, questo è mortale e caduco. Tu dunque, non col mio permesso ma con la mia approvazione, esalta e venera, quella face del tuo ingegno, che ti procurò ardore e luce in questa via, nella quale tu procedi a gran passi verso la gloria; face che a lungo agitata e vorrei dire stancata dai ventosi applausi del volgo, tu porterai al cielo con lodi finalmente vere e degne di te e di lui. Di tali lodi io mi compiacqui, poiché egli è degno di un tal banditore e tu, come dici, di questo gli sei debitore; e lodo perciò il tuo carme laudatorio e con lui il tuo vate".



Con "qualcuno che ne capisce" intendi quel Boccaccio che ha sostenuto affermazioni simili anche riguardo ai seguenti poeti?

PUBLIO VIRGILIO MARONE: "...e Maro, sommo poeta, quella di Niso e di Eurialo cantando sopra l’altre pone, e tali sono che recitano quella di Damone e di Fizia avere tutte l’altre passate..." (Boccaccio, Filocolo, libro quinto capitolo 75)

PUBLIO OVIDIO NASONE: "E loro in brieve termine insegnate conoscer le lettere, fece loro leggere il santo libro d’Ovidio, nel quale il sommo poeta mostra come i santi fuochi di Venere si deano ne’ freddi cuori con sollecitudine accendere..." (Boccaccio, Filocolo, libro primo capitolo 45)


Ultima modifica di Pluvia; 10-08-2012 a 00:44.
Vecchio 09-08-2012, 03:48   #45
Esperto
L'avatar di Pluvia
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Uno che ha dei pregiudizi verso un'opera solo perché scritta in volgare invece che in latino si squalifica da solo.

DANTE > Petrarca
Il Canzoniere è iL nome con cui fu designata, già anticamente la più importante raccolta poetica di Petrarca, non il titolo originale dato dall'autore, che era invece "Rerum volgarum fragmenta". Petrarca riteneva infatti che le sue oprere migliori fossero quelle composte in latino e la parola "frammenti" testimonia la sottovalutazione delle liriche volgari del Canzoniere (comunque riviste e ridimensionate fino al 1374).
Opere latine: Africa (poema eroico incompleto trattante la seconda guerra punica), Bucolicum carmen (dodici ecloghe), Epistolae metricae (66 lettere in esametri, Carmina varia (materiale disperso in vari luoghi), De viris illustribus (raccolta di biografie di uomini illustri in prosa latina), Rerum memorandum libri (raccolta di esempi storici e aneddoti a scopo d'educazione morale in prosa latina), Secretum (dialogo immaginario con Sant' Agostino), De vita solitaria, De otio religioso, De remediis utriusque fortunae (e molti altri);
Opere in volgare: Canzoniere, i Trionfi (poema allegorico).
Ora vado con il "relata refero"(ma niente parte latina, sarebbe troppo lungo)

"Ma, dimmi, come è mai possibile ch’io invidi uno che dedicò tutta la sua vita a quegli studi ai quali io dedicai appena il primo fiore della giovinezza, sì che quella che per lui fu, non so se unica, ma certo arte suprema, fu da me considerata uno scherzo, un sollazzo, un’esercitazione dell’ingegno? Come può esservi qui luogo all’invidia o al sospetto? Quanto a quel che tu dici, ch’egli poteva, se voleva, volgersi ad altro stile, io credo, in fede mia - poiché grande è la stima ch’io fo del suo ingegno - ch’egli avrebbe potuto fare tutto quello che avesse voluto; ma è chiaro che al primo si dedicò".

"Questo solo ho risposto a chi con più insistenza me ne domandava, che egli fu un po’ disuguale, perché è più eccellente negli scritti in volgare che non in quelli in poesia e in prosa latina; e questo neppur tu negherai, né vi sarà alcun critico di buon senso che non veda che ciò gli torna a lode e gloria. Poiché, chi mai, non dirò ora che l’eloquenza è ormai morta e sepolta, ma anche quando più era in fiore, fu sommo in ogni sua parte? Leggi le Declamazioni di Seneca: una tale eccellenza non si concede né a Cicerone, né a Virgilio, né a Sallustio, né a Platone. Chi può aspirare a una lode che è negata a ingegni così grandi?

"Mentiscono dunque quelli che affermano ch’io cerchi di diminuir la sua gloria, mentre forse io solo, meglio di molti di questi insulsi ed esagerati lodatori, so che sia quel non so che di incognito che accarezza loro le orecchie ma, poiché la via dell’ingegno è chiusa, non discende nel loro animo. Sono essi di coloro che Cicerone bolla nella sua Retorica: « Quando », egli dice, « leggono buone orazioni o buone poesie, approvano gli oratori e i poeti, ma non intendono per quale impulso li approvino, perché non possono sapere dove sia né che sia né come sia quello che li diletta ». E se questo avviene per Demostene e Cicerone e Omero e Virgilio tra uomini colti e nelle scuole, come non avverrà per questo nostro tra persone volgari nelle taverne e nelle piazze? Per quel che mi riguarda, io l’ammiro e l’amo, non lo disprezzo; e credo di potere sicuramente affermare che se egli fosse vissuto fino a questo tempo, pochi avrebbe avuto più amici di me, se quanto mi piace per l’opera del suo ingegno così mi fosse piaciuto anche per i costumi; e al contrario, che a nessuno sarebbe stato più in odio che a questi sciocchi lodatori, che non sanno mai né perché lodano né perché biasimano, e facendogli la più grave ingiuria che si possa fare ai poeti, sciupano e guastano, recitandoli, i suoi versi; del che io, se non fossi così occupato, farei clamorosa vendetta. Ma non posso fare altro di lamentarmi e disgustarmi che il bel volto della sua poesia venga imbrattato e sputacchiato dalle loro bocche; e qui colgo l’occasione per dire che fu questa non ultima cagione ch’io abbandonassi la poesia volgare a cui da giovane m’ero dedicato; poiché temei che anche ai miei scritti non accadesse quel che vedevo accadere a quelli degli altri e specialmente di quello di cui parlo, non potendo sperare che la lingua o l’animo di questi cotali si mostrassero più inclini o più miti verso le mie cose di quel che s’eran dimostrati verso quelle di coloro, cui il prestigio dell’antichità e il favor generale avevano resi celebri nei teatri e nelle piazze. E i fatti dimostrano che i miei timori non furono vani, poiché quelle stesse poche poesie volgari, che giovanilmente mi vennero scritte in quel tempo, sono continuamente malmenate dal volgo, sì che ne provo sdegno, e odio quel che un giorno amai; e ogni volta che, contro voglia e irato con me stesso, mi aggiro per le strade, dappertutto trovo schiere d’ignoranti, trovo il mio Dameta". (Petrarca, Familiares XI-15)


Ultima modifica di Pluvia; 10-08-2012 a 00:51.
Vecchio 09-08-2012, 03:51   #46
Esperto
L'avatar di Pluvia
 

FRANCESCO PETRARCA MAESTRO DELLA LIRICA ITALIANA E MAGGIOR POETA DEL TRECENTO

RERUM VOLGARUM FRAGMENTA (CANZONIERE)


VOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono
Di quei sospiri ond’io nudriva il core
In sul mio primo giovenile errore
Quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono,

del vario stile in ch’io piango et ragiono
fra le vane speranze e’l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, nonché perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui grande tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto,
e’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.


BENEDETTO SIA ‘L GIORNO, E ‘ MESE, ET L’ANNO


Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, et l’anno,
et la stagione, e ‘l tempo, et l’ora, e ‘l punto,
e ‘l bel paese, e ‘l loco ov’io fui giunto
da due begli occhi che legato m’anno;

et benedetto il primo dolce affanno,
ch’i ebbi ad esser con Amor congiunto,
et l’arco, et le saette ond’io fui punto,
et le piaghe che ‘fin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch’io
chiamando il nome de la mia donna o sparte,
e i sospiri, et le lagrime, e’l desio;

et benedette sian tutte le carte
ov’io fama l’acquisto, e’l pensier mio,
ch’è sol di lei, sì ch’altra non v’a parte.


VAGO AUGELLETTO CHE CANTANDO VAI

Vago augelletto che cantando vai,
over piangendo, il tuo tempo passato,
vedendoti la notte e ‘l verno a lato
e ‘l dì dopo le spalle e i mesi gai,

se, come i tuoi gravosi affanni sai,
così sapessi il mio simile stato,
verresti in grembo a questo sconsolato
a partir seco i dolorosi guai.

I’ non so se le parti sarian pari,
chè quella cui tu piangi è forse in vita,
di ch’a me Morte e ‘l ciel son tanto avari,

ma la stagione e l’ora men gradita,
col membrar de’ dolci anni e de li amari,
a parlar teco con pietà m’invita.

Ultima modifica di Pluvia; 11-08-2012 a 00:42.
Vecchio 08-09-2012, 20:33   #47
Esperto
L'avatar di berserk
 

Traversare una strada per scappare di casa
lo fa solo un ragazzo, ma quest’uomo che gira
tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo
e non scappa di casa.

Ci sono d’estate
pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese
sotto il sole che sta per calare, e quest’uomo, che giunge
per un viale d’inutili piante, si ferma.
Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
Solamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c’è lo sbronzo notturno che attacca discorsi
e racconta i progetti di tutta la vita.

Non è certo attendendo nella piazza deserta
che s’incontra qualcuno, ma chi gira le strade
si sofferma ogni tanto. Se fossero in due,
anche andando per strada, la casa sarebbe
dove c’è quella donna e varrebbe la pena.
Nella notte la piazza ritorna deserta
e quest’uomo, che passa, non vede le case
tra le inutili luci, non leva più gli occhi:
sente solo il selciato, che han fatto altri uomini
dalle mani indurite, come sono le sue.
Non è giusto restare sulla piazza deserta.
Ci sarà certamente quella donna per strada
che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.

Cesare Pavese,Lavorare stanca,1936
Vecchio 02-11-2012, 00:42   #48
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quanto ho cercato 'sto topic...
Ora ci posterò ogni giorno... (E tutti in coro: "NO!" )

ALTRI VERSI

VENTO E BANDIERE

La folata che alzò l'amaro aroma
del mare alle spirali delle valli,
e t'investì, ti scompigliò la chioma,
groviglio breve contro il cielo pallido;

la raffica che t'incollò la veste
e ti modulò rapida a sua imagine,
com'è tornata, te lontana, a queste
pietre che sporge il monte alla voragine;

e come spenta la furia briaca
ritrova ora il giardino il sommesso alito
che ti cullò, riversa sull'amaca,
tra gli alberi, ne' tuoi voli senz'ali.

Ahimè, non mai due volte configura
il tempo in egual modo i grani! E scampo
n'è: ché, se accada, insieme alla natura
la nostra fiaba brucerà in un lampo.

Sgorgo che non s'addoppia, - ed or fa vivo
un gruppo di abitati che distesi
allo sguardo sul fianco d'un declivo
si parano di gale e di palvesi.

Il mondo esiste... Uno stupore arresta
il cuore che ai vaganti incubi cede,
messaggeri del vespero: e non crede
che gli uomini affamati hanno una festa.



Fuscello teso dal muro...

Fuscello teso dal muro
sì come l'indice d'una
meridiana che scande la carriera
del sole e la mia, breve;
in una additi i crepuscoli
e alleghi sul tonaco
che imbeve la luce d'accesi
riflessi - e t'attedia la ruota
che in ombra sul piano dispieghi,
t'è noja infinita la volta
che stacca da te una smarrita
sembianza come di fumo
e grava con l'infittita
sua cupola mai dissolta.

Ma tu non adombri stamane
più il tuo sostegno ed un velo
che nella notte hai strappato
a un'orda invisibile pende
dalla tua cima e risplende
ai primi raggi. Laggiù,
dove la piana si scopre
del mare, un trealberi carico
di ciurma e di preda reclina
il bordo a uno spiro, e via scivola.
Chi è in alto e s'affaccia s'avvede
che brilla la tolda e il timone
nell'acqua non scava una traccia.
Vecchio 02-11-2012, 02:03   #49
Esperto
L'avatar di VyCanisMajoris
 

Che ne direste di aggiungere qualche riga a piacere, spiegando perchè vi piace la poesia citata o se ha un significato per voi?

Ho parlato a una capra
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
alla pioggia, belava.

Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perchè il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.


Umberto Saba - La capra

L'universalità del dolore raccontata dal lessico piano di Saba...
Vecchio 02-11-2012, 02:21   #50
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da VyCanisMajoris Visualizza il messaggio
Che ne direste di aggiungere qualche riga a piacere, spiegando perchè vi piace la poesia citata o se ha un significato per voi?

Si, si: sono d'accordo!


Io sono ossessionato da quelle cinque sillabe (contando secondo metrica): Il mondo esiste... Il mondo esiste... Sono anni che le ripeto nella mia mente come un mantra: l'idea che esso seguiti a vivere a discapito della nostra volontà, del nostro stato umano, continua a sembrarmi un cosa bellissima; spaventosa e tristissima, ma infinitamente bella.

Riguardo i versi da te citati, io non riesco a spiegarmi come Saba sia riuscito a scrivere alcuni tra i versi più belli e alcuni tra i versi più brutti della nostra lingua: era incredibilmente inconstante!

Se riesco a risollevare 'sto topic, voglio un regalo da Labocania!
Vecchio 02-11-2012, 15:58   #51
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Ancora su Montale...

FLUSSI

I fanciulli con gli archetti
spaventano gli scriccioli nei buchi.
Cola il pigro sereno nel riale
che l'accidia sorrade,
pausa che gli astri donano ai malvivi
camminatori delle bianche strade.
Alte, tremano guglie di sambuchi
e sovrastano al poggio
cui domina una statua dell'Estate
fatta camusa da lapidazioni;
e su lei cresce un roggio
di rampicanti ed un ronzio di fuchi.
Ma la dea mutilata non s'affaccia
e ogni cosa si tende alla flottiglia
di carta che discende lenta il vallo.
Brilla in aria una freccia,
si configge s'un palo, oscilla tremula.
La vita è questo scialo
di triti fatti, vano
più che crudele.

Tornano
le tribù dei fanciulli con le fionde
se è scorsa una stagione od un minuto,
e i morti aspetti scoprono immutati
se pur tutto è diruto
e più dalla sua rama non dipende
il frutto conosciuto.
- Ritornano i fanciulli...; così un giorno
il giro che governa
la nostra vita ci addurrà il passato
lontano, franto e vivido, stampato
sopra immobili tende
da un'ignota lanterna.-
E ancora si distende
un dòmo celestino ed appannato
sul fitto bulicame del fossato:
e soltanto la statua
sa che il tempo precipita e s'infrasca
vie più nell'accesa edera.
E tutto scorre nella gran discesa
e fiotta il fosso impetuoso tal che
s'increspano i suoi specchi:
fanno naufragio i piccoli sciabecchi
nei gorghi dell'acquiccia insaponata.
Addio! - fischiano pietre tra le fronde,
la rapace fortuna è già lontana,
cala un'ora, i suoi volti riconfonde,-
e la vita è crudele più che vana.



Quello che mi ha fatto amare questa poesia è la contrapposizione netta tra le due parti: nella prima vengono presentati triti fatti a prova della vanità della vita umana e non. Poi c'è un ritorno, altr'acqua per dirla con Montale: c'è l'epifania: se la vita fosse solo vana, chi si darebbe peso? Chi soffrirebbe per questo escluso chi la ama, schiavo della volontà? La vita è crudele più che vana.

Ultima modifica di Rick Blaine; 02-11-2012 a 16:04.
Vecchio 02-11-2012, 15:58   #52
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Quote:
Originariamente inviata da Rick Blaine Visualizza il messaggio

Se riesco a risollevare 'sto topic, voglio un regalo da Labocania!
Me lo auguro! Il premio? Una raccolta di poesie .

Sì, scrivere due parole sulla poesia che condivide sarebbe un'ottima cosa da fare
Vecchio 02-11-2012, 16:01   #53
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
Me lo auguro! Il premio? Una raccolta di poesie .
Cavolo, sono commosso! Sarebbe il più regalo che una persona possa farmi!
Vecchio 02-11-2012, 20:00   #54
Esperto
L'avatar di berserk
 

T.S. Eliot,Gli uomini vuoti


Gli occhi non sono qui
qui non vi sono occhi
in questa valle di stelle morenti
in questa valle vuota
questa mascella spezzata dei nostri regni perduti

in quest'ultimo dei luoghi d'incontro
noi brancoliamo insieme
evitiamo di parlare
ammassati su questa riva del tumido fiume

privati della vista, a meno che
gli occhi non ricompaiano
come la stella perpetua
rosa di molte foglie
del regno di tramonto della morte
la speranza soltanto
degli uomini vuoti.
Vecchio 02-11-2012, 20:45   #55
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Mezza poesia moderna (anglosassone soprattutto) nasce da questi versi, compreso l'Eliot citato da bersek.


To His Coy Mistress


Had we but world enough, and time,
This coyness, Lady, were no crime
We would sit down and think which way
To walk and pass our long love's day.
Thou by the Indian Ganges' side
Shouldst rubies find: I by the tide
Of Humber would complain. I would
Love you ten years before the Flood,
And you should, if you please, refuse
Till the conversion of the Jews.
My vegetable love should grow
Vaster than empires, and more slow;
An hundred years should go to praise
Thine eyes and on thy forehead gaze;
Two hundred to adore each breast,
But thirty thousand to the rest;
An age at least to every part,
And the last age should show your heart.
For, Lady, you deserve this state,
Nor would I love at lower rate.
But at my back I always hear
Time's wingèd chariot hurrying near;
And yonder all before us lie
Deserts of vast eternity.
Thy beauty shall no more be found,
Nor, in thy marble vault, shall sound
My echoing song: then worms shall try
That long preserved virginity,
And your quaint honour turn to dust,
And into ashes all my lust:
The grave's a fine and private place,
But none, I think, do there embrace.
Now therefore, while the youthful hue
Sits on thy skin like morning dew,
And while thy willing soul transpires
At every pore with instant fires,
Now let us sport us while we may,
And now, like amorous birds of prey,
Rather at once our time devour
Than languish in his slow-chapt power.
Let us roll all our strength and all
Our sweetness up into one ball,
And tear our pleasures with rough strife
Thorough the iron gates of life:
Thus, though we cannot make our sun
Stand still, yet we will make him run.
Vecchio 05-11-2012, 15:57   #56
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Una poesia per tutti gli sconfitti, gli esiliati, i rifiutati. Una poesia per tutti quelli che sentono di non avere un posto in questo mondo. (Il richiamo all'Andromaca virgiliana è degno del genio strabiliante di quest'uomo che si sentiva farraginoso).


Le Cygne

A Victor Hugo

I

Andromaque, je pense à vous! Ce petit fleuve,
Pauvre et triste miroir où jadis resplendit
L'immense majesté de vos douleurs de veuve,
Ce Simoïs menteur qui par vos pleurs grandit,

A fécondé soudain ma mémoire fertile,
Comme je traversais le nouveau Carrousel.
Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville
Change plus vite, hélas ! que le coeur d'un mortel);

Je ne vois qu'en esprit tout ce camp de baraques,
Ces tas de chapiteaux ébauchés et de fûts,
Les herbes, les gros blocs verdis par l'eau des flaques,
Et, brillant aux carreaux, le bric-à-brac confus.

Là s'étalait jadis une ménagerie;
Là je vis, un matin, à l'heure où sous les cieux
Froids et clairs le Travail s'éveille, où la voirie
Pousse un sombre ouragan dans l'air silencieux,

Un cygne qui s'était évadé de sa cage,
Et, de ses pieds palmés frottant le pavé sec,
Sur le sol raboteux traînait son blanc plumage.
Près d'un ruisseau sans eau la bête ouvrant le bec

Baignait nerveusement ses ailes dans la poudre,
Et disait, le coeur plein de son beau lac natal:
"Eau, quand donc pleuvras-tu? quand tonneras-tu, foudre?"
Je vois ce malheureux, mythe étrange et fatal,

Vers le ciel quelquefois, comme l'homme d'Ovide,
Vers le ciel ironique et cruellement bleu,
Sur son cou convulsif tendant sa tête avide
Comme s'il adressait des reproches à Dieu!

II

Paris change! mais rien dans ma mélancolie
N'a bougé! palais neufs, échafaudages, blocs,
Vieux faubourgs, tout pour moi devient allégorie
Et mes chers souvenirs sont plus lourds que des rocs.

Aussi devant ce Louvre une image m'opprime:
Je pense à mon grand cygne, avec ses gestes fous,
Comme les exilés, ridicule et sublime
Et rongé d'un désir sans trêve! et puis à vous,

Andromaque, des bras d'un grand époux tombée,
Vil bétail, sous la main du superbe Pyrrhus,
Auprès d'un tombeau vide en extase courbée
Veuve d'Hector, hélas! et femme d'Hélénus!

Je pense à la négresse, amaigrie et phtisique
Piétinant dans la boue, et cherchant, l'oeil hagard,
Les cocotiers absents de la superbe Afrique
Derrière la muraille immense du brouillard;

A quiconque a perdu ce qui ne se retrouve
Jamais, jamais! à ceux qui s'abreuvent de pleurs
Et tètent la Douleur comme une bonne louve!
Aux maigres orphelins séchant comme des fleurs!

Ainsi dans la forêt où mon esprit s'exile
Un vieux Souvenir sonne à plein souffle du cor!
Je pense aux matelots oubliés dans une île,
Aux captifs, aux vaincus!... à bien d'autres encor!



Questa l'unica traduzione che son riuscito a trovare in rete:


Il cigno

A Victor Hugo

I

Andromaca, a voi penso! quell’esiguo torrente,
misero specchio dove rifulse un dì l’incanto
del vostro altero volto di vedova dolente,
il vostro simoenta gonfio del vostro pianto,

d’un tratto, attraversando Piazza del Carosello,
m’ha richiamato a mente un ricordo lontano.
il volto di Parigi oggi non è più quello
d’un tempo; muta in fretta, al par del cuore umano.

Rivedo le baracche pigiate sul piazzale,
i ciuffi d’erba, i cippi sbozzati, ed inverdito
dall’acqua qualche grosso blocco monumentale;
dietro i vetri, anticaglie di un mondo ormai finito.

C’era un serraglio, un tempo, laggiù; ed un mattino,
che il cielo fresco e chiaro si tingeva di rosa
e il lavoro destavasi e già qualche spazzino
alzava un grigio nembo nell’aria silenziosa,

là, giusto, io vidi un cigno che, uscito dal pattume
della gabbia e sfregando coi pie’ palmati il secco
selciato, strascicava al suol le bianche piume.
Presso un rivo senz’acqua, l’uccello, aprendo il becco,

intridea nella polvere l’ala, nervosamente,
e diceva, sognando il suo lago lontano:
Pioggia, quando precipiti? quando scrosci torrente?
io lo vedo, quel misero, mito fatale e strano,

che verso il ciel talvolta, come l’uom di Prometeo,
verso il ciel che splende sereno e derisore,
protende il collo e il becco, bruciato dalla sete,
come se rivolgesse rimproveri al Signore!


II

Parigi muta! e invece la mia malinconia
non varia! Case nuove. impalcature, ordigni,
vecchi borghi: in me tutto diventa allegoria,
e i miei ricordi pesan molto più dei macingni.

Dinanzi questo Louvre un pensiero m’opprime:
penso al mio grande cigno ed al suo gesto insano;
come gli esuli, anch’esso, ridicolo e sublime,
roso da un desiderio eternamente vano!

Andromaca, a voi penso, caduta dalle braccia
d’un grande sposo, in mano a Pirro senza freno,
sopra una tomba vuota china la mesta faccia:
ahimè, vedova di Ettore ed or moglie di Eleno!

Penso alla negra tisica, smagrita e sconsolata,
che scalpiccia nel fango, e in cuore si consuma
a ricercar le palme dell’Africa infuocata
dietro la fredda e spessa muraglia della bruna;

a quanti hanno perduto ciò che non si ritrova
mai più, mai più! a coloro che si nutron di pianto
e poppano l’Angoscia fedele che li cova!
all’orfano, colpito come un fiore, di schianto!

Così, nella foresta dov’esula il mio cuore,
squilla il corno d’un vecchio Ricordo, squilla ognora!
Penso ai naufraghi soli e obliati nel dolore,
ai prigionieri, ai vinti!… e ad altri, ad altri ancora!
Vecchio 06-11-2012, 02:55   #57
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da Rick Blaine Visualizza il messaggio
traduzione perfetta (quasi: c'è un errore al verso 10, vediamo se Winston lo nota... )
Ancora niente?

Ultima modifica di Rick Blaine; 06-11-2012 a 14:21.
Vecchio 07-11-2012, 14:15   #58
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Vorrei conoscere il tedesco per non leggere traduzioni così scadenti.


Morfina

Ambo son vaghe giovenili forme
Di grande somiglianza: è l'un più pallido
Assai de l'altro, e più severo; quasi
Stavo per dir, molto più nobil sembra;
Dell'altro, che soavemente stretto
Me tenne fra le braccia. Oh come dolce
suo riso e gentil, come beato
Era il suo sguardo! Allor per fermo avvenne
Ch'alia mia fronte s'accostò la florida
Di papaver ghirlanda ond' era cinto;
Ed il nuovo profumo ogni dolore
Dall'alma mia scacciò. Ma breve dura
Questo sollievo. Solamente allora
Potrò guarire appien quando la face
Cali il fratel, quegli si grave e pallido.
È buono il sonno, e più la morte: meglio
Veramente saria non esser nati.



Per chi invece possiede una tale gioia...

Morphine

Groß ist die Ähnlichkeit der beiden schönen
Jünglingsgestalten, ob der eine gleich
Viel blässer als der andre, auch viel strenger,
Fast möcht ich sagen viel vornehmer aussieht
Als jener andre, welcher mich vertraulich
In seine Arme schloß - Wie lieblich sanft
War dann sein Lächeln und sein Blick wie selig!
Dann mocht es wohl geschehn, daß seines Hauptes
Mohnblumenkranz auch meine Stirn berührte
Und seltsam duftend allen Schmerz verscheuchte
Aus meiner Seel - Doch solche Linderung,
Sie dauert kurze Zeit; genesen gänzlich
Kann ich nur dann, wenn seine Fackel senkt
Der andre Bruder, der so ernst und bleich. -
Gut ist der Schlaf, der Tod ist besser - freilich
Das beste wäre, nie geboren sein.
Vecchio 09-11-2012, 19:06   #59
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Maxwell Anderson in Italia non sanno manco chi è (e oramai neanche nel mondo anglosassone), quindi niente traduzioni. Ma l'inglese usato è davvero semplice, quotidiano quasi. Un poeta dimenticato troppo in fretta.


September Song



When I was a young man courting the girls
I played me a waiting game
If a maid refused me with tossing curls
I'd let the old Earth take a couple of whirls
While I plied her with tears in place of pearls
And as time came around she came my way
As time came around, she came.

But it's a long, long while from May to Decemeber
And the days grow short when you reach September
And the autumn weather turns the leaves to flame
And I haven't got time for the waiting game
And the wine dwindles down to a precious brew
September, November - and these few vintage years
I'd share with you. These vintage years I'd share with you.

But it's a long, long while from May to December
And the days grow short when you reach September
And I have lost one tooth and I walk a little lame
And I haven't got time for the waiting game

And the days turn to gold as they grow few
September, November,
And these few golden days I'd spend with you
These golden days I'd spend with you.

When you meet with the young men early in Spring
They court you in song and rhyme
They woo you with words and clover ring
But if you could examine the goods they bring
They have little to offer but the songs they sing
And a plentiful waste of time of day
A plentiful waste of time

But it's a long, long while from May to December
Will a clover ring last till you reach September
And I'm not quite equipped for the waiting game
But I have a little money and I have a little fame
And the days dwindle down to a precious few
September, November,
And these few precious days I'd spend with you
These precious days I'd spend with you.
Vecchio 09-11-2012, 19:37   #60
Esperto
L'avatar di Emil
 

Emily Dickinson - Non Avessi Visto il Sole

Had I not seen the sun
I could have borne the shade
But light a newer wilderness
My wilderness has made

Non avessi visto il sole
Avrei sopportato l'oscurità
Ma la luce un rinnovato deserto
Del mio deserto ha fatto
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