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Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ho notato che qua manca un luogo dove è possibile riporre versi, strofe, interi poemi appena scoperti, oppure or ora richiamati dalla mente.
A me è venuto il desiderio di rileggere Vento a Tindari di Quasimodo: VENTO A TINDARI. Tindari, mite ti so Fra larghi colli pensile sull’acque Delle isole dolci del dio, oggi m’assali e ti chini in cuore. Salgo vertici aerei precipizi, assorto al vento dei pini, e la brigata che lieve m’accompagna s’allontana nell’aria, onda di suoni e amore, e tu mi prendi da cui male mi trassi e paure d’ombre e di silenzi, rifugi di dolcezze un tempo assidue e morte d’anima A te ignota è la terra Ove ogni giorno affondo E segrete sillabe nutro: altra luce ti sfoglia sopra i vetri nella veste notturna, e gioia non mia riposa sul tuo grembo. Aspro è l’esilio, e la ricerca che chiudevo in te d’armonia oggi si muta in ansia precoce di morire; e ogni amore è schermo alla tristezza, tacito passo al buio dove mi hai posto amaro pane a rompere. Tindari serena torna; soave amico mi desta che mi sporga nel cielo da una rupe e io fingo timore a chi non sa che vento profondo m’ha cercato. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ogni riferimento a voi-sapete-chi è puramente voluto ^^
Mentre noi corravam la morta gora, dinanzi mi si fece un pien di fango, e disse: "Chi se’ tu che vieni anzi ora?". E io a lui: "S’i’ vegno, non rimango; ma tu chi se’, che sì se’ fatto brutto?". Rispuose: "Vedi che son un che piango". E io a lui: "Con piangere e con lutto, spirito maladetto, ti rimani; ch’i’ ti conosco, ancor sie lordo tutto". Allor distese al legno ambo le mani; per che ’l maestro accorto lo sospinse, dicendo: "Via costà con li altri cani!". Lo collo poi con le braccia mi cinse; basciommi ’l volto e disse: "Alma sdegnosa, benedetta colei che ’n te s’incinse! Quei fu al mondo persona orgogliosa; bontà non è che sua memoria fregi: così s’è l’ombra sua qui furïosa. Quanti si tegnon or là sù gran regi che qui staranno come porci in brago, di sé lasciando orribili dispregi!". E io: "Maestro, molto sarei vago di vederlo attuffare in questa broda prima che noi uscissimo del lago". Ed elli a me: "Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disïo convien che tu goda". Dopo ciò poco vid’io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: "A Filippo Argenti!"; e ’l fiorentino spirito bizzarro in sé medesmo si volvea co’ denti. (Inferno VIII, 31-63) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
"Su la sabbia di Gela colore della paglia
mi stendevo fanciullo in riva al mare antico di Grecia con molti sogni nei pugni stretti e nel petto. Là Eschilo esule misurò versi e passi sconsolati, in quel golfo arso l'aquila lo vide, e fu l'ultimo giorno." Salvatore Quasimodo |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Continuiamo con Baudelaire. C'è allegria nell'aria insomma.
Mi sento malinconica stasera, la poesia che propongo mi trasmette un'immagine semplice ma intensa, nella quale, perchè no, anche immedesimarsi: Tristezza della luna Questa sera la luna sogna più languidamente; come una bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni, e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio. Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno, accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde nel suo cuore agli sguardi del sole. «I fiori del male» En français: Tristesse de la lune Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse; Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins, Qui d'une main distraite et légère caresse Avant de s'endormir le contour de ses seins, Sur le dos satiné des molles avalanches, Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons, Et promène ses yeux sur les visions blanches Qui montent dans l'azur comme des floraisons. Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive, Elle laisse filer une larme furtive, Un poète pieux, ennemi du sommeil, Dans le creux de sa main prend cette larme pâle, Aux reflets irisés comme un fragment d'opale, Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil. «Les fleurs du mal» |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Abendphantasie, Friedrich Hölderlin.
Davanti alla sua capanna side tranquillo nell’ombra L’aratore; fuma il focolare dell’uomo parco. Ospitale risuona al viandante nella pace Del villaggio la campana del vespro. Ora anche i naviganti tornano al porto, in lontane città, lieto si estingue lo strepito industre del mercato, nel quieto fogliame splende agli amici il convito socievole. E io dove mi volgo? Vivono i mortali Di mercede e lavoro; in alterno travaglio e riposo, tutto è gioia; perché non dorme mai solo per me questa spina nel petto? Nel cielo della sera si schiude una primavera; innumeri le rose fioriscono e calmo risplende l’aureo mondo; oh, lassù prendete anche me, nubi di porpora! E possa dileguare in luce e aria il mio amore e dolore! – Ma, come atterrito da folle preghiera, fugge l’incanto; si fa buio e solitario sotto il cielo, come sempre io sono… vieni tu, dolce sopore! Soverchia è la voglia del cuore, ma infine, gioventù, la tua brace si spegne, tu senza pace, sognante! Calma e serena è poi la vecchiaia. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Che sorpresa leggere Hölderin, di solito poco conosciuto. :o
Io stamattina ho riletto questa di Emily Dickinson, che ho scritto proprio davanti al mio letto, su un mobile, qualche anno fa. Quote:
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Quote:
Altro tedesco, questo decisamente più conosciuto: Goethe. Elegie romane: Lieto e ispirato or qui sul classico suolo mi sento, con forza piú gentile parlanmi qui due mondi. Qui seguo il consiglio, a l’opre mi do dei maggiori con premurosa mano,sempre con nuova gioja Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato. Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono. E non m’èduco forse spiando del seno leggiadro le forme, e via guidando la mano giú per l’anca? Bene allor prima intendo il marmo; pensando comparo, con toccante occhio vedo, con man veggente tocco. Che se la Bella poi mi ruba qualche ora del giorno, ore mi dà la notte, che compensanmi a pieno. Non si bacia già sempre, si fan pur dei savi discorsi; e s’ella al sonno cede, medito io molto allora. E spesso a lei scandito con agile man su le terga ho l’esametro, e spesso ho in braccio a lei rimato. Ella alita dolce, nel sonno leggiero, e nel fondo piú segreto del petto l’alito suo m’infoca. Attizza Amor frattanto la lampa, e ripensa quel tempo, che ai triunviri suoi rendea servigio uguale. "Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato./Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono." Beato Goethe! |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Canto dell'artista, Goethe.
Per creare, per concludere, cerca spesso, artista, d'isolarti; per godere delle tue invenzioni, corri allegro a unirti agli altri! Lì scruta nel tutto, prendi atto del corso della tua vita, e le opere di tanti anni rivedrai nel tuo compagno. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
http://spazioinwind.libero.it/eleono...ioggia_n.p.jpg
"Per Eleonora i versi più noti: l'inizio del manoscritto autografo de La Pioggia nel pineto, la lirica più famosa di tutta la produzione letteraria di D'Annunzio. Il pretesto narrativo della lauda è una passeggiata del poeta nel bosco con Ermione: un nome che nasconde l’identità, almeno sentimentale, di Eleonora Duse. L'attrice trascorse col poeta le estati dal 1899 al 1903". http://a8.sphotos.ak.fbcdn.net/hphot..._1788206_n.jpg |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo,
tu mi tien’ bene la lancia a le reni, s’eo desno con altrui, e tu vi ceni; s’eo mordo ’l grasso, tu ne sugi ’l lardo; s’eo cimo ’l panno, e tu vi freghi ’l cardo: s’eo so discorso, e tu poco raffreni; s’eo gentileggio, e tu misser t’avveni; s’eo so fatto romano, e tu lombardo. Sì che, laudato Deo, rimproverare poco pò l’uno l’altro di noi due: sventura o poco senno cel fa fare. E se di questo vòi dicere piùe, Dante Alighier, i’ t’averò a stancare; ch’eo so lo pungiglion, e tu se’ ’l bue. (Cecco Angiolieri, Sonetto CII) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Ecco a voi un haiku:
"Kantekkotsu ume wo metoru to yumemi keri." (Sōseki) "Il freddo penetra nelle ossa prendo in sposa un pruno in sogno". |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Visto che qui spesso si parla di sessualità eccovi questo sonetto in veneto intitolato "Lode alla mona":
"Cara Mona, che in mezzo a do colone Ti xe là messa, come un capitelo, Per cupola ti gà do culatone, E ’l bus del Cul de sora xe ’l to Cielo. Perchè t’adora tutte le persone Ti stà coverta sotto un bianco velo, Che, se qualcun te l’alza, e che t’espone, Vittima sul to altar casca ogni Oselo. El sacro bosco ti me par de Diana, Dove all’ingresso ghè do mustacchioni, Che all’arca ne conduse della mana; Notte, e zorno ti fà miracoloni, Che l’acqua, che trà sù la to fontana, Dà vita ai morti, e spirito ai Cogioni." (Zorzi Alvise Baffo) |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Me jera xa capità de lexarla. :ridacchiare:
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Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
La preferita di ogni studente:
MATTINA G.Ungaretti M’illumino D’immenso. Ungaretti è sempre stato il mio preferito. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Una delle mie preferite in assoluto.
Lilicka! (In luogo di una lettera) - Vladimir V. Majakovskij Un fumo di tabacco ha divorato l'aria. La stanza è un capitolo dell'inferno di Krucennych. Ricordati - Proprio a questa finestra per la prima volta estasiato accarezzavo le tue mani. Eccoti oggi seduta, il cuore chiuso dentro una corazza. Ancora un giorno e poi mi scaccerai magari anche imprecando alle mie spalle. Nella buia anticamera la mano nella manica più non stenterà a entrare disfatta dal tremore. Correrò via e getterò il mio corpo sulla strada. Selvatico animale impazzirò sotto una sferza di disperazione. Ma così non si deve, mia cara, mia diletta, meglio lasciarci ora. Non importa - Il mio amore e' un pesante macigno che incombe su di te ovunque tu possa fuggirmi. Lascia in un grido estremo che si sfoghi l'amarezza dei lamenti e del rancore. Quando anche un bue è disfatto di fatica lui pure andrà a gettarsi in fredde acque in cerca di ristoro. Ma altro mare non c'è per me tranne il tuo amore né tregua c'è in amore anche nel pianto. Se un elefante stanco vorrà pace si stenderà maestoso sull' infuocata sabbia. Ma altro sole non c'è per me tranne il tuo amore, benché io non so tu dove o con chi sei. Se così se ne fosse tormentato dell'amore - un poeta in soldi e gloria l'avrebbe mutato, ma altro suono non c'è che mi dia gioia tranne che il suono del tuo nome beato. E non mi getterò giù nella tromba delle scale e non berrò il veleno né premerò il grilletto dell'arma sulla tempia. E non c'è lama di coltello che abbia su me potere tranne che sia la lama del tuo sguardo. Tu scorderai domani che io t'incoronavo che d'un ardente amore l'anima ti bruciavo, e un carnevale effimero di frenetici giorni disperderà le pagine dei miei piccoli libri... Le secche foglie delle mie parole potranno mai indurre uno a sostare, a respirare con avidità? Almeno lascia che un'estrema tenerezza copra l'allontanarsi dei tuoi passi. 26 maggio 1916, Pietrogrado |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Qui giacciono i miei cani (D'Annunzio)
Qui giacciono i miei cani gli inutili miei cani, stupidi ed impudichi, novi sempre et antichi, fedeli et infedeli all’Ozio lor signore, non a me uom da nulla. Rosicchiano sotterra nel buio senza fine rodon gli ossi i lor ossi, non cessano di rodere i lor ossi vuotati di medulla et io potrei farne la fistola di Pan come di sette canne i’ potrei senza cera e senza lino farne il flauto di Pan se Pan è il tutto e se la morte è il tutto. Ogni uomo nella culla succia e sbava il suo dito ogni uomo seppellito è il cane del suo nulla. Mi è sempre piaciuta e mi ha sempre affascinato, anche se non ho mai capito il significato degli ultimi versi. Se qualcuno lo conosce si faccia avanti :P |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa; se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano, e mettendo in conto anche il loro dubitare; se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa, se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie, o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio, senza apparir però troppo buono o troppo saggio; se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone; se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo, se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso trattando quei due impostori allo stesso modo; se riuscirai a riascoltare la verità da te espressa distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui, o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego; se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce, e a perdere ed a ricominciar tutto daccapo, senza mai fiatare e dir nulla delle perdite; se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli, benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi, e a tener duro quando niente più resta in te tranne la volontà che ingiunge: "Tieni duro!"; se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù, o a passeggiar coi re e non perdere il tuo fare ordinario; se né i nemici né i cari amici riusciranno a colpirti, se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo; se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi, il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene, e - quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio! Se di Rudyard Kipling |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
MEZZ'ORA
Mio non sei stato né mai sarai, Credo. Fu l'altro ieri: Uno sfiorarsi al bar, dirsi qualcosa, Niente di più; e già la pena provo Del rimpianto, confesso. Ma c'è talvolta In noi dell'Arte, di mente tale eccesso Che un' ombra fuggitiva di piacere Trasformiamo in sostanza, ne facciamo Realtà palpabile. Così fu al bar, L'altro ieri: complice in me una Ubriacatura misericordiosa, In rapimento erotico ho vissuto Per mezz'ora, assoluto... (Devi averlo capito: sei rimasto Apposta un po' di più). Ma quanto, Oh quanto necessario fu il guardarti Nelle labbra, e il corpo tuo accanto Avere al mio... Concesso Non m'avrebbero un tale incanto Vertigine d'alcool, sogno, Pur tanto forti, mai... Konstantinos Kavafis |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
http://www.letteratu.it/wp-content/t...c=1&q=80&bid=1
Dall’Argine Posa il meriggio su la prateria. Non ala orma ombra nell’azzurro e verde. Un fumo al sole biancica; via via fila e si perde. Ho nell’orecchio un turbinìo di squilli, forse campani di lontana mandra; e, tra l’azzurro penduli, gli strilli della calandra. |
Re: Il verso giusto. L'angolo della poesia.
Wislawa Szymborska - Addio a una vista
Non ce l'ho con la primavera perché è tornata. Non la incolpo perché adempie come ogni anno ai suoi doveri. Capisco che la mia tristezza non fermerà il verde. Il filo d’erba, se oscilla, è solo al vento. Non mi fa soffrire che gli isolotti di ontani sulle acque abbiano di nuovo con che stormire. Prendo atto che la riva di un certo lago è rimasta - come se tu vivessi ancora - bella come era. Non ho rancore contro la vista per la vista sulla baia abbacinata dal sole. Riesco perfino ad immaginare che degli altri, non noi siedano in questo momento sul tronco rovesciato d’una betulla. Rispetto il loro diritto a sussurrare, ridere e tacere felici. Suppongo perfino che li unisca l'amore e che lui stringa lei con il suo braccio vivo. Qualche giovane ala fruscia nei giuncheti. Auguro loro sinceramente di sentirla. Non esigo alcun cambiamento dalle onde vicine alla riva, ora leste, ora pigre e non a me obbedienti. Non pretendo nulla dalle acque fonde accanto al bosco, ora color smeraldo, ora color zaffiro ora nere. Una cosa non accetto. Il mio ritorno là. Il privilegio della presenza ci rinuncio. Ti sono sopravvissuta solo e soltanto quanto basta per pensare da lontano. |
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