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Vecchio 22-11-2013, 01:23   #1
Intermedio
L'avatar di OverdrivE
 

Azz... erano anni che non avevo attacchi di panico. Ma a causa del mio lavoro altamente stressante (ritmi e orari altissimi al limite dell'umano) e problemi con i colleghi mi è tornato il caro vecchio crampo allo stomaco, palpitazioni e respiro affannato. E' quasi 1 anno e mezzo che penso di andarmene ma ho sempre tenuto duro, ho buttato giu gli orari assurdi, gli straordinari non pagati (saputo solo dopo averli fatti sigh) ma gia qualche mese fa ero pieno! Stressato al limite... ma mi dicevo: devi solo resistere... e poi boom! E' tornato tutto come qualche anno fa... dove non riuscivo manco a parlare con le persone, con attacchi di panico anche solo se mi chiedevano di andare in un posto sconosciuto (bar, pizzeria ecc...). Mi sento così di nuovo in trappola...pensavo di esserne quasi uscito di non dover ricorrere allo psicologo, con cui ho avuto una pessima esperienza, ma a questo punto... dove mi ritrovo a voler lasciare un posto a tempo indeterminato per buone ragioni per carità, ma con la paura poi di adagiarmi sulle mie fobie e ritornare ad essere disoccupato. Stò cercando altro ma non è facile, e più aspetto e più sale l'ansia, anche ora in questo momento sono impanicato Dio non c'è la faccio più.
La mia domanda è: cosa fareste voi in questo caso? Dovrei lasciare il lavoro e rischiare? (ho un alternativa in famiglia... ma è rischiosa e non garantisce lo stesso guadagno fisso) Dovrei tornare dallo psicologo? o dovrei richiedere dei farmaci ansiolitici? O semplicemente restare, prendere badilate in faccia dall'azienda, perchè ho così o niente...?
Vecchio 22-11-2013, 01:27   #2
Esperto
L'avatar di NoSurrender
 

Che bastardi certi datori di lavoro che ti sfruttano, sono proprio delle merde.

Io penso che, se non riesci da solo, tra le varie ipotesi devi scegliere quella dello psicologo. Oppure per gli attacchi di panico c'è la lidap, se ti interessa ecco il link http://www.lidap.it/
Vecchio 22-11-2013, 01:41   #3
Intermedio
L'avatar di OverdrivE
 

Quote:
Originariamente inviata da NoSurrender Visualizza il messaggio
Che bastardi certi datori di lavoro che ti sfruttano, sono proprio delle merde.

Io penso che, se non riesci da solo, tra le varie ipotesi devi scegliere quella dello psicologo. Oppure per gli attacchi di panico c'è la lidap, se ti interessa ecco il link http://www.lidap.it/
Grazie NoSurrender, ho preso nota e penso che manderò una mail per informarmi meglio.
Vecchio 22-11-2013, 02:41   #4
Paz
Esperto
L'avatar di Paz
 

Un po' ti capisco. Il mio primo lavoro era proprio così, tale e quale. Ogni mattina era sempre la stessa storia: attacchi d'ansia, crisi di pianto, attimi di isteria. A differenza tua, però, io non ho resistito e dopo appena 6 mesi ho mollato. Mi dispiace? Da una parte sì, perchè ho imparato più in quei sei mesi che durante tutta l'università, ma dall'altra non tornerei mai indietro e, con tutto che ancora adesso oscillo tra lavoretti precari, ringrazio il momento in cui ho scelto di andarmene. La mia salute psicologica (ma anche fisica visti gli orari indecenti) era al limite.
Solo in un caso sarebbe potuta andare meglio quell'esperienza: se avessi ignorato i continui insulti, le cattiverie della collega e del datore di lavoro, se avessi mostrato più polso sugli orari, se, una volta ac asa, non avessi continuato a rimuginare su quanto successo nell'arco della giornata.
Ciò mi ha dimostrato che parte del male è stata causa mia, della mia mancanza di menefreghismo e del non sapermi far scivolare le cose addosso.
Se solo avessi saputo reagire, forse anche col sostegno di un professionista, non avrei mai mollato e non tanto per non dare soddisfazione al capo, ma più per tutto ciò che avrei ancora potuto imparare a livello professionale. Di questo mi rimarrà a lungo l'amaro in bocca.
L'importante è che qualunque scelta tu faccia, la faccia consapevolmente (e non magari sulla scia di un momento di ansia), valutandone i rischi e accettandone le conseguenze. Dopo decisioni del genere, soprattutto in ambito lavorativo e soprattutto in un momento di poca offerta come quello in cui ci troviamo, non c'è spazio per i rimorsi o per mangiarsi le mani. In ogni caso, in bocca al lupo
Vecchio 22-11-2013, 09:22   #5
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

non mollare!!, il lavoro potrebbe non essere la causa, ma semplicemente una componente che scatena un disagio che però è in te indipendentemente da fattori esterni
Vecchio 22-11-2013, 12:45   #6
Esperto
L'avatar di ciarliera
 

Il tuo corpo ti sta mandando dei segnali, perchè hai raggiunto il limite di sopportazione dello stress. E non puoi, non devi sottovalutarli. Devi pensare in primis alla tua salute!
Io fossi in te considererei la possibilità di rivolgermi a un terapeuta (ma non lo stesso di prima!) per vedere se riesci a venire a capo di qualcosa. Certo, lasciare un lavoro di questi tempi da un lato è da folli, ma se rischi di compromettere seriamente la salute, avendo cmq una piccola e precaria alternativa, potresti considerare l'ipotesi...
Vecchio 20-02-2014, 00:24   #7
Principiante
L'avatar di gimmeocean
 

Leggo con interesse questo post, da una prospettiva che è in parte esterna, in parte tanto interna che è come se fossi lì a lavoro con te...

Mi spiego meglio, io soffro di attacchi di panico ma non ho ancora un impiego...e mi chiedo sempre "ma come farò?". Può una persona che soffre di questo disturbo sperare di riuscire a sostenere colloqui di lavoro, trovare ciò che più la realizza e non stare male poi, ogni giorno, sul posto di lavoro?

Ci penso tanto a questa cosa che mi riempie di ansia e preoccupazione per il mio futuro che ho anche pensato che, in realtà, questa problematica dovrebbe essere considerata quasi un'invalidità sul posto di lavoro. Vi immaginate aziende con incentivi fiscali se assumono dipendenti affetti da dap? Beh, sembra assurdo, eppure inizio a pensare che non lo è! Se ne parla troppo poco, si sottovaluta troppo! Il dap è un'invalidità a tutti i santi effetti, secondo me.

Senza allontanarmi troppo adesso, e tornando al tuo post..la mia opinione è: se è veramente il limite questo, se proprio non ce la fai più e ti succede già da tanto tempo non puoi passare sopra al tuo stare male, altrimenti non ti vuoi bene, insulti te stesso, sputi su te stesso. Ma, allo stesso tempo, quel posto che hai è una benedizione (presente la situazione italiana attuale? ci pensi a come ti sentiresti dopo, quando avrai comunque gli attacchi di panico, ma in più sarai disoccupato?), quindi il mio consiglio, da questa prospettiva interna/esterna è: cerca di trovare qualcos'altro prima, e solo dopo lascia il lavoro. Vedrai che è il giusto compromesso.
Vecchio 20-02-2014, 08:17   #8
Esperto
L'avatar di dentromeashita
 

io ho lasciato il lavoro ho rischiato ho vinto la causa ora non lo so ho una salute di merda vado in cat.protetta
Vecchio 20-02-2014, 10:09   #9
Esperto
L'avatar di Keith
 

Premesso che la salute è di gran lunga la cosa più importante, più del lavoro, dei soldi e di tutto il resto, la decisione la puoi prendere solo tu.
ulteriore premessa è che non esiste solo il licenziamento, ma puoi valutare anche l'aspettativa, periodi di ferie o malattia.
La domanda principale che devi farti è: "mi piace il mio lavoro?"
Prima di lasciare il tuo lavoro devi sapere bene se i tuoi titoli di studio sono spendibili o meno, se hai un'età tale da permetterti ancora di trovare lavoro. Se pensi di avere concrete possibilità di trovare nel breve-medio termine un nuovo impiego allora lascia, altrimenti rimanda ancora un pò la decisione.
I fortunati che lavorano 8-14 e poi possono dedicarsi alla loro vita privata sono pochi,tutti gli altri passano il 70-80% del tempo al lavoro e vivere in una situazione troppo disagiata o stressante secondo me non è possibile, non dico che deve per forza piacere,sarebbe il massimo,ma almeno essere vivibile
Vecchio 20-02-2014, 10:18   #10
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da *BlackMamba* Visualizza il messaggio
Leggo con interesse questo post, da una prospettiva che è in parte esterna, in parte tanto interna che è come se fossi lì a lavoro con te...

Mi spiego meglio, io soffro di attacchi di panico ma non ho ancora un impiego...e mi chiedo sempre "ma come farò?". Può una persona che soffre di questo disturbo sperare di riuscire a sostenere colloqui di lavoro, trovare ciò che più la realizza e non stare male poi, ogni giorno, sul posto di lavoro?

Ci penso tanto a questa cosa che mi riempie di ansia e preoccupazione per il mio futuro che ho anche pensato che, in realtà, questa problematica dovrebbe essere considerata quasi un'invalidità sul posto di lavoro. Vi immaginate aziende con incentivi fiscali se assumono dipendenti affetti da dap? Beh, sembra assurdo, eppure inizio a pensare che non lo è! Se ne parla troppo poco, si sottovaluta troppo! Il dap è un'invalidità a tutti i santi effetti, secondo me.

Senza allontanarmi troppo adesso, e tornando al tuo post..la mia opinione è: se è veramente il limite questo, se proprio non ce la fai più e ti succede già da tanto tempo non puoi passare sopra al tuo stare male, altrimenti non ti vuoi bene, insulti te stesso, sputi su te stesso. Ma, allo stesso tempo, quel posto che hai è una benedizione (presente la situazione italiana attuale? ci pensi a come ti sentiresti dopo, quando avrai comunque gli attacchi di panico, ma in più sarai disoccupato?), quindi il mio consiglio, da questa prospettiva interna/esterna è: cerca di trovare qualcos'altro prima, e solo dopo lascia il lavoro. Vedrai che è il giusto compromesso.
e se per due anni nn trova nulla,cosa fa si spara?ti consiglio di parlarne coi genitori se ti mantengono,metterti da parte un gruzzoletto sufficente per qualche piano sensato e solo dopo lasciare il lavoro,a meno che nn sei raccomandato o un profilo richiesto ti consiglio di fare cosi
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