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10-04-2021, 10:14
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#1
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,423
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Mi piacerebbe conoscere un po' di esperienze e di storie di vita di chi soffre di disturbo evitante (diagnosticato o anche solo sospettato), in particolare se siete da sempre evitanti oppure se lo siete diventati col tempo, magari in seguito a eventi avversi, ecc.
Non mi interessano discussioni generiche sull'origine genetica o ambientale del problema.
Voglio le esperienze dirette.
Io, se devo pensarci, fatico a capire se lo sono stato da sempre o lo sono diventato.
Se provo ad andare indietro coi ricordi una tendenza evitante riesco a individuarla già nell'infanzia: in particolare ricordo che evitavo tutto ciò che mi suscitava disagio (come determinati eventi sociali), ma forse era più introversione che evitamento... d'altra parte, se trovavo qualcosa che mi piaceva, riuscivo a buttarmi. Ad esempio se trovavo persone affini a me (anche se accadeva pochissime volte), riuscivo a non tirarmi indietro.
Le cose sono via via peggiorate col tempo e, anche in seguito a eventi avversi su cui non mi soffermo, ho "imparato" a tirarmi quasi sempre indietro, arrivando così sino al presente: ora, se posso evito quasi tutto.
Nel mio caso posso azzardare che c'era una base evitante lieve sin da quando mi ricordo, cioè sin dalla prima infanzia, che poi s'è via via accentuata coi ripetuti incontri-scontri con la realtà, cioè coi ripetuti fallimenti che ho avuto (soprattutto in àmbito sociale), e ora fatico a vedere come uscirne fuori.
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10-04-2021, 10:29
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#2
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2015
Messaggi: 6,237
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Da che ho ricordi, sono sempre stato cosi, già a partire dall'asilo quando si facevano le recite io stavo sempre in disparte perché non volevo farle.
Anche io se trovavo qualcosa che mi piaceva riuscivo a buttarmi.
Poi ho vissuto una forte fase di evitamento e reclusione dai 15 anni ai 18, verso i 20 in poi ho mitigato questa sensazione e da allora va un po' meglio ma niente per cui gridare al miracolo.
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10-04-2021, 10:33
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#3
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Avanzato
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 320
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Quote:
Originariamente inviata da Hor
Mi piacerebbe conoscere un po' di esperienze e di storie di vita di chi soffre di disturbo evitante (diagnosticato o anche solo sospettato), in particolare se siete da sempre evitanti oppure se lo siete diventati col tempo, magari in seguito a eventi avversi, ecc.
Non mi interessano discussioni generiche sull'origine genetica o ambientale del problema.
Voglio le esperienze dirette.
Io, se devo pensarci, fatico a capire se lo sono stato da sempre o lo sono diventato.
Se provo ad andare indietro coi ricordi una tendenza evitante riesco a individuarla già nell'infanzia: in particolare ricordo che evitavo tutto ciò che mi suscitava disagio (come determinati eventi sociali), ma forse era più introversione che evitamento... d'altra parte, se trovavo qualcosa che mi piaceva, riuscivo a buttarmi. Ad esempio se trovavo persone affini a me (anche se accadeva pochissime volte), riuscivo a non tirarmi indietro.
Le cose sono via via peggiorate col tempo e, anche in seguito a eventi avversi su cui non mi soffermo, ho "imparato" a tirarmi quasi sempre indietro, arrivando così sino al presente: ora, se posso evito quasi tutto.
Nel mio caso posso azzardare che c'era una base evitante lieve sin da quando mi ricordo, cioè sin dalla prima infanzia, che poi s'è via via accentuata coi ripetuti incontri-scontri con la realtà, cioè coi ripetuti fallimenti che ho avuto (soprattutto in àmbito sociale), e ora fatico a vedere come uscirne fuori.
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Io credo che se una persona venisse realmente spinta a non evitare le situazioni spiacevoli ma necessarie, molti dei problemi sarebbero risolti. Molto del disagio è ignoranza del disagio, fin da piccoli
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10-04-2021, 10:49
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#4
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Banned
Qui dal: Apr 2020
Messaggi: 13,557
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Non credo di essere nato così , però le esperienze della vita nella mia infanzia mi hanno portato a peggiorare molto sotto questo punto di vista , da bambino ho avuto davvero esperienze molto traumatiche che normalmente un bambino non deve affrontare , ho superato difficoltà davvero incredibili se ci penso , poi anche in età adulta ovviamente ho passato un momento di crisi che non auguro a nessuno , però sono molto migliorato negli ultimi anni e mi apro molto di più con persone con cui magari sento di poterlo fare
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10-04-2021, 10:58
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#5
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Esperto
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 534
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Io credo che evitante lo diventi quando a fronte di una determinata difficoltà (in giovane età) la soluzione viene trovata nell'evitare il problema. Da li in poi lo schema con cui affronti problemi, sfide o difficoltà di diversa natura diventa quello di evitarli o di rinunciare, in un rinforzo infinito. Arrivati a una certa età di fatto si conosce solamente questo schema e una qualsiasi paura o difficoltà diventa un ostacolo insormontabile, dove se si può lo si evita, altrimenti ti tiene fermo e ti impedisce di progredire.
Evidentemente hanno anche una forte influenza i genitori che se hanno a loro volta una propensione all'evitamento è chiaro che possono "supportare" inconsapevolmente questo approccio alla vita in età dove si assorbe facilmente ogni cosa.
Io ho in mente un paio di episodi infantili che se non sono stati l'innesco dello schema di evitamento/rinuncia, possono essere quantomeno alcune delle prime situazioni di cui ho memoria dove "adottavo" questo tipo di approccio tutt'altro che sano per affrontare la realtà.
Ad ogni modo ci sono stati esperimenti scientifici su mammiferi (cani, roditori ed elefanti) volti a dimostrare quella che gli psicologi chiamano "impotenza appresa" che altro non è che l'approccio evitante(sconfitto in partenza) alle sfide della vita.
La domanda è : come interrompere tutto questo e uscire dalla prigione?
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10-04-2021, 10:59
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#6
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,130
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All'asilo non ricordo tantissimo, facevo continuamente domande e irritavo le maestre e non riuscivo a dormire in brandina, ma non ero ancora evitante.
Alle elementari ho cominciato a provare una forte ansia, soprattutto quando mi trovavo insieme a troppa gente ( ad esempio i compleanni ) e avevo problemi di concentrazione. (Aggiungiamoci che la maestra di matematica era pure violenta, da denuncia penale)
Se mi dovevo trovare con compagno singolarmente (visita a casa sua o viceversa) ero meno teso. Una sorta di ansia mista ad eccitazione.
A volte me ne rimanevo in classe a disegnare da solo, o a far disegnini per i compagni....ma non sempre.
Dalla 5 elementare ho cominciato a girare nei corridoi da solo durante l'intervallo (non ne ricordo il motivo), mentre alle medie mi chiudevo nei bagni e camminavo avanti e indietro.Il periodo peggiore.
Alle superiori è cominciata bene, ma quando i miei unici amici sono stati segati ( di solito fraternizzavo con le persone più strane della classe) ho ricominciato a vagare per i bagni nervosamente durate l'intervallo.
Poi "amici" è una parola grossa, ci vedevamo raramente al di fuori della classe.
Diciamo che devo conoscere bene il mio interlocutore, studiarlo... questo mi da la sensazione di "controllare la situazione"... ma se non c'è il controllo ed è invece tutto improvvisato allora ricomincia l'ansia.
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Ultima modifica di Teach83; 10-04-2021 a 11:05.
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10-04-2021, 11:07
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,419
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Da piccolo non ero evitante sicuramente, riuscivo a stare nel gruppo, sentirmi parte, viverlo emotivamente, non come l'evitante che ha la sensazione di essere uno spettatore che non riesce a coinvolgersi con le dinamiche di gruppo (sensazione invece sperimentata dopo).
Per quanto mi riguarda penso di essere passato attraverso vari stadi evolutivi
Timido-Molto timido-sociofobico- sociofobico/semidepresso-evitante/semidepresso-evitante/schizoide/semidepresso-semidepresso/semischizoide
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10-04-2021, 11:14
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,895
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Sempre evitante, neanche all'asilo volevo andare. Quando nel periodo adolescenziale capitava di uscire con i compagni di scuola facevo molta fatica, dovevo andare contro la mia evitanza, mal di pancia e disagi vari... Uscivo con loro perché non volevo ci rimanessero male, non per un piacere mio. Ora non sono più così, mi importa meno degli altri, faccio quello che mi sento (evitare tutto ).
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10-04-2021, 11:37
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#9
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Esperto
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,455
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io da che ricordo sono sempre stato così... l'essermi chiuso in casa nel periodo 12-17 anni ha fatto il resto
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10-04-2021, 11:52
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Non ho competenze tecniche quindi posso sbagliare, però secondo me il disturbo evitante è una disfunzione comportamentale e cognitiva che può maturare nel corso della vita. Non lo vedo come uno stato immutabile, ma una condizione che sì, per essere diagnosticata deve perdurare per un po' di tempo, ma rimane un disturbo che si può sviluppare nel corso della vita.
Pertanto, non vedo contraddizioni nel pensare che una persona sia, da bambino, in grado di affrontare proattivamente alcune situazioni della vita, e solo successivamente maturi una spinta evitante più forte.
Il mio percorso è stato questo, anche se non mi definisco affetto dal disturbo evitante.
Sono sempre stato un bambino con alcuni turbamenti, propenso (per me geneticamente, ma in premessa hai chiesto di non soffermarsi su questo argomento) sia all'ansia che al malumore, ma avevo un orizzonte concettuale per il quale le cose che andavano fatte si facevano, in maniera naturale.
Bisogna considerare che la vita espone a grandi pressioni di vario tipo, da quelle familiari a quelle sociali, soprattutto durante l'adolescenza e l'ingresso nell'età adulta. Può ben darsi che alcuni problemi nella visione di sè, latenti sin dai primissimi anni di vita, esplodano in un momento successivo, nel quale si è messi particolarmente alla prova.
Secondo me ciò su cui bisogna concentrarsi è quale sia la propria concezione profonda della propria identità. Capire dove si annidano i problemi nella concezione e visione di sè stessi.
Nel mio caso, il punto centrale dei miei problemi è probabilmente la paura dell'inadeguatezza. Nel mio caso penso che sia stato naturale sviluppare a partire dall'adolescenza e la prima età adulta le difficoltà maggiori, perché era in quegli anni che ho dovuto camminare con le mie gambe.
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10-04-2021, 12:54
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2016
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 8,118
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Io penso di esserci nato e che sia una delle caratteristiche del mio essere autistico.
L'asilo mi sono rifiutato di farlo, al catechismo non parlavo mai, sulle pagelle scolastiche delle elementari la maestra scriveva: "Ottimo rendimento, ma difficoltà nell'integrarsi con la classe, non socializza e parla solo quando interrogato".
Mi ricordo feste natalizie, da bambino, dai parenti in cui mi isolavo mentre tutti giocavano a carte.
Alle scuole medie i miei compagni stronzi mi avevano soprannominato chiocciola perché, a parte la scuola, non uscivo mai di casa.
I miei parenti mi sfottevano per la stessa cosa: "Sempre rintanato in casa!"
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10-04-2021, 12:59
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#12
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2015
Messaggi: 6,237
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Quote:
Originariamente inviata da Silent Bob
Io penso di esserci nato e che sia una delle caratteristiche del mio essere autistico.
L'asilo mi sono rifiutato di farlo, al catechismo non parlavo mai, sulle pagelle scolastiche delle elementari la maestra scriveva: "Ottimo rendimento, ma difficoltà nell'integrarsi con la classe, non socializza e parla solo quando interrogato".
Mi ricordo feste natalizie, da bambino, dai parenti in cui mi isolavo mentre tutti giocavano a carte.
Alle scuole medie i miei compagni stronzi mi avevano soprannominato chiocciola perché, a parte la scuola, non uscivo mai di casa.
I miei parenti mi sfottevano per la stessa cosa: "Sempre rintanato in casa!"
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Ora che mi ci hai fatto pensare, anche le mie pagelle erano sempre così.
Mi hai fatto anche ricordare che in primo superiore la prof mi cazzio in classe perché ero troppo chiuso e parlavo poco
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10-04-2021, 13:22
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#13
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Esperto
Qui dal: Sep 2019
Ubicazione: Naples
Messaggi: 1,518
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L'evitamento è la prerogativa degli hikikomori: evitano tutto.
Inviato dal mio SM-J330FN utilizzando Tapatalk
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10-04-2021, 13:32
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#14
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Principiante
Qui dal: Jan 2010
Messaggi: 41
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Lo sono sempre stato, nessun evento in particolare mi ha fatto diventare così come ho già raccontato nella mia storia evitavo già tutti a partire dall'asilo e per me è stato traumatico anche frequentare le scuole elementari.
Ho cominciato ad isolarmi totalmente però solo dopo un atto di bullismo di cui ho già parlato.
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10-04-2021, 13:37
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#15
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Esperto
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 534
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Lo stesso chiudersi e non partecipare attivamente a contesti e situazioni sociali è evitamento a mio modo di vedere, perché eviti l'esposizione a una situazione che può avere dei benefici (integrazione e maggiori risultati a scuola ad esempio) ma che ti genera ansia e sensazioni negative. L'ansioso ha ansia ma riesce a vivere queste situazioni,l'evitante trova il modo di evitarle spesso non cercando una via alternativa, ma rimanendo bloccato di fronte al problema.
Penso quindi che l'evitamento è una strategia di affrontare la realtà basata sull'impotenza appresa,in un circolo infinito che diventa sempre più forte.
Io ho un problema o una sfida da superare : non mi sento preparato o pronto e quindi evito, scappo, mi defilo, non ci provo neanche.
La volta successiva applico lo stesso schema che mi aveva permesso la volta precedente di evadere la difficoltà.
Ad un certo punto ho assimilato che superare un ostacolo mi è impossibile perché non ne ho le capacità e possibilità, a differenza delle altre persone. Quindi o dal cielo mi cade la possibilità di evitarlo, oppure rimarrò bloccato senza nemmeno provarci. E rimanendo fermi il divario diventerà sempre più grande e le possibilità di superare gli ostacoli saranno sempre meno probabili perché si ha avuto un rinforzo enorme che condiziona il proprio approccio e per di più bisogna recuperare un gap con gli altri che sarebbe difficile anche se si fosse tra i più brillanti.
La domanda è : come interrompere questo serpente che si morde la coda?
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10-04-2021, 13:55
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#16
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Piemonte
Messaggi: 536
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Una bella domanda, che mi da occasione di riflettere sul mio primo vero e proprio evitamento di cui ho memoria.
Avrò avuto 12/13 anni e, frequentando un associazione del mio paese che vede tra i soci gente piuttosto anziana, faccio amicizia con un ragazzo sui 18/19 anni col quale avevamo diversi interessi in comune, tra cui la fantascienza. Lui all'epoca faceva anche giochi di ruolo e così, una sera, mi invita ad una serata insieme ad altri suoi amici per partecipare. Beh, tanta era l'ansia che ho finto un malessere e, nonostante fosse passato da me per accompagnarmi, ho declinato l'offerta e della cosa non si è più parlato...
Certo, questo arrivava dopo gli anni di bullismo di elementari e inizio medie, però non so se possano essere correlate le due cose e, quindi, se sia stato quello a provocare l'evitamento o fosse una cosa insita in me.
Comunque negli ultimi anni, anche se mi è costato davvero molta fatica, sto migliorando e riesco ad evitare l'evitamento (scusate il gioco di parole ).
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10-04-2021, 14:15
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#17
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Esperto
Qui dal: Dec 2005
Messaggi: 5,058
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Lo sono diventato.
Fino in 4-5 elementare era un simil capetto della classe e del gruppo che frequentavo nel quartiere. Organizzavo anche le feste di compleanno in casa e nonostante fosse piccola la mia festa era sempre la più bella, era un manicomio di confusione.
Nel giugno dell'estate del mio 10° anno iniziò l'effetto domino che mi ha portato ad essere un evitante. Evitamento raggiunto al massimo tra i 18 e i 26 anni.
Il primo evento traumatico fu la partecipazione di un campo scuola di una settimana. I miei furono convinti dai genitori di un mio compagno di scuola ad iscrivermi. A questo campo scuola eravamo tipo una sessantina. Conoscevo solo il mio compagno che si dileguò e fece amicizia già dalla prima ora del primo giorno.
Iniziai a vedere con i mie occhi i primi episodi di bullismo dove io non ero dalla parte del leone ma della pecora. Non erano diretti verso di me ma quell'ambiente non mi piaceva. Mi chiedevo che cavolo ci facevo lì in campagna e perché non ero nel mio quartiere a godermi i primi giorni di vacanza.
Fatto sta che a cena del secondo o terzo giorno scoppiai a piangere ininterrottamente, gli organizzatori dovettero chiamare i miei che mi riportarono a casa...ricordo ancora la loro delusione.
Passai dopo i primi giorni della mia vita da evitante...non mi faci vedere per una settimana in giro e dopo facevo finta di zoppicare dicendo agli amici che mi ero fatto male e dovetti tornare a casa.
Ovviamente la bugia duro pochissimo e la verità venne a galla, e anche lì la situazione precipitò ancora di più
Ecco...quello fu il granello che ha fatto diventare tutto una valanga
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10-04-2021, 14:46
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#18
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Intermedio
Qui dal: Feb 2021
Ubicazione: Iperuranio
Messaggi: 181
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Da che ho ricordi sono sempre stata evitante... quando ho iniziato ad andare a scuola ricordo che provavo un senso di paura angosciante che mi portava appunto ad evitare il rapporto con gli altri... sensazione che poi mi sono portata sempre dietro, tranne in situazioni che mi ispiravano fiducia e comprensione... (in quel caso mi trasformavo completamente e riuscivo persino a diventare una sorta di estroversa, per assurdo). Ma era difficile che questo capitasse...
E anche se adesso la situazione è migliorata rispetto a quella volta, mi sento sempre impossibilitata ad esprimere il mio vero io per paura del giudizio degli altri.
Credo che l'origine dell'evitamento derivi da tutto un insieme di fattori..
Sicuramente l'avere dei genitori estremamente protettivi e iper controllanti e giudicanti è una quasi garanzia di DEP, specialmente se a questo si aggiungono esperienze di rifiuto durante l'infanzia (come l'emarginazione a scuola da parte dei compagni). Poi probabilmente ci sarà anche una componente genetica...
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10-04-2021, 14:56
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2020
Messaggi: 534
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Quote:
Originariamente inviata da dottorzivago
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Curiosa la prima parte. Io ero un po come te.
Hai detto che il picco dello schema evitante l'hai raggiunto tra i 18 e i 26, posso chiederti cosa ti ha portato ad esserlo meno rispetto a quegli anni? Obblighi e quindi esposizione forzata ad esempio al lavoro oppure altro?
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10-04-2021, 15:10
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#20
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,205
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si nasce, nessuno si illuda, per quanto allenamento possiate fare se non siete predisposti non diventerete mai evitanti al 100%, ci sarà sempre un amicizia, una festa, un'attività nella quale vi farete coinvolgere non riuscendo a svicolarvi
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