QUOTE=cringe;2556212]Penso che se non avessi avuto i videogiochi o internet come via di fuga all'epoca del bullismo forse sarei messo ancora peggio. che è un pò la "trappola" degli hikikomori ma è anche ciò che ti ""salva""[/QUOTE]
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Originariamente inviata da Texas
Un problema oggi coi social è che per un ragazzo afflitto dal bullismo non c'è tregua.
Un tempo il bullizzato viveva l'incubo a scuola e trovava conforto a casa. Al massimo provava terrore all'idea di andare a scuola il giorno dopo.
Oggi coi social non c'è più quella separazione e come la storia di questo ragazzo ci mostra, il rischio è che ci siano ragazzi o ragazze che prima vengono bullizzati a scuola e poi esclusi o cyberbullizzati sui social.
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Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Non sempre.
A parte internet esistono ed esistevano tante altre questioni.. problemi in famiglia, difficoltà economiche, malattie, varie ed eventuali.
Oggi c'è un elemento in più, certo. Però le case non sono sempre e comunque un nido... non lo sono mai state. Dipende un po' dalla fortuna. E secondo come anni fa anche senza social rischiavi di rientrare a casa e trovare dei guai.
I bei tempi passati non sono per forza così belli..
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A 26 anni spesso mi fermo a pensarci, se ci fossero stati i social fin dai tempi delle medie, per me sarebbe stata finita, ero il classico scemo del villaggio perculabile che era un piacere.
L'unica cosa che esisteva erano gli spaces msn, un compagno aveva pubblicato tutte le foto singole dei compagni di classe, e un'altro un elenco con relative caratteristiche, nel mio caso ovviamente era un'allusione al mio peso.
E fortunatamente si sono fermati qua, chiaro c'erano sempre prese in giro che superavano la classe andando per l'istituto e fra i parenti dei compagni di classe, bullismo più o meno grave, ma di certo "non me li portavo a casa".
Diverso il discorso per le superiori (2008-2013), quando ho cambiato classe, raccattando tutti gli stronzi e i bulletti delle altre sezioni che hanno potuto percolarmi finalmente "in prima fila", è stato creato un gruppo Facebook di classe, e anche terminata la scuola continuavo ad averceli "vicino", perché spesso e volentieri partivano frecciatine, liti ecc..
Mi hanno detto poi che era stato creato un gruppo di classe su whatsapp dove io e un altro ragazzo non eravamo stati invitati (ovviamente perculato anche lì dentro, per fortuna non ero tenuto a vedere).
Fortunatamente il loro bullizzare e prendere in giro si era voluto in una forma più subdola e "matura", quindi non mi hanno mai fotografato o filmato apposta con offese esplicite, quello no, non lo avrei sopportato.
Ma metti un cellulare in mano a dei bambini, e faranno la malora.
A casa si avevo problemi familiari ed economici, non avevo vita sociale, ma almeno non mi portavo a casa i problemi scolastici, almeno non fin dall'inizio, le nuove generazioni hanno vita più dura.
Per fortuna che davvero potevo estraniarmi dal mondo grazie a tv, computer e libri.
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Originariamente inviata da untipostrano
no non è sempre così fidati...una mia conoscente ad esempio alle medie subì bullismo pesantissimo addirittura cambiò due volte sezione eppure adesso a 30 anni è una tipa piuttosto benvoluta e realizzata....idem un altro mio amico che al liceo era preso da tutti in giro....i periodi post scolastici e il mondo dell'uni possono portare buoni cambiamenti se si ha la fortuna di fare incontri giusti, trovare circostanze favorevoli...
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La mentalità autodistruttiva è vero che spesso è la causa delle nostre sfighe, ma è stata generata anche dagli altri, quindi alla fine si fa fatica a trovare il colpevole nel circolo vizioso.
Questo è stato un caso molto fortunato di una persona che evidentemente non aveva una mentalità fragile e problemi psicologici così insormontabili da rovinarsi questa nuova possibilità.
Ho avuto istinti suicidi fin dalla fine delle elementari, alle medie che già detto da altri avevo già una visione della mia vita futura, ma è stato solo alle superiori che ho iniziato a pensarci seriamente. Mi ricordo che un giorno avevo chiesto di poter andare in bagno, per poi salire al terzo piano, prendendo in considerazione l'idea di buttarmi, ma mi sono spaventato.
Avevo pensato addirittura, in un momento di follia, di nascondermi in uno sgabuzzino, aspettare che la scuola si svuotasse e di riprovarci con calma, ma come ho sempre detto, la codardia mi ha sempre salvato.