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Vecchio 12-08-2011, 08:11   #101
Esperto
L'avatar di Fallitoperenne
 

ho trovato dei miei simili!!!

http://clubdeifalliti.blog.tiscali.it/
Vecchio 12-08-2011, 13:00   #102
Esperto
L'avatar di very90
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Sono davvero poche le persone in grado di andare d'accordo con la maggioranza della gente, dobbiamo liberarci dalla visione pessimista e disfattista di appartenere ad una categoria particolarmente svantaggiata, finchè quella di cui soffriamo non è una fobia particolarmente invalidante in grado di impedirci di compiere le più elementari azioni a contatto con la gente. Speravo fossero finiti i tempi dell'autoghettizzazione calimeriana e della rigida divisione tra mondo dei "normali" e mondo degli introfobicotimidi ecc. ecc.
Rispondo solo su questo punto perchè sul resto sono un po' fatti vostri.
A me non è mai successo di vedere una persona estroversa e socievole che non ha amici, e se comunque esisteranno, saranno in una percentuale decisamente minore rispetto a quella che si registra invece in questo forum e nella vita di tanti altri timidi/introversi/fobici che non stanno iscritti qui.
Se noi abbiamo come tendenza una propensione alla solitudine, vuoi perchè abbiamo tempi troppo lenti rispetto agli altri per socializzare, vuoi perchè siamo noi stessi a volerla, è scontato che abbiamo molte meno opportunità di conoscere persone. E visto che trovare compatibilità con le persone è tutt'altro che semplice, la possibilità di rimanere da soli aumenta ancora di più.
Se invece una persona non ha alcun problema a instaurare un dialogo con una persona sconosciuta e parla un po' con diverse persone che gli capitano a tiro, avrà più probabilità sia di trovare persone che gli sono più congeniali, sia che non venga escluso perchè non parla molto (perchè diciamocelo, i silenzi vengono abbastanza penalizzati nella società in cui viviamo).
Sono queste le caratteristiche che secondo me fanno la differenza, non è questione di ghettizzazione, di crogiolarsi nei propri problemi, di essere pessimisti, ma delle differenze negli approcci con la gente e con la vita sociale ci sono.
Vecchio 12-08-2011, 14:50   #103
Esperto
L'avatar di Don Chisciotte
 

Quote:
Originariamente inviata da very90 Visualizza il messaggio
Rispondo solo su questo punto perchè sul resto sono un po' fatti vostri.
A me non è mai successo di vedere una persona estroversa e socievole che non ha amici, e se comunque esisteranno, saranno in una percentuale decisamente minore rispetto a quella che si registra invece in questo forum e nella vita di tanti altri timidi/introversi/fobici che non stanno iscritti qui.
Se noi abbiamo come tendenza una propensione alla solitudine, vuoi perchè abbiamo tempi troppo lenti rispetto agli altri per socializzare, vuoi perchè siamo noi stessi a volerla, è scontato che abbiamo molte meno opportunità di conoscere persone. E visto che trovare compatibilità con le persone è tutt'altro che semplice, la possibilità di rimanere da soli aumenta ancora di più.
Se invece una persona non ha alcun problema a instaurare un dialogo con una persona sconosciuta e parla un po' con diverse persone che gli capitano a tiro, avrà più probabilità sia di trovare persone che gli sono più congeniali, sia che non venga escluso perchè non parla molto (perchè diciamocelo, i silenzi vengono abbastanza penalizzati nella società in cui viviamo).
Sono queste le caratteristiche che secondo me fanno la differenza, non è questione di ghettizzazione, di crogiolarsi nei propri problemi, di essere pessimisti, ma delle differenze negli approcci con la gente e con la vita sociale ci sono.
Quoto tutto.
Vecchio 12-08-2011, 14:54   #104
Esperto
L'avatar di Woland12
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
A me fa arrabbiare questa cosa che la gente spesso veda la solitudine come una colpa, anziché come una condizione sfortunata.
2 casi:

1) In molte situazioni siamo noi stessi a non cercare di farci delle amicizie, e se così è sono liberissimi di usare il termine "colpa", ma se quello è un desiderio nostro, non si tratta di un errore, c'è poco da incolpare

2) Nei casi invece in cui non abbiamo amicizie, pur desiderandolo, è anche qui normalissimo che parlino di colpa. Loro vedono l'introverso come una persona che si chiude e non si apre agli altri, che non partecipa ai loro incontri, che non si sforza (verbo abusatissimo) di stare con loro! Dal loro punto di vista l'introverso "deve sforzarsi, darsi da fare, socializzare", se non la fa è colpa sua. Lasciamo pure che pensino così... Della loro comprensione mi frega fino ad un certo punto, ormai quasi mi diverto a constatare che Loro non possono capire
Vecchio 12-08-2011, 16:51   #105
Intermedio
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
"Se non hai amici è colpa tua!"
Ve l'hanno mai detto, apertamente o indirettamente?

A me fa arrabbiare questa cosa che la gente spesso veda la solitudine come una colpa, anziché come una condizione sfortunata.
A dire il vero no, perchè nessuno è mai riuscito ad affrontare apertamente questo argomento. Nemmeno i miei genitori. Credo che lo sappiano che non ho amici e che non sono come tutti gli altri. Tra loro parlano, ma non con me.
Vecchio 12-08-2011, 16:57   #106
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da very90 Visualizza il messaggio
Rispondo solo su questo punto perchè sul resto sono un po' fatti vostri.
A me non è mai successo di vedere una persona estroversa e socievole che non ha amici, e se comunque esisteranno, saranno in una percentuale decisamente minore rispetto a quella che si registra invece in questo forum e nella vita di tanti altri timidi/introversi/fobici che non stanno iscritti qui.
Se noi abbiamo come tendenza una propensione alla solitudine, vuoi perchè abbiamo tempi troppo lenti rispetto agli altri per socializzare, vuoi perchè siamo noi stessi a volerla, è scontato che abbiamo molte meno opportunità di conoscere persone. E visto che trovare compatibilità con le persone è tutt'altro che semplice, la possibilità di rimanere da soli aumenta ancora di più.
Se invece una persona non ha alcun problema a instaurare un dialogo con una persona sconosciuta e parla un po' con diverse persone che gli capitano a tiro, avrà più probabilità sia di trovare persone che gli sono più congeniali, sia che non venga escluso perchè non parla molto (perchè diciamocelo, i silenzi vengono abbastanza penalizzati nella società in cui viviamo).
Sono queste le caratteristiche che secondo me fanno la differenza, non è questione di ghettizzazione, di crogiolarsi nei propri problemi, di essere pessimisti, ma delle differenze negli approcci con la gente e con la vita sociale ci sono.

Ben detto.
Vecchio 12-08-2011, 19:32   #107
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Tutto molto vero
Non si può però assumere a priori che un timido scelga consapevolmente e liberamente di non fare tutto quanto in suo potere (per "in suo potere" intendo cose che potrebbe fare senza troppa difficoltà) per affrontare i suoi problemi. Dipende dai casi. E' questo il punto del topic, dopotutto.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non è detto che siano solo i timidi e gli introversi a trovare poca compatibilità con il resto delle persone, le possibili declinazioni caratteriali non constano soltanto del binomio estroversione/introversione, ma sono molteplici: ad esempio vi sono persone estroverse che soffrono di disturbi caratteriali particolarmente invalidanti, ad esempio la collera, l'irascibilita, la sindrome paranoide (come quell'ex forumista a cui ho fatto allusione, e che tu hai pensato fosse un riferimento a te).
Io non ho pensato nulla, non ho fatto nomi come non ne hai fatti tu. Poi dopo mi sembra che si sia andati verso un'identificazione più precisa
Comunque sono pur sempre minoranze di persone quelle che hai citato, forse ancora più ristrette dei timidi.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Sono davvero poche le persone in grado di andare d'accordo con la maggioranza della gente, dobbiamo liberarci dalla visione pessimista e disfattista di appartenere ad una categoria particolarmente svantaggiata, finchè quella di cui soffriamo non è una fobia particolarmente invalidante in grado di impedirci di compiere le più elementari azioni a contatto con la gente. Speravo fossero finiti i tempi dell'autoghettizzazione calimeriana e della rigida divisione tra mondo dei "normali" e mondo degli introfobicotimidi ecc. ecc.
Beh, ma pur con tutte le sfumature possibili ed evitando schematizzazioni troppo grossolane, non credo si possa dire che un timido sia uguale in tutto e per tutto a un non timido. Magari non saremo una categoria particolarmente svantaggiata, ma di solito la timidezza qualche problema (tanto più quanto più è elevata) lo crea, non penso si possa negare. problemi che un buon numero di altre persone non ha, tanto per essere chiari. E soprattutto l'introversione ha come caratteristica intrinseca quella di essere selettiva nelle amicizie, chi non è abbastanza introverso mediamente non è così selettivo.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non sono io quello che si prodiga in rimpalli virtuali con glii utenti di cui non condivide al 100% le idee, sarà anche per questo che in quattro anni di forum non sono mai stato bannato?
Riecco il menare il can per l'aia: ti ho fatto una domanda precisa sul tipo di dettagli a cui ti stavi riferendo quando dicevi che io non ne avevo forniti abbastanza, e te ne esci con allusioni al mio ban, neanche fosse un marchio d'infamia. Che c'azzecca? (cit.)? Si può sperare di ottenere una risposta pertinente, please? Tiri in ballo una mia presunta ritrosia, io chiedo di capire meglio in cosa consista e tu sgusci via come un'anguilla.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ossessione la mia? Ho detto che mi pare strano che un utente dedichi così tanto tempo ad un forum, tale da arrivare a oltre ventimila messaggi, parlando pochissimo di sé. E' una cosa assai poco comune, ne convieni?
Il "pochissimo" è una tua impressione del tutto soggettiva. Non è necessario aprire un topic al giorno per parlare di sé. E ad ogni modo è un discorso che non porta da nessuna parte, visto che non cambierò certo il mio modo di scrivere per non essere bollato da te come "strano", figuriamoci. Piuttosto sarebbe utile che tu esplicassi meglio i tuoi criteri di "normale" e "strano", elencando appunto il tipo di dettagli della vita privata dell'utente tipo di cui pensi sia necessario essere informati. Altrimenti, è un discorso fatto tanto per fare (come almeno metà di quello che dici quando ti rivolgi a me, btw).

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Comunque, in tema di politica, la parte a cui faccio riferimento, ha sempre promosso l'aggregazionismo e l'esaltazione della vita sociale e collettiva, quella a cui io, sfidando spesso la mia propensione all'isolamento, cerco anche di promuovere all'interno di questo forum. Sono proverbiali i miei scontri con l'ex top poster (che, come sappiamo, pendeva ideologicamente dalla parte opposta), il quale promuoveva una concezione della vita esclusivista, familistica e lontana dal mondo della vita collettiva per rimanere ancorato alla sua tanto amata "fobia" del prossimo (che a mio avviso ha sempre coinciso invece con un'attitudine antisociale). Eppure egli era un accanito sostenitore del conformismo "borghese": famiglia, pochi affetti, disimpegno, vita ritirata
Sì, lo ricordo, ma io penso si possa essere conformisti in tanti modi: io penso che una vera sinistra dovrebbe difendere le inclinazioni individuali dall'omologazione (stile no global), e schierarsi apertamente contro tutti i pregiudizi, uno dei quali è quello che si possa fare una classificazione degli interessi, suddividendoli in "attivi" e "passivi" solo in base a quanto fanno cuccare (vedere mia firma). Si trattasse almeno di una suddivisione in base alla loro influenza in campo sociale...
A meno che tu non voglia sfociare nella dittatura di stampo stalinista, alla quale mi fa pensare la qualifica di "antisociale", che veniva affibbiata a coloro che coltivavano interessi e attività "nocive per il popolo", che potevano consistere anche soltanto, per dire, nell'avere una fede religiosa. Per non parlare del "disfattismo" che pure hai tirato in ballo, parola abusata da dittature di diversi colori per stroncare ogni tipo di pensiero indipendente

P.S. "Antisociale", "pessimista", "disfattista"...e meno male che non c'è un pregiudizio verso i timidi. Se pure un timido se ne esce con queste parole...

Ultima modifica di Winston_Smith; 12-08-2011 a 19:35.
Vecchio 13-08-2011, 03:24   #108
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Io non ho pensato nulla, non ho fatto nomi come non ne hai fatti tu.
Voglio sperare che sia stato così, anche perché la tua risposta mi sembrava stizzita e piena di allusioni alla figura virtuale del sottoscritto, ma spero appunto che tu non vi abbia colto riferimenti.


Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
ti ho fatto una domanda precisa sul tipo di dettagli a cui ti stavi riferendo quando dicevi che io non ne avevo forniti abbastanza
Qui non si chiede nulla a nessuno, nemmeno fosse un'ingiunzione, anche perché poi a fare domande un po' più precise si passa subire per degli inquisitori

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Il "pochissimo" è una tua impressione del tutto soggettiva. Piuttosto sarebbe utile che tu esplicassi meglio i tuoi criteri di "normale" e "strano", elencando appunto il tipo di dettagli della vita privata dell'utente tipo di cui pensi sia necessario essere informati.
Soggettiva ma basata su standard inerenti all'utenza media di questo forum: molti utenti qui dentro (i più attivi almeno) sono soliti parlare di episodi in maniera relativamente circostanziata, facendo riferimento ad avvenimenti puntuali, come uscite con ragazze, colleghi (ad esempio il topic di mario bross) e anche il sottoscritto in taluni casi ha parlato di fatti di natura relazionale che gli sono capitati, scendendo anche un poco nel particolare ma senza rischiare di compromettere così la sua privacy. Però qui pare di essere degli inquisitori con manie intrusive se si osa rivolgere domande appena un poco più curiose del solito.



Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
A meno che tu non voglia sfociare nella dittatura di stampo stalinista, alla quale mi fa pensare la qualifica di "antisociale", che veniva affibbiata a coloro che coltivavano interessi e attività "nocive per il popolo", che potevano consistere anche soltanto, per dire, nell'avere una fede religiosa. Per non parlare del "disfattismo" che pure hai tirato in ballo, parola abusata da dittature di diversi colori per stroncare ogni tipo di pensiero indipendente

P.S. "Antisociale", "pessimista", "disfattista"...e meno male che non c'è un pregiudizio verso i timidi. Se pure un timido se ne esce con queste parole...
Ho usato il termine "antisociale" nella sua accezione fornita dai criteri diagnostici del dsm (che non ritengo una bibbia ma una pubblicazione con ampi margini di affidabilità) e cioè quel genere di persona "caratterizzata dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall'incapacità di assumersi responsabilità e dall'indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui" e non nell'accezione ampia ed erronea che viene fatta dal linguaggio comune, dove si tende a uniformare l'antisociale con la persona riservata e con uno stile di vita preferenzialmente orientato ad un'esistenza schiva e solitaria. Termini invece come "pessimista" e "disfattista" li considero appropriati per descrivere quell'intervento di john reds che ho contestato (anche quello altamente generalizzante, ma chissà perché in quel caso non sei intervenuto) e tutti quei pensieri che nella tcc verrebbero comunemente descritti come "disfunzionali". Per me sostenere che un timido è escluso dalla maggioranza delle persone è un pensiero disfunzionale, mentre invece definirei "realistico" un pensiero che considera il timido come una persona non immediatamente gradevole alla maggioranza delle persone. Irrealistico sarebbe dire che un timido ha tutte le chance di ottenere riscontri immediati come un superestroverso, ma resta nel dominio del realismo la possibilità che un timido possa trovare più persone compatibili di quante creda o anche scoprire di avere compatibilità con persone apparentemente non alla sua portata, che possono apprezzarlo e stimarlo malgrado la sua non eccezionale loquacità.
Vecchio 13-08-2011, 18:50   #109
Esperto
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Voglio sperare che sia stato così, anche perché la tua risposta mi sembrava stizzita e piena di allusioni alla figura virtuale del sottoscritto, ma spero appunto che tu non vi abbia colto riferimenti.
Non c'erano allusioni alla tua figura virtuale in quanto ho scritto io più di quanto ce ne fossero alla mia in quello che hai scritto tu.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Qui non si chiede nulla a nessuno, nemmeno fosse un'ingiunzione, anche perché poi a fare domande un po' più precise si passa subire per degli inquisitori
Vedi, continui a menare il can per l'aia perché ti fa comodo non specificare in cosa consista questo maggiore dettaglio di cui parli

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Soggettiva ma basata su standard inerenti all'utenza media di questo forum: molti utenti qui dentro (i più attivi almeno) sono soliti parlare di episodi in maniera relativamente circostanziata, facendo riferimento ad avvenimenti puntuali, come uscite con ragazze, colleghi (ad esempio il topic di mario bross) e anche il sottoscritto in taluni casi ha parlato di fatti di natura relazionale che gli sono capitati, scendendo anche un poco nel particolare ma senza rischiare di compromettere così la sua privacy. Però qui pare di essere degli inquisitori con manie intrusive se si osa rivolgere domande appena un poco più curiose del solito.
Anche io ho parlato di uscite (non con ragazze, perché non ce ne sono mai state). Come ho già detto, non è obbligatorio aprire dei topic per parlare di esperienze personali. Adesso spero che questo discorso del tutto inconsistente (perché OT) e inutile (perché nessuno può impedirmi di parlare di me nel modo che voglio io) possa essere chiuso, salvo tu non debba tirarlo ancora fuori per sminuire ciò che dico (non a caso in questo forum nessuno mi ha mai rimproverato per questo, salvo una sola persona che guarda caso mi vedeva come Dracula il crocifisso ^^).
Vecchio 13-08-2011, 19:20   #110
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ho usato il termine "antisociale" nella sua accezione fornita dai criteri diagnostici del dsm (che non ritengo una bibbia ma una pubblicazione con ampi margini di affidabilità) e cioè quel genere di persona "caratterizzata dal disprezzo patologico del soggetto per le regole e le leggi della società, da comportamento impulsivo, dall'incapacità di assumersi responsabilità e dall'indifferenza nei confronti dei sentimenti altrui"
E con questa definizione a chi ti riferivi? A calimero? A un ipotetico utente medio del forum?

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Termini invece come "pessimista" e "disfattista" li considero appropriati per descrivere quell'intervento di john reds che ho contestato (anche quello altamente generalizzante, ma chissà perché in quel caso non sei intervenuto) e tutti quei pensieri che nella tcc verrebbero comunemente descritti come "disfunzionali".
Diciamo che letto subito dopo quello che hai scritto tu, ed è partita la discussione con te ^^
Il concetto che il timido sia sempre colpevole a prescindere non è poi così sbagliato: la maggior parte delle persone pensa frasi come "sei tu che devi adeguarti al mondo, non il contrario" e inoltre considera la timidezza come qualcosa di superabile senza troppo difficoltà, ergo se non ce la fa, è "colpa" del timido. Al massimo si poteva sostituire il "sempre" con "nella maggior parte dei casi", escludendo la minoranza di persone che trova meno oneroso o ha maggiore "buona volontà" nell'interagire con un timido.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Per me sostenere che un timido è escluso dalla maggioranza delle persone è un pensiero disfunzionale, mentre invece definirei "realistico" un pensiero che considera il timido come una persona non immediatamente gradevole alla maggioranza delle persone.
Spesso i due concetti si equivalgono.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Irrealistico sarebbe dire che un timido ha tutte le chance di ottenere riscontri immediati come un superestroverso, ma resta nel dominio del realismo la possibilità che un timido possa trovare più persone compatibili di quante creda o anche scoprire di avere compatibilità con persone apparentemente non alla sua portata, che possono apprezzarlo e stimarlo malgrado la sua non eccezionale loquacità.
Certo, nulla lo esclude. Ma il problema di fondo è, uscendo dall'impostazione del "dare colpe" al timido vs agli altri, che nella maggior parte dei casi sia il timido che coloro con cui si trova ad avere a che fare trovano delle difficoltà nell'interazione reciproca, anche se per motivi diversi (uno non sa come porsi in maniera non ansiogena, "gli altri" non sanno o non si applicano a interagire in maniera efficace). Spesso si tende a dimenticare questo fatto perché, per "gli altri", ciò non costituisce un eccessivo problema, visto che solitamente hanno anche altre persone con cui parlare: son cazzi del timido, che rischia di restare da solo (e per questo certuni dicono che è lui che deve muoversi, "gli altri" non hanno più di tanto interesse a farlo).
Nella mia ottica, si tratta spesso di problemi di entità paragonabile, nel senso che non c'è nulla di strano se entrambe le parti falliscono nell'interazione a causa di queste difficoltà. E' però un ragionamento che deve valere per entrambi, non è che le difficoltà incontrate dagli "altri" valgono come giustificazione per evitare di interagire col timido ("non devono mica fargli da balia"), mentre invece il timido questa giustificazione non ce l'ha ("se cogli le occasioni d'interazione è colpa tua").
Insomma, quello che voglio dire è che la comunicazione è un processo biunivoco, e in cui non ci si dovrebbe forzare a fare qualcosa di eccessivamente oneroso perché lo ha ordinato il medico. Il timido/introverso non è certamente esonerato dal fare uno sforzo per cercare di cogliere le occasioni favorevoli alla socializzazione, ma non gli si può chiedere, a prescindere, di essere più forte di difficoltà e barriere di fronte alle quali tanta altra gente, neanche tanto timida, si arrende. La soluzione ottimale, imho, è cercare le condizioni in cui ci sia un "avvicinamento" da ambo le parti ripartendo lo "sforzo" in maniera più equa, o comunque in cui ci siano persone dal carattere più compatibile con quello del timido. E ciò, tranne che per un timido "estrovers inside", magari limitato da fobie particolari, avviene in generale con una minoranza di persone.
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