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Visualizza i risultati del sondaggio: Quante relazioni è "normale" avere nella vita?
Un solo partner, l'amore è per sempre! 13 13.13%
Fino a due/tre. 20 20.20%
Fino a una decina. 28 28.28%
Fino a un centinaio. 4 4.04%
Oltre il centinaio e tendenti all'infinito. 34 34.34%
Chi ha votato: 99. Non puoi votare questo sondaggio

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Vecchio 27-06-2011, 01:13   #41
Esperto
L'avatar di Don Chisciotte
 

Personalmente non conosco nessuno che abbia avuto 5-6 relazioni serie (escludendo chiaramente semplici avventure o flirt); ad ogni modo non saprei proprio come rispondere.

Quote:
Originariamente inviata da stone Visualizza il messaggio
Ho votato anch'io “fino a 10” ma avrei preferito ci fosse una fascia “fino a 6”.

Per Moonwatcher: come fa un'essere umano non geneticamente modificato ad avere oltre 100 relazioni di durata superiore all'anno?
Quote:
Originariamente inviata da stone Visualizza il messaggio
Ripensandoci, ho trovato da solo una risposta: più relazioni contemporanee
Beh, anche in questo caso bisognerebbe darsi un bel pò da fare, roba da almeno 2-3 relazioni serie contemporaneamente.
Vecchio 27-06-2011, 02:36   #42
Esperto
 

Il tasso di soggettività in queste cose schizza alle stelle: per me non esiste una risposta più "normale" delle altre, pertanto mi astengo dal rispondere.
Vecchio 27-06-2011, 02:41   #43
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
che tutti pensano che si stia cercando di dire che son loro gli anormali.
Ma è quello che hai fatto tu!
Vecchio 27-06-2011, 21:30   #44
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Ma è quello che hai fatto tu!
No, nel momento in cui stabilisco la "norma" non posso dare dell'anormale a tutti.
Vecchio 28-06-2011, 13:39   #45
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Reventon Visualizza il messaggio
Che vuol dire normale per noi? Partendo dalla discussione che hai avuto in altro thread, perchè non è normale avere 10 relazioni? O magari di più?
Ti rispondo in due modi, con alcuni brani di Fromm e con due sequenze dal film "Bianca":

Quote:
Nell'amore erotico c'è un'esclusività che manca nell'amore fraterno e materno. Il carattere esclusivo dell'amore erotico richiede ulteriori chiarimenti.
Spesso, l'esclusività dell'amore erotico è interpretata come attaccamento possessivo. È molto frequente trovare due persone "innamorate" tra loro che non sentono amore per nessun altro. Il loro amore è, infatti, un egotismo a due; sono due esseri che si annullano a vicenda, che risolvono il problema della separazione fondendosi tra loro. Credono così di superare la solitudine; eppure, staccandosi dal resto della specie, restano separati tra di loro e perfino da loro stessi; la loro unione è un'illusione. L’amore erotico esclude l'amore per gli altri solo nel senso di fusione erotica ma non nel senso di profondo amore fraterno.

L'amore erotico, per essere vero amore, richiede una condizione: che io ami dall'essenza del mio essere, e "senta" l'altra persona nell'essenza del suo essere. Nell'essenza, tutti gli esseri umani sono identici. Siamo tutti parte di Uno; siamo Uno. Partendo da questo principio, non ha importanza chi amiamo. L'amore dovrebbe essere essenzialmente un atto di volontà, di decisione di unire la propria vita a quella di un'altra persona. Questo è, in verità, ciò che di razionale v'è dietro il concetto dell'indissolubilità del matrimonio, com'è dietro molti matrimoni tradizionali, in cui due sposi non si scelgono tra loro, ma vengono scelti l'uno per l'altro, e che tuttavia ci si aspetta che si amino. Nella civiltà occidentale moderna questo concetto appare falso, nel suo insieme. L'amore dovrebbe essere una reazione emotiva, spontanea, un sentirsi improvvisamente uniti da un sentimento irresistibile. Sotto questo aspetto, si vedono solo le caratteristiche dei due esseri coinvolti, e si dimentica il fatto che tutti gli uomini sono parte di Adamo, e tutte le donne parte di Eva. Si trascura un fattore fondamentale, nell'amore erotico: quello di volere. Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno. Se l'amore fosse solo una sensazione, non vi sarebbero i presupposti per un amore duraturo. Una sensazione viene e va. Come posso sapere che durerà sempre, se non sono cosciente e responsabile della mia scelta?
Tenendo conto di questi elementi, si arriva alla conclusione che l'amore è essenzialmente un atto di volontà, e che di conseguenza non importa chi ne sia l'oggetto. Sia il matrimonio combinato da altri, sia esso il risultato di una libera scelta, basterebbe un atto di volontà a garantire la durevolezza dell'amore. Questo punto di vista sembra non tener conto del carattere paradossale della natura umana e dell'amore erotico. Tutti noi siamo Uno, eppure ognuno di noi è un'entità unica, separata. Nei nostri rapporti col prossimo si ripete lo stesso paradosso. In quanto Uno, possiamo amare tutti nello stesso modo, nel senso di amore fraterno. Ma in quanto esseri distinti, l'amore erotico esige prerogative strettamente individuali, che esistono tra determinate persone, e non certo tra tutte.

Entrambi i punti di vista, perciò, sia quello dell'amore erotico inteso come attrazione strettamente individuale tra due persone, sia quello dell'amore erotico considerato come un atto di volontà sono fondati, o meglio la verità non è né questa né quella. Di conseguenza, il concetto di un rapporto che si possa facilmente troncare se fallisce, è altrettanto errato del concetto che tale rapporto non possa mai essere troncato.

(Da "L'arte di amare")
Quote:
Si può avere amore? Se così fosse, l'amore dovrebbe necessariamente essere una cosa, una sostanza che si può avere, custodire, possedere. La verità è che non esiste affatto l’«amore» come cosa: si tratta di un'astrazione, forse una dea o un essere di un altro mondo, benché nessuno abbia mai visto la divinità in questione. In realtà, esiste soltanto l'atto di amare; e amare è un'attività produttiva, che implica l'occuparsi dell'altro, conoscere, rispondere, accettare, godere, si tratti di una persona, di un albero, di un dipinto, di un'idea. Significa portare alla vita, significa aumentare la vitalità dell'altro, persona od oggetto che sia. È dunque un processo di autorinnovamento, di autoincremento.

Qualora l'amore sia vissuto secondo la modalità dell'avere, esso implica limitazione, prigionia ovvero controllo dell'oggetto che si «ama». Si riduce a uno strangolamento, a una soffocazione, a uno schiacciamento, a un'uccisione, ma non è un atto vitale. Ciò che la gente definisce amore è per lo più un abuso del termine, volto a nascondere la realtà della loro incapacità ad amare.
Quanti sono i genitori che amano davvero i propri figli, è un problema tuttora apertissimo. Lloyd de Mause ha fatto rilevare che, durante i due trascorsi millenni della storia occidentale, tante e così sconvolgenti sono le testimonianze di crudeltà nei confronti di bambini, dalla tortura fisica alla psichica, di incuria, di mera possessività e di sadismo, da indurre a credere che i genitori amorevoli siano l'eccezione anziché la regola.

Lo stesso può dirsi dei matrimoni. Sia che l'unione, si basi sull'amore o, come nei matrimoni tradizionali del passato, sulla convenienza sociale e la costumanza, i componenti la coppia che davvero si amano sembrano costituire anch'essi un'eccezione. La convenienza sociale, la costumanza, i reciproci interessi economici, le comuni attenzioni per i figli, la mutua dipendenza ovvero il reciproco odio o paura, vengono consciamente sperimentati quale «amore» - fino al momento in cui uno dei due partners o entrambi si rendono conto di non amarsi affatto, e che anzi mai si sono amati. Al giorno d'oggi, è possibile rilevare, sotto questo riguardo, un certo progresso: la gente è divenuta più realistica e lucida, molti hanno cessato di credere che il sentirsi sessualmente attratti significhi amare o che un rapporto vicendevole, amichevole ancorché remoto possa essere una manifestazione d'amore. Questa nuova visione delle cose ha avuto per effetto una maggior sincerità, oltre che un più frequente mutamento di partners. Non ha necessariamente aumentato il numero di coloro che si amano davvero, ed è possibile che i nuovi partners si amino altrettanto poco dei precedenti.

(Da "Avere o essere?")


Sostanzialmente mi rendo conto ora che avrei dovuto parlare di "norma ideale" per esprimere il concetto che avevo in mente, ma tanto chi vuol fraintendere, fraintende. Quindi in conclusione: per me una decina di relazioni sono troppe. Per me l'ideale a cui tendere è una sola relazione, ma poiché non sono una persona particolarmente rigida, bensì piuttosto elastica e che tiene conto che il mondo e le persone non sono perfette, allora dico massimo due o tre. Sia chiaro che non c'è alcun giudizio nella mia personale opinione, né di tipo morale né di alcun altro tipo. Semplicemente per me se una persona cambia partner così spesso da collezionare una decina di relazioni o più (manco si trattasse di cambiarsi le mutande), allora per me c'è qualcosa che non va (e seppur le motivazioni siano diverse direi né più né meno di una persona che non ha avuto alcuna relazione). Nulla di aberrante, nulla di perverso, nulla che richieda la fucilazione di detta persona, è solo una questione di logica oltre che di maturità e benessere psicologico/emotivo/affettivo. E, come Moretti, non capisco questa fissa per non giudicare, per dire che va tutto bene, per non avere punti fermi (o anche solo un po' vacillanti ). Suvvia se chiedete ai vostri genitori o nonni sono sicuro che capiranno cosa voglio dire!

Fine: non credo di saper spiegare il mio pensiero meglio di così.
Vecchio 28-06-2011, 15:15   #46
Esperto
L'avatar di Blackrose
 

La normalita è fare quel cazzo che ci pare senza seghe mentali del tipo "sarà normale aver avuto tot relazioni??" ma possibile che ci si fissa su queste cagate?? il vero anormale è proprio quello che colleziona relazioni a go go solo per essere accettato socialmente.Nella mia vita ho avuto (e ho) solo una relazione con una persona che amo tantissimo e ne vado fiera. Questa è la normalita'...fare quello che ci sentiamo di fare veramente,non per essere come gli altri e quindi considerati "normali".Fanculo a queste etichette e a chi le ha inventate.

Ultima modifica di Blackrose; 28-06-2011 a 15:18.
Vecchio 28-06-2011, 15:18   #47
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Blackrose Visualizza il messaggio
La normalita è fare quel cazzo che ci pare senza seghe mentali
Quindi, esagerando, anche andare in strada a sparare alla gente? Non capisco come si possa avallare il "quel cazzo che ci pare".

Ah ok, poi hai aggiunto:

Quote:
Originariamente inviata da Blackrose Visualizza il messaggio
il vero anormale è proprio quello che colleziona relazioni a go go solo per essere accettato socialmente
Allora ok.
Vecchio 28-06-2011, 15:22   #48
Esperto
L'avatar di Blackrose
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Quindi, esagerando, anche andare in strada a sparare alla gente? Non capisco come si possa avallare il "quel cazzo che ci pare".
Solo nei casi in cui nn si danneggino gli altri,dai che si capiva...
Vecchio 28-06-2011, 15:35   #49
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Blackrose Visualizza il messaggio
Solo nei casi in cui nn si danneggino gli altri,dai che si capiva...
E se danneggiasse sé stessi invece?

Riflessione: perché la nostra società condanna il danneggiare gli altri e per nulla il danneggiare sé stessi? Anzi c'è una sorta di atteggiamento accondiscente e di approvazione: "poverino...". Secondo me, tenendo certamente conto delle difficoltà, ma a lungo andare una persona che continua a perseverare a danneggiarsi è - moralmente - condannabile quanto una persona che danneggia gli altri. Lo dice anche la Bibbia: ama gli altri quanto te stesso (quanto, mica di più). E Dante, con il trattamento che riserva agli Ignavi.
Vecchio 28-06-2011, 15:49   #50
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Lo dice anche la Bibbia: ama gli altri quanto te stesso (quanto, mica di più). E Dante, con il trattamento che riserva agli Ignavi.
Gli Ignavi non danneggiavano né sé stessi, né gli altri. Non facevano proprio niente, è diverso
Vecchio 28-06-2011, 15:49   #51
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian Visualizza il messaggio
In termini di "normalità", invece, non ci dovrebbero esser limiti e sarebbe sbagliato porseli, a mio avviso.
Ma anche sì, o meglio non in concreto, ma in termini "potenziali" sì. Ovvero per me è sbagliato partire dal presupposto di provare a vedere con chi ci si trova bene avendo una decina di storie. Se si ama (e in caso contrario non so di cosa stiamo parlando), si parte dal presupposto che la relazione sarà per sempre (cit., come i diamanti). Poi, tutto può accadere, ma la verità è che oggi sono poche le persone disposte a impegnarsi davvero e rischiare, e amare è anche rischiare (non che io sia sicuro di esserlo eh, è anche un'autocritica, o meglio un "memento").
Vecchio 28-06-2011, 15:51   #52
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Gli Ignavi non danneggiavano né sé stessi, né gli altri. Non facevano proprio niente, è diverso
Scusa ma per me non far niente implica in qualche modo danneggiarsi, no?
Vecchio 28-06-2011, 15:52   #53
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Scusa ma per me non far niente implica in qualche modo danneggiarsi, no?
In maniera indiretta, allora sì.
Ma il danno che si procurano consiste, sul piano religioso, nella con-danna eterna, mentre sul piano umanistico-civile-laico la loro colpa consiste nel far mancare il loro contributo alla vita sociale dell'uomo, che per Dante è impegno e scelta attiva. Questo contributo può darlo anche un monaco eremita, per evitare fraintendimenti. E' una scelta che va effettuata a livello mentale, dell'animo.
Il loro non è stato un autodanneggiarsi in sé e per sé (per quello ci sono categorie di dannati apposite), ma piuttosto un rifuto ad adempiere il ruolo a cui sono chiamati (in una prospettiva sia laica che religiosa), da cui deriva una volontaria diminuzione del loro ruolo nella storia e quindi l'esclusione da ogni posto occupabile (in vita e oltre).

Ultima modifica di Winston_Smith; 28-06-2011 a 15:59.
Vecchio 28-06-2011, 16:11   #54
Esperto
L'avatar di RobRock
 

da quel che vedo intorno...storie che durano di più di un anno fino a de 3..se ci pensi storie che durano più di un anno, che ne stanno massimo due alle superiori...poi metti che stai 5 anni con uno/a o più, finisce, il prossimo/a di solito è quello giusto no????
Vecchio 29-06-2011, 01:49   #55
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
con-danna
Perché con-danna? Errore di battitura o vuol significare qualcosa? ._.

Ultima modifica di Moonwatcher; 29-06-2011 a 02:09.
Vecchio 29-06-2011, 10:09   #56
Esperto
 

Semplice vezzo etimologico
Vecchio 29-06-2011, 11:44   #57
Principiante
L'avatar di guaranim
 

dipende se si trova subito la persona giusta anche 1,ma penso che non ci sia limite fino che non si trova la persona con cui stare bene
Vecchio 29-06-2011, 12:02   #58
Paz
Esperto
L'avatar di Paz
 

Io ho votato fino a 2/3, massimo massimo potrei considerare come limite estremo 4 ma non di più. Visto che si parla di storie importanti ed impegnative, dopo l'eventuale fine di una prima relazione in cui ho dato anima e corpo, difficilmente avrei la forza per ricominciare daccapo da qualche altra parte. E metti caso la trovassi, non credo che l'investimento di energie possa essere pari a quello della storia precedente,ma di relazione in relazione si andrebbe ad affievolire. Quindi già dopo la terza, forse quarta sarei ko.
Vecchio 05-07-2011, 17:20   #59
Esperto
L'avatar di Reventon
 

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio

Sostanzialmente mi rendo conto ora che avrei dovuto parlare di "norma ideale" per esprimere il concetto che avevo in mente, ma tanto chi vuol fraintendere, fraintende. Quindi in conclusione: per me una decina di relazioni sono troppe. Per me l'ideale a cui tendere è una sola relazione, ma poiché non sono una persona particolarmente rigida, bensì piuttosto elastica e che tiene conto che il mondo e le persone non sono perfette, allora dico massimo due o tre. Sia chiaro che non c'è alcun giudizio nella mia personale opinione, né di tipo morale né di alcun altro tipo. Semplicemente per me se una persona cambia partner così spesso da collezionare una decina di relazioni o più (manco si trattasse di cambiarsi le mutande), allora per me c'è qualcosa che non va (e seppur le motivazioni siano diverse direi né più né meno di una persona che non ha avuto alcuna relazione). Nulla di aberrante, nulla di perverso, nulla che richieda la fucilazione di detta persona, è solo una questione di logica oltre che di maturità e benessere psicologico/emotivo/affettivo. E, come Moretti, non capisco questa fissa per non giudicare, per dire che va tutto bene, per non avere punti fermi (o anche solo un po' vacillanti ). Suvvia se chiedete ai vostri genitori o nonni sono sicuro che capiranno cosa voglio dire!

Fine: non credo di saper spiegare il mio pensiero meglio di così.
Tu sei...pazzo davvero (cit.)
Ora capisco meglio il tuo punto di vista pur non condividendolo appieno (forse da sempliciotto quale sono). Devo dire che ero su una pista sbagliata, tuttavia non ho mai visto nel tuo ragionamento un tentativo di giudizio morale nè la volontà di sottolineare la perversione che c'è dietro certi modi di fare.
Va da sè che anche io credo che forse dieci relazioni serie (come dicevi tu dall'anno in su) denotano un qualcosa che non va del tutto nella persona che le ha.
Vecchio 05-07-2011, 17:45   #60
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Io ho votato una solo partner... ma forse è solo un sogno...
anchio.. comunque se capita che va mele certo che e' giusto avere una seconda possibilita',anche una terza o quarta, ma se diventano troppe ce qualcosa che non va in quella persona..
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