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30-03-2015, 00:57
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#41
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Originariamente inviata da sadsilversoul
Anche io. Ho letto tempo fa da qualche parte, che stare con la schiena dritta favorisce la secrezione a livello surrenale di un ormone ( il DHEA) che fa bene all'umore.
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Grazie per l'informazione, proverò a cercare qualcosa (o meglio a stare con la schiena dritta )
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30-03-2015, 01:14
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#42
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Originariamente inviata da DownwardSpiral2
non è così semplice la determinazione causale in questo caso...io ho notato proprio che se stavo attento alla postura (che sto sempre curvo e tutto storto tipo gargamella...adesso che ho la sciatica poi non ti dico)e alla respirazione ero più presente, più vigile, più attivo quindi non lo darei tanto per scontato che una cosa apparentemente scollegata dall'umore come la postura lo sia effettivamente. Se poi pensi a quanto nella cultura orientale (arti marziali ecc)il "chi" circoli per i condotti energetici, è naturale (almeno per loro) che lavorando sul corpo automaticamente lavori anche sulla mente (perchè magari una postura scorretta crea "grumi" energetici). Magari tu non ci credi ma cosa ci perdi a provare?
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Ma anche lì come fai a dire quale fosse la causa? Da un punto di vista medico non so se lo stare dritti possa determinare di per sè un rilascio di sostanze per motivi unicamente posturali. Nel senso che magari può anche essere che sia la postura la causa dello stare meglio, ma non per la struttura in sè bensì per altri variabili (per esempio il fatto che lo stare dritti sia associato a una maggiore sicurezza). Forse poi nel tuo caso ha influito la respirazione. Ecco, quella sì che può aiutare di per sè.
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30-03-2015, 01:25
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#43
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Originariamente inviata da Bluevelvet93
Ma anche lì come fai a dire quale fosse la causa? Da un punto di vista medico non so se lo stare dritti possa determinare di per sè un rilascio di sostanze per motivi unicamente posturali. Nel senso che magari può anche essere che sia la postura la causa dello stare meglio, ma non per la struttura in sè bensì per altri variabili (per esempio il fatto che lo stare dritti sia associato a una maggiore sicurezza). Forse poi nel tuo caso ha influito la respirazione. Ecco, quella sì che può aiutare di per sè.
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Sempre in riferimento alla cultura orientale, posizione e respirazione vanno insieme, nello yoga come nelle arti marziali i vari movimenti sono associati all'espirazione O all'ispirazione, se li inverti rischi di danneggiarti anche gravemente alla lunga.
Cmq in realtà il problema causale è secondario, se sto meglio chisenefrega qual è la causa o l'effetto...magari solo la convinzione di ciò mi fa star meglio e quindi...meglio!
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30-03-2015, 02:34
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#44
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Originariamente inviata da XL
Non ho detto che la soluzione sia questa, ma lo diviene nel momento in cui io e molti altri non abbiamo a disposizione qualcosa di alternativo.
Il problema è che si ragiona anche al contrario, si sostiene questo: siccome questa cosa ha fatto bene a tutti gli altri allora deve fare bene anche a te.
Poi niente è dannoso in sé ci sono pure quelli che godono a farsi inchiodare le palle, questo non implica che però debba farlo pure io volentieri, basta chiedermelo "ti vuoi fare inchiodare le palle?" ed io risponderei "No... Grazie", ma dopo questo "No... Grazie" non è che poi me le inchiodano lo stesso sostenendo che il mio rifiuto non conta nulla perché a quell'età non capisco un cazzo e me le inchiodano lo stesso "per il mio bene".
Se mi rifiuto a tre anni di fare qualcosa (di essere inculato dal nonno, di essere bacchettato dalla maestra e così via) il mio rifiuto non verrebbe preso nemmeno in considerazione perché ci sono altre persone che in seguito cambiano idea.
Io dico che se il ruolo in cui vengo sbattuto lo scelgo io e mi piace è un conto, ma se ci vengo sbattuto a forza le cose sono diverse e potrebbero non starmi bene (anche se sono un bambino).
Il ruolo di alunno e studente (all'interno del sistema scolastico) non sono i ragazzi a scelglierlo ed è qua che per me si insinua una forma di violenza, che poi qualcuno trae giovamento da questa cosa e la riconosca poi come una manna dal cielo non implica che bisogna costringere tutti a fare questa cosa qua.
Che delle persone ci godano nell'essere educate così, mi sta bene, ma se ad altri non sta bene, questi non possono nemmeno scegliere di sottrarsi a questo sistema perché si assume a monte che "non possono scegliere e non sono in grado di scegliere cosa vogliono".
Si prendono dei bambini supponendo che non sanno cosa vogliono, li si sbatte in una scuola e che succede poi? Alcuni vengono addestrati e benedicono le fruste, altri proprio non ci stanno ed esprimono questo rifiuto in tutti i modi possibili (pianti, capricci e quant'altro) ma queste cose non vengono prese proprio in considerazione constatando che altri bambini hanno cambiato idea poi o non si sono nemmeno mai lamentati.
Ma quelli che proprio questa idea non la cambiano? Non si permette a questi di fare una scelta e peggio ancora non viene proprio presa in nessuna considerazione questa forma di rifiuto. Alla fine che succede? Questi bambini che si lamentavano diventano i cattivi che non riconoscono che la scuola ha fatto bene a tutti gli altri e dovrebbero passare anche dalla parte del torto perché non sono riconoscenti?
Anche nel caso in cui venisse espressa la preferenza di non starci a scuola e di poter fare qualcos'altro non viene proprio presa in considerazione perché si assume già a monte che il bambino "non sa quello che vuole e non è in grado di fare alcuna scelta prima che venga addestrato dalla scuola"... E si sostiene poi pure che vengono presi in cosiderazione? Ma se non li si ascolta proprio e queste manifestazioni vengono liquidate appunto come "capricci infantili" che non dovrebbero esserci! Dico, non mi si prenda per i fondelli.
Si suppone che prima o poi i capricci spariscono e che il bambino accetti tutto placidamente... E se non succede? Perché non succede sempre, anche là dove i capricci spariscono non è detto che prenda il posto di questi capricci una placida accettazione.
Per me c'è una fallacia in questo modo di ragionare. Nel momento in cui delle persone possono esprimere una forma di rifiuto, lo esprimono e come cosa vogliono, lo esprime anche un bambino in fasce che sputa via una pappa che magari avverte che scotta. Un genitore che non ne tiene assolutamente conto (e non si chiede nemmeno perché l'abbia sputata) e gliela ficca di nuovo in bocca perché "il bambino non deve fare i capricci e non sa proprio niente, nemmeno se un alimento scotta e che è meglio tenerne in bocca uno che non scotta" educa il bambino a non lamentarsi ma per me lo maltratta supponendo che il bambino non sappia nulla e che questo sputare l'alimento non rappresenti alcunché finché non c'è qualcuno che con una forma di imposizione gerarchica glielo dica al bambino se preferisce o meno tenere in bocca un alimento che scotta rificcandoglielo in bocca a forza.
Anche prima dell'addestramento o che il bambino impari a parlare sapeva già che quell'alimento scottava e preferiva qualcosa di più tiepido, e lo esprime sputandolo via, ma il messaggio dello sputo non viene proprio preso in considerazione. In fin dei conti, si argomenta, il bambino è qualcosa di scoordinato al quale il genitore poi darà un senso. Ma non è vero che è così, altrimenti anche un abuso sessuale non dovrebbe causare alcun disagio al bambino, visto che il bambino non può sapere se è qualcosa di buono o di cattivo, qualcosa che preferisce o no quando nessuno gliel'ha detto o insegnato questo.
Il bambino secondo queste teorie è l'espressione di un qualcosa che si muove a casaccio e che non ha alcuna intenzione o preferenza, ma non può essere vero questo. Il fatto che il bambino abbia sputato quell'alimento non rappresenta alcunché per un genitore che avesse preso seriamente in considerazine le teorie secondo cui il bambino ancora non è nessuno. Sempre secondo queste teorie il bambino non sa cosa vuole e non è ancora una persona prima che qualcuno gli dica con certe forme di imposizione gerarchica e autoritaria cosa desiderare o preferire, perciò il bambino non può sapere se è meglio per lui tenere in bocca un alimento tiepido o uno che scotta e non potrà nemmeno sapere che viene maltrattato quando gli ficcano in bocca la pappa bollente... Ma poi non è così... In qualche modo il bambino lo sa invece che queste cose gli fanno male e vanno contro le sue vere preferenze e non se lo dimentica nemmeno più.
Per me è falso che i bambini non si possono esprimere e non sanno proprio in nessun modo cosa preferiscono, a me sembra che non si esprimono per chi proprio non vuol capire che anche loro sono persone come noi.
E se si argomenta ancora che le cose devono stare così e basta, poi a chi non gli sta bene non sbaglia a sfasciare tutto o augurarsi che si sfasci tutto secondo me.
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Condivido 100% e questo modo di fare è forse l'unico possibile in una società di massa e competitiva come la nostra, la disciplinarizzazione forzata della mente e del corpo, che inizia a fare "selezione" fin dall'inizio..è tutto un percorso che va dalla famiglia alla tomba al quale attenersi. Però a mio parere tutto questo non c'entra molto con ciò che di interessante si poteva trarre dall'articolo.
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 30-03-2015 a 02:40.
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30-03-2015, 17:17
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#45
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
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Mi spiace vedere che qui non si capisca una cosa fondamentale e cioè che è proprio rifiutando lo studio si dà man forte a un potere e a un sistema a cui fa comodo avere a che fare con masse ignoranti e analfabete. Per alcune persone socialmente svantaggiate la scuola diventa l'unico strumento di riscatto dalla propria condizione di svantaggio socio-culturale. Non tutti sono fighetti figli di papà che hanno la possibilità di leggere i libri della biblioteca dei genitori per costruirsi una propria cultura, avendo la possibilità di sputare sulle opportunità che la scuola offre. Inoltre questa - almeno è quello che cerco di fare io - dovrebbe fornire gli strumenti per maturare un pensiero critico autonomo, non per omologarsi.
Ok, continuate a non studiare se volete e a disprezzare la scuola, ma ricordatevi che il sistema si fotte studiando.
Scusate la volgarità, ma quando ce vo ce vo.
Detto ciò passo e chiudo perché stiamo veramente andando OT.
@Walla: si certo, il meccanismo è sempre quello: prendersela e accanirsi sui più deboli, che siano grandi o bambini...
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30-03-2015, 17:26
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#46
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ok, continuate a non studiare se volete e a disprezzare la scuola, ma ricordatevi che il sistema si fotte studiando.
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Ma perchè dovremmo fottere il sistema? A me frega semplicemente di essere felice, quando non è così. Vedo tantissima gente priva di spirito critico, che segue la massa (che non è necessariamente una cosa negativa), che non si pone domande, che ha studiato pochissimo, arrogante ed è felice. Meglio ignoranti che tristi, visto che l' istruzione dovrebbe essere il mezzo e non il fine.
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30-03-2015, 17:36
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#47
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da Bluevelvet93
Ma perchè dovremmo fottere il sistema? A me frega semplicemente di essere felice, quando non è così. Vedo tantissima gente priva di spirito critico, che segue la massa (che non è necessariamente una cosa negativa), che non si pone domande, che ha studiato pochissimo, arrogante ed è felice. Meglio ignoranti che tristi, visto che l' istruzione dovrebbe essere il mezzo e non il fine.
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Io non mi sento triste perché ho studiato, anzi; i miei problemi derivano da altro, soprattutto vissuti emotivi. Ciò che mi aiuta ad andare avanti con dignità e ad affrancarmi dallo schiacciante giudizio altrui facendomi sentire in pace con me stessa è proprio la cultura e la conoscenza. Se non avessi avuto queste armi ora sarei schiacciata dagli eventi che mi sono capitati e non avrei gli strumenti per capire chi sono stata e chi sono tuttora. Nosce te ipsum, ecco il principio che mi permette di avere la speranza di migliorare il mio stato di cose.
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30-03-2015, 17:40
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#48
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Originariamente inviata da clizia
Mi spiace vedere che qui non si capisca una cosa fondamentale e cioè che è proprio rifiutando lo studio si dà man forte a un potere e a un sistema a cui fa comodo avere a che fare con masse ignoranti e analfabete. Per alcune persone socialmente svantaggiate la scuola diventa l'unico strumento di riscatto dalla propria condizione di svantaggio socio-culturale. Non tutti sono fighetti figli di papà che hanno la possibilità di leggere i libri della biblioteca dei genitori per costruirsi una propria cultura, avendo la possibilità di sputare sulle opportunità che la scuola offre. Inoltre questa - almeno è quello che cerco di fare io - dovrebbe fornire gli strumenti per maturare un pensiero critico autonomo, non per omologarsi.
Ok, continuate a non studiare se volete e a disprezzare la scuola, ma ricordatevi che il sistema si fotte studiando.
Scusate la volgarità, ma quando ce vo ce vo.
Detto ciò passo e chiudo perché stiamo veramente andando OT.
@Walla: si certo, il meccanismo è sempre quello: prendersela e accanirsi sui più deboli, che siano grandi o bambini...
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A parte il fatto che non mi sembra che quella di xl sia un'invettiva contro la scuola a "prescindere" ma contro questo modello scolastico, che non è nè unico nè infallibile (anche se sicuramente il più funzionale a gestire le masse).
Poi ti pare che uno arriverebbe a fare una considerazione come quella di XL se fosse digiuno di studio?
Prendere ciò che c'è di buono significa chiudere gli occhi di fronte a ciò che manifestamente buono non è?Per me no di certo.
Poi di CERTO non è la scuola, dall'asilo alle superiori, a fornire gli strumenti per formare un pensiero critico autonomo, al massimo è la rampa di lancio, ma se non ci metti il tuo diventi giusto giusto una pecorella funzionale....proprio ciò che serve. Cmq i corsi sono gratuiti e le biblioteche pure. Chiunque se volesse potrebbe farsi una cultura, anche se con fatica e nella ristrettezza di tempo e denaro.
Infatti di pecoroni laureati è piena l'Italia...e chi sono questi? quelli che portano avanti il sistema perche "hanno studiato".
p.s: rileggendo il tono è un pò aggressivo...sorry sono un pò reattivo, sto lavorando su questa cosa
stemperiamo un pò :P
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 30-03-2015 a 18:00.
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30-03-2015, 17:48
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#49
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
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Originariamente inviata da clizia
Io non mi sento triste perché ho studiato, anzi; i miei problemi derivano da altro, soprattutto vissuti emotivi.
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Certo, pure per me anche se ci sono casi in cui non è così (se uno non conosce tutte le conseguenze della malattia di Alzheimer direi che è solo che avvantaggiato). Ma dire che bisogna studiare per andare contro al sistema e al potere come se fosse una cosa positiva a priori, non la trovo una cosa corretta. Se uno scopre di essere costantemente preso in giro, di vivere nella menzogna, di essere una mosca bianca in mezzo agli altri, cosa cambia nella maggioranza dei casi al singolo se non una maggiore rabbia e senso di impotenza? Se uno non ci pensa invece se la vive molto meglio proprio per motivi di omologazione.
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Ultima modifica di Bluevelvet93; 30-03-2015 a 18:02.
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30-03-2015, 17:56
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#50
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
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Originariamente inviata da DownwardSpiral2
A parte il fatto che non mi sembra che quella di xl sia un'invettiva contro la scuola a "prescindere" ma contro questo modello scolastico, che non è nè unico nè infallibile (anche se sicuramente il più funzionale a gestire le masse).
Poi ti pare che uno arriverebbe a fare una considerazione come quella di XL se fosse digiuno di studio?
Prendere ciò che c'è di buono significa chiudere gli occhi di fronte a ciò che manifestamente buono non è?Per me no di certo.
Poi di CERTO non è la scuola, dall'asilo alle superiori, a fornire gli strumenti per formare un pensiero critico autonomo, al massimo è la rampa di lancio, ma se non ci metti il tuo diventi giusto giusto una pecorella funzionale....proprio ciò che serve. Cmq i corsi sono gratuiti e le biblioteche pure. Chiunque se volesse potrebbe farsi una cultura, anche se con fatica e nella ristrettezza di tempo e denaro.
Infatti di pecoroni laureati è piena l'Italia...e chi sono questi? quelli che portano avanti il sistema perche "hanno studiato".
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Mi sembra che siamo usciti un po' fuori dal seminato.
Si era partiti semplicemente dicendo che una postura poco sicura di sé si percepisce subito dagli studenti, che di conseguenza saranno portati a non rispettare l'insegnante poco assertivo. La mia risposta voleva solo sottolineare quanto sia necessario in questo mestiere mostrare assertività e sicurezza e spesso ricorrere a modi severi e rigidi è l'unico modo per avere il rispetto della platea, anche se sono la prima a non amare il ricorso a metodi ricattatori o duri.
Da lì XL è partito con l'invettiva sul fatto che le gerarchie dovrebbero essere abolite e bla bla bla....io ho cercato solo di fargli capire che purtroppo, data la differenza di età tra discente e docente, un modello relazionale paritario e democratico non è purtroppo possibile e non per cattiveria degli insegnanti, ma semplicemente perché è la natura naturalmente indisciplinata del fanciullo a richiedere di arginare una forza altrimenti incontenibile.
E da lì è partita tutta un'invettiva contro i prof. che vogliono imporsi con forza e durezza, contro la scuola e le sue mancanze, quando il punto era un altro.
E' bene che i ruoli alunno professore rimangano distinti? Sì, ciò è funzionale alla didattica e al far sì che le cose in classe non degenerino.
Come deve comunicare il prof in classe? Egli deve comunicare con un linguaggio del corpo capace di trasmettere sicurezza e fermezza, tutto qui.
Poi è proseguita l'invettiva contro il modello scolastico e blablabla. Che ci siano mille cose da cambiare lo sanno già benissimo quelli che ci lavorano, ma la situazione è talmente complessa e complicata che di certo non è risolvibile solo standosi a lamentare o promuovendo la demolizione dell'intero sistema scolastico o prendendosela con la povera malcapitata di turno solo perchè fa la prof; non sono certo costretta a sorbirmi le lamentele di chi a scuola si è trovato male e se volete saperlo...neanche io coi miei prof da adolescente mi trovai benissimo, ma adesso questo che c'entra? Mi sembra veramente buttarla in caciara per polemizzare sterilmente.
Il tema è un altro: il rapporto tra postura e ruolo di insegnante. Ho fatto questo semplice collegamento. Punto.
Tanti laureati sono una massa di deficienti e con questo? Ciò non toglie che la scuola rimane e rimarrà sempre per molti un'opportunità di riscatto sociale, specie nei paesi poveri e in via di sviluppo. Vi consiglio la visione di questo bellissimo film documentario, "Vado a scuola":
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Ultima modifica di clizia; 30-03-2015 a 18:07.
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30-03-2015, 18:14
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#51
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
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Originariamente inviata da clizia
Mi sembra che siamo usciti un po' fuori dal seminato.
Si era partiti semplicemente dicendo che una postura poco sicura di sé si percepisce subito dagli studenti, che di conseguenza saranno portati a non rispettare l'insegnante poco assertivo. La mia risposta voleva solo sottolineare quanto sia necessario in questo mestiere mostrare assertività e sicurezza e spesso ricorrere a modi severi e rigidi è l'unico modo per avere il rispetto della platea, anche se sono la prima a non amare il ricorso a metodi ricattatori o duri.
Da lì XL è partito con l'invettiva sul fatto che le gerarchie dovrebbero essere abolite e bla bla bla....io ho cercato solo di fargli capire che purtroppo, data la differenza di età tra discente e docente, un modello relazionale paritario e democratico non è purtroppo possibile e non per cattiveria degli insegnanti, ma semplicemente perché è la natura naturalmente indisciplinata del fanciullo a richiedere di arginare una forza altrimenti incontenibile.
E da lì è partita tutta un'invettiva contro la scuola e le sue mancanze, quando il punto era un altro.
E' bene che i ruoli alunno professore rimangano distinti? Sì, ciò è funzionale alla didattica e al far sì che le cose in classe non degenerino.
Come deve comunicare il prof in classe? Egli deve comunicare con un linguaggio del corpo capace di trasmettere sicurezza e fermezza, tutto qui.
Poi è proseguita l'invettiva contro il modello scolastico e blablabla. Che ci siano mille cose da cambiare lo sanno già benissimo quelli che ci lavorano, ma la situazione è talmente complessa e complicata che di certo non è risolvibile solo standosi a lamentare o promuovendo la demolizione dell'intero sistema scolastico o prendendosela con la povera malcapitata di turno solo perchè fa la prof; non sono certo costretta a sorbirmi le lamentele di chi a scuola si è trovato male e se volete saperlo...neanche io coi miei prof da adolescente mi trovai benissimo, ma adesso questo che c'entra? Mi sembra veramente buttarla in caciara per polemizzare sterilmente.
Il tema è un altro: il rapporto tra postura e ruolo di insegnante. Ho fatto questo semplice collegamento. Punto.
Tanti laureati sono una massa di deficienti e con questo? Ciò non toglie che la scuola rimane e rimarrà sempre per molti un'opportunità di riscatto sociale, specie nei paesi poveri e in via di sviluppo. Vi consiglio la visione di questo bellissimo film documentario, "Vado a scuola":
https://www.youtube.com/watch?v=M8dV0DYeQ7w
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Ammetto di aver perso un attimo il filo del discorso ma se hai voglia di leggere alcuni miei post precedenti in questo thread noterai che sostanzialmente sono d'accordo con te.
Sarebbe un altro mega OT ma a questo punto si dovrebbe trattare anche di definire meglio il ruolo dei genitori e il ruolo della scuola nei confronti dei bambini. Perchè io credo che "l'incontenibilità" dei bambini sia in parte dovuta alle carenze educative dei genitori e indirettamente alla stessa struttura scolastica. Che poi per un insegnante i mezzi rispetto alle necessità siano in proporzione 1 a 1000 è sacrosanto e non è proprio in discussione.
Poi lungi da me condannare la classe insegnante,che reputo un lavoro più logorante e di responsabilità di mille altri lavori considerati più "pesanti", al massimo si dovrebbe rivedere la pedagogia in auge nelle nostre istituzioni (che poi fa parte della formazione dell'insegnante)
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