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Vecchio 05-09-2013, 02:38   #1
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Quali sono state le brutte figure che avete fatto (a cene fra coscritti, uscite ecc.) per mancanza di capacità sociali dovuta alle scarse esperienze sociali, e che vi hanno fatto percepire la grande distanza fra fobici e non fobici?

Come vi comportereste ora, ripensandoci?

Non so, ad esempio, ordinare aranciata invece che birra

(beh, per fortuna non è il mio caso)

Quali sono le domande più a rischio di brutta figura, per un sociofobico? Quali quelle a cui non abbiamo mai pensato di dover rispondere? Quali quelle più comuni a cui bisogna saper rispondere? Quali balle ci dobbiamo preparare?

Insomma, consigli banali per una mutua assistenza.

Magari può essere utile.

Magari è un topic che non serve a niente
Vecchio 05-09-2013, 06:13   #2
Esperto
L'avatar di alleny82
 

Tu nega,nega sempre Se per via degli occhi gonfi, notano che non hai dormito, evita di dire che avevi l'ansia..di' piuttosto che un cane ha abbaiato tutta la notte: eviterai di sentirti in imbarazzo per tutta la serata,specialmente se ti trovi con persone che ancora non conosci e che magari non hanno mai sofferto d'ansia o insonnia in vita loro. Le persone,se si trovano davanti a una "novita' " tendono a osservare,incuriosite... e essere osservati non è molto gradevole per timidi,fobici o tendenti al panico
Vecchio 05-09-2013, 11:24   #3
Banned
 

Thread interessante.

Ecco una storiella fortemente simbolica.
Lavoravo da poco con un collega "estroversone", e il suo modo di porsi ha iniziato a crearmi disagio. Le sue battute mi imbarazzavano, il suo modo di sfottere scherzosamente mi indisponeva sempre di più.
Lui lo faceva con naturalezza e senza malizia, con tutti, ma io non ero in grado di rapportarmi sempre con lui in maniera adeguata, e finii per sentirmi sempre più giudicato e insicuro.
Ero arrivato al punto che qualsiasi azione che svolgevo con lui mi faceva sentire osservato.

Successe un giorno che andammo a pranzo assieme, io, lui e altri due colleghi (uno tranquillone, quasi fobico, e un altro invece normale, che spesso dava manforte all'estroversone nei suoi sfottò, quando non ne era vittima).
Ordinai un piatto, ma dopo un po' me ne portarono un altro. Nella mia mente si creò l'immagine: "ora dirà <<che sfigato, ahahhah, solo a te poteva capitarti una cosa simile, hahahahhah>>".
Così non dissi niente, e iniziai a mangiare le pietanze che m'avevano portato.
Ad un certo punto però lui disse "ma non avevi ordinato un'altra cosa?"
e io "sì, ma vabbé, chissene", visibilmente imbarazzato.
Il collega normale "ma perché? chiedi che ti venga cambiato, dai".
e io "ma no, ma fa niente"... poi la cameriera udì il discorso e scusandosi si riprese il piatto e mi portò l'ordine giusto.

Mi sono sentito sfottuto sebbene non mi avesse sfottuto nessuno. Mi sono sentito un coglione perché non ho avuto le palle di difendere le mie istanze, incurante del giudizio altrui, e perché se avessi detto con chiarezza alla cameriera l'errore accaduto, avrei anche potuto subire sfottò più o meno amichevoli, ma a prescindere da questo io non mi sarei dovuto vergognare di niente, non sarebbe stata una mia responsabilità.
Invece, essendo stato timido, ho dovuto vergognarmi della mia mancanza di assertività e della mia incapacità di difendere le mie istanze.

Di episodi simili ne sono capitati molti, ma questo è stato il "colpo di grazia", che mi ha fatto capire quanto importante fosse sviluppare assertività.

Di lì a breve feci riflessioni a proposito capendo che se difendevo le mie istanze non avevo niente di cui temere.
Il rapporto col collega migliorò visibilmente, e non ero più in ansia nel frequentarlo, anzi, divenne la compagnia lavorativa che preferivo.

Qualche mese dopo, capitò ad un altro pranzo di lavoro, di fare una battuta che non venne udita. Tutti mi guardarono con una faccia interrogativa.
I classici pensieri disfunzionali fecero capolino, pensai "ho detto una cretinata, che vergogna!", ma riuscii a riprendere il controllo piuttosto in fretta, elaborai "forse non mi hanno sentito", e dissimulando un autocontrollo che in quel momento non avevo, ripetei la battuta a tono più alto.
Allora alcuni colleghi risero e altri sorrisero. Davvero, non c'era niente di cui dovermi vergognare: difendo le mie istanze e se le persone non le capiscono, se ne può discutere, oppure se non ne hanno voglia, non devo essere io a vergognarmi.

Sono migliorato tantissimo in quel periodo.
Vecchio 05-09-2013, 11:27   #4
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis Visualizza il messaggio
ah già,
perchè secondo la società chi non beve alcolici è uno sfigato
[ironic mode]
Ma certo! In che mondo vivi?
[/ironic mode]
A parte gli scherzi, mi pare ci fosse già un topic sulle domande "scomode" da cui naturalmente scaturiscono figuracce. Le più tipiche sono:

- ma vai a dormire come le galline! (presto, a orari "normali"). Si. E allora?
- ma non hai la macchina/non guidi? => No. E allora?
- ma non hai la ragazza? => No. E allora?
- ma non lavori? => Al momento no. E allora?
- ma non hai mai preso l'aereo? => No. E allora?
- ma non sei mai stato a... [posto esotico/turistico/caratteristico]. No. E allora?
- ma non ti sei mai ubriacato? => No. E allora?
- ma non hai mai fumato? => No. E allora?

Potrei continuare per giorni. E mi diverto pure...

Ultima modifica di Atomino; 05-09-2013 a 11:30.
Vecchio 05-09-2013, 12:31   #5
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Atomino Visualizza il messaggio
Potrei continuare per giorni. E mi diverto pure...
Il problema è che tutti quei «No. E allora?» inducono gli altri a classificarti ["tu" ipotetico] come «Uno che non vive» o «Uno che non si sa divertire», ecc.

Ultima modifica di barclay; 05-09-2013 a 12:34.
Vecchio 05-09-2013, 14:20   #6
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Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Il problema è che tutti quei «No. E allora?» inducono gli altri a classificarti ["tu" ipotetico] come «Uno che non vive» o «Uno che non si sa divertire», ecc.
Ah, su questo non ci piove. Ma sto cominciando a sbattermene altamente le scatole.
Vecchio 05-09-2013, 20:14   #7
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Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Il problema è che tutti quei «No. E allora?» inducono gli altri a classificarti ["tu" ipotetico] come «Uno che non vive» o «Uno che non si sa divertire», ecc.
Vero

Come la mia collega l'altro giorno :ah io quando non avevo figli andavo a ballare ,al cinema,in piscina , etc .
Avrei voluto dirle ,già che ci sei perchè non te ne vai a fanculo
Vecchio 05-09-2013, 20:39   #8
Esperto
L'avatar di Suttree
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio

Qualche mese dopo, capitò ad un altro pranzo di lavoro, di fare una battuta che non venne udita. Tutti mi guardarono con una faccia interrogativa.
I classici pensieri disfunzionali fecero capolino, pensai "ho detto una cretinata, che vergogna!", ma riuscii a riprendere il controllo piuttosto in fretta, elaborai "forse non mi hanno sentito", e dissimulando un autocontrollo che in quel momento non avevo, ripetei la battuta a tono più alto.
Allora alcuni colleghi risero e altri sorrisero. Davvero, non c'era niente di cui dovermi vergognare: difendo le mie istanze e se le persone non le capiscono, se ne può discutere, oppure se non ne hanno voglia, non devo essere io a vergognarmi.

Sono migliorato tantissimo in quel periodo.
A me capita spesso che la battuta la senta solo quello vicino a me..che poi la ripete ad alta voce spacciandola per sua e tutti ridono e si complimentano con lui per la battuta..mentre io me ne sto lì come un cretino sapendo che la battuta era mia
Vecchio 06-09-2013, 00:44   #9
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da schopenhauer87 Visualizza il messaggio
A me capita spesso che la battuta la senta solo quello vicino a me..che poi la ripete ad alta voce spacciandola per sua e tutti ridono e si complimentano con lui per la battuta..mentre io me ne sto lì come un cretino sapendo che la battuta era mia
un classico!
anche a me... tantissimo poi con questo collega qua!
Poi però ho imparato a usare un tono di voce più convinto per le mie battute.... adesso mi viene più facile dirle a tutti. I risultati ci sono!
Vecchio 06-09-2013, 01:05   #10
Esperto
L'avatar di Oda Nobunaga
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Il problema è che tutti quei «No. E allora?» inducono gli altri a classificarti ["tu" ipotetico] come «Uno che non vive» o «Uno che non si sa divertire», ecc.
detti nel modo giusto in realtà spezzano tutto.
se si mostra confidenza nel proprio comportamento "socialmente strano",cade parzialmente quel velo di assurdità percepita dall'interlocutore
Vecchio 06-09-2013, 22:39   #11
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Quote:
Originariamente inviata da Oda Nobunaga Visualizza il messaggio
detti nel modo giusto in realtà spezzano tutto.
se si mostra confidenza nel proprio comportamento "socialmente strano",cade parzialmente quel velo di assurdità percepita dall'interlocutore
Vero. In alcuni rarissimi casi si riesce quasi ad incutere una sorta di «rispetto». Certo, non è una gran consolazione, ma meglio che niente.
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