A me è capitata una cosa curiosa proprio con l'inizio di questo mese di Maggio.
La mattina del primo maggio, appena svegliato, mi tocco il braccio destro e vi sento un gonfiore leggermente dolente al tatto. "Sarà un brufolo" penso. Mi scopro la manica della canottiera e mi prende un colpo: vedo una grossa formazione, quasi un centimetro di diametro, nera, rilevata, a forma di cupola, arrossata ai margini. Se premo sento un lieve dolore; due giorni prima mi ero fatto la doccia e non mi ero accorto di nulla! "Ci siamo!" penso "E' un melonoma, già grosso, e del tipo nodulare; il più aggressivo!" La sua consistenza è molle.
Mi alzo, meccanicamente faccio la routine di ogni mattina festiva. Neanche a me dispiace l'idea di morire, ma bisogna vedere come. Al fine di attenuare la sofferenza, decido di andare dal medico la mattina successiva. I miei familiari, ai quali con lieve progressione rivelo la cosa, sono scettici ma preoccupati, e anche loro sono d'accordo che vada subito dal medico.
Il nostro medico di base è cambiato da un anno. Io non ho mai visto quello nuovo. Anche le regole dell'ambulatorio sono diverse. Bisogna prenotare la visita. Io vado senza prenotazione. La segretaria dell'ambulatorio, un tipo scorbutico, mi rimprovera subito. Gli dico che ho premura perchè mi sono scoperto una cosa grave; lei mi chiede se mi va bene la dottoressa sostitutiva perchè il medico effettivo non c'è fino a Lunedì. Io acconsento e lei mi fissa un appuntamento per quel pomeriggio.
La giovane dottoressa supplente non si pronuncia sulla natura della formazione, ma mi fa la ricetta per una visita dermatologica urgente e mi dice di far presto. Mi guarda pure in modo languido, come si guarda uno che sta per morire. Io non dico nulla; in fondo non temo la morte (la mia; se è quella di un altro è diverso); ed il mio scopo è raggiunto; una volta avuta la diagnosi avrò chi mi segue, o almeno credo.
Il giorno dopo mando mio padre a fissarmi l'appuntamento al Cup. Me lo fissano per il 9 Maggio, ma mi dicono di tornare dalla dottoressa perchè mi hanno messo la fascia più alta; così dovrei pagare 52 Euro di ticket invece di 22. Per me, che sono in stato di sostanziale fallimento, vogliono dire. Quindi telefono alla segretaria. La quale, in tono brusco, mi dice che siccome non è stata rinnovata la certificazione regionale, loro non possono far nulla, che ci devono pensare al Cup.
Così torno al Cup e faccio la fila. Nell' ufficio, l'impiegata mi fa notare che io ho in mano la certificazione che sono in fascia Era che loro avevano dato al mio anziano e sbadato padre....
Allora con quel foglio torno in ambulatorio, dove ho un diverbio con la scorbutica segretaria che all'inizio sostiene che lei non può far nulla. Poi, di fronte alla mia spiegazione, mi strappa la ricetta di amno, la mette sulla scrivania, e mi dice di tornare Martedì; la troverò con la fascia Era.
Nei giorni seguenti io sono stato male non tanto per la malattia, ma per il comoportamento della segretaria dello studio medico.
Martedì mando in ambulatorio mio padre. A lui danno la ricetta corretta, e anche con gentilezza. Tuttavia io gli faccio notare che anche se sulla ricetta c'è scritto Era, sul foglio dell'appuntamento c'è scritto che devo pagare 52 Euro. Così lui torna al Cup. Gli dicono che va bene così; a me resta qualche dubbio.
Il giorno dopo io vado in ospedale. Uso il bus-navetta perchè sono senza macchina e nel nuovo ospedale non ci si va a piedi; sono 90 centesimi di bliglietto, più un continuo saliscendi che si sentono bene perchè sono in piedi.
Alla reception dell' ospedale mi fanno notare che dovrei pagare 52 Euro. Gli rifaccio tutta la spiegazione e alla fine la segretaria di convonce di correggere lei la cifra. Bisogna pagare in automatico e non c'è nessuno che ti spieghi come si fa. Dopo diverse prove fatte insieme a tre donne che hanno lo stesso problema ci riesco. Rischio di perdere la tessera saniataria.
Alla fine vado in sala d'aspetto. Il mio turno arriva dopo un'ora.
Quando entro in ambulatorio il dermatologo mi riconosce subito: è un mio cliente. Lui dice subito che è una crosta di sangue. Me la toglie e mi mette un cerotto. Io, molto imbarazzato, gli dico che all'inizio aveva un aspetto molto diverso. In effetti, fin da due giorni prima qualche sospetto mi era venuto.
Falso allarme.
Mi sto ancora chioedendo perchè la giovane dottoressa non se ne sia accorta......