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25-07-2011, 20:59
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#1
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Dove non vorrei stare
Messaggi: 1,078
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Da tempo mi ronza in mente questa domanda e penso che questo sia un posto idoneo per farla: ma l'uomo, l'essere umano, è ancora accettabile al mondo?
Nel senso, io sono perplesso da quello che vedo. Io vedo un mondo dove l'uomo è un semplice esecutore di azioni prestabilite. La sua influenza nel mondo e nel sistema è nulla poiché il mondo, la società, viene mandata avanti dal capitalismo, la globalizzazione, il conformismo, dal mito del profitto e del consumismo, organi oramai quasi autonomi. L'uomo è ai margini e deve solo controllare che tutto vada avanti, che il progresso scorra veloce e deve solo contribuire affinché tutto questo carrozzone di falsi valori non crolli.
Per non parlare del fatto che ormai l'individuo medio è totalmente schizzato, marcio nel profondo, almeno nella nostra cultura occidentale. Omicidi come se piovesse, collassi culturali e sociali, indifferenza verso il prossimo, assenza di pensiero proprio (sono dell'idea che coloro che pensano siano in via di estinzione, il resto è uniformato ad un pensiero globale)...pare essere in un epoca dove regna un individualismo esasperato e le persone trovano sicurezza aggregandosi in gruppi. La persona è reificata e le cose valgono più delle persone.
I cambiamenti, le rivoluzioni, non sono più affare dell'uomo. Tutto va a puttane e non esiste la volontà di cambiare le cose, forse non esistono neanche rimedi, l'uomo è diventato semplicemente impotente e fine a se stesso.
A questo punto, a cosa serve l'uomo se è solo un semplice essere passivo?
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25-07-2011, 22:39
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#2
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Intermedio
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 258
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chissà...forse è ancora possibile trovare sacche in cui c'è una realtà diversa. ad esempio ho sentito parlare di piccole comunità agricole ad impatto zero.
su emtivvi una volta ho visto di alcuni che stavano ristrutturando un piccolo nucleo di case diroccate in un bosco per fare una sorta di borgo ad impatto a zero ma sopratutto tecnologicamente all'avanguardia. insomma una sorta fusione fra tecnologia e ambiente . era davvero molto bello.
un volta ho visto un discorso di un architetto , mitchell se non sbaglio, che aveva fatto un progetto per rendere manhattan ecosostenibile e più vivibile(era un progetto dimostrativo per esporre le sue idee).
qua e la , i mezzo a tante notizie deludenti, si trovano a volte delle fiammele di speranza.
speriamo che ne sorgano altre.
se ti interessa c'è un sito, si chiama TED.com che è pieno di idee di questo tipo. idee di tutti i tipi e tanti argomenti diversi. è in inglese ma ci sono video con sottotitoli in italiano.
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25-07-2011, 23:34
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 1,195
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Quote:
Originariamente inviata da Gufetto
Nel senso, io sono perplesso da quello che vedo. Io vedo un mondo dove l'uomo è un semplice esecutore di azioni prestabilite. La sua influenza nel mondo e nel sistema è nulla poiché il mondo, la società, viene mandata avanti dal capitalismo, la globalizzazione, il conformismo, dal mito del profitto e del consumismo, organi oramai quasi autonomi. L'uomo è ai margini e deve solo controllare che tutto vada avanti, che il progresso scorra veloce e deve solo contribuire affinché tutto questo carrozzone di falsi valori non crolli.
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Ma da dove nascono i fenomeni che hai elencato se non dall'uomo stesso? Non sono enti a se stanti, esistono perchè ci sono uomini che li hanno fatti nascere e che li mantengono.
A te non sta bene? A me non sta bene? In 2 siamo in pochi, è la maggioranza che conta.
Facciamo un mega sondaggio mondiale e scopriamo che la maggioranza delle popolazione umana è con noi? Peccato, non cambierebbe niente comunque: Loro sono Loro, e noi non siamo un cazzo. (cit.)
Concludo: non tutti gli uomini sono passivi e subiscono un sistema che non vorrebbero. Noi siamo in questa situazione, Loro no, ma non perchè abbiano più potere di noi (si contano in poche decine i singoli che da soli abbiano un vero potere) semplicemente a loro il sistema va bene così com'è, e si limitano a mantenerlo, per cui non lo subiscono.
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25-07-2011, 23:46
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#4
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 1,195
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Queste poche decine di singoli sono forse padroni di se stessi, liberi dai condizionamenti?
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Dipende da cosa intendi per "libertà"... E' un concetto molto relativo, difficile da definire, e impegnativo (questo termine di solito lo evito come la peste). In senso assoluto nessuno ovviamente è libero...
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Ultima modifica di Woland12; 26-07-2011 a 01:53.
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26-07-2011, 03:28
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Gufetto
Da tempo mi ronza in mente questa domanda e penso che questo sia un posto idoneo per farla: ma l'uomo, l'essere umano, è ancora accettabile al mondo?
[...]
I cambiamenti, le rivoluzioni, non sono più affare dell'uomo. Tutto va a puttane e non esiste la volontà di cambiare le cose, forse non esistono neanche rimedi, l'uomo è diventato semplicemente impotente e fine a se stesso.
A questo punto, a cosa serve l'uomo se è solo un semplice essere passivo?
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C'è un solo modo per capire se un uomo è veramente interessato a cambiare il sistema: basta vedere se è disposto ad accettare di partecipare a una società dove ci sia una comunicazione telepatica tra gli individui. Qualunque alternativa a questo tipo di comunicazione non può che generare società ingiuste e imperfette.
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26-07-2011, 07:10
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#6
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Banned
Qui dal: Jul 2011
Ubicazione: Savona
Messaggi: 256
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Ciao Gufetto, hai aperto un post molto interessante e stimolante.
Credo che tu abbia individuato un meccanismo molto importante, cioè quello del moto inerziale di una macchina di cui l'essere umano non è più alla guida. Anzi, di cui forse non è mai stato realmente partecipe.
La macchina-società è alimentata dal nostro stesso sangue, da noi stessi. Divorare e digerire esseri umani è ciò che la fa andare avanti. Tu hai preso in analisi il nostro tempo, la nostra era, ma io credo che sia stato più o meno così durante l'intera storia umana.
Chi c'è alla guida di questa macchina?
Ti risponderanno: i potenti, i politici, le lobbies!
Eppure non è così. Il potere nel nostro mondo è un'illusione.
Il buon Nietzsche direbbe: "Quei pastori erano essi stessi delle pecore!"
Tutto ciò che riguarda questa macchina-società, la globalizzazione, l'economia, il "potere", l'oppressione, la falsa libertà: tutto è solo illusione, come la proiezione di un film che noi crediamo vera, mentre è solo un'immagine.
Allo stesso modo, ogni rivoluzione, ogni ribellione e cambiamento in questo mondo non è altro che un rimescolare pochi ingredienti, lasciando inalterato l'aspetto generale e lo scopo (o meglio il non-scopo) del sistema.
Se noi dedichiamo la nostra vita a questa macchina fine a se stessa, la nostra vita sarà sprecata. Ugualmente lo sarà se ci dedichiamo a combatterla.
Questo sistema è un essere vivente, un individuo la cui vita non ci riguarda.
I metodi per guarire, per sfuggire, ci sono. Il primo passo è voltarsi dall'altra parte, lasciare che le cose che non possiamo controllare vadano come devono andare. Dobbiamo togliere gli occhi dal fuori e puntarli dentro. Solo dentro di noi c'è uno scopo, c'è un ordine, c'è la luce che cerchiamo.
@Hurryup:
Quote:
C'è un solo modo per capire se un uomo è veramente interessato a cambiare il sistema: basta vedere se è disposto ad accettare di partecipare a una società dove ci sia una comunicazione telepatica tra gli individui. Qualunque alternativa a questo tipo di comunicazione non può che generare società ingiuste e imperfette.
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E' un concetto piuttosto interessante. Puoi spiegarti meglio?
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26-07-2011, 07:34
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#7
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Esperto
Qui dal: Feb 2011
Ubicazione: meandri della Campania
Messaggi: 2,291
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noi siamo uno scherzo di qualche entità superiore:le nostre sofferenze appagano la sua giornata e la fanno divertire.
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26-07-2011, 10:32
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 258
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Quote:
Originariamente inviata da Isma'il
Chi c'è alla guida di questa macchina?
Ti risponderanno: i potenti, i politici, le lobbies!
Eppure non è così. Il potere nel nostro mondo è un'illusione.
Il buon Nietzsche direbbe: "Quei pastori erano essi stessi delle pecore!"
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mmh... molto bella.... è un'immagine calzante per qualcosa di molto vero.
Quote:
Se noi dedichiamo la nostra vita a questa macchina fine a se stessa, la nostra vita sarà sprecata. Ugualmente lo sarà se ci dedichiamo a combatterla.
Questo sistema è un essere vivente, un individuo la cui vita non ci riguarda.
I metodi per guarire, per sfuggire, ci sono. Il primo passo è voltarsi dall'altra parte, lasciare che le cose che non possiamo controllare vadano come devono andare. Dobbiamo togliere gli occhi dal fuori e puntarli dentro. Solo dentro di noi c'è uno scopo, c'è un ordine, c'è la luce che cerchiamo.
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sono d'accordo sull'importanza dell'introspezione ma così tende ad essere sopratutto un fuga. è importante la ricerca dell'ordine interiore ma credo lo sia anche cercare di applicare questo ordine alla società.
come dici tu questo potrebbe essere uno spreco di tempo ma, una volta trovato l'ordine interno, credo che lo sforzo ad esportarlo nella società rappresenterà più un espressione naturale di noi stessi.
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26-07-2011, 14:25
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#9
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Isma'il
@Hurryup:
E' un concetto piuttosto interessante. Puoi spiegarti meglio?
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Gli esseri umani non vogliono assumersi la responsabilità di far parte di un cosmo e di avere un ruolo in esso. Vorrebbero fare una comparsa veloce per poi sparire nel nulla, oppure in un paradiso sterile equivalente, senza lasciare nessun contributo al cosmo. Per questo le società umane non hanno nulla di cosmico, siamo come in un manicomio. La società vera è il cosmo con tutte le sue leggi matematiche perfette che regolano la vita di tutte le specie dell'universo. Questa è la vera società, ma noi ne abbiamo creata una parallela che non ha nulla in comune con il progetto della società cosmica: non vogliamo la comunicazione telepatica (che è la comunicazione voluta dal cosmo), non vogliamo la giustizia (la giustizia è un fondamento delle leggi cosmiche), non vogliamo la vita eterna, abbiamo il denaro, e tante altre cose. Crediamo che se facciamo parte di una società cosmica al massimo dovremo rimandare a dopo la morte il nostro ruolo in essa, come se fosse una cosa che non ci riguarda, mentre qui consideriamo la società umana come la più importante per noi.
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27-07-2011, 09:30
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#10
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Banned
Qui dal: Jul 2011
Ubicazione: Savona
Messaggi: 256
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Quote:
Originariamente inviata da odg
sono d'accordo sull'importanza dell'introspezione ma così tende ad essere sopratutto un fuga. è importante la ricerca dell'ordine interiore ma credo lo sia anche cercare di applicare questo ordine alla società.
come dici tu questo potrebbe essere uno spreco di tempo ma, una volta trovato l'ordine interno, credo che lo sforzo ad esportarlo nella società rappresenterà più un espressione naturale di noi stessi.
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Ciao ODG,
molte persone pensano che guardare dentro sia un fuga dalla realtà. Potrebbe essere vero, dipende quale si considera realtà, il dentro o il fuori.
E' una questione che tutti noi dobbiamo porci, ed il cuore di ognuno risponderà secondo il suo sentire.
In ogni caso, sono d'accordissimo che una volta trovata la pace in noi stessi, la si vorrà trasferire nel mondo, e questo è il motivo dell'esistenza dei Maestri e delle Guide spirituali.
La parte difficile è trovarla! Ci può volere anche tutta la vita.
Però, una volta trovata, NIENTE potrà portarcela via.
Per dirla con parole evangeliche, è questo il tesoro "che la tigna non attacca e che la ruggine non corrode".
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27-07-2011, 09:32
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#11
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Banned
Qui dal: Jul 2011
Ubicazione: Savona
Messaggi: 256
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Gli esseri umani non vogliono assumersi la responsabilità di far parte di un cosmo e di avere un ruolo in esso. Vorrebbero fare una comparsa veloce per poi sparire nel nulla, oppure in un paradiso sterile equivalente, senza lasciare nessun contributo al cosmo. Per questo le società umane non hanno nulla di cosmico, siamo come in un manicomio. La società vera è il cosmo con tutte le sue leggi matematiche perfette che regolano la vita di tutte le specie dell'universo. Questa è la vera società, ma noi ne abbiamo creata una parallela che non ha nulla in comune con il progetto della società cosmica: non vogliamo la comunicazione telepatica (che è la comunicazione voluta dal cosmo), non vogliamo la giustizia (la giustizia è un fondamento delle leggi cosmiche), non vogliamo la vita eterna, abbiamo il denaro, e tante altre cose. Crediamo che se facciamo parte di una società cosmica al massimo dovremo rimandare a dopo la morte il nostro ruolo in essa, come se fosse una cosa che non ci riguarda, mentre qui consideriamo la società umana come la più importante per noi.
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Lo hai detto con parole diverse da quelle che avrei forse usato io, ma posso dirti che sottoscrivo interamente questo discorso.
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27-07-2011, 09:57
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#12
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Dove non vorrei stare
Messaggi: 1,078
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In quel discorso mi trovavo d'accordo, ma mi è parsa stonata questa affermazione:
Quote:
non vogliamo la vita eterna
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Io credo che sia uno degli obiettivi della scienza, quello di sconfiggere la morte, quindi la volontà della vita eterna mi pare che ci sia. E se non sarà eterna, almeno prolungata...mi chiedo per far cosa. Per lavorare fino a 120 anni?
A tal proposito, io molto spesso mi sono sentito dire che lavorare serve per vivere. Al di là di discorsi vari che potrei fare per mettere in dubbio quest'affermazione, io credo che più che altro lavorare serve per SPENDERE, perché solo una esigua percentuale di uno stipendio serve per soddisfare bisogni primari, il resto tutto via in tasse e bollette che ptorebbero essere evitate se si vivesse in una cultura che privilegia fonti rinnovabili..ma lì non ci "mangia" nessuno...ma ormai "vivere" è assimilabile a "spendere", diciamo che vita è la parola politically correct di spesa...con queste riflessioni, non penso che il lavoro serva per guadagnarsi da vivere, ma per guadagnarsi il dovere di avere soldi da poter spendere, perché è impossibile non spendere, anzi, contribuire al girare dell'economia è il primo fasullo motivo per poter ritenersi di stare in società e, in generale, al mondo.
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27-07-2011, 10:32
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#13
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Banned
Qui dal: Jul 2011
Ubicazione: Savona
Messaggi: 256
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Quote:
Originariamente inviata da Gufetto
A tal proposito, io molto spesso mi sono sentito dire che lavorare serve per vivere. Al di là di discorsi vari che potrei fare per mettere in dubbio quest'affermazione, io credo che più che altro lavorare serve per SPENDERE, perché solo una esigua percentuale di uno stipendio serve per soddisfare bisogni primari, il resto tutto via in tasse e bollette che ptorebbero essere evitate se si vivesse in una cultura che privilegia fonti rinnovabili..ma lì non ci "mangia" nessuno...ma ormai "vivere" è assimilabile a "spendere", diciamo che vita è la parola politically correct di spesa...con queste riflessioni, non penso che il lavoro serva per guadagnarsi da vivere, ma per guadagnarsi il dovere di avere soldi da poter spendere, perché è impossibile non spendere, anzi, contribuire al girare dell'economia è il primo fasullo motivo per poter ritenersi di stare in società e, in generale, al mondo.
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Questo discorso non fa una grinza. Il nostro mondo si basa su un meccanismo vuoto, fine a se stesso. Il lavoro, lo spendere e il consumare sono le fondamenta della nostra società, eppure sono un nulla.
Pensate al 1° articolo della nostra costituzione:
L'Italia è una repubblica democratica basata sul lavoro
Non ci rendiamo conto di quanta brutalità c'è in questo? Una semplice frase, che però dice molto di più di quanto possano le sue stesse parole. Questa frase dice che noi non esistiamo, nega la vita del singolo. Nega i sentimenti umani, nega le aspirazioni umane a qualcosa di superiore.
Noi siamo solo demos, siamo IL popolo, una massa di materia il cui unico scopo è alimentare la macchina del lavoro.
Quote:
Io credo che sia uno degli obiettivi della scienza, quello di sconfiggere la morte, quindi la volontà della vita eterna mi pare che ci sia. E se non sarà eterna, almeno prolungata...mi chiedo per far cosa. Per lavorare fino a 120 anni?
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Questa non è la ricerca della vita eterna. Questa è la ricerca del piacere eterno, che è un'idiosincrasia, in quanto il piacere, per essere tale, deve essere effimero.
Ritornando a Nietzsche (scusatemi ma non posso fare a meno di citarlo spesso): "Libero da che cosa? Che cosa importa questo? Lucidamente invece il tuo occhio deve annunciarmi: libero per che cosa?"
Ecco, credo che il punto sia questo. Allunghiamo la vita, rappezziamo i corpi con toppe artificiali e sconfiggiamo le malattie. Ma per che cosa?
Per godicchiare ancora un po', per essere ancora sfruttati, per prolungare ulteriormente l'agonia di questa macchina che lentamente ci stritola.
Questa non è la vita eterna, questa è una porcheria.
La vita eterna a cui ci riferiamo è ben altra cosa. E, come dice giustamente Hurryup, l'uomo non la vuole.
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09-08-2011, 00:25
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#14
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Dove non vorrei stare
Messaggi: 1,078
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Anche io sono angosciato dal primo articolo della Costituzione: roba da tagliare le gambe.
E' roba che risale alla rivoluzione industriale. Perché non lo cambiamo? "L'Italia è una Repubblica fondata sulla cultura" o "L'Italia è una Repubblica fondata sul benessere" non sono più belli? Cos'è un paese con il principio cardine del lavoro, visto com'è oggi il lavoro e cosa rappresenta? Cosa me ne faccio del lavoro se non c'è cultura o benessere, quest'ultimo non inteso come stato economico ma psicofisico?
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09-08-2011, 02:07
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#15
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
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Quote:
Originariamente inviata da Gufetto
Da tempo mi ronza in mente questa domanda e penso che questo sia un posto idoneo per farla: ma l'uomo, l'essere umano, è ancora accettabile al mondo?
Nel senso, io sono perplesso da quello che vedo. Io vedo un mondo dove l'uomo è un semplice esecutore di azioni prestabilite. La sua influenza nel mondo e nel sistema è nulla poiché il mondo, la società, viene mandata avanti dal capitalismo, la globalizzazione, il conformismo, dal mito del profitto e del consumismo, organi oramai quasi autonomi. L'uomo è ai margini e deve solo controllare che tutto vada avanti, che il progresso scorra veloce e deve solo contribuire affinché tutto questo carrozzone di falsi valori non crolli.
Per non parlare del fatto che ormai l'individuo medio è totalmente schizzato, marcio nel profondo, almeno nella nostra cultura occidentale. Omicidi come se piovesse, collassi culturali e sociali, indifferenza verso il prossimo, assenza di pensiero proprio (sono dell'idea che coloro che pensano siano in via di estinzione, il resto è uniformato ad un pensiero globale)...pare essere in un epoca dove regna un individualismo esasperato e le persone trovano sicurezza aggregandosi in gruppi. La persona è reificata e le cose valgono più delle persone.
I cambiamenti, le rivoluzioni, non sono più affare dell'uomo. Tutto va a puttane e non esiste la volontà di cambiare le cose, forse non esistono neanche rimedi, l'uomo è diventato semplicemente impotente e fine a se stesso.
A questo punto, a cosa serve l'uomo se è solo un semplice essere passivo?
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Mah, non tutto è perso per fortuna ancora, il nostro punto di osservazione sul mondo è influenzato dalla nostra posizione personale e dall'andamento della nostra esistenza, sono d'accordo con molto di quello che dici,a questo punto vorrei sparare un predicozzo filosofico, ma resisterò alla tentazione, troppa noia prenderebbe i postanti!
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