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Vecchio 23-12-2012, 01:15   #1
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SARA: Avevamo stabilito di essere amici. Quante volte ci siamo ripetuti che eravamo amici! E invece... non ci siamo fermati lì, e non sei neacnche andato avanti......
IO: Mi stai dicendo quindi che... aspeèè...che tu mi consideri come...cioè... tu non mi vedi più come un amico, vero?
SARA: No.
IO: Ma alllora noi adesso cosa rappresentiamo? Io cosa sono per te?
SARA: Sei il mio amico tematico.
IO: Come il tuo amico tematico?
SARA: ...non più mio amico, bensì mio amico tematico.
IO: Ma... ma che significa? Che sta a indicare "tematico"?
SARA: Tematico penso abbia a che spartire con il vocabolo "tema", no?
IO: Sì, ma qual è questo caspio di tema?
SARA: La sociofobia.
IO: Ah, ecco. Insomma sono il tuo amico tematico.
SARA: Ma no, sciocchino!

Mai partecipare la propria condizioni di sociofobico ad una donna...

SARA: Stavo scherzando, oh! Mo' non farne una polemica, come tuo solito!

Revenons: mai partecipare la propria condizione di sociofobico ad una donna, - a maggior ragione se questa si chiama Sara - altrimenti poi verrai considerato non più un uomo, ma, perlappunto, "il sociofobico", e non verrai più visto come un potenziale amplesso, e quindi come una persona, bensì come un’entità particolare atta a rispondere a curiosità afferenti la sfera della psicologia e dellle terapie ad essa correlatwe.

SARA: Ma piantala! Non sai neanche di cosa stai parlando. Querulo e monomaniaco.

Diventerai ai suoi occhi l'amico tematico, - vale a dire una sorta di amico "prominente" - la tua identità verrà rarefatta e svilita al ruolo di sociofobico e da lì in poi al massimo potrai ambire ad essere citato nelle conversazioni che seguiranno la moltitudine di amplessi furibondi cui si rifaranno Sara e la sua nuova fiamma per caratterizzare questo sabato sera.
Me la immagino completamente appagata dalla vita ora che si sbarazzata di me. Mentre ride e si diverte con LUI, mentre ride e si diverte alle MIE SPALLE.

SARA: Sai, ho un amico tematico...
LUI: Uhm! perché tematico?
SARA: E' sociofobico.
LUI: Ah sì? E com'è?
SARA: Mamma mia... non ne parliamo... pieno di complessi.
LUI: Ma chi è?
SARA: Complessato.
LUI: Eh eh eh eh.
SARA: No, sul serio.
LUI: Ma come si chiama? Lo conosco?
SARA: All'anagrafe A*****o G********o
LUI: Ah, sì. Ho presente.
SARA: Lo conosci allora?
LUI: Si, ma de sguincio.
SARA: Come de sguincio?
LUI: Da regazzini frequentavamo la stessa parrocchia, ma comunque non ci legai più di tanto.
SARA: Parrocchia? E che facevate?
LUI: Lui serviva il prete in quanto chierichetto, io pregavo Dio di aiutarmi a bestemmiare. Mannaggia all'a********** e al s********** s********* sull'a********!
SARA: Ihihihi. Ma dimmi: lui com'era? Che idea ti eri fatto di lui?
LUI: No, era simpatico.
SARA: Simpatico? Davvero?
LUI: Sì, simpatico come la zip che ti tira i peli pubici!
SARA: Ihihihi
LUI: E tu invece? come l'hai conosciuto?
SARA: I suoi genitori e i miei sono amici di vecchia data...
LUI: Embè?
SARA:...hanno combinato la cosa.
LUI: Che cosa?
SARA: Hanno combinato la conoscenza, o meglio il fidanzamento - se così si può chiamare, tra me e Complessato.
LUI: E tu l'hai permesso? Non ti sei ribellata?
SARA: Dunque, ti spiego: siccome sino a quattro anni fa io ero una ragazza molto sola, e che soffriva tremendamente la sua condizione, i miei hanno pensato bene di dapprima "auspicare" e poi "organizzare" questa unione di convenienza tra i due loro figli. Affinché l'uno potesse smussare il taglio della solitudine dell'altro. Dacché anche Complessato era un ragazzo molto solo...
LUI: Uhm! Quindi sono quattro anni che vi conoscete?
SARA: Sì, sono quattro anni che ci frequentiamo. Più o meno.
LUI: Pensa 'n po'. Vabbuò, visto che lo conosci da così tanto tempo, parlamene allora. Raccontmi di lui. Sfogate!
SARA: Dunque, Complessato nasce...
LUI: Alimortè! Complessato nasce a Roma. Questo ce lo so.
SARA: Grunt! Racconto io o tu?
LUI: Vabbuò, racconta tu.
SARA: Dunque, Complessato non nasce a Roma, bensì nel Lazio (non entriamo nello specifico, grazie) senza troppi disagi e senza slanci. Secondo rampolllo di una coppia di genitori dalla prole unigenita, è cresciuto con la convinzione che metterlo al mondo non fosse stato proprio un colpo di genio. La famiglia né ricca né povera, padre impiegato e madre sguattera, ha dato molte soddisfazioni ai suoi. Ciò nondimnno sembra roso sempre da una certa irrequietezza.
LUI: D'altronde si sa: più soddisfazioni si danno ai propri genitori, meno si prendono per sé.
SARA: Ihihih...
LUI: Dajè, continua.
SARA: A scuolà se l'è sempre cavata. Prendava tra il sette e il sette e mezzo. Tutte le volte.
LUI: De più no?
SARA: No, non sarebbe stato capace. Tant'è che nessun insegnante si prese mai la briga di incalzarlo nonché spronarlo con un "puoi fare di più, puoi fare di più. Dacci sotto!" perché era sotto gli occhi di tutti che non avrebbe potuto fare di più.
LUI: E de meno?
SARA: Nemmeno.
LUI: Uhm!
SARA: Nessuna pazzia, nessun trionfo, nessuna debacle, nessun successo. Un'adolescenza all'insegna della pacatezza e della stasi.
LUI: Terribile.
SARA: Da qui a due anni si laureerà in Ingegneria Industriale. Senza affanno e senza gloria. Come sempre.
LUI: Un ragazzo brillante allora, mica è da tutti conseguire una laurea...
SARA: Macché brillante, soltanto diligente.
LUI: Diligente è uno di quegli epiteti che tagliereebbe le gambe a qualsiasi essere vivente cui venisse attribuito...me cojoni!
SARA: Ahahahha! Ma diligente non è un epiteto...
LUI: Se è per questo neanche un aggettivo ammirativo.
SARA: Già.
LUI: Comunque: dopo la laurea cosa farà?
SARA: Che ne so, sinora non ho svilupapato delle facoltà di preveggenza.
LUI: Mortacci tua: lui cosa vorrebbe fare?
SARA: Dunque, l''obiettivo che Complessato serba sin dalla più tenera età è quello di diventare operatore di call center per prendere ordinazioni in un fast food. Questo è il lavoro che sicuramente figura tra i suoi sogni più riposti. Però è difficile...
LUI: Per forza che è difficile. Il mondo dei call center che prendono ordinazioni per i fast food è ostico e ricco di insidie, pieno di arrivisti senza scupoli; La concorrenza è tanta: se vorrà venire assunto dovrà scendere a tanti di quei compromessi.
SARA: Come darti torto. Io comunque prego che riesca. Oltre ad offrirgli tutto il mio appoggio morale. Come ho sempre fatto.
LUI: E a pischelle come sta messo? Infila di tanto in tanto? Con te anche? Io me ricordo che era un fregnaccione.
SARA: Eh, insomma.
LUI: Quante botte in vita?
SARA: Dunque, nell'arco della sua vita ha avuto...mmm... 4 rapporti sessuali.
LUI: Quanti anni c'ha adesso?
SARA: 22 anni.
LUI: Orendo! In 22 anni solo 4 botte? E' rimasto proprio fregnaccione. Oddio, non gli è andata proprio malissimo. Voglio dire, è riuscito comunque ad avere un numero di rapporti sessuali sufficienti a non essere considerato un totale sfigato pipparolo, tuttavia non abbastanza da essere considerato uno che non ha problemi con le pischelle.
SARA: In realtà, nemmeno un numero sufficente a non essere considerato un totale sfigato pipparolo.
LUI: Diompestato, ma insomma questo ha inzeppito o no?
SARA: No, è vergine. Da sempre.
LUI: Vergine? ma allora questo è proprio da menaje. Mo' m'ha da'fa sbroccà. Vabbeh, continua a raccontà. Famme sta bbono.
SARA: Ihihih.
LUI: Daje! Vai avanti.
SARA: E niente... cos'altro aggiungere? Una vita ordinaria e ordinata la sua...
LUI: Come tante altre vite d'altronde. O meglio lo sarebbe, se non fosse un codardo che non scopa mai.
SARA: ... in vero, una vita che non risalta nemmeno per essere particolarmente ordinaria e ordinata, talmente media da progredire senza che nessuno se ne accorga. Una mediocrità che viene ignorata. E lui è un mediocre che non lascia il segno.
LUI: Ma perché? Che c'è di male nell'essere un mediocre?
SARA: Effettivamente non c'è nulla di male nell'essere un mediocre. Tranne che lui non vorrebbe esseerlo.
LUI: Non si sente speciale?
SARA: Non si sente speciale e non si è sentito speciale mai. La convinzione di essere un mediocre - e quindi di essere non già alla pari, bensì inferiore a tutti - è abbarbicata in lui da che aveva 12 anni. Ad oggi quando si guarda allo specchio stenta a riconoscere la differenza tra se stesso e la mensola alle sue spalle.
LUI: Eh eh eh eh. Se sente 'na mensola. Ghicio!
SARA: Ihihihi.
LUI: E comunque io sono orgoglioso di essere un mediocre. Io sono un mediocre che non si illude di poter essere una mensola speciale.
SARA: Le mensole speciali non sono speciali per niente. Il mondo è pieno di mensole di seconda scelta.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 01:19   #2
Banned
 

vabbè ma è tutta immaginazione^^
Vecchio 23-12-2012, 01:25   #3
Esperto
L'avatar di Pablo's way
 

spettacolo
Vecchio 23-12-2012, 01:38   #4
Banned
 

[...]

LUI: Ma dimmi 'n po': secondo te in questo preciso momento cosa sta facendo Complessato?
SARA: Sarà di servizio presso il PC...
LUI: ...a caccia di ciberfighe, sto zozzone.
SARA: Ihihihi. No, non è da lui. Ragazzo semplice com'è non ha mai visto internet come possibile strumento di incontro.
LUI: Uhm! forse volevi dire: ragazzo complesso com'è non ha mai visto internet come sicuro mezzo d'acchiappo.
SARA: Ahaha, press' a poco.
LUI: Internet però va sfruttato! Voglio dire: si è ormai nell'era della postmodernitàà, la tecnologia è avanzatissima ed offre spunti e soluzioni per tutto. Internet è la risposta alla schicchignosità di Complessato!
SARA: No, non fa per lui..
LUI: Come fai ad esserne certa? sei in possesso di pregressi negativi?
SARA: Sì, tempo addietro fui proprio io a consigliarlo di iscriversi ad un sito di incontro affinché si incontrasse e intrecciasse eventualmente una relazione sessuale con una qualche ragazza.
LUI: E la cosa non ti ingelosiva? Non t'importava che lui avesse agio di godere dei favori di una ragazza che non fossi tu?
SARA: Io ingelosirmi? Ma popo pe' gnente. Ho venti anni, ma credo di avere l'intelligenza e la maturità necessari per comprendere che la gelosia altro non è che un prodotto dell'Ego.
LUI: Uhm!
SARA: Ed a lui quegli incontri avrebbero aiutato ad affrancarsi dal suggesdtivo, a portarlo con in piedi per terra, via dalle sue nuvole di eccessiva rarefazione. Quegli incontri sarebbero serviti come esperienza vivente. E comunque te lo ripeto: la cosa non mi avrebbe mossa a gelosia. Io non concepisco proprio la gelosia sessuale. Per dire, se un uomo vuole fare l'amore solo con me lo disistimo in quanto querulo e monomaniaco. Dichiarare nei mie confronti "desidero solo te" ti declassa per sempre ai miei occhi come imperdonabile e banale omuncolo con ansia da prestazione e nessuna curiosità né fame di esperienze.
LUI: Eh eh eh. Seh, vabbuò. Vai avanti.
SARA: Dicevo, si iscrisse ad un sito d'incontro e, sotto il mio incoraggiamento, cominciò a grufolare tra i profili delle varie utenti. Poco dopo la sua attenzione catalizzò su una ragazza in particolare, che lui borbottò essere "la ragazza dal viso di ciglio, l'emblema della purità", e valutò se fosse il caso di contattarla da subito, onde evitare che l'occasione sciupasse. Io comunque non volli inficiare le sue decisioni e mi mantenni defilata,, soltanto lo sostenevo. Successivamente, dopo molti tentennamenti, pensò bene - o meglio, male - di far leva sui buoni sentimenti dimostrando così di essere un ragazzo serio pronto a prendersi impegni importanti. Il suo messaggio di apertura recitava: "ciao, ho visto la tua foto e ti ho trovata incredibilmente dolce. Non temere, non sono uno di quei tipi bastardi da una botta e via: se sei d'accordo intendo fidanzarmi con te e passare tutta la vita insieme." La ragazza, per tutta risposta, gli scrisse: "Pfui, sì, ma quanto ce lo hai lungo?".
LUI: Bwahahahaha! La ragazza dal viso di ciglio, l'emblema della purità!
SARA: Lui, a sua volta, le rispose, ma molto vagamente. Era frastornato e un plumbeo senso di frustrazione pesava ormai su di lui. Infine lei lo congedò: "Mi spiace, mi interessavi. Peccato per il cazzo."
LUI: Ahahahahaha! Diompestato! Non ci posso credere! Che stronzata! Che stronzata quella di fare leva sui buoni sentimenti. Va da sè che l'altro poi ti prende per il culo. Aahahahaha!
SARA: Complessato chiuse la finestra e rimase immobile a fissare lo schermo per qualche minuto. Poi deluso, prostrato, umiliato si alzò, accennò un saluto in mia direzione e si trascinò a testa china sino al letto. Si coricò.: si addormentò, sperando che la sveglia non suonasse maai più.
LUI: Ahahahahahah! "Intendo fidanzarmi con te e passare tutta la vita insieme" Passare tutta la vita insieme! Pensa che palle! Alla ragazza sarà venuto un coccolone! Ahahahahb!
SARA: Da quel giorno precipitò in un insondabile silenzio: non mi avrebbe rivolto la parola per ben tre giorni.
LUI: Per tre giorni? Addirittura?! Beh mi spiace. E scusa... scusa se mi sono sbracato su sta cosa.
SARA: Non importa.

[...]

SARA: Adesso mi attengo solo alle attrattive del momento. Non cerco nulla di più profondo. Non ho intenzione di impantanarmi in una relazione stabile. Ecco perché da circa un anno a questa parte ho preso a frequentare dei tipacci come te. Uomini che bastano a loro stessi, privi di spirito di conseguenza, che vivono giorno per giorno. Uomini che sono Uomini e non delle "mezze coppie" di cui la donna deve necessariamente rappresentare la metà.
LUI: Uhm! E allora con Complessato? Che genere di intimità vi accomna?
SARA: L'intimità che unisce me e lui da che ci conosciamo si è sempre mantenuta su un piano astratto, è stata ed è un incontro di anime, di intelligenze, una faticosa lotta per non perdere il controllo di sé.
LUI: Ma tu lo ami? lui ti ama?
SARA: Lui non vuole che ammetta che ci amiamo.
LUI: Ma perché?
SARA: Non mi è concesso di avere degli slanci passionali, devo mantenermi sempre sul piano della più alta astrazione, affinché il fuoco naturale dell'amore venga rarefatto dal filtro del pensiero. E' lui a volere questo. E se un giorno sono allegra, e frivola, e maliziosa, e sento vampate di fuoco correre per le vene, lui mostra di non accorgersene e mi allontana, aspettando che il proposito sessuale mi abbandoni ed io divenga nuovamente severa e seria.
LUI: Ma che è sta pippa? Perchè non ti scopa?
SARA: (traendo un sospiro saturo di delusione) Ha paura di me.
LUI: Paura?
SARA: Il fatto di potermi desiderare come un uomo desidera una donna è stato represso in lui come una cosa vergognosa. E quando lui ritrrae convulsamente in sé, indignato, torturato al pensiero di una cosa simile, anche io ne rabbrividisco nell'intimo.
LUI: Sì ché questa "purezza" vieta anche il vostro primo bacio?
SARA: Come potrebbe mai baciarmi se ciò significherebbe venire travolti dalla violenza dell'amore fisico?
LUI: Alimortè. Questo è proprio da corcallo de botte.
SARA: Ma no, poverino. Ihihih.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 01:53   #5
Esperto
L'avatar di Konkurs
 

Ma sono cose inventate?
Vecchio 23-12-2012, 02:08   #6
Banned
 

[...]

LUI: Saje che famo? tu adesso mi dai il numero di telefono e ci parlo io.
SARA: Gasp! Il numero di chi?
LUI: Di Complessato.
SARA: Per farci ccosa?
LUI: Lo chiamo e lo convinco aa annà a gattaccia.
SARA: Ihihih! Ma no, sciocchino!
LUI: Non sto a scherza'. Questo va sbloccato..
SARA: Ma ti ha dato di volta il cervello? stai a sfarfallà? Non potrei mai darti il suo numero. Mi beccherei una lavata di capo a mai finire da parte di Complessato!
LUI: Damme er numero!
SARA: 'N par' de palle: io non ti do proprio nulla.
LUI: Pozzin'ammazzatte! Lo volevo portà a Carbognano!
SARA: Mmh? Pure a Carbognano ci sono le prostitute?
LUI: Eh già. Chi l'avrebbe mai detto, no?
SARA: Ihihihi.
LUI: Damme er numero! Che lo porto da 'na strappona amica mia!
SARA: Aridajee.
LUI: Ce faccio scoprpri' l'animale trapanatore che sta in lui.
SARA: Ihihihih!
LUI: Piantalla de ride! Complessato ha bisogno di essere aiutato... ha bisogno di essere iniziatol!
SARA: In effetti, a pensarci bene, non hai torto quando dici che ha bisogno di essere inizaito.
LUI: Pe' forzas che c'ho ragione!
SARA: Di fatto avrebbe dovuto esserci una sorta di iniziazione nel vero io-cosciente adulto. Alle soglie delle maturità Complessato avrebbe dovuto essere allontanato dal focolare famigliare ed essere affidato a qualchuno di veramente rude e virile.
LUI: Per questo ti dico di darmelo in consegna.
SARA: Avrebbe dovuto aver luogo una qualche effettiva iniziazione alla vita sessuale. Forse come accadeva dai selvaggi, che facevavno morire simbolicamente il ragazzo e lo facevano passare attraverso uno stretto pertugio per poi farlo rinascere. E lo costringevano a soffrire e a sopportare terribili cimenti, per produrre un grande effetto dinamico nell'io-ccosciente , un tremendo senso dinamico di cambiamnento nell'essenza stessa del ragazzo.
LUI: Cioè? Che stai a dì?
SARA: In breve, una lunga e violenza iniziazione, dalla quale il ragazzo emergeva emaciato, ma tagliato via per semrpe dall'adolescenza, entraato nella responsabile e rude compagnia della virilità. Con tutto il suo io-cosciente sconvolto da un grande mutamento, come di fatto era sconvolta la sua psiche dinamica. Quaklche volta, allo stesso modo, anche le ragazze di quel tempo venivano inziaete alla femminilità.
LUI: Uhm! E tu come sei stata iniziata alla femminilità?
SARA: Ihihihih.
LUI: Che te ridi?
SARA: In effetti...mmm... in effetti, anche per me c'è stata una sorta di iniziazione sessuale...beninteso: in salsa moderna, non come accadeva con i selvaggi.
LUI: Perché traccheggi? Daje, racconta.
SARA: Ah! la mia prima volta...e la memoria prende a correre...maliconicamente...ad inseguir gli istanti perduti che ancora ardono nel petto...
LUI: Daje, non farti rapire dalla poesia. Sii prosaica.
SARA: Sì, scusa...dunque...quindi...cioè...
LUI: e dalli!
SARA: ...ricordo ancora con estremo piacere e dolcezza la volta in cui una mia cara amica mi invitò ad una cena in una baita in mezxzo ad un bosco sull'appennino abruzzese..."ti prego Sara, questa volta non poi tirarti indietro"..."Va bene"... "Mancherai?" .... "No, non mancherò, stai tranquilla"...non sapevo a cosa andavo incontro, ma potevo intuirlo...
LUI: Aspetta 'n po...ma tua madre seppe della cosa? Tuo padre? Lo permisero?
SARA: Mia madre in vero confidava che fosse Complessato a violare per primo la mia ultima nudità, visto che teoricamente era lui il mio "fidanzato", ma dopo aver compreso che questi era un ansioso privo di desiderio, e quindi incapace di incarnare la risposta alla grande domanda emotiva e passionmale di una donna, diede il proprio assenso acconsentendo che io mi recassi alla cena. Mio padre lì per lì non ne venne messo al corrente, poi si accorse da sé che avevo avuto la mia esperienza erotica. Ma era un uomo d'esperienza: lasciò che la vita facesse il suo corso. Alla fin non si intromise.
LUI: Oh, ma sto Complessato è proprio 'na mezza carzetta...pozzino ammaillo!
SARA: ...sì ché mia madre mi lasciò andare...tutte le madri lasciarono andare le loro figlie...seppur con millle raccomandazioni..."mi raccomando, fate le brave"...la risposta piccatsa della mia amica fu "no signora, stavolta non lo saremo"...e così partimmo... alla volta della baita....io e la mia amica, ed altre due ragazze aggregatesi...
LUI: Anvedi 'n po'.
SARA: ...ricordo la lunga scarpinata per raggiungere la casetta in legno, l'odore della carne sul fuoco, il produmo della resina... e il vino che scendeva come acqua...funzionava così lì...:tutte le ragazze ed i ragazzi dai 15 anni in su si ritrovavano e magicamente si sceglievano per una sola notte...
LUI: Tu con chi te 'nfrattasti?
SARA: ...ma non c'era modo di infrattarsi con qualcuno, si stava stipati tutti insieme...
LUI: Come in una gang bang?
SARA: Ihihihi, sì, press' a poco.
LUI: Tozzissimo. Vabbuò, continua.
SARA: ...ricordo...lui che mi guardava con i suoi occhi verdissimi... ero molto timida allora...
LUI: Perché adesso no?
SARA: Già...dicevo...mi guardava...io gli sorrisi..."piacere Sara"...dissi in un fiato...ero imbarazzatissima..."piacere D*****e"...e strinse la mia piccola mano fredda ed umida nella sua nella sua grande mano calda e prensile...aveva 223 anni, io ne avevo da poco compiuto 18...
LUI: 223 anni?
SARA: 23 anni!
LUI: Uhm!
SARA: Mangiammo vicini, scherzavamo...alcune delle coppie che si erano formate avevano già trovato posto sui vari materassi nascosti in alto, sul soppalco in legno..."lo sai che sei bella? Il tuo sorriso mi trasmette serenità"...e me lo disse piano... sussurrandomelo in un orecchio...mi girai, edd incontrai i suoi occhi, che a poco a poco mi accordavano il suo desiderio...mi piaceva, mi piaceva da impazzire...denti bianchi e perfetti contornati da labbra carnose...il volto leggermente incartpecorito...doveva avere un vissuto notevole alle sue spalle...sebbene fosse ancora così giovane...ma era bello, bello fino al delirio...
LUI: Tant'è che stai a sfarfallà. Famo a capisse: er mejo fico der bigonzo so' io.
SARA: Ihihiih, asolutamente. Questo non si discute.
LUI: Daje, prosegui.
SARA: ...senza dire una parola, mi accarezzò i capelli, li scostò dal mio viso...mi sentivo nuda davanti a lui, terribilmente nuda...e mi piaceva...la testa girava...in un turbinio di sensazioni....prese con dolcezza il mio viso tra le sue mani e mi baciò...un bacio tenerissimo ed appassionato...in quel momento non volevo altro che stare con lui...mi sollevò con delicatezza da terra, io così sparuta, lui così alto e forte....e in attimo eravamo fuori, lontano dai rumori, lontno dagli altri che erano ammassati su quei giacigli improvvissati...lontano dal corpo degli altri, dal loro ardore...
LUI: Insomma vi siete infrattati alla fine...
SARA: ...sentivo un vento fresco soffiare sul viso...ossigeno finalmente...le stelle brillavano e turbinevano...il cielo era di un blu intenso e pulito...leggeri rumori veniva dal bosco ma nulla poteva turbarci...ci togliemmo i vestiti...lui mi attrasse a sèé...e incontrò la mia pura realtà sino allora invisibile...implacabili, sovrmane le sue mani si muovevano con decisione su di me...su quella realtà prima nascosta...sembravano le mani del silenzio sul silenzio...il corpo della notte misteriosa sul corpo della niotte misteriosa...notte maschio e femmina che l'occhio non vedrà mai, che la mente non conoscerà, percepibili solo come rivelazioni vive di altre realtà vive...
LUI: Sei caduta nuovamente in balìa della poesia...
SARA: Ops!
LUI: ...e le pischelle che frequento io solitamente hanno a sdegno tutto ciò che di poetico ha che fare con loro...
SARA: Scusa.
LUI: ..."poetico" e "patetico" hanno pericolose assonanze...
SARA: Hai ragione. Non volevo. Giuroo
LUI: Datte 'na sverta però! Ora!
SARA: ...quando cominciammo a fare l'amore, l'emozione era talmente forte...talmente forte da trascinare con sè tutto, raghione, anima, sangue in un gran gorgo, così come il Tevere trascina materialmente con sé, senza rumore, i suoi riflussi e le sue correnti vorticose...a poco a poco i piccoli dubbi critici, le minute sensazioni, si andavano perdendo, anche il pensiero svaniva, tutto veniva travolto nell'unica grande torrente...D*****e non era più un uomo dotato di ragione, ma di un grande istinto..."i want to know what love is" dei Foreigner in sottofondo...ora lo sapevo, avevo imparato cosa fosse...
LUI: Uhm!
SARA: ...dopo quella sera mi sentii completamente appagata, perché avevo conosciuto l'immensità della passione...mi sentii piccola, un po' spaurita e stupita come una bambina...come quando Eva ebvbe perduto l'innocenza e comprese l'immensità della foza che l'aveva cacciata dal Paradiso...quella per me fu davvero un'iniziazione ed un soddisfacimento...tuttavia non ero contenta...mi trovavo di fronte a qualcosa di grandioso, lo sapevo bene, a qualcosa che mi avvolgeva completamente...ma non me ne sentivo trattenuta...
LUI: Non te ne sentivi trattenuta?
SARA: Già, il giorno dopo non era più la stessa cosa...ero arrivata alla conoscenza, ma non ero capace di trattenere quel momento...lo volevo di nuovo quel momento...volevo che durasse per sempre...non avevo capito del tutto...ero convinta di desiderare lui, ma di lui non ero sicura...ciò che era stato fra noi non si sarebbe mai più ripetuto...D*****e mi avrebbe dimenticata...
LUI: Ma non ti era rimasto il senso di a,ppagamento?
SARA: ....avevo ricevuto il battesimo del fuoco della passione e sì, mi rimaneva un senso di appagamento...ma non si trattava di D*****e...era accaduto GRAZIE a lui, ma non si trattava di lui...non mi sentivo affatto soddisfatta...ci ero andata vicina, ma non ero riuscita ad afferrare quel...quella cosa...chissà cosa...
LUI: Insomma non lo sentivo tuo, non lo avevi in tuo possesso?
SARA: Ecco, sì. Non lo avevo in mio possesso. Non avevo capito completamente.
LUI: Ma cosa volevi capire? Non devi capire nietne.
SARA: Altresì: non trascinare queste fumose realtà dinamiche nell'io-cosciente mentale.
LUI: Esatto.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 02:09   #7
Banned
 

[...]

SARA: Il mistero dell'Amore...quale sarà mai...
LUI: "Amore" non significa niente. E' un concetto troppo vago e vasto, non si sa bene a cosa alluda, né da cosa tragga riferimento, è un universale vuoto che ognuno può riempire come vuole.
SARA: Il mistero del Sesso allora...quale sarà mai...
LUI: Ecco sì, Il concetto di Sesso è gia menno ambiguo. Ed ha uno qualche riferimento per lo meno. Pur tuttavia: il mistero, il terrore, ed il terribile potere del Sesso non deve essere spiegato. E non te lo spiegherò.
SARA: Uffa. Perché non vuoi dirmelo? Cos'è questa presopopea di voler essere l'unico depositario della conoscenza?
LUI: Che vantaggio ci sarebbe nel dirtelo? Il mistero deve restare nel suo oscuro segreto, e nel suo oscuro e potente dinamismo. La realtà del SeSso poggia sulle grandi convulsioni dinamiche dell'anima. E come tale deve essere compreso, una grande e conclusiva cesura nell'anima. Farne oggetto di ruminazioni mentali ed infimi simboli di chiave e serratura è semplicemente distruggerlo. In altre parole: te possino dà tante cortelllate pe' quante vorte t'ho detto di non farti le pippe mentali!
SARA: Ihihihihi! Hai ragione. Scusa.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 02:25   #8
Esperto
L'avatar di Konkurs
 

Spero che il racconto finisca con te che trucidi Sara perché più andiamo avanti e più ho voglia di incenerirla viva
Vecchio 23-12-2012, 02:29   #9
Banned
 

[...]

LUI: Ma dimme 'n po': Complessato venne a sapere della cosa poi? Come la prese?
SARA: Sapere di cosa?
LUI: Della fiammella di Pentecoste divampata tra te e D*****e.
SARA: Ah...sì, glielo confessei il giorno dopo...
LUI: E quindi? Come reagì a quest' affronto? Diede di matto?
SARA: Maccheé...non reagì....
LUI: E che fece allora?
SARA: Io credo che dentro di sè, non fu sorpreso di ricevere quella notizia...dentro di sé sapeva da molto tempo che prima o poi qualcyn'altro avrebbe violato la mia verginità...tuttavia si era sempre rifiutato di ammetterlo esteriormente.
LUI: Uhm!
SARA: Di conseguenza, esteriormente, la notizia gli giunse come il più terribile dei colppi, come la più terribile delle disgrazie. Aveva assolutamente mantenuto seerna la superficie della sua fiducia nei miei confronti.
LUI: Si fidava di te?
SARA: Lui è fatto così: con la forza della volontà tiene separato quello che sa per intuizione interiore da quello che la sua coscienza riconosce. Questo provoca in lui un stato di apprensione, di ansiia, di paura, di terrore, che rende il colpo, quando arriva, dieci volte più forte!.
LUI: Ma quando è arrivato il colpo ha reagito? E' andato su tutte le furie?
SARA: Complessato era come un bambino isterico. Seduto sul letto, immobile, spettrale, senza espressione.
LUI: 'Mpalato? A fasse venì l'infantiòlio?
SARA: Mise uno spavento terribile alla madre allorché ci raggiunse nella stanza..."Comply ma che hai, cosa ti succeded?"...ma lui niente, nessuna risposta...la madre temette che avesse avuto un coccolone..,.si precipitò a tastargli il viso e a sentirgli il polso..."oh, madonna! Oh, madonna!"...si stava avviasndo verso la porta quando la fermai e gli dissi" non ha niente, non si preoccupi, è a causa mia se sta così, ma non ha niente"...la madre si fermò e fissò sconcertata il figlio ...aveva il volto giallo, senza espressione, sembrava la faccia di un idiota...la rabbia lo sconvolgeva dentro, ma lui none le si ritorceva...si sentiva bruciare dalla rabbia, ma non la girava a me... probabilmente avrebbe fatto meno male a me che a lui, ma non me la dava...mi aveva orribilmente sui nervi, pure non mi aggrediva a viso aperto...soltanto mi detestava in silenzio, inghiottendo la propria bile...
LUI: Insomma, non te ne ha date di santa ragione? Cioé: lui viene a sapere che tu hai amoregggiato con un altro e non t'ammolla 'n cartone sul muso?
SARA: Niente. Neppure mi ha allungato un ceffone.
LUI: Anvedi 'sto cazzabubbolo! Non si tratta così una donna. A fregnaccione! A peracottaro! A 'mpedito!
SARA: Qualsisasi uomo ragionevole avrebbe dovuto sapere che la sua "fidanzata" prest o tardi si sarebbe data alla pazza gioia con un altro uomo che fosse stato capace di conciliare le sue impellenzxe di maschio in fregola con le esigenze emotive e sensuali di lei . Ero sicura che anche Complessato ne era, interiormente,, del tutto consapevole, ciò nondimeno non lo avrebbe mai ammesso a se stesso. Se lo avesse ammesso e ci si fosse preparato, oppure, se lo avesse ammesso e si fosse battuto concretamente contro una simile evenienza, - si fosse battuto con le unghie e con i denti per la sua donna! - il suo sarebbe stato un comportamento da uomo. Ma no! Invece no! Lo sapeva e continuava a prendersi in giro dicendosi che non era possibile, che non era vero, dando quindi per scontato che io mi sarei mantenuta "fedele" e spirituale sino al giorno del giudizio. Sentiva il diavolo che gli torcerva la coda e faceva finta che fossero gli angeli a sorridergli!
LUI: Ah, ma se me dici il rione 'ndove bazzica io questo lo incoccio e lo massacro di botte, lo smolecolo, lo riduco 'n cencio.
SARA: Questo succede perche pensa solo a se stesso. E' talmente preso da se stesso, è talmente succube dell'isterica comprensione del suo rancore inventato, che quando subisce un colpo sembra una mummia impigliata nelle proprie bende.
LUI: Poro cristo. Se stesse accorto. Ché c'ho le mani pesanti io. Co 'na manata gli svito er cranio.
SARA: Comunque, dopo quell'episodio, presi coscienza del factto che qualsiasi tentativo da parte mia di sollecitare la sua virilità e il suo orgoglio maschile sarebbe valso a nulla. Perché la sua virilità non esisteva. In lui non scorreva sangue. Era stato prosciugato, esaurito completamente dalla testa.
LUI: Scusa eh, però io non ho capito una cosa: ad oggi cosa ti lega alla bonanima di Complessato?
SARA: La vita della mente.
LUI: E cioèo? La conoscenza?
SARA: Non fraintendermi: la conoscenza è qualcosa di molto più vasto. E' un balocco assolutamente fuori dalla nostra portata. La conoscenza nasce da tutto l'insieme della coscienza, della pancia e del sesso come dal cervello e dalla mente. Ed è a quest'ultimi due che io mi riferivo,o ovvero il cervello e la mente.
LUI: Sì, ma la mente può solo analizzare e razionalizzare. Mettete pure ( tu e la bonanima di Complessato) la mente ee la ragionne a comandare sul resto e tutto quello che riuscirete a fare è criticare, e fare il deserto intorno.
SARA: Lo so, ma questo è ciò che riusciamo a fare. Mio Dio, Complessato ha così tanto bisogno di criticare... di criticare a morte. Viviamo quindi la vita della mente ed esultiamo nel nostro rancore inventato, e smontiamo questa sporca farsa.
LUI: Bada bene però, le cose stanno così: mentre si vive la prorpia vita in un certo modo si è un tutto organico con tutta quanta la vita. Dal momento, però, che si dà il via alla vita della mente si coglie la mela.
SARA: La mela? Ma che...?
LUI: Si è reciso il legame tra la mela e l'albero: il legame organico. E se nella porpria vita non si ha niente tranne la vita della mente, allora personalnmente si è una mela staccata dall'albero...si è caduti giù dalla'albero! E allora essere pieni di rancore è una necessità logica, proprio come per una mela andare a male è una necessità naturale.
SARA: Oh mio Dio...ma io non sono una mela staccata dall'albero, vero?
LUI: No, non credo. Dal momento che tu oggi hai i tuoi slanci passionali, i tuoi fremiti sessuali.
SARA: "Se nella propria vita non si ha niente TRANNE la vita della mente": Complessato è una mela staccata dall'albero.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 02:43   #10
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[...]

SARA: Adesso pereò voglio che mi racconti la tua iniziazione, il tuo primo fare assessso!
LUI: Fare assesso?
SARA: Ops! Volevo dire "fare all'amore". Non fare assesso. Quello è da bestie. Ihihihi!
LUI: Ché io so' 'n trucibardo perbene, senza sentimento nemmanco ammollo 'n cazzotto.
SARA: Ahahahah!
LUI: Dunque, la mia prima volta....ma nu se po sentì!
SARA: Dai! Dimmi: com, era il tuo primo amore?
LUI: Com'era chi? Lei?
SARA: Sì, descrivimela.
LUI: Una pertica.
SARA: Come, una pertica?!
LUI: Una pertica da un'ottantina di chili, capelli raccolti in una coda unta, zinne tanto enormi quanto basse, fianchi larghi troppo larghi...
SARA: Oh mio dio...
LUI: ...una di quelle battone per cui mi ero sempre chiesto "ma a che pro spenderci dei soldi quando 'na trippona del genere è la prima a dartela a gratise in una qualsiasi discoteca?".
SARA: Ma di viso era carina per lo meno?
LUI: Ammagara!.
SARA: Era bruttaa?
LUI: Ammappala se era brutta. Mor'ammazzata!
SARA: Ihihihhi. Epperò io sono esosa di aneddotica romantica. Uffa.
LUI: Uhm! Che voj sape''?
SARA: Voglio sapere del tuo primo amore!
LUI: Ma te l'ho detto! Nun me sta a dà er pilotto...
SARA: Voglio sapere del tuo primo amore! che non sia una prostituta però! Non ti viene in mente niente? la tua prima infatusazione adolescenziale?
LUI: Infatuazione adolescenziale? Ma de che?
SARA: Dai! Il tuo primo bacio!
LUI: Ah, sì. Il mio primo bacio...qualcosa mi balena alla mente...
SARA: Ebbene?
LUI: ...ricordo che avevo 15 anni...allora ero uno scrocchiazeppi...una specie di babbuino spelacchiato...
SARA: ...e quindi non grosso e villoso come sei adesso?
LUI: no...e tra l'altro ero timido e sensibile...
SARA: Oh, che dolce!
LUI: ...ricordo di lei...aveva 14 anni...era così carina...mi piaceva da impazzire...ricordo la vacanzz-studio...quell'albergo a Parigi...la camera spartana...la veduta pittoresca dalla finestra...io e lei da soli...la baciai e scappai via...
SARA: Oh, che tenero! Scappasti perché eri timido e sensibile?
LUI: No, è che mi ero sb*****o nelle mutande.
SARA: Ahahahah! Ma vaffanculo!
LUI: Eh eh eh.
SARA: Comunque sia, checchè tu ne possa dire, quello è stato il tuo primo amore...
LUI: Ma davvero? nun m'arisurta.
SARA: ...ed il primo ammore non si dimentica mai.....tantè che nel tuo cuore serbi ancor vivido il ricordo degli istanti vissuiti con lei...
LUI: Oddio, sì, po' esse.
SARA: ...e quant'è bello se poi si rimane amici con la persona che per prima ha fatto breccia nei tuoi sentimenti...per dire: lei la senti ancora? hai perso i contatti?
LUI: No, non la sento più. Non passa giorno in cui non mi chieda che fine abbia fatto.
SARA: Vedi?
LUI: Ed ogni volta mi rispondo che non me ne frega niente.
SARA: Ihihihihi! Quasi mi illudevo... Stronzo!

[...]
Vecchio 23-12-2012, 03:00   #11
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[...]

LUI: Perché te ne stai in disparte tutta ingrugnata? Che c'hai?
SARA: Hai presente quando ti prendono quei momenti no?
LUI: Embè?
SARA: Questo è uno di quei momenti.
LUI: Uhm! Ma che ti senti?
SARA: Non so, mi sento....inadeguata.
LUI: Inadeguata?
SARA: Brutta. Mi sento brutta, ecco. Vero che non lo sono? Ho bisogno di essere rassicurata.
LUI: No, sei brutta. Per essere una ragazza di vent'anni sei proprio brutta.
SARA: Grazie, eh. Mi sento sollevaata! Grazie, , grazie davvero. Ab imo pectore!
LUI: Però...
SARA: Però?
LUI: Prerò ti stimo.
SARA: Mi stimi?!
LUI: Sì, ti stimo perché, malgrado tutto, non ti nascondi. Brutta sei e brutta ti morstri senza infingimenti, né maschere, trucchi, trascurando abbigliamento e valorizzazioni estetiche. Ed è bene che le ragazzwe brutte non si curino, così mettono subito le cose in chiaro ed un uomo può evitarle senza spenderci ulteriore tempo.
SARA: Ma...ma sei un mostro! Come puoi pensare una cosa simile? Sai cosa ti dico: vaffanculo!
LUI: Vaffanciulo a me?
SARA: Sì, vaffanculo!
LUI: M'arimbarza. Quello che dici m'arimbarza.
SARA: Sei un cafone! Sei un cafone burino! Nient'altro!
LUI: Mettice 'na toppa.
SARA: Nel momento in cui avrei avuto maggiore bisogno di essere rincuorata circa il mio aspetto fisico, sono incappata nel più grande STRONZO che mi sia mai capitato di incorciare. Ma che diavolo. Che poi,, io mi chiedo: : ma se sono brutta perché cavolo ci sei uscita con me? Perché non mi hai dato buca? Dì, 'nfame!
LUI: Guarda, avrei voluto, ti giuro che avrei voluto tirarti il pacco, ma c'era qualcosa che trascendeva la mia volontà: il testosterone.
SARA: Ma mi stai a prende' per il culo? Voj baccajà!?
LUI: No, non voglio. E non ti sto prendendo in giro.
SARA: E allora? voj esse biastimato? Voj arimedià 'n bajacca? Che voj?
LUI: Tu mi piaci, mi fai sangue, al di là del fatto che tu sia brutta.
SARA: eh?
LUI: Hai sentito bene.
SARA: Quindi sei attratto da me?
LUI: Sì.
SARA: Malgrado io sia brutta?
LUI: Sì.
SARA: Ah, no. Non può essere. Come puoi essere attratto da una ragazza che non è bellla? Non c'è ragione che tenga.
LUI: Il testosterone ha le proprie ragioni che cuore e ragione non conoscono.
SARA: Ihihihihji! Comunque ciò che dici non ha senso...sebbene ti scagioni il tono convinto.
LUI: Ciò che dico non ha la benché minima importanza. La cosa tra noi esiste o non esiste.
SARA: E tra noi esiste?
LUI: Sì.
SARA: Ma come fai ad averne la certezza?
LUI: Dal sangue. Lo puoi sentire dal sangue.
SARA: Io non sento niente.
LUI: Percvhé vi è ancora l'interferenza da parte della testa . Ed il sangue non può operare puramente, finche l'anima non ha abbandonato i suoi molteplici gradi e forme dell'io-cosciente. Quando l'io si ritireerà nella quiescenza, si ritirerà dal cervello e ripiegherà nel sangue, allora ne avrai sensibilità.
SARA: Ok, sì. Adesso lo sento. Ma è il demonio!
LUI: Eh eh eh eh. Sei bella. Sei più bella di quanto tu possa sapere d'essere..
SARA: ...grazie.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 03:08   #12
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[...]

LUI: Basta! ho deciso: ti amo.
SARA: C-cosa?
LUI: Sì, ti amo. Ma ti amo sulo serio. E non come la bonanima di Complessato che, invece, soltanto ti accarezza con l'immaginazione, rubando di soppiatto istanti della tua vita e spiattelllandoli su un forum.
SARA: Mi ami?
LUI: De brutto. Quello che provo per te è amore vero. E sono disposto a tutto pur di dimostrartelo.
SARAA: A tutto?
LUI: Proprio in questo moemnto ho realizzato una cosa tremenda: io per te diventerei...monogamo!
SARA: Monogamo?!
LUI: Sai, uno di quegli esseri dediti alla cooppia che vanno a lavoro e tornano a casa felici di trovare una sola donna, che magari ci fanno un focolare insieme e smettono di pensare alla pluralità della fregna.
SARA: Sì, ho presente. Ne ho sentito parlare.
LUI: Eh eh eh eh.
SARA: Ihihihii.
LUI: Basta! è ora di darci un taglio: non ti amo più.
SARA: In ogni caso, concordo con te sul fatto che la monogamia sia solo uno spiacevole serraglio e che quindi vada fatta oggetto di dileggio ,, ma l'amore.... sull'amore non ammetto si facciano ossevazioni ironiche! L'amore è un sentimento stupenddo ed un giorno, quando sarai davvero preso da una donna, anche tu proverai questo sentimento che non si può fermare, non si può fermare!
LUI: Uhm! Sì ché l'amore è il Frecciarossa Milano-Roma?
SARA: Ihihihh! Ma va' cagare!

[...]
Vecchio 23-12-2012, 03:20   #13
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[...]

IN AUTO

Salirono sulla Golf GT.
LUI: Dove andiamo?
SARA: (mal celando un miscuglio di tristezza e smarrimento) ...dove ci porta la vita.
LUI: La vita? uhm!
Avviò il motore e presero a girare attorno la rotonda. Vi si attarderanno per dieci minuti e rotti.
SARA: Ahahahah! Va bene, dai. Ho capito. Ora la smetti di girare in tondo?
Fermò l'auto.
LUI: Allora, dove andiamo?

----

SARA: Dannazione! Perché il verde ci mette così tanto?
LUI: Sto semaforo è verniciato.
SARA: ihihihh
LUI: Ma tu che stai a legge'?
SARA: Gasp... l'oroscopo.
LUI: E che dice?
SARA: Dice...beh, che...dice bene insomma. Per quanto mi riguarda perlomeno. La salute è ok e il lavoro, o meglio gli studi, procedono come da regime.
LUI: E in amore?
SARA: In merito all'amore ancora meglio. Difatti, stando a quanto dice l'esperto, dovrò attendere solo un'altra decade affinché il mio Romeo, che io identifico come Complessato, si decida e si arrampichi sul mio balcone.
LUI: Ma se tu abiti al piano terra!
SARA: Doh! E' vero.
LUI: 'nsomma t'ha detto male, l'esperto.
SARA: ihihihih
LUI: Eh eh eh

----

LUI: Etciù!
SARA: Salute.
LUI: Che se ne va.

----

LUI: ...sta inziando a piovere.
SARA: mmh?!
LUI: Ammazza, mo' piove a zeffunno!
SARA: Ma non sta piovendo! Cosa diamine...?!
LUI: Ah, sì. Hai ragione. Scusa. Me lo sono immaginato.
SARA: Pallonaro.

----

SARA: E mo' che fai? Ti fermi?
LUI: Abbiamo bucato.
SARA: Davvero?
LUI: No, ma siamo arrivati. Su, scendi.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 03:36   #14
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[...]

SARA: Ma dove mi hai portata? dove ci troviamo?
LUI: Nel podere di Carlone e Giustina.
SARA: E chhi sono Carlone e Giustina?
LUI: Sono due anziani contadini che hanno fatto sempre i contadini ma che durante le vacanze si svagano facendo i contadini.
SARA: E cos'hanno a che spartire con te?
LUI: L'estate lavoro come bracciante nel loro podere.
SARA: Come bracciante?
LUI: S, sono preposto alla raccolta dei pomodori.
SARA: Ah. E' pesante come lavoro?
LUI: E' una faticaccia, certo, ma mio tocca se voglio avere di che pagarmi l'affitto, onde non dover tornare nelle grinfie della famiglia patriarcale media, e di che nutrirmi.
SARA: Ma adesso lavori?
LUI: Eh, è dura, comunque riesco semrpe a trovare lavori saltuari di ogni genere che mi permettano di portare avanti una vita tutto sommato dignitosa.
SARA: Ho capito. Però io mi chiedo: non staremo commetttendo violazione di proprietà privata restando qui?
LUi: No, noi adesso c'inguattiamo nel casolare....
SARA: E se ci beccano?
LUI: Chissenefrega.
SARA: Come chissenefregha?
LUI: Tranquilla. Se ci sgamano non ci saranno rappresaglie. Al massimo Carlone ci prende a fucilate.
SARA: Oh, ma stai a svarvolà? Io c'ho paura...
LUI: Fifona, seguimi.. Ché mio nonno e Carlone si conoscono da li tempi de Checch'e Nina.
SARA: Sicuro?
LUI: Erano pappa e ciccia.
SARA: Ma erché "erano"?
LUI: Mio nonno è venuto a mancare circa un anno fa.
SARA: Mi spiace.
LUI: Eh, che lavoratore che era 'l mi poro nonno.
SARA: Tuo nonno materno?
LUI: Sì. Mio nonno materno era una cosa eccezionale: zappatore infaticabile, ma infaticabile davvero, non conosceva domeniche e festivi. C'eveva proprio la passione del lavoro.
SARA: Un inarrivabile campione dello stakanovismo...
LUI: Sì, mio nonno stracciava tutti.
SARA:...tant'è che ti ha lasciato sulle spalle un'eredità pesante.
LUI: Popo.
SARA: Cosa è stato per te? Cosa ha rappresentato?
LUI: Mio nonno è stato per me ben più di un nonno: maestro, guida, modello, padre, fratello, zio di secondo grado per parte di madre, spalla su cui piangere, punching-ball sul quale sfogarmi, tutto.
SARA: Ihihihih. Dai!
LUI: Il più grande insegnamento che mi ha lasciato è stato: "quanno quarcheduno te fa 'n torto, tu roppeje la capoccia".
SARA: Ihihihi
LUI: Ah, anche: "ricordete: le cose che se montano nun se 'mprestano, da la bicicletta a la moje".
SARA: Ihihih. Che simpatico burbero.
LUI: Sì, con lui c'era da stramazzasse dae risate.
SARA: Doveva da esse popo 'n tajo.
LUI: Avoja! E quando annava fori co' l'accuso pò. Dovevi solo da mettete da parte. Altrimenti c'abbuscavi pure.
SARA: Addirittura?
LUI: Mi ricordo, inoltre, le volte in cui il su motore non si voleva mettere in moto. Lui abbaiava a denti stretti un "mannaggia alla m******** dei s****** v********!" e subito il motore ripartiva.
SARA: Ihihihi.
LUI: Mi manca così tanto...specie quando penso che mi doveva dei soldi. Mor'ammazzato!!
SARA: ma se è già morto...
LUI: Mor'ammazzato n'artra vorta!
SARA: Ihihih
[...]
Vecchio 23-12-2012, 03:46   #15
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[...]

SARA: A proposito: posso chiederti un favore?
LUI: Nun me cercà sordi! Arrangiate!
SARA: Ihihihi. Non ti sto chiedendo dei sordi.
LUI: Ah, e allora spara.
SARA: Pensavo: la prossima campagna estiva Complessato non potrebbe raccogliere i pomodore insieme a te?
LUI: Vuoi che lo faccia assunmere come bracciante da Carlone?
SARA: Sì, per piacere.
LUI: Uhm! Ma lui che lavori ha svolto dapprima?
SARA: Nessuno.
LUI: Come nessuno?
SARA: Nessuno. Non ha mai lavorato in 22 anni.
LUI: Scusa eh: ma 'sto scarzacane di che vive?
SARA: Sta a ricasco dei genitori.
LUI: Sulle spalle dei genitori? Magna pane a tradimento.
SARA: Comunque non è questo il punto.
LUI: No? e qual è?
SARA: Io ti ho chiesto se puoi farlo assumere. Non di dare un giudizio lapidario sui suoi (non) trascorsi lavorativi.
LUI: Vabbuò.
SARA: Fallo per me.
LUI: Beh, quantomeno sarà un'occasione per capire cosa significhi lavorare.
SARA: Considera, comunque, che lui reputa uno sforzo tuutto ciò che esula dalla sua postazione PC e ciò che si può fare su essa, quindi siate comprensivi con lui, dacché non è per niente avvvezzo alla fatica.
LUI: Dici che non si dimostrerà all''altezza del vigore fisico che la campagna richiede?
SARA: Me sa de no.
LUI: Dici che non riuscirà a strappar via dal suolo le piante di pomodoro?
SARA: Nemmanco una.
LUI: Vabbuò, se proprio nun je la fa, lo mando a capare i pomodori insieme alle donne.
SARA: Ahhahahah, questo sarebbe uno smacco senza pari.
LUI: Che significherebbe un. ulteriore affossamento della sua già precaria autostima. Eh eh eh eh eh.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 04:00   #16
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[...]

SARA: Basta, me ne voglio andare!
LUI: Dove vojj annà?
SARA: Non so, Londra, Parigi, Berlino...ma me ne voglio andare da questo paese di merda!
LUI: Bah, io questo tuo accesso di esterofilia non lo capisco. Voglio dire: il capitalismo è ovunque, perché dunque dovresti farci anche il tragitto per andare a fare la schiava?
SARA: Il capitalismo è ovunque?
LUI: Dappertutto, ormai.
SARA: Ma io non voglio, non voglio più vedere questa ghente che ha una casa sua, dei dei figliuoli suoi, delle relazioni sue; suo questo e suo quello! Vivere tra la gente che non possiede nulla, che non ha una casa, nè un caxzzo di computer, che non ha posizione né rango in società né gradi universitari, né circoli di amici tutti uguali, TUTTI UGUALI, ecco cosa desidero. Dio mio, gli ingranaggi complicati di questa gente, riescono a farti battere la testa come una pendola, con la loro monotonia meccanica e senza vita, senza radice, la loro mancanza di significato che ti rende... pazza! pazza! Come odio la vita, come la odio! E come detesto tutti i Complessato incapaci di innalzarsi al disopra delle tristezze del mondo reale, della monotonia, delle contingenze. Ne ho abbastanza di tutto ciò. Veramente. Ne ho fin sopra i capelli. Voglio andarmene!
LUI: Hai concluso la tua sortita? Ti senti meglio ora? E comuncque nessun posto sarà mai abbastanza lontano per andarsene. Finché regnerà il capitalismo.
SARA: Scappare da questi orrori, andar viaa immediatamente, all'estremo limite della terra, e liberarsi di tutto quanto, ecco cosa devo fare. Io sogno un mondo migliore, per me!
LUI: Per carità, sognare un mondo migliore va bene. Se intendi trasferirti su Nettuno.
SARA: Ahahahahahagh!
LUI: Daje, non ne parliamo più.
SARA: Mai più.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 04:14   #17
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[...]

SARA: Oh mio Dio, ma c'è un'altalena qui!
LUI: Sì, ma è vecchia...c'ha le catene ossidate...i sedili consunti...non...
SARA: Che bello! Ha anche due posti!
LUI: Guardacaso.
SARA: Dai! ci facciamo un giro?
LUI: Eccallà.
SARA: Dai!
LUI: No, nun c'ho fantasia.
SARA: Dai!
LUI: C'ariochi! T'hho detto che nun c'ho fantasia.
SARA: Dai!
LUI: 'N par de palle.
SARA: Dai!
LUI. Ok. sì. va bene. Ma piantalla!
SARA: Ihihihi. Alla fine ti ho persuaso.
LUI: Pozzin'ammazzatte!
SARA: Dai! montiamo su!
LUI: Famose riconosce.
SARA: Ghicio!
LUI: Orendo!
SARA: Devi sapere che sono sempre stata una grande appassionata dell'altalena, una fanatica, quasi una maniaca.
LUI: E voj manna in fissa pure me?
SARA: Quand'ero bambina.... non resistevo dallo scapicollarmi su ogni altalena che scorgevo... l'altalena rappresentava per me un richiamo magnetico, troppo ghiotto... mi fiondavo sul sedile... serravo le mani intorno alle catene e... e comincaivo a darmi spinte decise... chiudevo gli occhi, prendevo a poco a poco velocità... e mi dimenticavo di tutto il resto.
LUI: Uhm!
SARA: Adesso che sono una donna è cambiaato press' a poco nulla... certo i sedili mi vanno più stretti... prendo velocità più in fretta... le altezze raggiute non mi sembrano più così alte...ma la gioia, la candida e fanciullesca gioia... per quella sensazione di traballantelibertà è rimasta immutata..
LUI: Beh, sì, hai ragione... quando sei sull'altalena stai davvero bene... perché non sei più una persona in relazione con le altre...e con questo mondo...ma solo un corpo che gioisce dell'aria...che nell'aria si libra...sospeso nel vuoto...quando sei sull'altalena...non sei né luce né buio...né cielo né terra... e i crucci e gli affanni, tutt'a 'n botto, ti sembran ben misera cosa....
SARA: Intanto, poco lontano, a ridosso della recinzione, un gruppo di ragazzini ti sta guardando con la faccia di chi ha appena visto un babbasone ventiseienne sfoderare un principio di calvizie e un sorriso ebete mentre va sull'altalena.
LUI: Ahò! Ma il babbasone ventiseienne so io! indove stanno li regazzini?
SARA: Ihihihihi. Sei proprio uno spasso.
LUI: Ah, ma me stai a sfotte?
SARA: Ihihihi
LUI: Sparacazzate.
SARA: Allocco grande grosso e fregnone
LUI: Scortà: nun t'allargà però eh! altrimenti ce becchi!
SARA: ammazzate oh! se fa pe' ride!
LUI: Eh eh eh eh.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 04:18   #18
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[...]

SARA: Sai a chi stavo pensando mentre ero sull'altalena?
LUI: No.
SARA: A Complesssato.
LUI: aridaje!
SARA: Sì, Complessato. Che rappresenta l'epitome e l'apogeo di tutto ciò che è annoso e noioso e ansioso e faticoso. E inutile.
LUI: pozzin'ammazzallo!
SARA: Ho provato ad immaginarlo dondolare sullaltalena sgangherata e cingolante e sono giunta alla conclusione che Complessato non saprebbe godere del dondolio. Si vergognerebbe, sisentirebbe mortalmente a disagio. La paura del giudizio altrui non gli consentirebbe alcun' abbandono. Anche sull'altalena egli si sentirebbe in dovere di offrire un'immagine di sé austera, contegnosa, intaccabile.
LUI: Quant'è imbecille chi si prende sempre così sul serio.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 04:25   #19
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[...]

LUI: Faresti un bambino con me?
SARA: Eh?! No.
LUI: No? Motiva, la tua risposta almeno.
SARA: perché... perché no.
LUI: Ammappa, te sei sprecata. eh eh
SARA: Sai, devo riconoscere che sto bene con te. Mi piace un sacco averti come amante.
LUI: E con ciò?
SARA: E ti dirò di più: ce ne sono parecchi di uomini che mi piacerebbe avere - e che sarebbero ben possibili - come amanti.
LUI: Uhm?
SARA: Ma concepire un figlio con voi! Puah! Abominio e umiliazione!
LUI: Mal perché?
SARA: Il bambino potrebbe nascere Complessato.
LUI: Eh eh eh. Sì, ma anche, e molto probabilmente, scevro di complessi.
SARA: Seppur remota, c'è comunque la possibilità. E non si gioca d'azzardo sulla pelle di un'altra persona!
LUI: Eh eh eh eh eh.

[...]
Vecchio 23-12-2012, 04:46   #20
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[...]

SARA: ma che significa secondo te?
LUI: significa che non vi è alcuno forza assoluta nell'universo fisico alla quale tutte le altre possano essere riferite. Non vi è nessun singolo ed assoluto principio che governi il mondo. Penso sia tuttto sia relativo. Ma, allo stesso tempo sento, con ancor più forza,, che in se stesso ciascun individuo sia assoluto: nella propria essenza.
SARA: In ogni caso ciascun individuo avrà pure una meta. Voglio dire: qual è la meta finale?
LUI: Non vi è una meta finale. Tuttavia ci sono delle mete relative, ogni singolo secondo ha la sua piccola meta relativa. Quindi la domanda è: qual è la piccola meta relativa a proposito del prossimo secondo? Ponitela e rispondi al contempo.
SARA: (ricalcando la domnada) Qual è la piccola meta relativa a proposito del prossimo secondo? Bah, non saprei. E comunque il qual secondo è già passato... Che senso ha porsi una domanda se non si ha il tempo di dare soddisfazione a questa?
LUI: Esatto.
SARA: Esatto cosa? Non sono giunta ad una risposta edf anzi ti ho incalzato con una nuova domanda.
LUI: Nella domanda di rimando vi era la risposta. Annidata nello scetticismo di cui era impregnata.
SARA: Uffa, eppeprò adesso non riesco più a seguirti. Non afferro e mi annoio. Questa serata ha ormai assunto le fattezze di una di quelle tipiche serate intellettuali che sovente mi ritrovo a trascorrere in compagnia di Complessato. Che palle.
LUI: Una serata intellettuale questa? Uhm!
SARA: Sì.
LUI: Vogliamo dunque tramutarla in una serata intelligente?
SARA: Una serata intelligente? cioè? comme?
LUI: Ti va di scopare come dei fottuti animali poligami in 'seno alla massima allegra promiscuità?
SARA: He-hem...no!
LUI: Uhm! Mi sono posto male, forse. Anzi sì, sono stato indiscreto. Formulo meglio: che ne dici di scopare come dei fottuti animali poligami in seno alla massima allegra promiscuità?
SARA: Ahah, certo tu sei proprio fori. Davvero credi che sostituendo il "ti va..." con un più discsreto "che ne dici..." tu possa riuscire nel tuo intento di persuasione? Ho detto no ed è no. Non mi va adesso. Magari dopo.
LUI: E se te la lecco nel mentre che ti decidi?
SARA: ihihih. Anzi no. Sei uno sboccato!
LUI: Ma che cazzo. Ce lo sapevo. Tutta colpa di questo sistema di merda. Voglio dire: in un sano regime di ayatollhah avrei potuto quantomeno comprarti. Avrei dato a tuo padre i miei onesti 8otto cammelli ed ora sarei un uomo sessualmente appagato in quanto avrei in mano un prodotto inerme dei cui orifizi potrei servirmi secondo il mio arbitrio come meglio mi converrebbe. E invece no: noi vogliamo fare i fighi, la libertà di quà, i diritti dell’individuo di là, ed ecco il risultato. Tu sei libera di non darmela ed io ho il diritto di attaccarmi al cazzo. Bella cosa 'ista democrazia, sìsì, bel cazzo di affare. Ah, ma io ne ho le pelle piene. Fanculo tutti.
Sara trovava che lui diventasse irresistibilie quando dava in escandescenza. Quasi riusciva a sentire il pulsare precipitoso del suo sangue. Che esercitava su di lei come una malìa. A poco a poco abbandonò ogni salvaguardia, un flusso oscuro di passione elettrica potèè affluire e riversarsi in lei. Sara fremette e la sua mente si sciolse.
SARA: Ahahahaha! Ommioddio! Famolo!
LUI: Che insopportabile frustrazione. C’è chi nella vita desidera una sfirza di cose: viaggi, soldi, salute... Io ne voglio una sola: Sara De C*******o. Poi mi starebbe bene anche una catapecchia in provincia di Rieti senza muovermi mai, cene preparate con gli scart della mensa Caritas ed un cancro al duodeno. E invece niente: scoppio di salute e mi faccio le pippe mentali.
SARA: Ho detto, famolo! oh, mi senti?'
LUI: Uhm! C-che?
SARA: Baciami, sciocchino!
LUI: Ahò, ah 'mbecilla, sciocchino a chi? Viè qua che mo'... Toh, guarda che spingarda.
SARA: Oh madonna...è così... coslì... ora capisco perché tu sei così...mamma mia...ma lui è bello veramente... un tantino terrificante...ma bello davvero ...ed è da me che viene!
LUI: (guardando sornione la radice del ventre, lì dove il fallo stava ritto, grosso e inarcato) Sì, ragazzo mio! Sei in discrete condizioni! Sì, devi alzare la testa!ì Te ne stai per conto tuo eh? E non tieni conto di nessuno! Mi fai sentire una nullità, Sor Cocimelovo! Sei tu il capoccia? Il mio capoccia? Ebbene, sei più cazzuto di me, e parli di meno,. Sor Cocimelovo! La vuoi, quella? Vuoi la ciumaca? Mi ci hai fatto cascare di nuovo, eh? Sì', ti drizzi e sorridi. Ma sei 'no scassacazzzi de prima categoria. Chiedilo a lei, allora! Chiedilo a Sara! Dille: "SOLLEVATE GLI ARCHITRAVE, O PORTE, PERCVHE' POSSA ENTRARE IL RE DELLA GLORIAAAAA!"
SARA: Ah, no. E invece: ciccia!
LUI: Ma come, te la squagli?
SARA: Ihihihi.
LUI: Anvedi che stronza.
SARA: Dovrai sudarti le budella!
LUI: Se te chiappo te piano!

[...]
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Shutter Island [""""SPOILER"""""] Paridone Forum Cinema e TV 5 13-09-2014 22:10
...ma precisamente la differenza fra "normalone/a" ed "estroversone/a"? Death SocioFobia Forum Generale 24 16-12-2012 21:46
"fobici sociali" e "raduni" sono due parole che non vanno d' accordo tra di loro coccolino SocioFobia Forum Generale 20 28-06-2012 02:09
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uscire con l'amico quando il fratello è "d'intralcio&qu cancellato2369 Amore e Amicizia 22 20-09-2008 20:54



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