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Vecchio 22-07-2011, 20:50   #1
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Ho notato che qua manca un luogo dove è possibile riporre versi, strofe, interi poemi appena scoperti, oppure or ora richiamati dalla mente.

A me è venuto il desiderio di rileggere Vento a Tindari di Quasimodo:

VENTO A TINDARI.

Tindari, mite ti so
Fra larghi colli pensile sull’acque
Delle isole dolci del dio,
oggi m’assali
e ti chini in cuore.

Salgo vertici aerei precipizi,
assorto al vento dei pini,
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria,
onda di suoni e amore,
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi,
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima

A te ignota è la terra
Ove ogni giorno affondo
E segrete sillabe nutro:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna,
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.

Aspro è l’esilio,
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si muta
in ansia precoce di morire;
e ogni amore è schermo alla tristezza,
tacito passo al buio
dove mi hai posto
amaro pane a rompere.

Tindari serena torna;
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo da una rupe
e io fingo timore a chi non sa
che vento profondo m’ha cercato.
Vecchio 22-07-2011, 22:37   #2
Esperto
 

Ogni riferimento a voi-sapete-chi è puramente voluto ^^

Mentre noi corravam la morta gora,
dinanzi mi si fece un pien di fango,
e disse: "Chi se’ tu che vieni anzi ora?".

E io a lui: "S’i’ vegno, non rimango;
ma tu chi se’, che sì se’ fatto brutto?".
Rispuose: "Vedi che son un che piango".

E io a lui: "Con piangere e con lutto,
spirito maladetto, ti rimani;
ch’i’ ti conosco, ancor sie lordo tutto".

Allor distese al legno ambo le mani;
per che ’l maestro accorto lo sospinse,
dicendo: "Via costà con li altri cani!".

Lo collo poi con le braccia mi cinse;
basciommi ’l volto e disse: "Alma sdegnosa,
benedetta colei che ’n te s’incinse!

Quei fu al mondo persona orgogliosa;
bontà non è che sua memoria fregi:
così s’è l’ombra sua qui furïosa.

Quanti si tegnon or là sù gran regi
che qui staranno come porci in brago,
di sé lasciando orribili dispregi!".

E io: "Maestro, molto sarei vago
di vederlo attuffare in questa broda
prima che noi uscissimo del lago".

Ed elli a me: "Avante che la proda
ti si lasci veder, tu sarai sazio:
di tal disïo convien che tu goda".

Dopo ciò poco vid’io quello strazio
far di costui a le fangose genti,
che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio.

Tutti gridavano: "A Filippo Argenti!";
e ’l fiorentino spirito bizzarro
in sé medesmo si volvea co’ denti.


(Inferno VIII, 31-63)
Vecchio 25-07-2011, 07:11   #3
Banned
 

"Su la sabbia di Gela colore della paglia
mi stendevo fanciullo in riva al mare antico di Grecia
con molti sogni nei pugni stretti e nel petto.

Là Eschilo esule misurò versi e passi sconsolati,
in quel golfo arso l'aquila lo vide,
e fu l'ultimo giorno."

Salvatore Quasimodo
Vecchio 05-08-2011, 21:49   #4
Esperto
L'avatar di nymphe
 

Continuiamo con Baudelaire. C'è allegria nell'aria insomma.

Mi sento malinconica stasera, la poesia che propongo mi trasmette un'immagine semplice ma intensa, nella quale, perchè no, anche immedesimarsi:

Tristezza della luna

Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.


«I fiori del male»


En français:

Tristesse de la lune

Ce soir, la lune rêve avec plus de paresse;
Ainsi qu'une beauté, sur de nombreux coussins,
Qui d'une main distraite et légère caresse
Avant de s'endormir le contour de ses seins,

Sur le dos satiné des molles avalanches,
Mourante, elle se livre aux longues pâmoisons,
Et promène ses yeux sur les visions blanches
Qui montent dans l'azur comme des floraisons.

Quand parfois sur ce globe, en sa langueur oisive,
Elle laisse filer une larme furtive,
Un poète pieux, ennemi du sommeil,

Dans le creux de sa main prend cette larme pâle,
Aux reflets irisés comme un fragment d'opale,
Et la met dans son coeur loin des yeux du soleil.


«Les fleurs du mal»
Vecchio 08-08-2011, 02:03   #5
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Abendphantasie, Friedrich Hölderlin.

Davanti alla sua capanna side tranquillo nell’ombra
L’aratore; fuma il focolare dell’uomo parco.
Ospitale risuona al viandante nella pace
Del villaggio la campana del vespro.

Ora anche i naviganti tornano al porto,
in lontane città, lieto si estingue lo strepito
industre del mercato, nel quieto fogliame
splende agli amici il convito socievole.

E io dove mi volgo? Vivono i mortali
Di mercede e lavoro; in alterno travaglio e riposo,
tutto è gioia; perché non dorme
mai solo per me questa spina nel petto?

Nel cielo della sera si schiude una primavera;
innumeri le rose fioriscono e calmo risplende
l’aureo mondo; oh, lassù prendete
anche me, nubi di porpora! E possa

dileguare in luce e aria il mio amore e dolore! –
Ma, come atterrito da folle preghiera, fugge
l’incanto; si fa buio e solitario
sotto il cielo, come sempre io sono…

vieni tu, dolce sopore! Soverchia è la voglia
del cuore, ma infine, gioventù, la tua brace si spegne,
tu senza pace, sognante!
Calma e serena è poi la vecchiaia.
Vecchio 23-08-2011, 11:28   #6
Intermedio
L'avatar di LaBelleDameSansMerci
 

Che sorpresa leggere Hölderin, di solito poco conosciuto.

Io stamattina ho riletto questa di Emily Dickinson, che ho scritto proprio davanti al mio letto, su un mobile, qualche anno fa.
Quote:
Non può essere l'estate:
è già passata;
è troppo presto per la primavera;
bisogna traversare la lunga città bianca
prima che i merli cantino.
Non può esser la morte - è troppo rossa -
e i morti vestono di bianco.
E il tramonto mi tronca le domande
in una stretta di crisolito.
Vecchio 20-09-2011, 14:35   #7
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Quote:
Originariamente inviata da LaBelleDameSansMerci Visualizza il messaggio
Che sorpresa leggere Hölderin, di solito poco conosciuto.
Amo i poeti poco conosciuti, ma il nome Hölderlin non dovrebbe essere avvolto dalle tenebre più fitte dell'oblio.

Altro tedesco, questo decisamente più conosciuto: Goethe.

Elegie romane:

Lieto e ispirato or qui sul classico suolo mi sento,
con forza piú gentile parlanmi qui due mondi.

Qui seguo il consiglio, a l’opre mi do dei maggiori
con premurosa mano,sempre con nuova gioja

Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato.
Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono.

E non m’èduco forse spiando del seno leggiadro
le forme, e via guidando la mano giú per l’anca?

Bene allor prima intendo il marmo; pensando comparo,
con toccante occhio vedo, con man veggente tocco.

Che se la Bella poi mi ruba qualche ora del giorno,
ore mi dà la notte, che compensanmi a pieno.

Non si bacia già sempre, si fan pur dei savi discorsi;
e s’ella al sonno cede, medito io molto allora.

E spesso a lei scandito con agile man su le terga
ho l’esametro, e spesso ho in braccio a lei rimato.

Ella alita dolce, nel sonno leggiero, e nel fondo
piú segreto del petto l’alito suo m’infoca.

Attizza Amor frattanto la lampa, e ripensa quel tempo,
che ai triunviri suoi rendea servigio uguale.




"Però le notti amore mi tiene altrimenti occupato./Dotto a metà divengo, ma lieto al doppio sono." Beato Goethe!
Vecchio 11-11-2011, 15:24   #8
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Canto dell'artista, Goethe.

Per creare, per concludere,
cerca spesso, artista, d'isolarti;
per godere delle tue invenzioni,
corri allegro a unirti agli altri!
Lì scruta nel tutto, prendi atto
del corso della tua vita,
e le opere di tanti anni
rivedrai nel tuo compagno.
Vecchio 17-11-2011, 21:17   #9
Esperto
L'avatar di EdgarAllanPoe
 



"Per Eleonora i versi più noti: l'inizio del manoscritto autografo de La Pioggia nel pineto, la lirica più famosa di tutta la produzione letteraria di D'Annunzio. Il pretesto narrativo della lauda è una passeggiata del poeta nel bosco con Ermione: un nome che nasconde l’identità, almeno sentimentale, di Eleonora Duse. L'attrice trascorse col poeta le estati dal 1899 al 1903".

Vecchio 18-11-2011, 00:17   #10
Esperto
 

Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo,
tu mi tien’ bene la lancia a le reni,
s’eo desno con altrui, e tu vi ceni;
s’eo mordo ’l grasso, tu ne sugi ’l lardo;
s’eo cimo ’l panno, e tu vi freghi ’l cardo:
s’eo so discorso, e tu poco raffreni;
s’eo gentileggio, e tu misser t’avveni;
s’eo so fatto romano, e tu lombardo.
Sì che, laudato Deo, rimproverare
poco pò l’uno l’altro di noi due:
sventura o poco senno cel fa fare.
E se di questo vòi dicere piùe,
Dante Alighier, i’ t’averò a stancare;
ch’eo so lo pungiglion, e tu se’ ’l bue.


(Cecco Angiolieri, Sonetto CII)
Vecchio 24-11-2011, 09:42   #11
Banned
 

Ecco a voi un haiku:

"Kantekkotsu
ume wo metoru to
yumemi keri."

(Sōseki)

"Il freddo penetra nelle ossa
prendo in sposa un pruno
in sogno".
Vecchio 26-11-2011, 09:38   #12
Banned
 

Visto che qui spesso si parla di sessualità eccovi questo sonetto in veneto intitolato "Lode alla mona":

"Cara Mona, che in mezzo a do colone
Ti xe là messa, come un capitelo,
Per cupola ti gà do culatone,
E ’l bus del Cul de sora xe ’l to Cielo.

Perchè t’adora tutte le persone
Ti stà coverta sotto un bianco velo,
Che, se qualcun te l’alza, e che t’espone,
Vittima sul to altar casca ogni Oselo.

El sacro bosco ti me par de Diana,
Dove all’ingresso ghè do mustacchioni,
Che all’arca ne conduse della mana;

Notte, e zorno ti fà miracoloni,
Che l’acqua, che trà sù la to fontana,
Dà vita ai morti, e spirito ai Cogioni."

(Zorzi Alvise Baffo)

Ultima modifica di Nothing87; 26-11-2011 a 11:47.
Vecchio 26-11-2011, 11:13   #13
Esperto
L'avatar di Otago
 

Me jera xa capità de lexarla.
Vecchio 26-11-2011, 11:18   #14
Esperto
L'avatar di Otago
 

La preferita di ogni studente:

MATTINA
G.Ungaretti

M’illumino
D’immenso.


Ungaretti è sempre stato il mio preferito.
Vecchio 26-11-2011, 11:57   #15
Banned
 

Una delle mie preferite in assoluto.

Lilicka! (In luogo di una lettera) - Vladimir V. Majakovskij

Un fumo di tabacco ha divorato l'aria.
La stanza
è un capitolo dell'inferno di Krucennych.
Ricordati -
Proprio a questa finestra
per la prima volta
estasiato accarezzavo le tue mani.
Eccoti oggi seduta,
il cuore chiuso dentro una corazza.
Ancora un giorno e poi
mi scaccerai
magari anche imprecando alle mie spalle.
Nella buia anticamera la mano nella manica
più non stenterà a entrare disfatta dal tremore.
Correrò via
e getterò il mio corpo sulla strada.
Selvatico animale
impazzirò
sotto una sferza di disperazione.
Ma così non si deve,
mia cara,
mia diletta,
meglio lasciarci ora.
Non importa -
Il mio amore
e' un pesante macigno
che incombe su di te
ovunque tu possa fuggirmi.
Lascia in un grido estremo che si sfoghi
l'amarezza dei lamenti e del rancore.
Quando anche un bue è disfatto di fatica
lui pure andrà a gettarsi
in fredde acque in cerca di ristoro.
Ma altro mare non c'è per me
tranne il tuo amore
né tregua c'è in amore anche nel pianto.
Se un elefante stanco vorrà pace
si stenderà maestoso sull' infuocata sabbia.
Ma altro sole non c'è per me
tranne il tuo amore,
benché io non so tu dove o con chi sei.
Se così se ne fosse tormentato
dell'amore - un poeta
in soldi e gloria l'avrebbe mutato,
ma altro suono non c'è
che mi dia gioia
tranne che il suono del tuo nome beato.
E non mi getterò giù nella tromba delle scale
e non berrò il veleno
né premerò il grilletto dell'arma sulla tempia.
E non c'è lama di coltello che abbia su me potere
tranne che sia la lama del tuo sguardo.
Tu scorderai domani
che io t'incoronavo
che d'un ardente amore l'anima ti bruciavo,
e un carnevale effimero di frenetici giorni
disperderà le pagine dei miei piccoli libri...
Le secche foglie delle mie parole
potranno mai indurre uno a sostare,
a respirare con avidità?

Almeno lascia che un'estrema tenerezza
copra l'allontanarsi
dei tuoi passi.


26 maggio 1916, Pietrogrado
Vecchio 26-11-2011, 23:44   #16
Banned
 

Qui giacciono i miei cani (D'Annunzio)

Qui giacciono i miei cani
gli inutili miei cani,
stupidi ed impudichi,
novi sempre et antichi,
fedeli et infedeli
all’Ozio lor signore,
non a me uom da nulla.
Rosicchiano sotterra
nel buio senza fine
rodon gli ossi i lor ossi,
non cessano di rodere i lor ossi
vuotati di medulla
et io potrei farne
la fistola di Pan
come di sette canne
i’ potrei senza cera e senza lino
farne il flauto di Pan
se Pan è il tutto e
se la morte è il tutto.
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla.

Mi è sempre piaciuta e mi ha sempre affascinato, anche se non ho mai capito il significato degli ultimi versi. Se qualcuno lo conosce si faccia avanti :P
Vecchio 14-12-2011, 16:26   #17
Esperto
L'avatar di Don Chisciotte
 

Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell'attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall'odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;

se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo,
se riuscirai ad affrontare il successo e l'insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo;
se riuscirai a riascoltare la verità da te espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
e a perdere ed a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: "Tieni duro!";

se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici né i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l'attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e - quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!


Se di Rudyard Kipling
Vecchio 31-12-2011, 17:57   #18
Principiante
 

MEZZ'ORA


Mio non sei stato né mai sarai,
Credo. Fu l'altro ieri:
Uno sfiorarsi al bar, dirsi qualcosa,
Niente di più; e già la pena provo
Del rimpianto, confesso. Ma c'è talvolta
In noi dell'Arte, di mente tale eccesso
Che un' ombra fuggitiva di piacere
Trasformiamo in sostanza, ne facciamo
Realtà palpabile. Così fu al bar,
L'altro ieri: complice in me una
Ubriacatura misericordiosa,
In rapimento erotico ho vissuto
Per mezz'ora, assoluto...

(Devi averlo capito: sei rimasto
Apposta un po' di più). Ma quanto,
Oh quanto necessario fu il guardarti
Nelle labbra, e il corpo tuo accanto
Avere al mio... Concesso
Non m'avrebbero un tale incanto
Vertigine d'alcool, sogno,
Pur tanto forti, mai...


Konstantinos Kavafis
Vecchio 27-01-2012, 11:55   #19
Esperto
L'avatar di EdgarAllanPoe
 




Dall’Argine

Posa il meriggio su la prateria.
Non ala orma ombra nell’azzurro e verde.
Un fumo al sole biancica; via via
fila e si perde.

Ho nell’orecchio un turbinìo di squilli,
forse campani di lontana mandra;
e, tra l’azzurro penduli, gli strilli
della calandra.
Vecchio 27-01-2012, 14:46   #20
Avanzato
L'avatar di Carlien
 

Wislawa Szymborska - Addio a una vista

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.
Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora - bella
come era.
Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere
e tacere felici.
Suppongo perfino
che li unisca l'amore
e che lui stringa lei
con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro
ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza
ci rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.
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