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Vecchio 05-04-2012, 20:25   #21
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la cosa migliore del mondo
Vecchio 05-04-2012, 20:27   #22
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Originariamente inviata da Quintuplo Visualizza il messaggio
Purtroppo, esprimere la propria opinione, non significa esprimerla per il bene di tutti.
massima stima
Vecchio 05-04-2012, 21:21   #23
Esperto
L'avatar di eVito Corleone
 

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Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio


Avremmo parecchio da guadagnare in quanto fobici in una società strutturata maggiormente sulla cooperazione credo.
Non lo so, questa affermazione sarebbe da verificare empiricamente, un elemento fondamentale nella cooperazione tra individui è la comunicazione tra di essi e non mi sembra che sia proprio il nostro punto di forza.

Inoltre credo che in quanto fobici saremmo i primi a respingerla, sin da piccolo nei lavori di gruppo io mi sono sempre trovato a disagio, quindi se la società fosse basata sulla cooperazione mi troverei comunque a disagio.
Vecchio 05-04-2012, 23:55   #24
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Il Male è il Bene di una parte sola.

(lol il caro John Nash ha preso il Nobel su questa cosa)
Vecchio 06-04-2012, 00:12   #25
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Originariamente inviata da libertario Visualizza il messaggio
Io penso che per cambiare davvero il mondo e la storia dell'umanità dovremmo fare una cosa semplicissima, facilissima: abolire il diritto di eredità! Una mossa soltanto, ma netta e drastica. Ciò che accumuli, lo possiedi, ma è tuo solo "a scadenza". Uno poi se vuole e se ci crede davvero, può anche dedicare tutta la propria vita all'accumulo, alla competizione, all'individualismo, al successo. Ma poi, fine. Alla sua dipartita "Riposi in pace. Amen", e tutto viene rimesso a disposizione della collettività. Ci pensate? Non sarebbe una vera rivoluzione? Ci sarebbero implicazioni e reazioni a catena in tutti i campi del vivere sociale, l'economia non sarebbe più la stessa. E finirebbero anche le guerre, all'istante. Utopia? Si, ovviamente. Ma anche solo pensarci, mi fa star bene, mi cambia un po', anche.-
E' una idea rivoluzionaria.
Vecchio 06-04-2012, 00:18   #26
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Originariamente inviata da someday Visualizza il messaggio
Mi intrometto solo per dire che il modello di homo oeconomicus è un concetto abbastanza limitato e in generale superato - almeno per quanto riguarda la teoria economica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_oeconomicus

Per quanto riguarda la tua domanda invece, mi trovo abbastanza d'accordo con tutto ciò che ha detto Bourée.

Le teorie economiche ultimamente mi sembra si siano dimostrate un tantino fallaci. E' un dato di esperienza spicciola che se puoi ottenere una cosa compiendo 1x di forza non spenderai 2x di forza.
Vecchio 06-04-2012, 00:28   #27
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Originariamente inviata da Bourée Visualizza il messaggio
La fatica non è solo quella fisica, è anche quella "intellettuale". Cosa si intende per cooperazione? è soltanto uno scambio di prestazione? una condivisione di progetti, esperienze, lavoro? è mettere in comune le ricchezze derivate dal lavoro comune? è aiuto reciproco incondizionato? è mettere a disposizione degli altri le proprie capacità? sì, immagino possa essere tutto ciò. Ma non solo. E' anche sforzarsi di partecipare attivamente alla vita del gruppo, condividendo le decisioni e assumendosi coscientemente la responsabilità di ciò. E' partecipare attivamente alla vita politica e culturale (e non solo a quella produttiva). E' non delegare i propri doveri, è non limitarsi a scegliere chi rappresenti le proprie convizioni ma essere il rappresentante di sé. La nostra società (nella maggior parte dei casi, non tutti) si è adagiata nel meccanismo della rappresentanza (che non è la democrazia etimologicamente intesa), delegando ad altri le proprie responsabilità e disinteressandosi di essere parte attiva nelle decisioni assunte (vd. referendum). Si è messa "intellettualmente" a riposo.

Per risponderti: la cooperazione implica sempre la partecipazione consapevole.
Cosa si intende per cooperazione?Fisica e intellettiva. Per il raggiungimento del benessere fisico e intellettivo e psicologico.

La democrazia odierna non ha molti punti di contatto con la originaria democrazia ateniese: era una democrazia partecipativa, con molti limiti seppure.

Noi ci illudiamo che viviamo in democrazia perchè votiamo: credo che la democrazia sia più che votare, sia appunto partecipare alle decisioni.
Vecchio 06-04-2012, 00:35   #28
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Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
Non lo so, questa affermazione sarebbe da verificare empiricamente, un elemento fondamentale nella cooperazione tra individui è la comunicazione tra di essi e non mi sembra che sia proprio il nostro punto di forza.

Inoltre credo che in quanto fobici saremmo i primi a respingerla, sin da piccolo nei lavori di gruppo io mi sono sempre trovato a disagio, quindi se la società fosse basata sulla cooperazione mi troverei comunque a disagio.


Io non respingerei un aiuto. La cooperazione implicherebbe aiutarti a uscire dal disagio della fobia, ammesso che tu volessi, proprio perchè non sarebbe basato sul metterti ai margini ma includerti nel sistema
Vecchio 06-04-2012, 02:38   #29
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eh un altra cosa io prima di tutto però metterei il controllo delle nascite perchè secondo me la sovrapopolazione è un problema serio , lo metterei uguale in tutto il mondo 2 limite massimo di figli non per coppia ma per essere umano nel senso io faccio due figli con una ma non ne posso fare un altro con un altra futura moglie , sembra dittatura ma inizialmente per i primi 100 o 200 anni si dovrebbe fare perchè le risorse scarseggiano e la popolazione mondiale cresce esponenzialmente, e poi un bel colpo di stato mondiale che azzeri i redditi i beni di tutti e ritornerei al baratto , in teoria avrebbe senso perchè va di pari passo con l universo , paragonandoci a una supernova noi siamo cresciuti e ci siamo espansi e ora è giunto il momento di collassare e tornare indietro.
Vecchio 06-04-2012, 11:57   #30
Intermedio
L'avatar di someday
 

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Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio

Le teorie economiche ultimamente mi sembra si siano dimostrate un tantino fallaci. E' un dato di esperienza spicciola che se puoi ottenere una cosa compiendo 1x di forza non spenderai 2x di forza.
No, non lo è. Dai per scontato che tutti gli individui abbiano capacità logica perfetta, ragionino correttamente, non commettano errori e soprattutto che siano completamente informati (operino cioè in un gioco ad informazione completa).
Solo nella teoria economica l'individuo è considerato un agente razionale che opera esclusivamente nel proprio interesse, valutando costi e benefici e combinandoli secondo scelte ottimali (il modello dell'homo oeconomicus appunto).

Nel mondo reale non funziona per tutti così, anche volendo analizzare la questione a livello microscopico come intendi tu. I processi decisionali che portano a fumare sigarette, procrastinare, mangiare nei fast food, ecc non si spiegano dal punto di vista della razionalità...
O meglio si spiegano solo considerando una razionalità limitata, non perfetta – spesso si perdono di vista i benefici a lungo termine a favore di quelli a breve termine (con i primi in genere considerati di gran lunga superiori/più vantaggiosi rispetto ai secondi). Non sono decisioni consapevolmente illogiche ma dettate dall'istinto, dalla consuetudine, dalla scarsa propensione all'incertezza, da altri fattori ancora ( qui sarebbe un discorso più psicologico/sociologico che economico in senso stretto)
Ah evidentemente l'argomento richiede molto più delle sue righe di analisi approssimata che sono in grado di fare io e, anche potessi, non vorrei andare troppo o.t.

Comunque se ti interessano cooperazione e competizione dal punto di vista economico il dilemma del prigioniero è un ottimo esempio della teoria dei giochi e si applica bene anche in ambito non economico. Se non lo conosci già lo trovi qui (ma anche su wikipedia è spiegato bene):
http://areeweb.polito.it/didattica/p...rigioniero.htm
Vecchio 06-04-2012, 14:54   #31
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Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio
Thread dichiaratamente complementare a : cosa ne pensate della competizione
1) è sottovalutata nella nostra società.
Soprattutto è sottovalutata nel sistema di istruzione, che è molto competitivo e individualistico. Questo crea spesso un management non preparato e non in grado di rendere gli ambienti di lavoro idonei alla collaborazione.
Ma poiché la collaborazione è efficace molti capi capiscono in autonomia (o attraverso i corsi di management) l'importanza di fare squadra e quindi di rendere il comportamento collaborativo vantaggioso per il singolo.
Vi faccio un esempio.
Ho lavorato come data entry. Per cercare di dimensionare il carico medio di lavoro, il capufficio mise in giro la voce che la resa minima era di 200 pezzi lavorati (non entro nel dettaglio, immaginatevi quel che volete).
Il problema è che esistevano pezzi più semplici da processare e pezzi con una lavorazione più elaborata.
Sicché, quando si doveva andare ad attingere ai pezzi da lavorare, ognuno cercava di collezionare il più possibile pezzi di semplice lavorazione, scartando quelli che richiedevano dalle 2 alle 5 volte il tempo standard.
Lo scopo poteva essere riuscire a fare la resa choaccherando e prendendo spesso il caffé, oppure cercare di fare un numero spropositato di pezzi nella speranza di farsi vedere volenterosi ed essere assunti a tempo indeterminato.
Succedeva poi che tutti i pezzi scartati finivano in fondo e alla fine se li doveva pigliare sempre il povero cristo sfigato di turno, che non riusciva a far resa e veniva pure cazziato.
Ciò ha creato alla lunga un pessimo ambiente di lavoro, con gente che prendeva i pezzi brutti e inseriva dati fasulli per far prima, gente che litigava per i pezzi pregiati, gente che si deprimeva e non aveva voglia di lavorare...

Al capo non fregava se uno lavorava 100 o 10 o 1000 inserimenti, l'importante per lui era azzerare le lavorazioni a fine giornata. Quindi perché non creare uno spirito di squadra? un bel display col numero di lavorazioni COMPLESSIVE e un obiettivo DI SQUADRA, non personale. Ognuno avrebbe cercato di fare il suo meglio. Le persone che facevano finta di lavorare perché avevano già raggiunto resa sarebbero state stigmatizzate dai colleghi stessi, in quanto non aiutavano a raggiungere l'obiettivo. I bravi avrebbero lavorato di più, quelli con difficoltà avrebbero comunque fatto la loro parte...
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