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		|  29-01-2011, 01:56 | #1 |  
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			Già  prima della lettura dell’AOE queste espressioni come altre similari mi  suonavano strane e mi lasciavano una brutta sensazione. Dire che si ha   un ragazzo o una ragazza è fondamentalmente sbagliato perché una persona  non si può possedere. Ora leggendo AOE scopro che queste espressioni  fanno parte di un mutamento idiomatico verificatosi negli ultimi secoli e che è rilevabile ad esempio anche nel crescente uso di sostantivi e nel  decrescente uso di verbi nelle lingue occidentali. Tutto ciò è uno dei sintomi dello spostamento di accento dall’essere all’avere. Un  sostantivo designa un oggetto, qualcosa che si può avere. Io posso  dire che ho  una casa, che ho  un’automobile, che ho  un libro. Ma non  posso dire che ho  una moglie o che ho  un matrimonio felice. Semmai dirò  che sono  felicemente sposato. Allo stesso modo non posso avere  l’amore.  Posso amare, posso essere  innamorato. Lo stesso vale per i problemi  psicologici. Io non ho  la fobia sociale, semmai soffro  di fobia sociale.  Io non posso avere un problema dal momento che un problema non è un  oggetto. Però il problema può avere me, sicché divengo posseduto dal  problema, e in questo divenire divengo io stesso un oggetto. E’ un modo di parlare insomma che traduce un forte grado di  alienazione. Domanda di prammatica: voi cosa ne pensate?
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				 Ultima modifica di MoonwatcherII;  29-01-2011 a 02:42.
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		|  29-01-2011, 02:00 | #2 |  
	| Esperto 
				 
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			accademia della crusca that way --->    
Che ne devo pensare... che son parole, ed anche se quello dei girotondi diceva che le parole sono importanti, mi sa che qui ti stai alluppando più del solito ^^
 
Successo qualcosa?
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		|  29-01-2011, 02:04 | #3 |  
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			Non sono solo parole, sono un sintomo di un disagio più profondo della nostra società! 
Datemi retta che io sono il Messia che vi salverà!    |  
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		|  29-01-2011, 02:14 | #4 |  
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			What's AOE?    |  
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		|  29-01-2011, 02:16 | #5 |  
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					Originariamente inviata da Winston_Smith  What's AOE?   |  "Avere o essere?" di Erich Fromm, prendo in giro WLM che chiama TDA il saggio di Anepeta sull'introversione.    
(si scherza, eh!)
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		|  29-01-2011, 02:17 | #6 |  
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			Ma come ed io che pensavo ti riferissi all'associazione ornitologica europea...che delusione -_-
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		|  29-01-2011, 02:18 | #7 |  
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					Originariamente inviata da Altamekz  Ma come ed io che pensavo ti riferissi all'associazione ornitologica europea...che delusione -_- |  Vedi forse uccelli nel mio topic?    |  
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		|  29-01-2011, 02:20 | #8 |  
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					Originariamente inviata da moonwatcherII  Vedi forse uccelli nel mio topic?   |  Hai detto uccelli? noooooo   YouTube        - FAMILY GUY - Bird is the Word! |  
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		|  29-01-2011, 02:32 | #9 |  
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					Originariamente inviata da Viridian  Però sai, forse tutto questo sottintende un crescendo di insicurezze e di paure. Forse ci si fa più domande che nel passato, o forse si son scoperte tante (troppe cose) che lasciano turbamento. |  O magari non sono le troppe cose che abbiamo scoperto che ci lasciano turbamento ma quelle che sono aldilà della nostra conoscenza, insomma abbiamo capito che "abbiamo i nostri limiti" (cit. dott. Tyrell in Blade Runner   ).
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		|  29-01-2011, 02:50 | #10 |  
	| Avanzato 
				 
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					Originariamente inviata da moonwatcherII  Già  prima della lettura dell’AOE queste espressioni come altre similari mi  suonavano strane e mi lasciavano una brutta sensazione. Dire che si ha  un ragazzo o una ragazza è fondamentalmente sbagliato perché una persona  non si può possedere. |    |  
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		|  29-01-2011, 03:11 | #11 |  
	| Avanzato 
				 
				Qui dal: Nov 2010 Ubicazione: Dove si posano i "persi" :D 
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					Originariamente inviata da moonwatcherII;478377[SIZE="1"
					
				 ]Già  prima della lettura dell’AOE queste espressioni come altre similari mi  suonavano strane e mi lasciavano una brutta sensazione. Dire che si ha  un ragazzo o una ragazza è fondamentalmente sbagliato perché una persona  non si può possedere. Ora leggendo AOE scopro che queste espressioni  fanno parte di un mutamento idiomatico verificatosi negli ultimi secoli e che è rilevabile ad esempio anche nel crescente uso di sostantivi e nel  decrescente uso di verbi nelle lingue occidentali. Tutto ciò è uno dei sintomi dello spostamento di accento dall’essere all’avere. Un  sostantivo designa un oggetto, qualcosa che si può avere. Io posso  dire che ho una casa, che ho un’automobile, che ho un libro. Ma non  posso dire che ho una moglie o che ho un matrimonio felice. Semmai dirò  che sono felicemente sposato. Allo stesso modo non posso avere l’amore.  Posso amare, posso essere innamorato. Lo stesso vale per i problemi  psicologici. Io non ho la fobia sociale, semmai soffro di fobia sociale.  Io non posso avere un problema dal momento che un problema non è un  oggetto. Però il problema può avere me, sicché divengo posseduto dal  problema, e in questo divenire divengo io stesso un oggetto. E’ un modo di parlare insomma che traduce un forte grado di  alienazione. Domanda di prammatica: voi cosa ne pensate? |  
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Cosa ne penso ? Ci vorrebbero troppe pagine .. 
Posso restringere a:
 
Una volta si diceva: 
 
"essere o non essere"
 
oggi sembra più importante:
 
"avere o non avere" 
 
.....
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		|  29-01-2011, 03:13 | #12 |  
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				      | 
			
			Usare quelle espressioni forse è anche da ritrovare nel fatto che nel passato gli uomini schiavi venivano posseduti, così come similmente le donne. Poi anche la questione dei nomi nella coppia, in cui ad esempio le donne prendono il cognome del marito, così come ai figli si dà il cognome paterno (io ho un figlio), quindi è un pò una storia patriarcale\gerarchica iniziata nell'antichità e assorbita fino ai giorni nostri. Oggi le donne hanno gli stessi diritti degli uomini e anche loro hanno assunto questa forma d'esprimersi.  
OT: Riguardo al senso di "possedere" (e di "avere il controllo") mi è venuto in mente "Instinct - Itstinto primordiale", uno dei miei film preferiti:
  YouTube        - Instinct (ita) 
Non è proprio direttamente collegato, però non è nemmeno così distante dal concetto.
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		|  29-01-2011, 03:20 | #13 |  
	| Banned 
				 
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				      | 
			
			L'importante è che ci capiamo (cit)   |  
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		|  29-01-2011, 03:27 | #14 |  
	| Esperto 
				 
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	Quote: 
	
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					Originariamente inviata da PERSO  Cosa ne penso ? Ci vorrebbero troppe pagine ..
 Posso restringere a:
 
 Una volta si diceva:
 
 "essere o non essere"
 
 oggi sembra più importante:
 
 "avere o non avere"
 
 .....
 |  Ottimo riassunto, molto interessante. Potrebbe essere un bel nuovo aforisma    |  
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				 Ultima modifica di Kos90;  29-01-2011 a 03:29.
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		|  29-01-2011, 03:38 | #15 |  
	| Banned 
				 
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					Originariamente inviata da Viridian  Mhmm la non-consapevolezza dell'ignoto non farebbe scaturire una "paura di genere" così accentuata a provocare un cambiamento di mentalità altrettanto accentuato. |  Boh, io non so un cazzo, però dovevo fare la citazione di Blade Runner in qualche modo.    |  
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		|  29-01-2011, 04:29 | #16 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Nov 2009 
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					Originariamente inviata da moonwatcherII  Già  prima della lettura dell’AOE queste espressioni come altre similari mi  suonavano strane e mi lasciavano una brutta sensazione. Dire che si ha  un ragazzo o una ragazza è fondamentalmente sbagliato perché una persona  non si può possedere. Ora leggendo AOE scopro che queste espressioni  fanno parte di un mutamento idiomatico verificatosi negli ultimi secoli e che è rilevabile ad esempio anche nel crescente uso di sostantivi e nel  decrescente uso di verbi nelle lingue occidentali. Tutto ciò è uno dei sintomi dello spostamento di accento dall’essere all’avere. Un  sostantivo designa un oggetto, qualcosa che si può avere. Io posso  dire che ho una casa, che ho un’automobile, che ho un libro. Ma non  posso dire che ho una moglie o che ho un matrimonio felice. Semmai dirò  che sono felicemente sposato. Allo stesso modo non posso avere l’amore.  Posso amare, posso essere innamorato. Lo stesso vale per i problemi  psicologici. Io non ho la fobia sociale, semmai soffro di fobia sociale.  Io non posso avere un problema dal momento che un problema non è un  oggetto. Però il problema può avere me, sicché divengo posseduto dal  problema, e in questo divenire divengo io stesso un oggetto. E’ un modo di parlare insomma che traduce un forte grado di  alienazione. Domanda di prammatica: voi cosa ne pensate? |  Quoto eccome se quoto
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		|  29-01-2011, 09:58 | #17 |  
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				Qui dal: Apr 2010 
					Messaggi: 2,115
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			Anch'io non posso che quotare....
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		|  29-01-2011, 10:23 | #18 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da moonwatcherII  Già  prima della lettura dell’AOE queste espressioni come altre similari mi  suonavano strane e mi lasciavano una brutta sensazione |  Espressioni del genere le ho sempre classificate come modi di pavoneggiarsi.
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		|  29-01-2011, 11:52 | #19 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Oct 2007 
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			Interessante. Ma sono argomenti troppo sofisticati per questo forum.      |  
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		|  29-01-2011, 12:24 | #20 |  
	| Esperto 
				 
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			Già, quelle espressioni non piacciono nemmeno a me; però non me la prenderei troppo con il verbo avere.Si è visto se il fenomeno si verifica anche con le altre lingue europee?
 Ad esempio avevo letto che in tedesco la propria compagna viene presentata come "compagna di vita" e perfino come "compagna di un pezzo di vita" (e sono concetti espressi in un'unica parola!).
 Forse dire così sarebbe meglio.
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