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11-08-2018, 18:54
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#1261
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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24-08-2018, 13:52
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#1262
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Saggezza senile.
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02-09-2018, 10:26
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#1263
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Esperto
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Dedicato a chi diceva che Cuba ha abbandonato il socialismo.
Cuba: un percorso popolare per aggiornare la costituzione
Per sostenere questo gigantesco processo partecipativo, un milione di copie della proposta costituzionale è stato già distribuito alla popolazione. Saranno più di centotrentamila le assemblee popolari, in cui si discuterà, si studierà, si approfondirà, si integrerà, si modificherà il testo della nuova costituzione. Cuba, dunque, si aggiorna: e lo fa con il tratto socialista della sua dinamica, innescando il ruolo centrale del partito comunista ed attivando la più ampia partecipazione popolare. Lo conferma lo stesso progetto costituzionale, quando, all’art. 5, dichiara il partito comunista, «martiano, fidelista e marxista-leninista, avanguardia organizzata della nazione cubana,…forza dirigente suprema della società e dello Stato».
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18-09-2018, 13:56
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#1264
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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I sondaggi che vogliamo a LA7
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18-09-2018, 14:54
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#1265
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
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Per chi fosse interessato ecco la versione PDF del breve scritto di Paul Lafargue "il diritto all'ozio":
http://www.asterios.it/sites/default...ag.%203-30.pdf
*mancano la terza e la quarta parte
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Ultima modifica di E. Scrooge; 18-09-2018 a 16:22.
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21-09-2018, 09:13
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#1266
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
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Quote:
Originariamente inviata da E. Scrooge
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L'hai letto?
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21-09-2018, 09:23
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#1267
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
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Quote:
Originariamente inviata da TheProphet
L'hai letto?
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Si. Però non dal web.
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21-09-2018, 09:33
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#1268
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Messaggi: 660
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Viene spesso citato da anticomunisti (credo senza averlo nemmeno letto) per screditare il Marxismo, seppur Lafargue fosse un seguace di Proudhon mi sembra.
Invece lessi in una recensione che contiene una buona raffigurazione dei problemi del capitalismo dell'epoca, me lo confermi?
Me lo segno da leggere prossimamente, ma lo acquisterò se nel pdf ne manca un pezzo.
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21-09-2018, 09:52
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#1269
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
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Quote:
Originariamente inviata da TheProphet
Invece lessi in una recensione che contiene una buona raffigurazione dei problemi del capitalismo dell'epoca, me lo confermi?
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Sì, confermo. Diciamo che si concentra molto sul problema fondamentale del capitalismo, ovvero le cicliche crisi di sovrapproduzione che esso genera. Lafargue spiega come gli operai dell'epoca, producendo moltissimo (lavoravano anche 16 ore al giorno) ma non consumando quasi nulla, non facevano nient'altro che gettare l'economia nel caos.
"Alla fine si giunge allo sfacelo e i magazzini traboccano; si gettano allora tante di quelle merci dalla finestra, che non si sa come siano entrate dalla porta. Il valore delle merci distrutte si calcola in centinaia di milioni; nel secolo scorso, venivano bruciate oppure buttate in acqua."
Secondo Lafargue, da parte del proletariato, sarebbe stato più razionale, nei momenti di down, rivendicare la proprietà delle merci prodotte (una sorta di redistribuzione), piuttosto che supplicare altro lavoro, che inevitabilmente avrebbe condotto il sistema verso l'ennesima crisi di sovrapproduzione.
"Invece di approfittare dei momenti di crisi per una distribuzione generale dei prodotti e una baldoria universale, gli operai, sul punto di crepare di fame, vanno a battere la testa contro le porte della fabbrica."
Per gli stessi motivi auspica anche una diminuzione della giornata lavorativa a 5/6 ore.
Abbruttiti dal proprio vizio, gli operai non hanno avuto l'intelligenza di comprendere che, perché ci sia lavoro per tutti, bisognava razionarlo come l'acqua su una nave in pericolo. [...] Dato che [...] la quantità di lavoro richiesto dalla società è forzatamente limitata dal consumo e dall'abbondanza della materia prima, perché divorare in sei mesi il lavoro di tutto l'anno? Perché non distribuirlo uniformemente nei dodici mesi e costringere ogni operaio ad accontentarsi di sei o cinque ore al giorno, per un anno, invece di farsi delle indigestioni di dodici ore per sei mesi?"
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Ultima modifica di E. Scrooge; 21-09-2018 a 10:15.
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21-09-2018, 11:31
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#1270
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
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24-09-2018, 22:40
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#1271
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 5,034
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Mi interessava leggere qualche saggio storico o al limite romanzo sulla battaglia di Stalingrando, avete suggerimenti?
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24-09-2018, 23:27
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#1272
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
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Quote:
Originariamente inviata da Pablo's way
Mi interessava leggere qualche saggio storico o al limite romanzo sulla battaglia di Stalingrando, avete suggerimenti?
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Non ho questo libro ma ne ho vari di questo stesso editore e trovo siano realizzati molto bene, un pensiero ce lo farei.
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25-09-2018, 13:11
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#1273
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
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Questo parla del film che Tornatore avrebbe voluto fare sull'assedio e la tenace resistenza di Leningrado. Sembra interessante.
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04-10-2018, 00:40
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#1274
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Il recupero della memoria nella lotta dei popoli
Miguel Urbano Rodrigues | odiario.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
14/11/2015
I tempi in cui viviamo richiedono una lotta intensa, anche sul terreno ideologico. Le condizioni di questa lotta sono altrettanto dure e disuguali che in ogni altro ambito della lotta di classe. E sono aggravate inoltre dal modo in cui la classe dominante non solo cerca di riscrivere la storia, ma anche di eliminare dalla memoria dei lavoratori e dei popoli le tracce della loro faticosa lotta millenaria, il motore della storia.
Da millenni, le classi dominanti si sforzano di plasmare la mentalità dei popoli sulla base dei loro interessi.
Questo tentativo, già individuabile nelle antiche civiltà del Mediterraneo e del Medio Oriente, come di India e Cina, è stata una costante nel corso dei secoli, fino a manifestarsi nelle guerre di religione e nelle monarchie di "diritto divino".
Distruggendo l'ordine tradizionale, la Rivoluzione francese del 1789 impose una nuova struttura di classe. La reazione fu rapida e distruttiva. Il Termidoro segnò, in Francia, la fine della breve fase rivoluzionaria che aveva scosso il mondo.
La borghesia, insediatasi al potere, modernizzò la società, eliminando il feudalesimo. Ma per assumere il ruolo di direzione, in precedenza nelle mani della nobiltà e del clero, represse duramente tutti i tentativi delle masse di dare continuità alla rivoluzione per cui avevano duramente combattuto.
Nonostante lo sviluppo sfrenato del capitalismo, i semi del terremoto politico, sociale ed economico del 1789 sopravvissero. La borghesia non poteva distruggerli e il binomio antinomico rivoluzione-controrivoluzione segnò drammaticamente il corso della storia in Europa e negli altri continenti. Pur facendo ricorso a metodi diversi da paese a paese, il capitalismo si è costantemente sforzato di imporre la sua ideologia alle vittime del sistema, anestetizzandone in tal modo la combattività.
Questa strategia è stata portata avanti con esiti più o meno positivi in molti casi. In altri, essa fallì, minata dalla vittoria in Russia della Rivoluzione d'Ottobre nel 1917.
Nella seconda metà del XX secolo, l'imperialismo, egemonizzato dagli Stati Uniti, ha ampliato il suo progetto di dominio mondiale. Per il grande capitale, il compito di neutralizzare l'impeto rivoluzionario delle masse oppresse è diventata una priorità. Utilizzando con abilità i meccanismi mediatici sotto il suo controllo, ha fatto di tutto per riscrivere la storia. Ha demonizzato chi non è sottomesso alle sue richieste, presentando al contempo le sue distruttive guerre di saccheggio come iniziative umanitarie in difesa della libertà e della democrazia.
Trasformare la grande maggioranza in una massa amorfa e passiva è diventato l'obiettivo. La creazione di un uomo robotizzato e inoffensivo è considerato essenziale per la sopravvivenza del capitalismo.
Il Cile, un laboratorio della strategia imperiale
Sono molti gli esempi delle disastrose conseguenze di questa strategia criminale.
Gli effetti tragici delle guerre imperiali di questo secolo sono ben note.
Un po' dimenticati, ma non per questo meno illuminanti, sono i risultati delle azioni machiavelliche - è il termine giusto - degli Usa nei paesi che Washington scelse come cavie per la trasformazione dell'atteggiamento di una società verso la vita. Il caso del Cile è paradigmatico.
Ho seguito con estremo interesse nell'ultimo mezzo secolo l'evoluzione del paese e del suo popolo. Ero a Santiago il giorno dell'investitura a presidente di Salvador Allende. Ci sono stato nel 1971 e nel 1973, facendo mia la lotta delle forze progressiste in difesa della Unidad Popular, minacciata da una catena ininterrotta di cospirazioni.
Vi ritornai 15 anni dopo, ancora sotto il potere di Pinochet, per partecipare a Chile Crea, una iniziativa internazionale che aveva riunito duecento amici del popolo cileno e che la dittatura non aveva osato proibire. Fu triste il rincontro con il popolo della capitale. L'università era stata distrutta, i sindacati chiusi, la comunicazione sociale faceva l'apologia del regime, i genocidi, ben saldi al potere, erano orgogliosi dei crimini commessi. Rincontrai un popolo che avevano perso la gioia di vivere.
Ci sono tornato nel 1989 per osservare le elezioni presidenziali. Pinochet sperava che il suo candidato, sostenuto dall'apparato ufficiale, sarebbe stato eletto. Ma perse.
A Santiago, accanto a Volodia Teitelboim - un gigante della letteratura che non ha ricevuto il Nobel per essere stato Segretario generale del Partito comunista - vissi la felicità della giornata della sconfitta di una dittatura agonizzante.
Sono tornato altre volte. L'ultima nel 2003, su invito di Gladys Marin, allora Segretario generale del Partito Comunista del Cile, per partecipare al seminario Allende Vive, promosso per una riflessione collettiva tre decenni dopo la morte del grande rivoluzionario.
Ho visitato diverse città, parlato con dirigenti politici e sindacali, con scrittori, operai, accademici, giovani e donne comuniste.
La conclusione che ne ho tratto è che l'avanguardia combattiva ma piccola che è rimasta fedele ai principi e ai valori del socialismo ha avuto un'influenza molto limitata sulla massa della classe operaia.
Si è ripresentata una sensazione di malessere. Ho sentito Volodia - con il quale ho mantenuto un lungo dialogo - prendere atto di un'evidenza molto dolorosa, affermando che il popolo cileno aveva perso la sua memoria e che avrebbe tardato a recuperarla.
La democrazia era stata formalmente ristabilita, ma una democrazia solo di facciata. Il Cile è vissuto sotto un regime che era in pratica un "pinochetismo senza Pinochet".
L'antico Partito Socialista, al governo nel quadro della coalizione Concertación, che comprendeva la Democrazia Cristiana e altri partiti conservatori, ha sostenuto la politica del presidente Ricardo Lagos, un socialista che ha governato come neoliberale.
Sono rimasto impressionato dall'apatia della nuova generazione. Quando richiamavo l'attenzione sulla disuguaglianza sociale e la povertà di milioni di cileni, mi veniva risposto che il tasso di crescita dell'economia era elevato e il Pil pro-capite era il più alto dell'America Latina.
I giovani laureati con cui ho parlato ignoravano la storia recente del paese, senza peraltro mostrare alcun interesse a riguardo. Ho trovato una generazione senza memoria.
L'imperialismo e la dittatura militare da esso tutelata, avevano raggiunto in Cile uno dei loro principali obiettivi.
Michelle Bachelet, l'attuale presidente, dietro la maschera da socialista pratica anche lei una politica neoliberale.
Il recupero della memoria - senza conoscere il passato non si può comprendere il presente - sarà sicuramente lento e difficile.
Il Cile è, ancora una volta, un paradigma degli effetti catastrofici della strategia dell'imperialismo.
Ma la perdita della memoria storica di una o due generazioni non si è verificata solo in Cile.
L'offensiva dal grande capitale indirizzata a creare una gioventù robotizzata, inoffensiva, sottomessa, raggiunge decine di paesi. Nell'Europa comunitaria le eccezioni sono poche.
Lenin ricordava che l'ideologia della classe dominante marchia in modo decisivo il comportamento generale di una società. Quest'affermazione è valida anche per il Portogallo. Le nuove generazioni hanno poco in comune con quella che rese possibile l'Aprile e le sue conquiste rivoluzionarie. L'ideologia del capitalismo ha infettato in modo maggiore o minore, a prescindere dall'età, molti portoghesi che non hanno consapevolezza di questa realtà.
Aiutarli a recuperare la memoria storica è un compito rivoluzionario, perché specialmente alla gioventù tocca la costruzione di un futuro che risponda alle aspirazioni più profonde del nostro popolo, così esemplarmente descritte da Alvaro Cunhal e Vasco Gonçalves.
Vila Nova de Gaia, 12 novembre 2015
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04-10-2018, 13:08
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#1275
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,620
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“Le diserzioni dal socialismo di molti cosiddetti intellettuali (a proposito: intellettuale vuol sempre dire intelligente?) sono diventate per gli sciocchi la miglior prova della povertà morale della nostra idea. Il fatto è che fenomeni simili sono avvenuti e avvengono per il positivismo, per il nazionalismo, per il futurismo, e per tutti gli altri ismi. Ci sono i crisaioli, le animucce sempre in cerca di un punto fermo, che si buttano sulla prima idea che si presenti con l'apparenza di poter diventare un ideale e se ne nutrono fino a quando dura lo sforzo per impossessarcene. Quando si è arrivati alla fine dello sforzo e ci si accorge (ma questo è effetto della poca profondità spirituale, del poco ingegno, in fondo) che essa non basta a tutto, che ci sono problemi la cui soluzione (se pur esiste) è fuori di quella ideologia (ma forse è ad essa coordinata in un piano superiore), ci si butta su qualche altra cosa che sia una verità, che rappresenti ancora un incognito e quindi presenti probabilità di soddisfazioni nuove. Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza. Ci sono i dilettanti della fede, così come i dilettanti del sapere.
Ciò nella migliore delle ipotesi. Per molti la crisi di coscienza non è che una cambiale scaduta o il desiderio di aprire un conto corrente.”
Gramsci don't be so stingy! 😭
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04-10-2018, 15:57
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#1276
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Esperto
Qui dal: Sep 2018
Messaggi: 1,485
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
“Le diserzioni dal socialismo di molti cosiddetti intellettuali (a proposito: intellettuale vuol sempre dire intelligente?) sono diventate per gli sciocchi la miglior prova della povertà morale della nostra idea. Il fatto è che fenomeni simili sono avvenuti e avvengono per il positivismo, per il nazionalismo, per il futurismo, e per tutti gli altri ismi. Ci sono i crisaioli, le animucce sempre in cerca di un punto fermo, che si buttano sulla prima idea che si presenti con l'apparenza di poter diventare un ideale e se ne nutrono fino a quando dura lo sforzo per impossessarcene. Quando si è arrivati alla fine dello sforzo e ci si accorge (ma questo è effetto della poca profondità spirituale, del poco ingegno, in fondo) che essa non basta a tutto, che ci sono problemi la cui soluzione (se pur esiste) è fuori di quella ideologia (ma forse è ad essa coordinata in un piano superiore), ci si butta su qualche altra cosa che sia una verità, che rappresenti ancora un incognito e quindi presenti probabilità di soddisfazioni nuove. Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza. Ci sono i dilettanti della fede, così come i dilettanti del sapere.
Ciò nella migli[ore delle ipotesi. Per molti la crisi di coscienza non è che una cambiale scaduta o il desiderio di aprire un conto corrente.”
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Precisamente da dove è tratto? Grazie.
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04-10-2018, 18:12
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#1277
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,620
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Quote:
Originariamente inviata da Anonimo.
Precisamente da dove è tratto? Grazie.
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Da La città futura 1917-1918
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05-10-2018, 13:17
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#1278
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
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05-10-2018, 13:59
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#1279
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 5,188
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Marco Rizzo è stato schedato dagli amici della presidenta Boldrini in Ucraina
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05-10-2018, 14:49
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#1280
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,620
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Quote:
Originariamente inviata da Harold Finch
Marco Rizzo è stato schedato dagli amici della presidenta Boldrini in Ucraina
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Cioè?
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