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Originariamente inviata da stewie
voi ci avete mai pensato di imbucarvi ai gruppi di aiuto-aiuto "per turismo terapeutico" ? tipo Cornelius in Fight Club...
no, non sono uscito pazzo, vi spiego
ne discutevo ieri notte su msn con un'amica (che conosco dal vivo)
lei è molto giù per tutta una serie di problemi diciamo "velleitari" e durante il suo sfogo è balenata l'idea: io penso che sarebbe un modo per aprire gli occhi sulle cose veramente importanti della vita, prima che ci sfuggano via
la sua reazione alla mia proposta, dopo lo sbigottimento iniziale, non è stata negativa... magari si potrebbe cominciare con una cosa soft, tipo alcolisti anonimi...
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Direi che è una soluzione "classica", di quelle che balenano nella testa di quasi tutti quelli che si trovano a dover sopportare vissuti di difficoltà o di insoddisfazione. Un po' come quando si và a fare del volontariato perchè "aiutare gli altri significa aiutare anche un po' se stessi".
In realtà credo che non sia una scelta risolutiva. Per carità, ognuno poi nella vita fà come gli pare ed individua le proprie priorità, ma ci sono non pochi elementi che mi fanno vedere con diffidenza tutto questo "viaggio nel dolore" per rivalutare la propria situazione di vita.
Agendo così, si ammette l'esistenza di una scala di valori assoluti (che ci permette di fare una "classifica" delle disgrazie) che in realtà non esiste, nemmeno dentro di noi.
Constatare che Tizio è affetto da SLA, Caio ha un tumore e Sempronio è nato in un paese del terzo mondo, non mi è di alcun aiuto concreto per guardare al MIO problema da un altro punto di vista, che mi permetta in qualche modo di ridimensionarlo.
Questo perchè ognuno di noi attribuisce alla realtà che lo circonda significati ben precisi. Constatare che c'è gente che se la passa peggio di me non mi tira fuori dai miei problemi, perchè la situazione che mi fà stare male rimane lì, al di là delle categorizzazioni OGGETTIVE.
Quindi, secondo me, è un modo come un altro di aggirare il problema senza affrontarlo realmente.
Anzi, io credo che una scelta simile possa portare paradossalmente a chiudersi in un vortice di masturbazioni mentali del tipo: "Sto male, ma la mia situazione non è nulla in confronto a quella dell'alcolizzato Mario, o del tossicodipendente Giorgio... nonostante questo continuo a star male. Quindi non riesco ad apprezzare tutto quello che ho.. ciò significa che sono uno stupido, un viziato, che non valgo nulla."
Morale: uno ci sta ancora più male.
Perchè tutto ciò? Perchè ci si ostina a voler rimanere, comunque, ancorati al proprio punto di vista.