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Vecchio 16-09-2020, 23:59   #1
Intermedio
 

Salve, vorrei condividere il mio disagio, non tanto per trovare una soluzione quanto per sfogarmi. Ho provato psicologo, ma non ci stavo dietro coi soldi, psichiatra non intendo in quanto non voglio assumere pastiglie, lo psicoterapeuta sarebbe la figura più adatta ma si parla di una media di 80 euro a seduta.

Mi sento intrappolato nel "me stesso", nel continuo rimuginare su come sono e su come dovrei essere, nel continuo non accettarmi e non voler essere me stesso, arrivando a volte ad avere paranoie e mal di testa.
Mi è facile elencare dei "punti", per buttare giù la confusione che ho.

Mi fisso sempre sul pensiero degli altri, su come appaio, su come sembro, sul piacere. Se magari sento una persona dire qualcosa su di me (Anche per scherzo) vado subito nella paranoia del non piacere, del non essere accettato, del non essere all'altezza. Non riesco a dire "Può essere una battuta, se non lo fosse cosa mi interessa".
Oppure se a un collega chiedo come va e non mi risponde interessandosi anche lui a me inizio ad arrabbiarmi con me ("Ecco, non dovevo chiederglielo. Sembro il solito cagnolino accondiscendente, devo essere meno buono. Ma perché non lo chiede anche lui a me"), ovvero stessa cosa con una persona con cui mi scambio un parere professionale e che magari è un po' più "Arrogante" ("Ecco, mi ha preso per scemo. Le cose le devo dire con meno sorrisi, con meno educazione").
E' come se fossi intrappolato nel "Io sono una persona educata e corretta, chiederò sempre come va" ed il "Sono il solito bonaccione, basta, è ora di finirla. Devo cambiare".

Noto di aver spesso il vizio di "parlare male", ma non con cattiveria o inventando cose o altro. Ne tanto meno inizio mai io, ma se si deve scambiare l'opinione sui colleghi (ed è un'altra persona ad iniziare) non perdo l'occasione. Mille volte mi sono ammazzato a dirmi "Basta! Tu ciò che pensi lo dici solo in faccia".

Mi rendo conto che, anche cose che so fare, chiedo troppi consigli, spesso anche a chi lavora "sotto di me". Perdonatemi il termine, ho un ruolo di responsabile e quindi ho delle funzioni in più nei confronti di altri colleghi. Alcune cose non sono in grado di farle poiché ognuno è specializzato in qualcosa, e ovviamente mi trovo spesso a chiedere consiglio. Ma è come se lo facessi in un modo di "far capire che dipendo dagli altri", non so se mi spiego. Vorrei esistesse un modo "assertivo" per chiedere consiglio.

Sono sin da subito disponibile con le persone. NON VA BENE! Non tutti lo meritano, non tutti sono corretti e tanti se ne approfittano. Ad una certa si perde di credibilità.

Nonostante il ruolo di responsabile, non conto molto. Ne avevo già parlato in un altro topic. Mi sento che non vengo considerato, preso in serietà. Nessuno si è mai permesso di mancarmi di rispetto sul lavoro, né di essere cafone o altro. Però me ne accorgo dalle piccole cose che è come se non ci fosse il minimo "dislivello". Esempio se dobbiamo parlare coi clienti spesso parla di iniziativa il collega, ed io la vedo come un non ritenermi all'altezza. Oppure il collega x che mi dice "Dobbiamo fare questo", al massimo sono io che dovrei dirlo.

Queste sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente. Io NON mi accetto. Ogni volta dico "devo cambiare".
Forse da oggi a domani dovrei diventare più freddo e meno disponibile con le persone e coi colleghi soprattutto. Forse devo smettere di cercare di essere l'amicone di tutti.
Vecchio 17-09-2020, 00:06   #2
Intermedio
 

Con le persone strette che conosco da tempo o da una Vita riesco a farmi valere e ad essere arrogante quando voglio. Con gli altri devo essere un "cagnolino".
Per di più se uno sbaglia a parlare ovviamente rispondo male, perché se mi fai partire divento anche cattivo e offensivo. Ma non riesco a fare capire in via preventiva che non sono un bonaccione.
Vecchio 17-09-2020, 06:45   #3
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

"Sono il solito bonaccione, basta, è ora di finirla. Devo cambiare"

Ma in pratica hai un'idea di cosa fai in concreto?
Se ce l'hai, queste cose non farle più e vedi che succede.

Secondo me le cose sono un po' più complicate, il proprio atteggiamento psicologico ha a che fare anche con certe competenze e capacità. Magari tu sei capace di coordinare bene le persone che dirigi ma non sai fare tutto e deleghi giustamente agli altri, ma il tuo compito magari (anche grazie al fatto che sei un bonaccione) lo svolgi bene.

Ad esempio il fatto che altri iniziano a parlare al posto tuo con la clientela dipende da un semplice non ritenerti all'altezza di farlo che non atterra in nulla di concreto? O è vero che poi questa cosa a te pesa e magari la trovi difficile?

Nel secondo caso la lettura che fai della cosa "l'altro mi sta scavalcando" non è proprio corretta, l'altro (che nella gerarchia resta comunque un tuo dipendente) prende questa iniziativa perché magari ha osservato che non riesci a fartene carico e ti dà una mano.

Nell'insieme le persone che coordini sono collaborative o no a livello lavorativo? Svolgono le loro mansioni? Lo fanno abbastanza bene? Se sono collaborative già forse non hai nemmeno tutto questo bisogno di cambiare, dovresti valutare bene le cose, perché di capi che cercano il rispetto incutendo timore o che vogliono dimostrare che loro sanno far tutto meglio di tutti gli altri (e non è poi in concreto vero) ce ne sono a bizzeffe ma gli uffici che dirigono vanno letteralmente a puttane. Non sono dei buoni dirigenti, creano un clima di merda sul lavoro, e la cosa poi pesa a livello funzionale.

Il fatto che in concreto non ti mancano di rispetto per me è significativo, perché vuol dire che ti ritengono un buon dirigente probabilmente, hai acquisito comunque una forma di autorità e stima in base alle tue caratteristiche attuali.

Ecco anche il fatto che chiedi aiuto in certi modi, magari con un certo senso di umiltà, tu la leggi come una tua debolezza mentre magari è una cosa che fa sentire al tuo "sottoposto" che il suo lavoro ha valore ed è significativo.

A me così leggendo quel che hai scritto, mi hai dato questa idea qua. Però non so, magari mi sbaglio.
Insomma può essere che già sei una buona risorsa per questa azienda, non è che dovresti essere altro, magari se poi diventi come credi di dover essere le cose potrebbero funzionare peggio. C'è anche questa possibilità, perché in concreto a me sembra che tu sia abbastanza adattato.
Non hai parlato di minacce concrete o attacchi diretti al ruolo che ricopri.

Ultima modifica di XL; 17-09-2020 a 07:50.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (17-09-2020)
Vecchio 17-09-2020, 07:37   #4
Principiante
 

Ma io non credo affatto che essere disponibile e amichevole con gli altri sia il punto. Il punto è non esserlo prima con se stessi, perchéfinisce che le relazioni si squilibrano fortemente. Cerchi il tuo miglior amico fuori di te, avendo quello peggiore dentro di te.
Vecchio 17-09-2020, 07:55   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da shalton Visualizza il messaggio
Con le persone strette che conosco da tempo o da una Vita riesco a farmi valere e ad essere arrogante quando voglio. Con gli altri devo essere un "cagnolino".
Per di più se uno sbaglia a parlare ovviamente rispondo male, perché se mi fai partire divento anche cattivo e offensivo. Ma non riesco a fare capire in via preventiva che non sono un bonaccione.
Non è obbligatorio essere arroganti..ma è un ossessione che ho anche io perche questa società coltiva la prevaricazione e l aggressività
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