Salve, vorrei condividere il mio disagio, non tanto per trovare una soluzione quanto per sfogarmi. Ho provato psicologo, ma non ci stavo dietro coi soldi, psichiatra non intendo in quanto non voglio assumere pastiglie, lo psicoterapeuta sarebbe la figura più adatta ma si parla di una media di 80 euro a seduta.
Mi sento intrappolato nel "me stesso", nel continuo rimuginare su come sono e su come dovrei essere, nel continuo non accettarmi e non voler essere me stesso, arrivando a volte ad avere paranoie e mal di testa.
Mi è facile elencare dei "punti", per buttare giù la confusione che ho.
Mi fisso sempre sul pensiero degli altri, su come appaio, su come sembro, sul piacere. Se magari sento una persona dire qualcosa su di me (Anche per scherzo) vado subito nella paranoia del non piacere, del non essere accettato, del non essere all'altezza. Non riesco a dire "Può essere una battuta, se non lo fosse cosa mi interessa".
Oppure se a un collega chiedo come va e non mi risponde interessandosi anche lui a me inizio ad arrabbiarmi con me ("Ecco, non dovevo chiederglielo. Sembro il solito cagnolino accondiscendente, devo essere meno buono. Ma perché non lo chiede anche lui a me"), ovvero stessa cosa con una persona con cui mi scambio un parere professionale e che magari è un po' più "Arrogante" ("Ecco, mi ha preso per scemo. Le cose le devo dire con meno sorrisi, con meno educazione").
E' come se fossi intrappolato nel "Io sono una persona educata e corretta, chiederò sempre come va" ed il "Sono il solito bonaccione, basta, è ora di finirla. Devo cambiare".
Noto di aver spesso il vizio di "parlare male", ma non con cattiveria o inventando cose o altro. Ne tanto meno inizio mai io, ma se si deve scambiare l'opinione sui colleghi (ed è un'altra persona ad iniziare) non perdo l'occasione. Mille volte mi sono ammazzato a dirmi "Basta! Tu ciò che pensi lo dici solo in faccia".
Mi rendo conto che, anche cose che so fare, chiedo troppi consigli, spesso anche a chi lavora "sotto di me". Perdonatemi il termine, ho un ruolo di responsabile e quindi ho delle funzioni in più nei confronti di altri colleghi. Alcune cose non sono in grado di farle poiché ognuno è specializzato in qualcosa, e ovviamente mi trovo spesso a chiedere consiglio. Ma è come se lo facessi in un modo di "far capire che dipendo dagli altri", non so se mi spiego. Vorrei esistesse un modo "assertivo" per chiedere consiglio.
Sono sin da subito disponibile con le persone. NON VA BENE! Non tutti lo meritano, non tutti sono corretti e tanti se ne approfittano. Ad una certa si perde di credibilità.
Nonostante il ruolo di responsabile, non conto molto. Ne avevo già parlato in un altro topic. Mi sento che non vengo considerato, preso in serietà. Nessuno si è mai permesso di mancarmi di rispetto sul lavoro, né di essere cafone o altro. Però me ne accorgo dalle piccole cose che è come se non ci fosse il minimo "dislivello". Esempio se dobbiamo parlare coi clienti spesso parla di iniziativa il collega, ed io la vedo come un non ritenermi all'altezza. Oppure il collega x che mi dice "Dobbiamo fare questo", al massimo sono io che dovrei dirlo.
Queste sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente. Io NON mi accetto. Ogni volta dico "devo cambiare".
Forse da oggi a domani dovrei diventare più freddo e meno disponibile con le persone e coi colleghi soprattutto. Forse devo smettere di cercare di essere l'amicone di tutti.