Ciao a tutti, scrivo dalla Toscana e ho 27 anni.
Sono sempre stato un tipo timido e introverso e, nonostante certe evoluzioni avvenute nel corso degli anni, non sono mai veramente uscito dalla condizione di sostanziale isolamento in cui, da quando ho ricordi, mi sono sempre trovato. La principale origine dei miei disagi è di carattere familiare: sono nato in una famiglia infelice e precaria, da genitori che, lontani l'uno dall'altro, provenivano entrambi da infanzie traumatiche.
Da piccolo, fino a circa 7 anni, non dicevo mai una parola a nessuno tranne che nel chiuso della mia famiglia. Ho avuto precocemente coscienza di me stesso. Pensavo molto e mi sentivo triste. Ero intelligente. Le difficoltà psicologiche e relazionali, nonostante tutto, non mi hanno mai impedito di conseguire ottimi risultati scolastici.
Proprio nell'ambito degli studi e della ricerca sono riuscito a farmi una posizione, ma il cammino è ancora lungo e malcerto. A causa del mio scarso inserimento sociale vivo lunghi periodi di scoraggiamento e di parziale abbandono: rischio di non saper proseguire. Rimando sempre i doveri, in modo patologico.
Ho molto sofferto d'amore, anche tragicamente. Negli anni recenti ho avuto qualche ragazza, ma è stato difficile e non ho saputo trovare una vera armonia.
Sono stato cristiano cattolico per lungo tempo, ma la crescita culturale e l'esperienza mi hanno portato a valutare negativamente la religione e le sue catene oppressive. Ritengo che un solido e fiero razionalismo, lungi dall'essere in contraddizione coi sentimenti più vivi, sia di grande giovamento all'essere umano.
Giusto in questi giorni ricorrono i dieci anni da uno dei rari eventi felici della mia vita. L'anniversario mi turba. Sono andato a rileggere qualcosa di me stesso, estrarre vecchie lettere, toccare emozioni rimosse. M'impressiona sentire quanto sono cambiato e quanto sono rimasto uguale. Il bilancio è insicuro, cambia come l'umore. È sull'onda di questi sentimenti che ho deciso di farmi un nuovo nome e cercare nuovi contatti in qualche spazio virtuale.
Mi sono soffermato su Riviere, una poesia di Montale, che include passaggi di pura folgorazione. Ecco così il mio nome, incerto cenno di sereni auspici.
"...e nel sole / che v'investe, riviere, / rifiorire!"
Qualcos'altro di me. Cose che apprezzo sono i sentimenti, la poesia, la filologia, la linguistica, l'irriverenza satirica. Gioco a scacchi. Cammino, corro, vado in bicicletta. Fotografo paesaggi. Amo e odio tutte le stagioni, soprattutto l'estate. La pioggia è forse il mio più antico amore.
Sono solo, da sempre. Spero di trovare degli amici e di capire me stesso e la vita.
Un saluto affettuoso,
Rifiorire