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Vecchio 17-10-2012, 22:03   #1
Esperto
L'avatar di Labocania
 

In realtà non sono mai stato apostrofato in modo così inurbano e diretto, però sono sempre riuscito a cogliere nell'espressione delusa che seguiva i miei (rari) no, una sensibile irritazione.
Questi episodi rivelano quale distanza separi un timido da un "non timido". I timidi prima di arrivare alla suprema prova della richiesta del favore devono vincere una battaglia interiore con la loro natura, la quale esclude categoricamente la possibilità di chiedere l'aiuto di qualcuno se non (forse) in caso di vita o morte; a questo si aggiunge il terrore di arrecare fastidio alla persone alla quale si dovrebbe rivolgere, e il risultato è di frequente la rinuncia a qualsiasi tentativo di richiesta di questo benedetto favore.

Appare perciò meravigliosa la capacità di certi estroversi di passare dalla constatazione di aver bisogno dell'aiuto, del favore, della disponibilità del prossimo, alla richiesta del favore senza che tra il pensiero e l'azione trascorra più di qualche secondo. Non è infrequente che la richiesta venga formulata nella maniera più cortese possibile con gran spreco di sorrisi luminosi, occhi ammiccanti e gesti ossequiosi. In questi casi è pi facile apprezzare il mutamento improvviso che subisce quell'incarnazione della benevolenza divina nel momento in cui si scontra con un no! In certi casi cambiamento di sentimenti è così potente e fulmineo che il soggetto non insiste conscio di non poter più riprodurre la stessa teatrale rappresentazione, non avendo più la capacità di affettare un'estrema gentilezza. Gli spiriti meno cerimoniosi solitamente ribattono con un "E che ti costa!?" "Su dai! Non fare così!" "Lo sapevo che eri così!".

Com'è raro che l'umiltà ispiri e ingentilisca gli animi in certe occasioni! Com'è difficile ammettere uno stato di momentanea inferiorità rispetto all'altro nel momento del bisogno, come sono prive certe nature poco introspettive della capacità di accettare con deferenza anche la risposta negativa del prossimo!
Vecchio 17-10-2012, 22:21   #2
Banned
 

Mi è già successo di vedere una reazione simile, mi sono sentita quasi soddisfatta ad aver detto "no!"
Vecchio 17-10-2012, 22:29   #3
Avanzato
L'avatar di akirafudo
 

AHaha bravo Labocania bel messaggio, hai una sensibiltà da scrittore.
Vecchio 17-10-2012, 22:39   #4
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
In realtà non sono mai stato apostrofato in modo così inurbano e diretto, però sono sempre riuscito a cogliere nell'espressione delusa che seguiva i miei (rari) no, una sensibile irritazione.
Questi episodi rivelano quale distanza separi un timido da un "non timido". I timidi prima di arrivare alla suprema prova della richiesta del favore devono vincere una battaglia interiore con la loro natura, la quale esclude categoricamente la possibilità di chiedere l'aiuto di qualcuno se non (forse) in caso di vita o morte; a questo si aggiunge il terrore di arrecare fastidio alla persone alla quale si dovrebbe rivolgere, e il risultato è di frequente la rinuncia a qualsiasi tentativo di richiesta di questo benedetto favore.

Appare perciò meravigliosa la capacità di certi estroversi di passare dalla constatazione di aver bisogno dell'aiuto, del favore, della disponibilità del prossimo, alla richiesta del favore senza che tra il pensiero e l'azione trascorra più di qualche secondo. Non è infrequente che la richiesta venga formulata nella maniera più cortese possibile con gran spreco di sorrisi luminosi, occhi ammiccanti e gesti ossequiosi. In questi casi è pi facile apprezzare il mutamento improvviso che subisce quell'incarnazione della benevolenza divina nel momento in cui si scontra con un no! In certi casi cambiamento di sentimenti è così potente e fulmineo che il soggetto non insiste conscio di non poter più riprodurre la stessa teatrale rappresentazione, non avendo più la capacità di affettare un'estrema gentilezza. Gli spiriti meno cerimoniosi solitamente ribattono con un "E che ti costa!?" "Su dai! Non fare così!" "Lo sapevo che eri così!".

Com'è raro che l'umiltà ispiri e ingentilisca gli animi in certe occasioni! Com'è difficile ammettere uno stato di momentanea inferiorità rispetto all'altro nel momento del bisogno, come sono prive certe nature poco introspettive della capacità di accettare con deferenza anche la risposta negativa del prossimo!

per me più che introversione è questione di dignità ed indipendenza..
conosco ragazzi estroversissimi che non chiedono niente a nessuno...
è più credo legato all'educazione e a come ti hanno abituato..
quelli che chiedono chiedono chiedono e si aspettano da te qualcosa per me sono stati viziati da piccoli ( mi sembrano i classici figli unici che chiedevano e ottenevano) e pensano che tutti sono ai loro comodi..
ho frequentato per 5 mesi ( troppi non so chi me lo ha fatto fare) una ragazza che pretendeva favori su favori.....poi glieli facevi e nemmeno ringraziava anzi si mostrava scocciata tipo " sei tu che dovresti ringraziare me per averti permesso di aiutarmi"...sta ragazza ovviamente è sola e tutti la sfanculizzano dopo pochi mesi a parte poche persone che la usano e basta
Vecchio 17-10-2012, 22:52   #5
Banned
 

Dopo l'overloading di vocaboli dell'open post, passo a commentare. In questo caso, tutti i torti mi stanno guardando storto. Sono proprio il classico tipo che chiede favori su favori, ma almeno non sono recidivo quando me ne chiedono. Sono favori da nulla quelli che chiedo, come fotocopie o altro. Credo che la mia indole pigra e viziata a farsi avanti in queste occasioni. Ho torto marcio e me ne vergogno, ma è il mio carattere.
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