Sto male, ma non so il perché.
Cioè sì, ho tanti nodi irrisolti.
Non so ancora come dire ai miei che ho intenzione di lasciare l'Università, che vado agli esami ma non faccio nulla, perché non so nulla.
Non so ancora cosa dovrei fare una volta lasciata l'Università, perché non so fare praticamente nulla, e quel poco che so fare non dà possibilità concrete.
Non so ancora come si dialoga, come ci si esprime, come ci si comporta.
Non so ancora fare cose che chiunque, superati i 10 anni, saprebbe fare.
Potrei continuare, ma sarebbe inutile, perché sono convinto che il mio malessere non c'entri nulla con tutto questo.
Io potrei avere tutto ciò che desidero, ma il mio malessere continuerebbe a tormentarmi.
È un malessere inspiegabile, "nonsense", illogico.
È come una parte di me, un istinto primordiale, l'istinto al malessere.
La mia stessa natura mi porta a stare male, come l'olfatto porta un cane ad un buon osso.
È un malessere "naif", semplice, eppure non combattibile, radicale, basilare.
"Se non puoi battere il tuo nemico, fattelo amico", diceva Giulio Cesare.
Io ci ho provato a fare amicizia con il mio malessere, ma lui non ha voluto sentire ragioni.
Mi odia profondamente, e, ritornando al punto iniziale, non so il perché.
Evidentemente, lo merito, in qualche modo che non riesco a capire.
Sì perché è importante che io non capisca, altrimenti il mio malessere non potrebbe più tormentarmi.
Ho paura all'idea che siano passati soltanto 19 anni, sono già stanco...