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Vecchio 15-10-2008, 10:24   #1
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Ho sentito la notizia, stamattina... l'ennesima vittoria della criminalità.
Vecchio 15-10-2008, 10:41   #2
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Ha fatto bene. Spero se ne vada da questo paese di merda(e ne parlo bene) e non ci torni mai più, godendosi i soldi(spero tanti) che ha fatto con il libro.

Però io devo notare che non provo quelle sensazioni...io sono diverso...non ho nessuna "gabbia" che mi opprime, piuttosto sento che nel mondo ci sono molte cose belle e io non conosco la chiave per arrivarci...ma al momento non le desidero. Cioè vorrei essere diverso, e desiderarle almeno, ma al momento è come se dovessi "crescere" a maturare certe emozioni e sensazioni...i miei "blocchi" mi impediscono al momento di trovare la spinta per ricercarle, ma sento che il problema è altrove...
Vecchio 15-10-2008, 11:05   #3
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Nemmeno io mi sento in gabbia. Sento però di essere apatico, un po' troppo indifferente nei confronti della realtà esterna, cosa che spesso viene intesa come pigrizia, indolenza. D'altronde non si può negare che questo porti in diversi momenti ad una mancanza parziale di volontà.
Vecchio 15-10-2008, 11:21   #4
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Quote:
Originariamente inviata da Monet
Nemmeno io mi sento in gabbia. Sento però di essere apatico, un po' troppo indifferente nei confronti della realtà esterna, cosa che spesso viene intesa come pigrizia, indolenza. D'altronde non si può negare che questo porti in diversi momenti ad una mancanza parziale di volontà.
Ecco è quello! Io non capisco. Molti li sento lamentare che sono ingabbiati, vorrebbero ma non possono...io posso ma non voglio! perchè?

E il bello è che non sono depresso, sono tranquillo...è come stare in un limbo, non si soffre ma non si sta nemmeno bene.

E la tensione, la difficoltà nello stare con gli altri nascono quando mi ci trovo e vedo che non mi riesce godere come loro a parlare di cavolate, a scherzare, a ridere di qualsiasi cosa...è frustrante!

Ho imparato con il tempo a sconfiggere molte timidezze e blocchi, ma poi, una volta che ho il coraggio di parlare con una ragazza, che le dico? nulla! perchè non ho nulla da dirle....L'unica cosa che mi riesce è parlare di cose serie. Tipo quando sono a scuola o lavoro parlo molto di lavoro o scuola, ma una volta uscito da università/lavoro gli altri continuano a parlare, io mi zittisco...perchè? c'è nessuno che la sa diagnosticare sta cosa?

E il problema grosso è che dopo un pò mi annoio a parlare di cose serie, mi stufo di me stesso...ma continuo perchè non so parlare di qualcos'altro! Come cavolo si fa a farsi nascere lo stimolo a comunicare??

Io per ora ho capito alcune cose...tipo che è come se avessi "un livello d'estroversione": più sto fuori e più ho voglia e mi riesce di parlare.
Se però sto un pò da solo rinchiuso in me stesso e nei miei pensieri, subito il livello cala e ritorno come prima.
Il problema è che la voglia di parlare non viene sempre non c'è "una regola, e inoltre tante volte sto fuori e mi sforzo di parlare, ma è una cosa innaturale e forzata. Ho imparato benissimo a sforzarmi di ridere, scherzare, parlare(entro certi limiti, ovvio, non riesco assolutamente a sembrare un estroverso, solo ogni tanto riesco a spiccicare parola), ma non nascono dal cuore e dalla spontaneità, ma dal cervello, dalla paura di sembrare diverso(la solita vocina...."sei troppo strano, dì qualcosa, dì qualcosa!!").
Vecchio 15-10-2008, 12:11   #5
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lilly e maschio?...6 m o f?..nn capisco
Vecchio 15-10-2008, 12:13   #6
Avanzato
 

Quote:
Ecco è quello! Io non capisco. Molti li sento lamentare che sono ingabbiati, vorrebbero ma non possono...io posso ma non voglio! perchè?

E il bello è che non sono depresso, sono tranquillo...è come stare in un limbo, non si soffre ma non si sta nemmeno bene.
IDEM... io posso ma non voglio...perchè?

Io ultimamente ho fatto passi da gigante dall'inferno sono arrivato al limbo e ora sono un po fermo (non tutti i campi, alcuni) io penso che ciò sia dovuto alla non accettazione completa del passato o di eventi particolari.

Io fino ad 1 annetto fa vivevo nel passato...ora non ho più rancore o rabbia del passato. Nonostante ciò su alcuni aspetti sono bloccato. Perchè?

mmh...potrebbe essere anche perchè ho "paura" del cambiamento, paura della felicità...e qui vi cito una parte di un testo di Tiberio faraci (Innamorati di te)

Quote:
Ci sono momenti della nostra vita in cui le cose sembrano voltarsi contro il nostro volere. Improvvisamente affiora un disagio che spesso neanche comprendiamo e che può diventare proprio per questo motivo più difficile da gestire.
A volte è solo un senso di inadeguatezza e il non sentirsi capaci di reagire fa sembrare tutto più complicato. Così lasciarsi andare appare la scelta più facile. In queste occasioni invece e basilare scuotersi e riuscire ad analizzare la situazione.
Cosa posso fare io per migliorare questa situazione? Se le risposte che ne conseguono saranno adeguate, sarà abbastanza semplice arrivare a capire che cosa ci abbia condotto in quel “luogo ostile di non facilità”. Sensi di colpa? Bassa autostima? Tutto può cambiare. Tutto è raggiungibile.
In effetti a volte può essere che in quel determinato momento o periodo potremmo non avere la forza ne la voglia per eseguire quello che sentiamo necessario. Tuttavia, se trovassimo la motivazione per fare anche un solo piccolo gesto nella direzione giusta, ci troveremmo a stupirci di ciò che potremmo raccogliere, a volte con un minimo impegno.

Il 90% dell’infelicità presente nella nostra vita ce la creiamo da soli e ci impegniamo costantemente per mantenerla cosi. E’ tutto nelle nostre mani. Ho sentito più volte la testimonianza di persone che si accorgevano di aver vissuto nella gioia solo quando avevano smesso di poterlo fare. “Non ci mancava davvero nulla”. Se non ti mancava davvero nulla perché ti impegni cosi tanto a difendere la malinconia invece dell’allegria? Fa che questo serva da esperienza, non e necessario bagnarci nel vittimismo e macerarci nel rimpianto: la tua vita diventa perfetta se ti innamori di te.

La paura di essere felici agisce su tre livelli e purtroppo e sufficiente che solo uno di questi venga contattato per sabotare il progetto.
- il primo livello agisce sulla convinzione inconscia dell’ “Io non merito”. Le disapprovazioni parentali, degli insegnanti, degli adulti in generale ci hanno, a volte, regalato questa brutta considerazione invalidante e triste.
- Il secondo livello e rappresentato dall’ “Io sarò punito”. Anche in questo caso le disapprovazioni parentali ci hanno in insegnato che se da bambini volevamo ancora marmellata perché ci rendeva felici averne di più e ci veniva negata, avevamo due scelte: accettare che ne avevamo avuta abbastanza ed entrare nella sensazione di carenza (tornado al primo livello) oppure se eravamo più determinati e ci avvicinavamo troppo a quella che per noi rappresenta la felicità malgrado il divieto, incorrere (se scoperti) nella punizione.
- L’altro “filtro” per allontanarci dalla felicità è “Io temo la felicità” (perché non la conosco). Nell’inconscio la credenza è: ”Posso cavarmela nella carenza e nel non amore, perché sono riuscito a farlo fino ad oggi. Ma se raggiungo la felicità che non conosco, cosa potrà accadermi?”.

Non scegliamo la paura quindi, ma con amore cogliamo, anche nella crisi, l’occasione per inventarci nuove possibilità. In ogni caso, quando siamo in crisi, se lo vorremo, potremo spostare i nostri limiti, risolvere il nostro conflitto o accettarlo: “Come posso io, vedere questo in maniera positiva?” E ecco che anche nel dolore siamo sostenuti a diventare migliori, magari proprio quella persona che volevamo essere.
“Mai è cosi buio come prima che faccia l’alba.”
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Vecchio 15-10-2008, 12:19   #7
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Avrà tutti i problemi del mondo, ma non la fobia sociale. E' un'altra cosa.
Vecchio 15-10-2008, 12:27   #8
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semplice curiosita visto che lilly e piu nome da femmina e visti che ero convinto fosse femmina..tutto qui...azz c entra la disco?..mah
e poi su cosa ha ragione cali?..spiega
Vecchio 15-10-2008, 12:31   #9
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Ho fatto le tue stesse esperienze e devo dire anche considerazioni molto simili.

Io ho imparato anche a far parlare gli altri, chiedo informazioni su quello che fanno, che interessi hanno, cercando di rimanere sul generale per non essere invadente. In fin dei conti se devo conoscere una persona da qualche parte devo iniziare. A molti piace parlare di sè e se io mi mostro disponibile vedo che lo apprezzano. Insomma cerco di girare il manico dalla mia parte.

Fin dalle elementari quando dovevo scrivere i pensierini e poi i temi ho sempre fatto molta fatica a scrivere. Mi hanno sempre rimproverato di scrivere temi freddi ed impersonali. Io dicevo che non avevo idee ma in effetti qualcuna l'avevo ma non volevo farla sapere agli altri o per lo meno le rendevo note a gocce. Mi dava fastidio perchè era la mia intimità e non volevo sbandierarla.
Vecchio 15-10-2008, 12:37   #10
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scusami nn l avevo capito....prima parlavi al maschile..solo x quello....mezzelfo tu subito a pensar male....e manko mi conosci..
Vecchio 15-10-2008, 19:54   #11
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L'avatar di JohnReds
 

Quote:
Originariamente inviata da Monet
Ho fatto le tue stesse esperienze e devo dire anche considerazioni molto simili.

Io ho imparato anche a far parlare gli altri, chiedo informazioni su quello che fanno, che interessi hanno, cercando di rimanere sul generale per non essere invadente. In fin dei conti se devo conoscere una persona da qualche parte devo iniziare. A molti piace parlare di sè e se io mi mostro disponibile vedo che lo apprezzano. Insomma cerco di girare il manico dalla mia parte.

Fin dalle elementari quando dovevo scrivere i pensierini e poi i temi ho sempre fatto molta fatica a scrivere. Mi hanno sempre rimproverato di scrivere temi freddi ed impersonali. Io dicevo che non avevo idee ma in effetti qualcuna l'avevo ma non volevo farla sapere agli altri o per lo meno le rendevo note a gocce. Mi dava fastidio perchè era la mia intimità e non volevo sbandierarla.
Anch'io ho imparato a far parlare gli altri e ho trovato tecniche per ovviare alle mie deficienze...ma a me non piace far parlare gli altri...mi sento deficitario, un mezzo uomo, sento che vivo a rimorchio...tipo tante volte ho l'iniziativa di uscire e organizzare serate, ma onn lo faccio perchè mi piace, ma per evitare la sensazione di inadeguatezza...è tutto così forzato, falso e artificioso cavolo...

xj4ck ma anche altri...

Io con il tempo ho capito che è come se dovessi "uscire" da un limbo nel quale mi sono messo per proteggermi dalle insicurezze e le intemperie del mondo...un rifugio, un "modus" mentale, che mi consente di non soffrire ansie e sofferenze, in passato ho sofferto parecchio per una serie di motivi e allora mi sono trovato un modo di comportarmi che mi facesse "da scudo e non mi mettesse in gioco"...in pratico ho sempre vissuto fuori tempo: o al passato, o al futuro, o in "un'altra dimensione" cioè alienandomi dal mondo...

Ultimamente ho capito che devo imparare a liberarmi del passato, dei timori del futuro e sopratutto imparare a godere l'istante...è come se dovessi "imparare" ad apprezzare certe cose, non so se a voi lo fa...in pratica devo "riscoprire" il gusto di parlare, uscire, divertirsi, non farlo in automatico per timore del giudizio degli altri, ma farlo perchè mi nasce spontaneo!

E' molto difficile ora cambiare modo di vivere e sentire le cose, è una rivoluzione copernicana ma pian piano ci sto riuscendo: sradicare comportamenti incancreniti è molto lungo e difficile...
Vecchio 15-10-2008, 20:27   #12
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Originariamente inviata da mezzoelfo
Quote:
Originariamente inviata da JohnReds

Ecco è quello! Io non capisco. Molti li sento lamentare che sono ingabbiati, vorrebbero ma non possono...io posso ma non voglio! perchè?
seee... mica si capisce che vuoi dire... definisci volere ma non potere e potere ma non volere (come lo hai inteso tu)
Mi spiego.
Volere ma non potere del sociofobico medio: vorrei uscire, parlare, stare con la gente ma poi mi viene un ansia insopportabile e tremo, sto male, ecc.

Potere ma non volere: io esco, parlo, ecc ma non ho ansie eccessive, anzi molte volte faccio cose "estroversone", ma come ho detto le faccio per imitazione, per non sentirmi "strano"...l'ansia mi viene ma perchè il mio "mondo"(desideri, sensazioni, ecc.) è radicalmente diverso da quello degli altri e temo di dire/fare qualcosa di sbagliato ma nel mio intimo non godo a farle...è una forzatura.
Vecchio 15-10-2008, 20:33   #13
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Originariamente inviata da Lilly_2
scrittore Roberto Saviano
è meglio che se ne vada
la mafia mantiene le promesse :|
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Originariamente inviata da Monet
Nemmeno io mi sento in gabbia. Sento però di essere apatico, un po' troppo indifferente nei confronti della realtà esterna, cosa che spesso viene intesa come pigrizia, indolenza.
Non siamo ne pigri ne indolenti (almeno, io non mi sento così)
mi sento un buon osservatore
guardo la realtà con obbiettività (rima)
Vecchio 15-10-2008, 20:37   #14
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Originariamente inviata da SiVieneESiVa
Non siamo ne pigri ne indolenti (almeno, io non mi sento così)
mi sento un buon osservatore
guardo la realtà con obbiettività (rima)
Ma te stai bene così? Hai la prospettiva di restare così a lungo?
A che serve vivere se non vivi?
Io non posso sopportarne l'idea, ho ancora cartucce da sparare, prima di arrendermi le voglio provare tutte.
Vecchio 15-10-2008, 20:45   #15
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Originariamente inviata da JohnReds
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Originariamente inviata da SiVieneESiVa
Non siamo ne pigri ne indolenti (almeno, io non mi sento così)
mi sento un buon osservatore
guardo la realtà con obbiettività (rima)
Ma te stai bene così? Hai la prospettiva di restare così a lungo?
A che serve vivere se non vivi?
Io non posso sopportarne l'idea, ho ancora cartucce da sparare, prima di arrendermi le voglio provare tutte.
non mi sono mai arreso
come non ho mai cominciato
per dirla in un modo un po blando
"Se non giochi non perdi"
questa è la mia serenità.
e penso che i sentimenti (generici) siano qualcosa di personale
e che non devono essere messi in gioco
Vecchio 15-10-2008, 21:02   #16
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Originariamente inviata da JohnReds
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Originariamente inviata da SiVieneESiVa
Non siamo ne pigri ne indolenti (almeno, io non mi sento così)
mi sento un buon osservatore
guardo la realtà con obbiettività (rima)
Ma te stai bene così? Hai la prospettiva di restare così a lungo?
A che serve vivere se non vivi?
Io non posso sopportarne l'idea, ho ancora cartucce da sparare, prima di arrendermi le voglio provare tutte.
Hai ragione. Lo spazio delle esperienze disponibili è molto più ampio di quello della mia vita usuale. Se la vita non si riempie di esperienze rimane un guscio vuoto. Alla fine della vita potrei non avere nemmeno ricordi. Tutto questo non avrebbe importanza se fossi completamente sereno nella mia condizione. Il punto è che in effetti un certo disagio lo provo. Quindi agire. Ma come non l'ho ancora chiarito.
Vecchio 15-10-2008, 21:04   #17
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Originariamente inviata da -Lilly-
Secondo me..era errato il mio atteggiamento di allora...il sentirmi così terribilmente sbagliata xchè diversa..non il fatto in sè del cimentarmi in contesti sociali in cui..ok non mi sentivo a mio agio, che però mi permettevano di conoscere persone..chiacchierare..imparare il vademecum minimo x interagire col prossimo..facendo riferimento alla mia amica come modello..
Centrato. Ho fatto uguale a te praticamente sempre da 10 anni a questa parte. Però devo dire una cosa: da un lato è una falsità, dall'altro, senza queste "recite" non avrei vissuto nemmeno quelle: meglio un isolamento sincero o una socialità falsa?

Io penso che l'isolamento sincero vada attuato se e solo te sei sicuro/a che ti serva a ricaricare le batterie e iniziare a vivere veramente...ma ho sempre avuto paura di entrare in un circolo vizioso di chiusura e isolamento sempre maggiore, così mi sono limitato a "galleggiare"...nell'attesa di una soluzione...credo di avrla trovata, più o meno, spero stavolta sia la volta buona... :?
Vecchio 15-10-2008, 21:07   #18
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Originariamente inviata da Monet
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Originariamente inviata da SiVieneESiVa
Non siamo ne pigri ne indolenti (almeno, io non mi sento così)
mi sento un buon osservatore
guardo la realtà con obbiettività (rima)
Ma te stai bene così? Hai la prospettiva di restare così a lungo?
A che serve vivere se non vivi?
Io non posso sopportarne l'idea, ho ancora cartucce da sparare, prima di arrendermi le voglio provare tutte.
Hai ragione. Lo spazio delle esperienze disponibili è molto più ampio di quello della mia vita usuale. Se la vita non si riempie di esperienze rimane un guscio vuoto. Alla fine della vita potrei non avere nemmeno ricordi. Tutto questo non avrebbe importanza se fossi completamente sereno nella mia condizione. Il punto è che in effetti un certo disagio lo provo. Quindi agire. Ma come non l'ho ancora chiarito.
Esatto. Io ho avuto molte esperienze, fatte più per noia che altro. Ho fatto cose che a molti sembrerebbero bellissime, e a me semplicemente mi davano una scossettina dalla ruotine quotidiana...il mio ragionamento è sempre stato: non posso aspettare lo stato giusto, devo vivere con il "pacco" di bagaglio emozionale che ho....almeno faccio esperienze e guardandomi indietro non avrò rimpianti...con la speranza prima o poi di raggiungere la "simmetria " tra vita vissuta e desideri reali.
Vecchio 15-10-2008, 21:36   #19
Esperto
L'avatar di gattasilvestra
 

John, scusa ma non ti ho capito... il problema è che non hai ancora trovato delle esperienze sociali che ti piacciano davvero?
Magari sei un tipo da divertimenti estremi (es. alpinismo... dove comunque l'interazione con i compagni di scalata c'è) o ameresti avere hobby particolari... e nelle uscite normali non trovi niente di che...
Vecchio 15-10-2008, 22:42   #20
Avanzato
 

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Originariamente inviata da gattasilvestra
John, scusa ma non ti ho capito... il problema è che non hai ancora trovato delle esperienze sociali che ti piacciano davvero?
Magari sei un tipo da divertimenti estremi (es. alpinismo... dove comunque l'interazione con i compagni di scalata c'è) o ameresti avere hobby particolari... e nelle uscite normali non trovi niente di che...
Non so. devo dire che, nonostante credo di conoscere la strada per migliorare, sono piuttosto confuso al momento su me stesso...non riesco a spiegarlo bene a me, figuriamoci agli altri!
Diciamo che al momento vado per direzioni, senza sapere la meta finale.
Il mio "lumicino" è il benessere, cioè quando vedo che con una certa condotta sto meglio, la adotto. punto. Non mi piacciono, anzi è più corretto dire non mi interessano, le classificazioni, le teorie psicologiche, perchè punto più sulle cose pratiche...ho rinunciato da tempo a "capirmi in profondità".

Forse è per questo che non sono molto chiaro. In ogni caso ho letto che qualcuno condivide quello che ho scritto...m'interesserebbe sapere(vedi J4ck, monet, lilly) dove divergono e dove invece mi somigliano.

forse qualcun'altro saprebbe classificare bene queste situazioni, ma essendo "interno" non mi riuscirà mai descriverla bene...
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