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Vecchio 11-02-2013, 15:59   #41
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L'avatar di Jules.
 

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Originariamente inviata da HurryUp Visualizza il messaggio
Carissimi, sono venuto a servirvi una bella dose di rabbia sociale, gustiamoci il piatto.
Sono appena andato a prendere la ragazza con cui mi sto frequentando da due mesi da una scuola serale che sta facendo per ottenere un diploma. Chiedendole come è andato il pomeriggio a scuola mi ha detto che ha parlato con un'infermiera che, se ho capito bene, dovrebbe essere o una professoressa del corso o una specie di tutor o una studente... in ogni caso è una che ha il titolo di infermiera. La mia "ragazza" (d'ora in poi lo metto tra virgolette) ha chiesto a questa infermiera che cosa fosse la fobia sociale. Infatti una volta su facebook le ho parlato della fobia sociale facendole vedere la voce su wikipedia, per farle capire meglio i miei blocchi, dato che avevamo raggiunto una certa confidenza e sentimento tale da poterci aprire a vicenda.
Ebbene, la mia "ragazza" ha chiesto a questa infermiera che cos'è la fobia sociale, e, raccontandomi la conversazione, mi ha riferito che la prima reazione dell'infermiera è stato un istintivo consiglio moralmente ineccepibile:
"Lascialo perdere!!!".
E non basta: dopo questo profondo consiglio me l'ha impressionata descrivendo una condizione psicologica invalidante che richiede vaghe e inquietanti terapie che faticosamente riescano a far guarire l'invalido.

Bah... una descrizione così superficiale e meschina sarebbe stata comprensibile per un profano, mentre qui è stata detta da un'infermiera: professione che dovrebbe essere animata da una vocazione all'aiuto al prossimo, alla speranza per la buona salute e qualità di vita del malato. Invece che fa questa infermiera? Va a dare una descrizione distorta della patologia, presentandola come grave a una ragazza che frequenta un sociofobico - e quindi presumibilmente ci tiene a questo soggetto e ha bisogno di informazioni serie - scoraggiandone la frequentazione e incitandola a scaricarlo, senza informarla dei possibili diversi gradi di fobia sociale, ma solo del caso più grave e invalidante. Bella vocazione medica ha sentito l'infermiera: un sociofobico che sta frequentando una ragazza magari sarà un sociofobico che riesce a vincere la fobia, che non si lascia andare all'evitamento; e invece di essere contenta di questo segnale di progresso (vocazione medica) mi scoraggerebbe cinicamente, negandomi di poter ambire a questa ragazza se non per pietà: da una parte va a fingere di interessarsi del benessere dei malati, dall'altra va a dire alla ragazza che le parla di me "Lascialo perdere" perchè ho la fobia sociale.
Che dire, un bell'esempio di onestà professionale.
Chi ti risponde, è una studentessa d'infermieristica ad un mese dalla laurea.
Premetto che non ti conosco, però una cosa per quanto leggo dal tuo racconto posso dirtela.
Purtroppo credo che la tua ragazza, abbia sbagliato persona con cui confidarsi, più che altro ci sono poche tutor illuminate in generale.
Te lo dico per esperienza personale, però ti dico per quel che posso di non dare molto peso ad un commento del genere e più che altro credo che la cosiddetta "tutor" l'abbia fatta semplicemente "fuori dal vaso", probabilmente la tua ragazza non doveva rivolgersi a lei (magari avrebbe dovuto rivolgersi alla docente di infermieristica in psichiatria, sarebbe stato meglio), la sensibilità la si può acquisire ma in questo caso credo che sì purtroppo l'infermiera abbia sbagliato in pieno ad esporsi in questo modo, soprattutto perché non ti conosce.
Di contraltare, vorrei dire a più o meno chiunque abbia parlato di sensibilità, mancata competenza o mancanza di umanità che noi infermieri non siamo dei santi, o dei missionari come spesso veniamo etichettati, ma siamo dei professionisti chi più chi meno e non nego che ci siano le cosiddette "mele marce" tra l'altro presenti anche nelle altre professioni sanitarie (medico, anche, eh) ma ci sono moltissimi che svolgono il loro lavoro in maniera egregia in condizioni di vero e proprio disagio.
Vorrei chiarire che la nostra è una laurea a ciclo triennale di base, con una specialistica di due anni più eventuali master.
Mi dispiace per le vostre esperienze e spero che in futuro (anzi spero per voi ed i vostri familiari di non avere a che fare con gli ospedali) vi possiate comunque trovare in mano a persone più capaci (sia dal punto di vista tecnico che umano), che essi siano infermieri, medici o che altro.
Vecchio 11-02-2013, 16:04   #42
Intermedio
L'avatar di Jules.
 

Quote:
Originariamente inviata da Tristezza Visualizza il messaggio
Non fidarti delle infermiere... Ne conosco alcune... Certe sono delle fanatiche religiose, altre delle ninfomani paurose! La tua ragazza doveva rispondergli "I consigli me li faccio dare dalle persone di cui ho fiducia, lei si occupi di iniezioni e clisteri!"
Vabbè, io eviterei di scrivere cose del genere.
Stai alimentando un pregiudizio molto diffuso, purtroppo.
Vecchio 11-02-2013, 16:25   #43
Esperto
L'avatar di Melancholia
 

In ambito sanitario se ne dicono tante di cagate! (anche da parte dei medici).
Purtroppo l'insensibilità e l'ignoranza non dà scampo a nessuno (non è che se uno è laureato allora è un illuminato).

Se una persona dice una cosa del genere non conoscendo questo disturbo e soprattutto non conoscendo la persona nello specifico (in questo caso sei tu), ignorala semplicemente (come spero abbia fatto la tua ragazza).
Vecchio 11-02-2013, 16:30   #44
Banned
 

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Originariamente inviata da Sverso Visualizza il messaggio
così impari a sbandierare ai quattro venti i tuoi disagi
giusto!
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