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12-04-2023, 10:39
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#41
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Intermedio
Qui dal: Jun 2020
Messaggi: 131
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Non siamo tutti fatti per essere "animali sociali" e per stare al mondo uniformandosi al comune modo di vivere o di essere, che in genere secondo il senso comune presuppone "necessariamente" il rapporto con l'altro, checchè ne dicano tanti (parlo in generale, soprattutto studiosi, psicologi, analisti e simili). E' così e basta per quanto mi riguarda. Si nasce con questa predisposizione e con questa indole, poi magari eventi della vita portano ad amplificarla ancora di più. Io da isolato ormai da anni e anni posso dire che ci ho anche provato a cambiare in altri tempi, ma non sono riuscito e non riesco, perchè sento che questa cosa è parte di me, non so stare con l'altro, non sono animale sociale, non so integrarmi, quindi con questa cosa alla lunga ci convivi e amen. Consapevolezza di essere animali non-sociali. Non ne sto tuttavia facendo un discorso di "mi va bene così" o "non mi va bene così", ma solo che è una componente che avevo, ho e probabilmente avrò dentro di me sempre e l'ho accettato e basta. Come dire che sei nato con i capelli rossi, e te li porti dietro tutta la vita, a meno che non te li tingi. Ecco, io sono così e basta, di "tingermi" da socialone non sono mai riuscito, non riesco e probabilmente neanche ne ho voglia di riuscirci.
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Ultima modifica di kurt87; 12-04-2023 a 10:49.
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12-04-2023, 11:36
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#42
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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A parte il lavoro dove devo andare per forza ovviamente, ma anche li gli altri fanno comunella e io sono comunque da solo, la solitudine è una costante compagna di vita, in camera sul letto, o in giro in macchina, molto spesso la mia compagna di solitudine è la mia macchina, a volte guardo il sedile passeggero sempre vuoto e mi dico che se non avessi questi problemi, su quel sedile potrebbe esserci qualcuno, qualcuna. Ma anche quando vado a fare la spesa o per forza di cose devo andare in luoghi dove c'è gente, sono comunque sempre solo.
È una condizione pesante, logorante, perché un conto è affrontare il lavoro, o vari problemi o comunque anche momenti belli, con qualcuno a fianco che ti vuole bene, e tu gli vuoi bene, ne aumenta la sicurezza in sé stessi, l'autostima, é bello essere apprezzati, desiderati, comunque aiuta psicologicamente, secondo me.
Ma l'essere sempre da soli con sé stessi, mentre vedi gli altri che ottengono senza nessuna difficoltà e non hanno problemi con gli altri, a interagire eccetera, alla lunga fa sentire sprofondare in questa solitudine
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12-04-2023, 12:03
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#43
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Intermedio
Qui dal: Feb 2023
Ubicazione: Roma
Messaggi: 123
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Mi ritrovo pienamente nelle tue parole.
Io a differenza tua non lavoro quindi se esco non devo andare in ufficio o comunque non sono costretta a lavorare con altra gente. Il peso è forte, a volte cerco invano di illudermi che mi sta bene per certi versi (la solitudine intendo) ma poi a un certo punto apro gli occhi e mi accorgo della realtà dei fatti. La solitudine fa male e conviverci è difficile, io mi affido alla musica, metto su le cuffie, immagino di essere altrove se altrove non sono, ma poi quando la musica finisce, resta il silenzio e la verità.
Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
A parte il lavoro dove devo andare per forza ovviamente, ma anche li gli altri fanno comunella e io sono comunque da solo, la solitudine è una costante compagna di vita, in camera sul letto, o in giro in macchina, molto spesso la mia compagna di solitudine è la mia macchina, a volte guardo il sedile passeggero sempre vuoto e mi dico che se non avessi questi problemi, su quel sedile potrebbe esserci qualcuno, qualcuna. Ma anche quando vado a fare la spesa o per forza di cose devo andare in luoghi dove c'è gente, sono comunque sempre solo.
È una condizione pesante, logorante, perché un conto è affrontare il lavoro, o vari problemi o comunque anche momenti belli, con qualcuno a fianco che ti vuole bene, e tu gli vuoi bene, ne aumenta la sicurezza in sé stessi, l'autostima, é bello essere apprezzati, desiderati, comunque aiuta psicologicamente, secondo me.
Ma l'essere sempre da soli con sé stessi, mentre vedi gli altri che ottengono senza nessuna difficoltà e non hanno problemi con gli altri, a interagire eccetera, alla lunga fa sentire sprofondare in questa solitudine
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Ultima modifica di Lunacrescente80; 12-04-2023 a 19:54.
Motivo: Correzione errori battitura
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12-04-2023, 12:38
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#44
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Teoricamente non avrei problemi ad interagire, non ho fobia sociale al massimo un po di evitamento ma niente di tragico. Non sono a zero esperienze, ho avuto relazione, fatto viaggi, gruppi di amici, eppure mi trovo sempre al punto di partenza con un pugno di mosche. Tutto quello che avviene è sempre solo una parentesi di passaggio, non persiste, non da mai una svolta, è come vivere a strappi. Ma come già è il risultato di essere ininfluente, irrilevante, senza contenuto. Quando sei così puoi avere solo cose passeggere, momentanee in attesa che si trovi di meglio, e di meglio si trova sempre.
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12-04-2023, 12:58
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#45
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Originariamente inviata da kurt87
Si nasce con questa predisposizione e con questa indole
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si, anche secondo me si nasce con questa indole. Quello che non mi spiego è che per molti anni ho avuto una vita sociale abbastanza intensa, ed avevo piacere a vivere così. Diciamo che è quella l'anomalia che non mi spiego, anche se non era male come anomalia.
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12-04-2023, 13:31
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#46
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Banned
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 6,490
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Quote:
Originariamente inviata da Noradenalin
Fobia sociale e disturbo evitante che mi porto dietro da quando ero bambino e anni di totale isolamento in casa.
Inoltre mi sento a disagio e in soggezione di fronte agli altri che sono normali e già mi considerano uno sfigato così solo a vedermi per via del mio modo di fare inusuale e che riflette l'autismo.
Poi quando mi interpellano per cose non riguardanti direttamente il lavoro, lo fanno con le solite domandine spinose o punzecchiamenti passivo aggressivi per prendermi in giro.
Oltre a questo, non ho alcun interesse a prescindere a socializzare con persone come loro perché siamo tipi di persone completamente diverse ed incompatibili.
Fobia sociale e disturbo evitante che mi porto dietro da quando ero bambino e anni di totale isolamento in casa.
Nonostante siano persone con il mio stesso livello di autismo, abbiamo background e patologie "secondarie" differenti, oltre al fatto che loro sono ad un livello più avanzato della terapia (alcuni hanno ricevuto diagnosi di autismo già da quando erano bambini) e hanno potuto già farsi una loro vita e quindi anche in questo caso mi sento a disagio, in soggezione verso quelli che magari hanno pure una laurea, un lavoro, un partner ecc.
Io non sono comunque in grado di socializzare in maniera normale tra quelli che dovrebbero essere miei simili neurologicamente parlando e non ci sono interessi in comune o altro che possano spingermi a provare a socializzare.
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Capisco bene tutto, tranne l'autismo. Per quanto possa valere, mi dispiace.
Ma tu una laurea l'avresti voluta? Io, ad esempio, non l'ho mai voluta e non me ne importa niente. Se uno l'ha sempre desiderata immagino sia più pesante da sopportate. Non riesci a metterti a studiare, anche solo per avere una soddisfazione personale? Potrebbe farti stare un po' meglio.
Hai delle cose che ti piacciono? Potresti cercare gruppi dalle tue parti o anche on line, poi con il tempo incontrarvi e parlare un po', così per non stare sempre da soli.
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12-04-2023, 13:51
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#47
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,562
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Quote:
Originariamente inviata da kurt87
Non siamo tutti fatti per essere "animali sociali" e per stare al mondo uniformandosi al comune modo di vivere o di essere, che in genere secondo il senso comune presuppone "necessariamente" il rapporto con l'altro, checchè ne dicano tanti (parlo in generale, soprattutto studiosi, psicologi, analisti e simili). E' così e basta per quanto mi riguarda. Si nasce con questa predisposizione e con questa indole, poi magari eventi della vita portano ad amplificarla ancora di più. Io da isolato ormai da anni e anni posso dire che ci ho anche provato a cambiare in altri tempi, ma non sono riuscito e non riesco, perchè sento che questa cosa è parte di me, non so stare con l'altro, non sono animale sociale, non so integrarmi, quindi con questa cosa alla lunga ci convivi e amen. Consapevolezza di essere animali non-sociali. Non ne sto tuttavia facendo un discorso di "mi va bene così" o "non mi va bene così", ma solo che è una componente che avevo, ho e probabilmente avrò dentro di me sempre e l'ho accettato e basta. Come dire che sei nato con i capelli rossi, e te li porti dietro tutta la vita, a meno che non te li tingi. Ecco, io sono così e basta, di "tingermi" da socialone non sono mai riuscito, non riesco e probabilmente neanche ne ho voglia di riuscirci.
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Idem. E aggiungo che per stare in certi meccanismi devi pure essere bravo a recitare, a vivere rapporti di comodo.
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12-04-2023, 14:49
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#48
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Intermedio
Qui dal: Jun 2020
Messaggi: 131
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Quote:
Originariamente inviata da Keith
si, anche secondo me si nasce con questa indole. Quello che non mi spiego è che per molti anni ho avuto una vita sociale abbastanza intensa, ed avevo piacere a vivere così. Diciamo che è quella l'anomalia che non mi spiego, anche se non era male come anomalia.
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Perchè probabilmente in quella fase della tua vita il tuo Io "sociale" era riuscito a prevalere e sconfiggere (ma forse solo per un tempo limitato) il "demone" interiore che abbiamo, quello della solitudine, in questa sorta di eterna lotta che c'è dentro di noi, cosa che in minima parte è successa anche a me, in poche fasi e periodi della vita, ma è successa. Sul fatto del piacere o meno, onestamente in quei periodi in cui avevo un minimo di vita sociale e di conoscenze, non è che fosse sempre rose e fiori, anche la socialità è complicata da gestire, nel senso che spesso lo stress, le pressioni, il dover rendere conto giocoforza ad altri, le discussioni, i misunderstanding, fino ai veri e propri litigi, erano molto presenti, e mi facevano vivere i rapporti e le cose con la medesima ansia o insoddisfazione o tristezza che avevo, o posso avere ora, da persona isolata (non sto dicendo che era peggio di adesso, ma neanche l'Eden, ecco intendo questo, c'erano spesso molti più sbattimenti e pensieri che ora non ho...). Inoltre era come se dovessi sempre cercare di essere "un altro Me", per rapportarmi agli altri, come se dovessi sempre frenarmi nel dire o fare qualcosa, non poter mai fare il passo più lungo della gamba, non osare mai, insomma molto limitante e opprimente per tanti versi, e francamente questa non è una cosa che mi manca. Poi certo, c'erano anche momenti discretamente positivi, la compagnia, le cose fatte insieme, le chiacchiere, le risate, il sentirsi, il vedersi, però quello che voglio dire è che per essere "sociali", per me, devi in primis essere predisposto già di tuo (quello che dicevo sopra), ma che è anche come una sorta di lavoro vero e proprio, e c'è bisogno di impegno, tempo, costanza, voglia, determinazione, c'è bisogno di un investimento emotivo, mentale e in azioni e fatti concreti non indifferente, da parte nostra in primis, e poi degli altri (perchè ci aspettiamo la medesima cosa dagli altri), perchè altrimenti i rapporti non li mantieni.
Ecco, io non credo di essere predisposto a questo per mia natura, e in più credo di aver provato a fare questo "lavoro" (diciamo che ho fatto i miei "tirocini" o il mio "praticantato"), ed evidentemente di non esserne in grado. Uno si mette l'anima in pace.
Quote:
Originariamente inviata da Ezp97
Idem. E aggiungo che per stare in certi meccanismi devi pure essere bravo a recitare, a vivere rapporti di comodo.
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Esattamente, quello che ho detto anche sopra. Mai riuscito a recitare, a portare maschere, a dover compiacere l'altro, perchè quelle rare volte che l'ho fatto, stavo e mi sentivo peggio di prima, mi sentivo al di fuori di me stesso, un'altra persona, mi sentivo un fantoccio, e molti rapporti li ho chiusi anche, se non soprattutto, per questo, ma non me ne pento. Perchè la falsità, l'opportunismo, il paraculismo di cui si nutrono la gran parte delle relazioni umane, non mi appartengono.
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12-04-2023, 15:06
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#49
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 3,880
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io ci sono arrivato per gradi, partendo dalla tarda adolescenza quando gli amici hanno iniziato ad avere le morose ed io mi sono ritrovavo da solo in auto a girovagare la sera. Sul momento non la vivevo certo bene la cosa. Devo dire che dai oggi, dai domani, mi ritrovo 15-16 anni dopo sulla mia isola solitaria e felice. Forse occorrono anche una serie di eventi/traumi famigliari & sociali che ti portano a vivere meglio tale situazione, ma fatto sta che io sto benissimo così senza amicizie e nessuno che mi chiama/cerca.
La domanda che l'opener si pone a me non viene mai in mente poiché per me è un modo di vivere completamente normale che non richiede sforzi per accettarlo.
Restano i contatti con la famiglia e quelli sul lavoro (che non proseguono nell'extra lavoro, fortunatamente).
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12-04-2023, 16:46
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#50
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,151
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Ormai non capisco più se sono asociale oppure bisognoso di rapporti ma in un certo senso incapace di "coltivarli".
Alla fine eccomi qua, non più giovane e senza amici.
Pradossalmente vuoi il lavoro nuovo, vuoi gli amici di mio fratello che ho cominciato a conoscere quest'inverno.... alla fine sto facendo più vita sociale in questi ultimi 6 mesi, che negli ultimi 8 anni.
Ma alla fine non ho "veri" amici, gente che mi chiama solo per sentire come sto... zero di zero.
Tutti stanno cercando di coinvolgermi in qualcosa, e poco a poco cedo e mi ci ficco pure io... ma sempre di conoscenze si parla.
Adesso vogliono pure trascinarmi in una folle gioco tra colleghi (e ci si farà del male fisico probabilmente 😂 ), ma fininirò per aggregarmi nuovamente.
Però nella sostanza nessun vero amico, e nessun progresso nel campo sentimentale ( e lì tocchiamo un tasto dolente). Nesun rapporto PROFONDO... ma probabilmente manco io lo cerco.
Ormai son pure troppo vecio, non so se cambierà veramente qualcosa.
P.s comincio a pensare di essere evitante con una spruzzatina schizoide, visto che non mi dispero quasi mai di sta situazione penosa.
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Ultima modifica di Teach83; 12-04-2023 a 16:48.
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12-04-2023, 17:02
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#51
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Originariamente inviata da kurt87
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Si indubbiamente anche per me i 10-12 anni di socialità non sono stati sempre una passeggiata. Problema più grosso la totale assenza di storie con l'altro sesso. che a 20-25 anni ti pesa, ma il resto andava bene. Ero me stesso, ma io non posso essere diversamente, e poi è meglio accettato.. per quanto non è che sia tutto questo granché.. il "me stesso", piuttosto che la maschera. Con quest'ultima faccio molta fatica e non sono per niente attraente.
Poi un graduale e a tratti brusco isolamento, però abbastanza graduale, altrimenti se me ne fossi accorto per tempo avrei preso provvedimenti più di peso. Rimane il fatto che anche l'altra gente cambia. A 20-30 anni c'è il massimo della socialità, poi molti si sposano, altri continuano a studiare e lavorano pure quindi non hanno tempo, altri scelgono gli animali.. alla fine gli altri escono sicuramente più di noi, ma anche loro hanno diminuito molto.
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12-04-2023, 17:06
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#52
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Banned
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 6,490
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Mi chiedo come possiate non arrabbiarvi per la condizione nella quale vivete, senza cercare di fare qualsiasi cosa per uscirne.
E' troppo faticoso? La vita è anche faticosa, per alcune persone molto più di altre. E quindi? Perché non lottare in tutti i modi per guadagnarsi un briciolo di serenità. Sì, alcune persone avranno molto, altre meno, ma vale anche per le persone che non hanno problemi relazionali. Io faccio una vita che è un inferno in terra, se mi ci abbandonassi sarei finita.
Noi siamo responsabili della nostra vita e della nostra serenità, nessun'altro lo è.
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Ultima modifica di Madeleine; 12-04-2023 a 17:08.
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12-04-2023, 17:47
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#53
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Intermedio
Qui dal: Dec 2012
Ubicazione: Basilicata
Messaggi: 203
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Grazie a tutti per le risposte (le ho lette tutte )
ho difficoltà su come creare un rapporto interpersonale concreto con la gente, ho alcuni conoscenti/colleghi con cui parlo ogni tanto (per via del mio lavoro ho conosciuto centinaia di persone) e con alcuni colleghi di lavoro ci ho anche mangiato un pizza, andato a casa loro ecc.
Non ho problemi di fobia nel parlare con la gente, differente era la situazione da piccolo quando non parlavo con nessuno se non con un amico di scuola e basta, non uscivo di casa se non per un breve periodo di tempo in cui avevo una comitiva. Mi stava benissimo questa "non vita" che facevo fino alla tarda età adolescenziale poi il peso ha iniziato a sentirsi.
Fortunatamente quella timidezza assurda che avevo crescendo è andata via via lontano da me fino a quando ho iniziato questo lavoro da commesso circa 10 anni fa e da li, nel corso degli anni, sono cambiato in meglio nei rapporti con le persone.
So bene che per tenersi un amicizia ci vuole impegno, costanza e determinazione e probabilmente non l'ho avuta in passato se adesso sono in questa situazione.
Quando ero con le persone giuste (amiche, colleghi, sorelle, cugini della mia ex) stavo bene e parlavo con loro di ogni cosa senza problemi, addirittura con persone che conoscevo poco.
Devo cercare un modo per conoscere nuove persone (possibilmente simili a me) e da li mettercela tutta per poter instaurare un rapporto personale e tenermelo stresso con naturalezza e proprio qui che viene il difficile
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12-04-2023, 17:55
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#54
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Banned
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 6,490
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Quote:
Originariamente inviata da TheMask
Grazie a tutti per le risposte (le ho lette tutte )
ho difficoltà su come creare un rapporto interpersonale concreto con la gente, ho alcuni conoscenti/colleghi con cui parlo ogni tanto (per via del mio lavoro ho conosciuto centinaia di persone) e con alcuni colleghi di lavoro ci ho anche mangiato un pizza, andato a casa loro ecc.
Non ho problemi di fobia nel parlare con la gente, differente era la situazione da piccolo quando non parlavo con nessuno se non con un amico di scuola e basta, non uscivo di casa se non per un breve periodo di tempo in cui avevo una comitiva. Mi stava benissimo questa "non vita" che facevo fino alla tarda età adolescenziale poi il peso ha iniziato a sentirsi.
Fortunatamente quella timidezza assurda che avevo crescendo è andata via via lontano da me fino a quando ho iniziato questo lavoro da commesso circa 10 anni fa e da li, nel corso degli anni, sono cambiato in meglio nei rapporti con le persone.
So bene che per tenersi un amicizia ci vuole impegno, costanza e determinazione e probabilmente non l'ho avuta in passato se adesso sono in questa situazione.
Quando ero con le persone giuste (amiche, colleghi, sorelle, cugini della mia ex) stavo bene e parlavo con loro di ogni cosa senza problemi, addirittura con persone che conoscevo poco.
Devo cercare un modo per conoscere nuove persone (possibilmente simili a me) e da li mettercela tutta per poter instaurare un rapporto personale e tenermelo stresso con naturalezza e proprio qui che viene il difficile
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Beh, hai già il tuo prossimo obbiettivo, concentrati su quello e lavoraci.
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12-04-2023, 18:07
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#55
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da Madeleine
Mi chiedo come possiate non arrabbiarvi per la condizione nella quale vivete, senza cercare di fare qualsiasi cosa per uscirne.
E' troppo faticoso? La vita è anche faticosa, per alcune persone molto più di altre. E quindi? Perché non lottare in tutti i modi per guadagnarsi un briciolo di serenità. Sì, alcune persone avranno molto, altre meno, ma vale anche per le persone che non hanno problemi relazionali. Io faccio una vita che è un inferno in terra, se mi ci abbandonassi sarei finita.
Noi siamo responsabili della nostra vita e della nostra serenità, nessun'altro lo è.
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Io ci ho provato in tutti i modi, ci sto provando tutt'ora, ma non ho più vent'anni e ogni volta che ci riprovo si presentano alla mia mente tutte le volte precedenti in cui ho provato e ho fallito, ritrovandomi sempre solo, e allora facendo i confronti mi dico sempre più che non ne vale la pena se il risultato dev'essere sempre lo stesso, ottenuto tra l'altro al prezzo di fatica e sofferenza.
Riguardo alla serenità, alla fine si deve anche fare un bilancio: io sto male da solo ma sto male anche in mezzo alla gente, anche se per motivi diversi, visto che nel primo caso, la solitudine, devo sopportare apatia e depressione, nel secondo, la socialità, devo affrontare stress e ansia continui. E allora mi trovo costretto a chiedermi cosa sia meno peggio e negli ultimi anni quasi quasi penso che stare da soli forse è il male minore, almeno per me.
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12-04-2023, 19:08
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#56
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Esperto
Qui dal: Jan 2017
Ubicazione: Toscana/Bologna
Messaggi: 4,711
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Quote:
Originariamente inviata da Madeleine
Mi chiedo come possiate non arrabbiarvi per la condizione nella quale vivete, senza cercare di fare qualsiasi cosa per uscirne.
E' troppo faticoso? La vita è anche faticosa, per alcune persone molto più di altre. E quindi? Perché non lottare in tutti i modi per guadagnarsi un briciolo di serenità. Sì, alcune persone avranno molto, altre meno, ma vale anche per le persone che non hanno problemi relazionali. Io faccio una vita che è un inferno in terra, se mi ci abbandonassi sarei finita.
Noi siamo responsabili della nostra vita e della nostra serenità, nessun'altro lo è.
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e infatti son pieno di rabbia. Ma da questa rabbia che ne viene?
Nulla.
Lottare? Faccio quel che posso, quel che riesco.
La vita che desidero resta tutt'altra cosa da quella che ho. Pur sforzandomi, non riesco a far comparire una dolce fanciulla e una villa sul mare di Portovenere.
Noi non siamo responsabili della nostra vita e della nostra serenità. È il Caso a governarle. Questo non vuol dire che non ci dobbiamo sforzare, ma che i nostri stessi sforzi sono frutto del Caso.
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12-04-2023, 20:45
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#57
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,640
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Quote:
Originariamente inviata da Madeleine
E' troppo faticoso? La vita è anche faticosa, per alcune persone molto più di altre. E quindi?
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A volte esistono delle lotte impossibili.
Nel forum non sempre riusciamo a raccontarci come dovremmo ma esistono situazioni e contesti davvero ardui. Purtroppo non tutto dipende dalla volontà e dalla predisposizione al sacrificio.
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12-04-2023, 21:37
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#58
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,562
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La nostra vita è come un film che hanno già prodotto ma che noi non abbiamo ancora visto, lo vediamo giorno per giorno ma non è modificabile.
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12-04-2023, 21:51
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#59
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Potresti cercare gruppi dalle tue parti o anche on line, poi con il tempo incontrarvi e parlare un po', così per non stare sempre da soli.
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Come fai, dopo ciò che ho descritto, a pensare che possa riuscire ad incontrare qualcuno nella vita reale o magari partecipare ad uno dei famigerati raduni...
Quote:
Hai delle cose che ti piacciono?
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Sai cosa sono e cosa comportano, soprattutto se associate insieme, depressione maggiore, anedonia, d.o.c. e autismo?
E sono solo alcune delle patologie che mi hanno diagnosticato.
Allo stato attuale per me il "piacere" non è neanche definibile.
Quote:
Originariamente inviata da Madeleine
Mi chiedo come possiate non arrabbiarvi per la condizione nella quale vivete, senza cercare di fare qualsiasi cosa per uscirne.
E' troppo faticoso? La vita è anche faticosa, per alcune persone molto più di altre. E quindi? Perché non lottare in tutti i modi per guadagnarsi un briciolo di serenità.
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Secondo te uno si diverte a vivere in questa condizione?
Pensi che io (come altri qui) non abbia mai provato, in 30 anni, a forzarmi, a provare, a combattere contro il mostro che c'è nella mia testa, a cercare una soluzione o un compromesso, un'alternativa per poter vivere una vita almeno un minimo dignitosa?
L'hai scritto tu stessa che per certe persone è molto più faticoso di altre.
Io ho trascorso la mia vita finora tra terapie psicologiche e farmacologiche (oltre ad essere farmaco resistente e cambiare terapia ogni anno e mezzo/due dopo essere arrivato a dosaggi molto alti) e dovrò continuare per il resto della mia vita anche solo per avere la forza di alzarmi la mattina dal letto ed iniziare un'altra giornata che è una delle cose più basilari che possa fare una persona normale.
La serenità la raggiungerò solo quando sarò cibo per i vermi e spero che succeda il prima possibile.
Quote:
Ma tu una laurea l'avresti voluta? Io, ad esempio, non l'ho mai voluta e non me ne importa niente. Se uno l'ha sempre desiderata immagino sia più pesante da sopportate. Non riesci a metterti a studiare, anche solo per avere una soddisfazione personale? Potrebbe farti stare un po' meglio.
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La laurea era un esempio, come anche l'avere un lavoro nella norma, per mostrare che gli altri sono riusciti almeno a raggiungere un traguardo nella loro vita.
Io non sono riuscito a prendere nemmeno il diploma di maturità, e sì, ho provato più volte a riprendere a studiare ma inutilmente e allo stato attuale, con la mia condizione neurologica, è impossibile anche solo pensare di affrontare un percorso simile.
Quote:
Noi siamo responsabili della nostra vita e della nostra serenità, nessun'altro lo è.
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Ma non siamo responsabili di aver avuto questa vita né delle patologie che si sono sviluppate nella nostra testa.
Non ho chiesto io di nascere così.
Quote:
Originariamente inviata da Madeleine
Capisco bene tutto
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No, a giudicare da certe uscite non riesci a capire bene tutta la situazione.
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12-04-2023, 22:00
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#60
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Originariamente inviata da Noradenalin
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Lascia perdere Noradrenalin, c'è tanta gente che non sa cos'è la depressione, fare uno sforzo immane per uscire.. e una volta uscito fare ancora uno sforzo immane per non buttarti nel Tevere e quando torni a casa ulteriore sforzo per non buttarti dalla finestra.. non lo sanno, non sanno niente. come hai detto te è veramente un mostro nella testa.
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