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Vecchio 30-01-2021, 11:32   #41
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"La storia del comunismo italiano, tanto incensato dai suoi aderenti di maggior spicco, resta la storia di un progressivo scivolamento centrista, di un adeguamento alle possibilità di spazio parlamentare offerte, con in testa un'ossessione atavica per il governo e la partecipazione politica. Sullo sfondo, nessuna volontà di profondo cambiamento del sistema economico, di governo operaio, di soviet: stiano pur tranquilli gli anti-comunisti. Solo volontà di esserci e partecipare al grande gioco della maggioranza parlamentare, desiderio peraltro pienamente perseguito e raggiunto nel corso dei decenni fino a consegnarci una sinistra post-comunista oggi pienamente capace di diventare la prima esponente di un sistema globalizzato a economia capitalista"

Questo si legge nel libro sui radical chic di Alessandro Catto, nuovo giovane idolo del nascente giornalismo sovranista. Sembra la descrizione perfetta di quello che Tersite definiva il pensiero unico progressista

Vecchio 30-01-2021, 12:09   #42
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Gummo potrebbe fare l'analista politico o l'editorialista..
"Gummo fondi un partito e vediamo quanti voti prende"(cit.)
Ringraziamenti da
Gummo (30-01-2021), pure_truth2 (31-01-2021)
Vecchio 30-01-2021, 13:55   #43
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"La storia del comunismo italiano, tanto incensato dai suoi aderenti di maggior spicco, resta la storia di un progressivo scivolamento centrista, di un adeguamento alle possibilità di spazio parlamentare offerte, con in testa un'ossessione atavica per il governo e la partecipazione politica. Sullo sfondo, nessuna volontà di profondo cambiamento del sistema economico, di governo operaio, di soviet: stiano pur tranquilli gli anti-comunisti. Solo volontà di esserci e partecipare al grande gioco della maggioranza parlamentare, desiderio peraltro pienamente perseguito e raggiunto nel corso dei decenni fino a consegnarci una sinistra post-comunista oggi pienamente capace di diventare la prima esponente di un sistema globalizzato a economia capitalista"
Ma ha ragione, solo che è troppo pavido. Se a quanto dici è un sovranista, si spiega il suo riempirsi la bocca con termini come 'soviet' e 'post-comunismo', che sono ridondanti. Sta particolarizzando un'analisi che Marcuse aveva già fatto nel 64 ne L'uomo a una dimensione (consumismo che annulla le ideologie politiche, partiti che diventano apparati, strumenti esecutivi delle classi dominanti) e che Pasolini ha portato avanti fino al 75. Poi magari fra 50 anni qualcuno se ne accorge ...

Ultima modifica di Gummo; 30-01-2021 a 13:58.
Vecchio 30-01-2021, 14:17   #44
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1:50

Vecchio 05-03-2021, 22:23   #45
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Rivolgo la domanda a chi ne sa più di me: secondo voi è vero che De Benedetti è protetto dalla magistratura in quanto imprenditore "di sinistra"? Perché non è stato condannato per i 10 miliardi di tangenti (che lui stesso confessò) ed è stato assolto in secondo grado per le morti dovute all'amianto nella sua azienda?
Vecchio 06-03-2021, 10:59   #46
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Rivolgo la domanda a chi ne sa più di me: secondo voi è vero che De Benedetti è protetto dalla magistratura in quanto imprenditore "di sinistra"? Perché non è stato condannato per i 10 miliardi di tangenti (che lui stesso confessò) ed è stato assolto in secondo grado per le morti dovute all'amianto nella sua azienda?
Non lo so, ma di certo berlu (per quanto frigni) mi pare che al saldo finale abbia ricevuto un trattamento coi guanti di velluto. Di riffa o di raffa, con tutte le porcate che ha combinato si è dovuto fare solo un po' di volontariato a Cesano Boscone, e ora fa anche l'ago della bilancia al governo
Quindi, che siano protetti solo gli imprenditori "di sinistra" mi pare discutibile. Sono protetti i potenti, di qualunque colore.
Vecchio 12-03-2021, 18:31   #47
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Stando alla sig.ra Annunziata, questa è stata la manifestazione con più danni, più distruzione, più pericolo della nostra storia repubblicana.
Più ancora delle giornate di Genova nel 2001, solo che in quest'ultimo caso c'era di mezzo il discutibile atteggiamento delle forze dell'ordine ma nel 77 perché erano tutti così incazzati che svaligiavano armerie, sparavano e approfittavano di ogni occasione per portare l'attacco al cuore dello stato?
I muri delle città ai tempi pullulavano di scritte del tipo "ti spunta un foro in bocca" (parodia del celebre slogan della pubblicità del dentifricio)...persino nelle canzoni...Gianfranco Manfredi cantava "la fonte del potere
sta sempre nel fucile" oppure "sta nel mitra lucidato" eccetera.
Perché tanta ossessione per le armi ai tempi? C'erano di mezzo i servizi segreti che infiltravano la gramigna in mezzi ai ggiovani extraparlamentari?


Vecchio 14-03-2021, 12:12   #48
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Il 14 marzo 1972 il corpo di Giangiacomo Feltrinelli fu ritrovato vicino ad un traliccio dell'alta tensione, dilaniato dallo scoppio di un ordigno che stava maneggiando. Ma chi era il compagno Osvaldo, questo il suo nome di battaglia, secondo voi?
Un militante appassionato che non fece mai del male a nessuno, un miliardario che giocava a fare la rivoluzione, un uomo dei servizi segreti o un uomo pilotato inconsapevolmente dai servizi segreti?

Vecchio 14-03-2021, 14:32   #49
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Stando alla sig.ra Annunziata, questa è stata la manifestazione con più danni, più distruzione, più pericolo della nostra storia repubblicana.
Più ancora delle giornate di Genova nel 2001, solo che in quest'ultimo caso c'era di mezzo il discutibile atteggiamento delle forze dell'ordine ma nel 77 perché erano tutti così incazzati che svaligiavano armerie, sparavano e approfittavano di ogni occasione per portare l'attacco al cuore dello stato?
Giornata frutto di una generazione cresciuta con l'idea di vivere in società. Impattare. Non subirla passivamente, come invece si fa oggigiorno. Quella generazione si era attribuita, a torto o ragione, il compito di intervenire nella società per modificarla a immagine dei propri ideali.

Nel 77 si trova un'esasperazione e anche, in alcune frange, un nichilismo/estremismo che ha il sapore del colpo di coda prima del riflusso degli anni 80. Così come nella loro risalita per l'Italia i tedeschi fecero stragi e massacri. C'è da capire questa forma mentis. Non abbiamo difronte persone che scendono in piazza, abbiamo difronte persone che hanno vissuto (per la maggior parte) il '68 e tutte le lotte-delusioni-consapevolezze successive.

Il 77 arriva dopo quasi 10 anni di lotte e scontri frontali, e dopo anni di strategia della tensione (non credo alla narrazione degli 'opposti estremismi' del revisionismo di destra), e quella manifestazione (già organizzata) arriva a 24 ore dalla notizia di un militante ucciso da un carabiniere, ammazzato con colpo di fucile alle spalle. Il carabiniere, tale Tramontani, si era chinato imbracciando il suo Winchester, e aveva sparato 12 colpi ad altezza d'uomo, uccidendo Lorusso. In pratica ha agito come un terrorista in divisa. Se non abbiamo presente questi dettagli non capiamo nulla.

Lo stato era nudo e al tempo stesso più esplicitamente brutale che mai. E non fu mai chiaro come in quel momento quanto il sistema-Italia fosse marcio e andasse abbattuto; al tempo stesso i 77ini lo vedevano monolitico, potente, sempre più arduo da affondare, pronto ad avere la sua rivincita definitiva, con la fine della contestazione. La DC, la NATO, il Muro, l'eversione di destra, il PCI cattocomunista ... Era una vera e propria guerra mentale: da un lato la rivoluzione, dall'altro lato attori che a tutti i livelli, a destra e a sinistra, si impegnavano al fianco della reazione, per far sì che nulla cambiasse. E la rabbia è detonata. La rabbia di una generazione che ha creduto in qualcosa e che si è accorta di dover sbaraccare e tornare sui propri passi, perché il nemico era troppo forte. E nel 78 arriva il suicidio delle BR. Poi tutto crolla definitivamente.

Oggi abbiamo i ragazzi dello '021, cresciuti pane e cellulari, pane e Harry Potter, pane e videogames, pane e antipolitica. Bei tempi. Tornassero i ragazzi del '77 sai che casino ...

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Vecchio 14-03-2021, 15:39   #50
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Sei davvero sicuro che sia stato tutto così spontaneo? Perché una simile slavina di gioventù impazzita (cit.) dopo le elezioni del giugno 76 che videro un'impetuosa avanzata del pci?
Vecchio 14-03-2021, 16:18   #51
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Ma fra il PCI e i movimenti sessantottini c'era una guerra sotterranea. In molti ambiti il PCI fu il più grande avversario della sinistra extraparlamentare. Il PCI o era ostacolo o era delatore verso le forze di pubblica sicurezza, una vera e propria spina nel fianco. Vogliamo parlare dei frequentissimi scontri fra il servizio di sicurezza comunista e gli autonomi? Bee Bee Berlinguer.
Dal '68 ci furono operazioni di palazzo (vedasi Ingrao) per accattivare e intercettare quel consenso alla sinistra del PCI, ma la realtà storica ci testimonia uno scontro brutale fra le due anime, vedasi due esempi eclatanti come la repressione nella Bologna rossa con i carri armati di Kossiga (il quale era ministro dell'interno anche dei comunisti, all'epoca al culmine del compromesso storico con la DC, tant'è che Kossiga fu poi eletto presidente della repubblica anche coi voti comunisti) e la cacciata di Lama dall'Università La sapienza. I movimenti erano doppiamente incazzati perché in parlamento c'era una forza formalmente comunista che poi si spartiva il paese, le televisioni, l'informazione, con i tanto odiati democristiani. Erano gli anni delle giunte rossissime in Emilia/Toscana che andavano a braccetto con imprenditori e sfruttatori d'ogni risma, creando una sorta di regime territoriale che pervadeva capillarmente tutta la società (ancora oggi chi vive in Emilia vede concretamente questa gestione autoritaria della cosa pubblica, dove basta che intervenga il Partito e tutto si può fare, si gestisce, si sottace. Se non hai il consenso della Nomenklatura non fai niente). Di qui nasceranno poi liste elettorali come DP per creare uno spazio autenticamente comunista.
La mia narrazione così dicotomica può sembrare una condanna del PCI e un'esaltazione dei movimenti, lungi da me vedere la storia in modo così rigido, ma è per capirci.

-

Ah, che ci siano state forze che hanno giocato a esacerbare gli animi non è in discussione. Ma non credo sia il fulcro della questione.

Ultima modifica di Gummo; 14-03-2021 a 16:54.
Vecchio 14-03-2021, 16:18   #52
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Il problema della sinistra italiana, come gran parte di quella mondiale, è il non aver aggiornato l'antifascismo.
Se non aggiorni l'antifascismo, e se sfrutti troppo la posizione formale che ne deriva, dimenticando i contenuti, l'antifascismo diventa fascismo.
Vecchio 19-03-2021, 21:55   #53
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19 marzo 2002, ucciso Marco Biagi.
Opinioni?

Vecchio 19-03-2021, 22:02   #54
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Ma fra il PCI e i movimenti sessantottini c'era una guerra sotterranea. In molti ambiti il PCI fu il più grande avversario della sinistra extraparlamentare. Il PCI o era ostacolo o era delatore verso le forze di pubblica sicurezza, una vera e propria spina nel fianco. Vogliamo parlare dei frequentissimi scontri fra il servizio di sicurezza comunista e gli autonomi? Bee Bee Berlinguer.
Dal '68 ci furono operazioni di palazzo (vedasi Ingrao) per accattivare e intercettare quel consenso alla sinistra del PCI, ma la realtà storica ci testimonia uno scontro brutale fra le due anime, vedasi due esempi eclatanti come la repressione nella Bologna rossa con i carri armati di Kossiga (il quale era ministro dell'interno anche dei comunisti, all'epoca al culmine del compromesso storico con la DC, tant'è che Kossiga fu poi eletto presidente della repubblica anche coi voti comunisti) e la cacciata di Lama dall'Università La sapienza. I movimenti erano doppiamente incazzati perché in parlamento c'era una forza formalmente comunista che poi si spartiva il paese, le televisioni, l'informazione, con i tanto odiati democristiani. Erano gli anni delle giunte rossissime in Emilia/Toscana che andavano a braccetto con imprenditori e sfruttatori d'ogni risma, creando una sorta di regime territoriale che pervadeva capillarmente tutta la società (ancora oggi chi vive in Emilia vede concretamente questa gestione autoritaria della cosa pubblica, dove basta che intervenga il Partito e tutto si può fare, si gestisce, si sottace. Se non hai il consenso della Nomenklatura non fai niente). Di qui nasceranno poi liste elettorali come DP per creare uno spazio autenticamente comunista.
La mia narrazione così dicotomica può sembrare una condanna del PCI e un'esaltazione dei movimenti, lungi da me vedere la storia in modo così rigido, ma è per capirci.

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Ah, che ci siano state forze che hanno giocato a esacerbare gli animi non è in discussione. Ma non credo sia il fulcro della questione.
Si ma ti sei mai chiesto come mai, dopo le politiche del 76 in cui il PCI arrivò a tallonare la DC, l'anno successivo le strade e le piazze italiane divennero un campo di battaglia quasi 24/7? E no, non furono così tutti gli anni 70, che oggi si tende a classificare in una lettura storica poco accurata, come un unicum di violenza ed estremismo senza soluzione di continuità dal 69 all'80 e anche oltre...
Pensa a quello che accadde durante l'omicidio del brigadiere Settimio Passamonti e mai chiarito? Gli estremisti c'erano per carità, ma è come se a partire da un certo punto, oltre alle pistole, avessero molte più cose tra le mani e parlo ovviamente di informazioni e logistica varia.
Del resto il primo nucleo delle br fu smantellato in quattro e quattr'otto poi sembrò invece che fossero indistruttibili...non riesci a mettere in piedi una cosa come il sequestro Moro se sei uno scappato di casa e non hai chi ti dice come fare.

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Il problema della sinistra italiana, come gran parte di quella mondiale, è il non aver aggiornato l'antifascismo.
Se non aggiorni l'antifascismo, e se sfrutti troppo la posizione formale che ne deriva, dimenticando i contenuti, l'antifascismo diventa fascismo.
In che senso? Nel senso della storia degli antifascisti senza fascismo?
Vecchio 16-04-2021, 17:32   #55
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16 aprile 1973, il rogo di Primavalle. Più che l'evento delittuoso in sé, che si a ad affiancare alle tante tragedie di quegli anni, fa ancora discutere l'appoggio garantito da Franca Rame ad Achille Lollo, la campagna innocentista di alcuni esponenti dell'intellighenzia vicina all'extraparlamentarismo e i tentativi di depistaggio. A tutt'oggi, le dinamiche dell'accaduto non sono mai state chiarite e quasi certamente si trattò di un omicidio colposo, da inscrivere però nel clima infuocato dell'epoca.

Vecchio 18-04-2021, 13:28   #56
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Sono passati cinquant’anni da quel 18 aprile 1970, quando a Genova, in piazza Verdi, nel corso di un comizio di Giorgio Almirante, un gruppo di manifestanti dell’estrema sinistra, con l’intento di impedire il discorso del segretario del Msi, inizia un fitto lancio di sassi e bottiglie.
Ad essere colpito alla testa Ugo Venturini, 32 anni, operaio edile, militante del Msi ed insieme volontario di una pubblica assistenza. L’agonia di Venturini dura fino al 1° maggio e si conclude con la sua morte, proprio nel giorno della “Festa del lavoro”.
Tralasciamo i dettagli della storia, l’odio che molte forze politiche manifestarono in quell’occasione, lo strazio della famiglia, la difficile vita del figlioletto Walter, i colpevoli mai trovati.


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