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19-03-2021, 22:02
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#41
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
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Originariamente inviata da Gummo
Ma fra il PCI e i movimenti sessantottini c'era una guerra sotterranea. In molti ambiti il PCI fu il più grande avversario della sinistra extraparlamentare. Il PCI o era ostacolo o era delatore verso le forze di pubblica sicurezza, una vera e propria spina nel fianco. Vogliamo parlare dei frequentissimi scontri fra il servizio di sicurezza comunista e gli autonomi? Bee Bee Berlinguer.
Dal '68 ci furono operazioni di palazzo (vedasi Ingrao) per accattivare e intercettare quel consenso alla sinistra del PCI, ma la realtà storica ci testimonia uno scontro brutale fra le due anime, vedasi due esempi eclatanti come la repressione nella Bologna rossa con i carri armati di Kossiga (il quale era ministro dell'interno anche dei comunisti, all'epoca al culmine del compromesso storico con la DC, tant'è che Kossiga fu poi eletto presidente della repubblica anche coi voti comunisti) e la cacciata di Lama dall'Università La sapienza. I movimenti erano doppiamente incazzati perché in parlamento c'era una forza formalmente comunista che poi si spartiva il paese, le televisioni, l'informazione, con i tanto odiati democristiani. Erano gli anni delle giunte rossissime in Emilia/Toscana che andavano a braccetto con imprenditori e sfruttatori d'ogni risma, creando una sorta di regime territoriale che pervadeva capillarmente tutta la società (ancora oggi chi vive in Emilia vede concretamente questa gestione autoritaria della cosa pubblica, dove basta che intervenga il Partito e tutto si può fare, si gestisce, si sottace. Se non hai il consenso della Nomenklatura non fai niente). Di qui nasceranno poi liste elettorali come DP per creare uno spazio autenticamente comunista.
La mia narrazione così dicotomica può sembrare una condanna del PCI e un'esaltazione dei movimenti, lungi da me vedere la storia in modo così rigido, ma è per capirci.
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Ah, che ci siano state forze che hanno giocato a esacerbare gli animi non è in discussione. Ma non credo sia il fulcro della questione.
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Si ma ti sei mai chiesto come mai, dopo le politiche del 76 in cui il PCI arrivò a tallonare la DC, l'anno successivo le strade e le piazze italiane divennero un campo di battaglia quasi 24/7? E no, non furono così tutti gli anni 70, che oggi si tende a classificare in una lettura storica poco accurata, come un unicum di violenza ed estremismo senza soluzione di continuità dal 69 all'80 e anche oltre...
Pensa a quello che accadde durante l'omicidio del brigadiere Settimio Passamonti e mai chiarito? Gli estremisti c'erano per carità, ma è come se a partire da un certo punto, oltre alle pistole, avessero molte più cose tra le mani e parlo ovviamente di informazioni e logistica varia.
Del resto il primo nucleo delle br fu smantellato in quattro e quattr'otto poi sembrò invece che fossero indistruttibili...non riesci a mettere in piedi una cosa come il sequestro Moro se sei uno scappato di casa e non hai chi ti dice come fare.
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Il problema della sinistra italiana, come gran parte di quella mondiale, è il non aver aggiornato l'antifascismo.
Se non aggiorni l'antifascismo, e se sfrutti troppo la posizione formale che ne deriva, dimenticando i contenuti, l'antifascismo diventa fascismo.
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In che senso? Nel senso della storia degli antifascisti senza fascismo?
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16-04-2021, 17:32
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#42
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
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16 aprile 1973, il rogo di Primavalle. Più che l'evento delittuoso in sé, che si a ad affiancare alle tante tragedie di quegli anni, fa ancora discutere l'appoggio garantito da Franca Rame ad Achille Lollo, la campagna innocentista di alcuni esponenti dell'intellighenzia vicina all'extraparlamentarismo e i tentativi di depistaggio. A tutt'oggi, le dinamiche dell'accaduto non sono mai state chiarite e quasi certamente si trattò di un omicidio colposo, da inscrivere però nel clima infuocato dell'epoca.
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18-04-2021, 13:28
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#43
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
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Sono passati cinquant’anni da quel 18 aprile 1970, quando a Genova, in piazza Verdi, nel corso di un comizio di Giorgio Almirante, un gruppo di manifestanti dell’estrema sinistra, con l’intento di impedire il discorso del segretario del Msi, inizia un fitto lancio di sassi e bottiglie.
Ad essere colpito alla testa Ugo Venturini, 32 anni, operaio edile, militante del Msi ed insieme volontario di una pubblica assistenza. L’agonia di Venturini dura fino al 1° maggio e si conclude con la sua morte, proprio nel giorno della “Festa del lavoro”.
Tralasciamo i dettagli della storia, l’odio che molte forze politiche manifestarono in quell’occasione, lo strazio della famiglia, la difficile vita del figlioletto Walter, i colpevoli mai trovati.
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