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Vecchio 09-10-2010, 21:02   #1
Esperto
L'avatar di James Logan
 

Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...
Vecchio 09-10-2010, 21:05   #2
Esperto
L'avatar di Miky
 

deiva dall'abitudine di non voler contraddire l'idea che gli altri si sono fatti di te stesso e in fin dei conti è un modo anche questo di assencodare il pesnrio altrui. Se pensano che tu sia scemo, tenderai a comportarti di conseguenza per non contraddirli, per uniformarti al loro pensiero ed in fin dei conti per farti accetare...certo farsi accettare come scemo no nè il massimo della vita, ma è meglio farsi accetare come scemo, che restare isolati nel proprio brodo
Vecchio 09-10-2010, 21:09   #3
Banned
 

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Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...

E' una cosa di cui mi sono accorto anch'io. Con persone con cui posso "ricominciare da zero" evito gli errori commessi in passato e quantomeno non passo per l'asociale di turno. In rari casi addirittura gradisco essere al centro dell'attenzione. Per questo penso che cambiando completamente contesto di vita potrei dare una svolta, magari minima ma comunque positiva.
Vecchio 09-10-2010, 22:32   #4
Banned
 

è anche un po' l'effetto pigmalione, la profezia che si autoavvera... gli altri hanno l'immagine di noi come persone timide e introverse e alla fine questa diventa la nostra modalità abituale di interagire con gli altri. con persone estranee invece resettiamo tutto e l'approccio può diventare più facile...
Vecchio 10-10-2010, 23:01   #5
Esperto
L'avatar di James Logan
 

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Originariamente inviata da Solo97 Visualizza il messaggio
E' una cosa di cui mi sono accorto anch'io. Con persone con cui posso "ricominciare da zero" evito gli errori commessi in passato e quantomeno non passo per l'asociale di turno. In rari casi addirittura gradisco essere al centro dell'attenzione. Per questo penso che cambiando completamente contesto di vita potrei dare una svolta, magari minima ma comunque positiva.
Anche io la pensavo così, però poi mi sono accorto che ogni volta che provavo a ripartire, in un modo o nell'altro mi ritrovavo nella stessa situazione... anche perchè purtroppo per me, anche se magari riesco ad azzeccare un buon impatto, non sono molto bravo a tenere i rapporti con le persone... quindi penso che devo cominciare a sforzarmi di cambiare le cose in corsa, perchè non si può sempre aspettare la ripartenza da zero...
Vecchio 11-10-2010, 08:48   #6
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...

Anche per me è così. Con gli estranei me la cavo bene. Poi stop.Se qualcuno prova ad "invadere" il mio privato allora mi blocco completamente. mah...
Vecchio 11-10-2010, 09:14   #7
Esperto
L'avatar di missim
 

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Originariamente inviata da TerzaCagna Visualizza il messaggio
è anche un po' l'effetto pigmalione, la profezia che si autoavvera... gli altri hanno l'immagine di noi come persone timide e introverse e alla fine questa diventa la nostra modalità abituale di interagire con gli altri. con persone estranee invece resettiamo tutto e l'approccio può diventare più facile...



è vero, capitò a me quando cambiai scuola,con i nuovi compagni ripartì da zero, con quelli di prima invece ero sempre "etichettato", nella nuova scuola andò molto bene, socievole, chiaccerone; ma poi lentamente, giorno dopo giorno iniziò a ritornare tutto come prima
Vecchio 11-10-2010, 13:05   #8
Esperto
L'avatar di Andrea8888
 

Ma è chiaro che sia cosi! Una volta etichettato è la fine delle possibilità di apertura in un determinato contesto...te sei cosi(loro pensano) e non puoi cambiare! L'importante è rinverdire sempre i contesti possibili....e cambiare se l'etichetta è divenuta immutabile.
Vecchio 11-10-2010, 14:24   #9
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Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...
completamente d'accordo...uguale identico a me
Vecchio 11-10-2010, 18:16   #10
Esperto
L'avatar di Rocky Balboa
 

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Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...
molti di noi siamo schiavi dell'etichetta, all'inizio hai già le tue difficoltà, poi vanno ad aggiungersi altre... come appunto il fatto di essere condizionati dall'etichetta che andrà a crearsi dopo un pò di tempo, e dopo un pò di comportamenti di un certo tipo.

anche per questo, se uno vuole avere relazioni sociali, è forse meglio iniziare in un contesto "vergine" e non in uno già "contaminato".
Vecchio 11-10-2010, 20:36   #11
Esperto
L'avatar di barclay
 

Secondo me, il contesto vergine dovremmo avercelo in testa. Disgraziatamente non si può fare senza morire
Vecchio 11-10-2010, 20:45   #12
Esperto
L'avatar di Myway
 

Quote:
Originariamente inviata da stone Visualizza il messaggio
Secondo me, il contesto vergine dovremmo avercelo in testa.
Ma su quello qualcosa si potrebbe anche fare,(anche senza morire fisicamente) solo che poi dovresti trovare chi se ne accorge e non ti giudica per il tuo passato, e non è facile perchè non tutti hanno possibilità di cambiare totalmente ambiente e persone, ad una certà età in paesi piccoli ormai sei segnato è quasi impossibile trovare persone che non ti conoscano o non sappiano già parecchio di te.
Il difficile è trovare persone che , nonostante sappiano cosa hai fatto o non fatto , ti diano comunque una possibilità, a me questo preoccupa molto di più del ristabilire una "verginità" mentale, che non vuol dire cancellare quanto fatto o capito fino ad ora.

Bisognerebbe fare come la Madonna, e non solo lei, che pur avendo partorito ha conservato uno stato virginale , cosa che ha un significato simbolico importante e che non riguarda solo, nè soprattutto, la parte fisica, e poi sperare che qualcosa avvenga.

Ultima modifica di Myway; 11-10-2010 a 20:49.
Vecchio 11-10-2010, 20:46   #13
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Myway Visualizza il messaggio
Ma su quello qualcosa si potrebbe anche fare,(anche senza morire fisicamente) solo che poi dovresti trovare chi se ne accorge e non ti giudica per il tuo passato
Vero. Come si suol dire: la coperta è corta. Il problema nella cura di qualunque malattia mentale (FS/DEP inclusi) è che il tempo che ci vuole è lungo, nel frattempo invecchi, ti attaccano le etichette e si riducono le possibilità pratiche di venirne fuori
Vecchio 15-10-2010, 16:45   #14
Esperto
L'avatar di Woland12
 

Quote:
Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...
Sono proprio come te. E mi ritrovo anche nel finale: a parte il primo momento in cui mi trovo relativamente più a mio agio, in breve tempo mi ritrovo nella stessa identica situazione degli ambienti già noti. Ed è così che l'etichetta viene posta esttamente come altri l'avevano già posta in passato. Ogni volta mi propongo di evitare che questo accada e mi dico: questo è un ambiente nuovo, non ho pregiudizi che pesano su di me, cerchiamo di cambiare le cose... proposito vano.

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Originariamente inviata da Miky Visualizza il messaggio
deiva dall'abitudine di non voler contraddire l'idea che gli altri si sono fatti di te stesso e in fin dei conti è un modo anche questo di assencodare il pesnrio altrui. Se pensano che tu sia scemo, tenderai a comportarti di conseguenza per non contraddirli, per uniformarti al loro pensiero ed in fin dei conti per farti accetare...certo farsi accettare come scemo no nè il massimo della vita, ma è meglio farsi accetare come scemo, che restare isolati nel proprio brodo
Deprimente come analisi... ma forse è veritiera. La psicologia tuttavia non offre certezze e la genesi di questo comportamento potrebbe essere spiegata anche in altri modi...
Vecchio 15-10-2010, 17:23   #15
Esperto
L'avatar di Robedain
 

Quote:
Originariamente inviata da James Logan Visualizza il messaggio
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...

Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa...

Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta...
Non è una verità assoluta, però in effetti spesso e volentieri, quando vivevo da solo all'estero (anche per il fattore lingua), lontano dalle persone e dai luoghi a me familiari, mi sentivo più libero e spontaneo nella comunicazione (proprio perchè nessuno mi conosceva e stavo ricominciando tutto da capo, sentivo meno il peso del giudizio altrui)...
Ma se non affronti il peso del tuo passato, questo ti ritorna inevitabilmente...
Vecchio 15-10-2010, 17:24   #16
Esperto
L'avatar di Robedain
 

Quote:
Originariamente inviata da Miky Visualizza il messaggio
deiva dall'abitudine di non voler contraddire l'idea che gli altri si sono fatti di te stesso e in fin dei conti è un modo anche questo di assencodare il pesnrio altrui. Se pensano che tu sia scemo, tenderai a comportarti di conseguenza per non contraddirli, per uniformarti al loro pensiero ed in fin dei conti per farti accetare...certo farsi accettare come scemo no nè il massimo della vita, ma è meglio farsi accetare come scemo, che restare isolati nel proprio brodo
La tendenza umana è questa (la cosiddetta riprova sociale), ma non è detto che non si possa cambiare...
Vecchio 15-10-2010, 20:27   #17
Esperto
L'avatar di Myway
 

Quote:
Originariamente inviata da Miky Visualizza il messaggio
deiva dall'abitudine di non voler contraddire l'idea che gli altri si sono fatti di te stesso e in fin dei conti è un modo anche questo di assencodare il pesnrio altrui. Se pensano che tu sia scemo, tenderai a comportarti di conseguenza per non contraddirli, per uniformarti al loro pensiero ed in fin dei conti per farti accetare...certo farsi accettare come scemo no nè il massimo della vita, ma è meglio farsi accetare come scemo, che restare isolati nel proprio brodo
IO credo che il percorso segua la direzione opposta o almeno bidirezionale , non solo dagli altri a noi ma anche alcune parti di noi che cercano conferma proiettandosi sulle opinioni degli altri nei nostri riguardi.
Sapendo ch eil fulcro di tutto è interno nostro , per quanto mni riguarda , è meglio perchè qualcosa si può provare a fare, se tutto fosse irrimediabilmente legato e condizionato al parere altrui allora non ci sarebbero molte speranze, specie per chi riceve quasi solo pareri negativi, come nel nostro caso.
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