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Il peso delle etichette
Mi sono accorto che paradossalmente, spesso riesco ad essere più socievole in un contesto pieno di estranei, che con persone con cui ho quotidianamente a che fare...
Sono giunto alla conclusione che io sento il peso dell'etichetta che mi è stata data, se con un certo gruppo di persone sono ormai etichettato come il musone che non apre mai bocca, allora mi viene difficile socializzare, mentre in un contesto "vergine" se le circostanze mi portano a sbloccarmi in fretta, diventa tutta un altra cosa... Ovviamente non voglio dire che con gli estranei sono particolarmente socievole, magari fosse sempre così, purtroppo lo sbloccarmi in fretta dipende anche dal contesto e circostanze particolari, il problema è che se non lo faccio nei primi tempi, dopo finisco per sentirmi schiavo dell'etichetta... |
Re: Il peso delle etichette
deiva dall'abitudine di non voler contraddire l'idea che gli altri si sono fatti di te stesso e in fin dei conti è un modo anche questo di assencodare il pesnrio altrui. Se pensano che tu sia scemo, tenderai a comportarti di conseguenza per non contraddirli, per uniformarti al loro pensiero ed in fin dei conti per farti accetare...certo farsi accettare come scemo no nè il massimo della vita, ma è meglio farsi accetare come scemo, che restare isolati nel proprio brodo
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Re: Il peso delle etichette
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E' una cosa di cui mi sono accorto anch'io. Con persone con cui posso "ricominciare da zero" evito gli errori commessi in passato e quantomeno non passo per l'asociale di turno. In rari casi addirittura gradisco essere al centro dell'attenzione. Per questo penso che cambiando completamente contesto di vita potrei dare una svolta, magari minima ma comunque positiva. |
Re: Il peso delle etichette
è anche un po' l'effetto pigmalione, la profezia che si autoavvera... gli altri hanno l'immagine di noi come persone timide e introverse e alla fine questa diventa la nostra modalità abituale di interagire con gli altri. con persone estranee invece resettiamo tutto e l'approccio può diventare più facile...
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Re: Il peso delle etichette
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Re: Il peso delle etichette
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Anche per me è così. Con gli estranei me la cavo bene. Poi stop.Se qualcuno prova ad "invadere" il mio privato allora mi blocco completamente. mah... |
Re: Il peso delle etichette
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è vero, capitò a me quando cambiai scuola,con i nuovi compagni ripartì da zero, con quelli di prima invece ero sempre "etichettato", nella nuova scuola andò molto bene, socievole, chiaccerone; ma poi lentamente, giorno dopo giorno iniziò a ritornare tutto come prima :( |
Re: Il peso delle etichette
Ma è chiaro che sia cosi! Una volta etichettato è la fine delle possibilità di apertura in un determinato contesto...te sei cosi(loro pensano) e non puoi cambiare! L'importante è rinverdire sempre i contesti possibili....e cambiare se l'etichetta è divenuta immutabile.
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Re: Il peso delle etichette
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Re: Il peso delle etichette
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anche per questo, se uno vuole avere relazioni sociali, è forse meglio iniziare in un contesto "vergine" e non in uno già "contaminato". |
Re: Il peso delle etichette
Secondo me, il contesto vergine dovremmo avercelo in testa. Disgraziatamente non si può fare senza morire :sad:
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Re: Il peso delle etichette
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Il difficile è trovare persone che , nonostante sappiano cosa hai fatto o non fatto , ti diano comunque una possibilità, a me questo preoccupa molto di più del ristabilire una "verginità" mentale, che non vuol dire cancellare quanto fatto o capito fino ad ora. Bisognerebbe fare come la Madonna, e non solo lei, che pur avendo partorito ha conservato uno stato virginale , cosa che ha un significato simbolico importante e che non riguarda solo, nè soprattutto, la parte fisica, e poi sperare che qualcosa avvenga. |
Re: Il peso delle etichette
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Re: Il peso delle etichette
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Re: Il peso delle etichette
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Ma se non affronti il peso del tuo passato, questo ti ritorna inevitabilmente... |
Re: Il peso delle etichette
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Re: Il peso delle etichette
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Sapendo ch eil fulcro di tutto è interno nostro , per quanto mni riguarda , è meglio perchè qualcosa si può provare a fare, se tutto fosse irrimediabilmente legato e condizionato al parere altrui allora non ci sarebbero molte speranze, specie per chi riceve quasi solo pareri negativi, come nel nostro caso. |
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