Ieri pomeriggio/sera veniamo invitati al Battesimo della figlia di mio cugino..avete presente quelle feste nelle quali rivedere parenti che non vedi da 15 anni e di cui non ti ricordi neanche, bambine che sono diventate donne, persone mai viste in vita tua, parenti-serpenti che preferisti NON vedere?
Ecco,ognuno di noi nella propria vita ha provato queste sensazioni. Ma ciò che non tutti provano è l'ansia e il senso di alienazione e di estraniamento che ho provato io. Emarginato tutta la sera,ho parlato soltanto con mio zio..Inutile dire che i 15-17 enni della serata erano TUTTI fidanzati,io l'unico sfigato. Ma ciò che davvero mi trafigge il cuore è che anche i miei cugini di primo grado mi salutano e poi mi abbandonano,mi guardano da lontano ma non gli verrebbe mai in mente l'idea di coinvolgermi nelle loro "attività". Certo, è vero,i divani erano stati presi dall'assalto dalle "coppie", e io avrei retto il moccolo.
Ma dov'è finita la comprensione e l'umanità? Perchè per tutta sera devo parlare con un 60 enne come se fossi un alieno o un "giovane nato vecchio"?
Le espressioni di estranei e dei parenti più intimi genealogicamente lo denotano chiaramente: sono lo Sfigato del gruppo,quello senza UNO straccio di ragazza,quello che non ha vita sociale, che non esce mai e neanche sa cosa sia una discoteca. E allora parlare con me è Noioso,perchè io sono solo "l'intellettuale" della famiglia. Quello pesante, quello soporifero che vuol parlare di politica o di filosofia. Una palla,insomma.
Che brutta sensazione vedere gli altri apparentemente felici e spensierati e tu lì, che discuti dei massimi sistemi e loro che ti guardano come il "secchione senza speranze". Quando però a pensare ciò sono i tuoi parenti più prossimi,le cose cambiano. Ti senti tradito anche dalla tua famiglia, e allora il dolore è triplo. Ma siamo davveri dei marziani?