Inosservato

al netto delle sofferenze che ti hanno portato in quel posto mi pare che sia stata un'esperienza positiva, bello sapere di qualcosa che funziona

Keith

Posso chiedervi, da fobici, come avete fatto a sopportare la convivenza forzata con altre persone? Posso capire che è una necessità.. forse non posso capire perché per quanto sia stato e sto male forse non ho mai raggiunto il picco massimo.. ma io penso che sarei fuggito subito..

Repatame

Io non sono fobico, sono fortemente depresso. In ogni caso penso che in quella situazione critica pure da fobico avrei fatto lo sforzo. Sottolineo che non tutti sembravano trarre proficuo dalla comunità, anche se erano casi rari. C'era un ragazzo ricordo che non parlava MAI ed era visibilmente sofferente, sembrava perennemente in fase acuta. Non voleva che gli si parlasse e si è auto escluso da tutti noi. A me spiaceva molto e rispettavo la sua volontà limitandomi a salutarlo, credo avesse capito e mi salutava di rimando. Passava il tempo a camminare per il corridoio a testa bassa di continuo (avevo fatto una cosa simile pure io in psichiatria). Una volta una paziente dimenticò l'accappatoio e corse nuda dal bagno alla camera (pochi metri) e il tizio manco alzò lo sguardo. Spero stia bene.

cancellato20151

Sì, simile ad una di quelle avventure che vivono i turisti in vacanza al mare.
Però fuori dalla comune società, in un contesto differente.

Repatame

Guarda, hai un'idea completamente distorta della cosa.

Una storia nata in vacanza al mare ed una nata in comunità differiscono profondamente.

Non è stata una cosa spiacevole ma fidati che è un paragone del tutto fuori luogo.

Blutarski

anche io sono stato un anno in comunità anche se "dall'altra parte" e confermo che professionisti che fanno il proprio lavoro con passione, rispetto ed empatia ne esistono

Repatame

Dall'altra parte? Che ruolo avevi?

Blutarski

Oss

cancellato20151

Lo so, infatti l'ho scritto che il contesto era differente.

E' stata un'avventura all'interno del "nostro" ambiente, mentre le persone normali le vivono ad esempio nel breve periodo di una vacanza.

Ma vabbè, mi sa che non si capisce ciò che voglio dire.

Repatame

Mi interesserebbe parecchio il tuo punto di vista, sai?

No, ti sei spiegato bene, sono io che non avevo letto con attenzione

CamillePreakers

La tua esperienza mi ricorda un po' la mia in un reparto psichiatrico per minorenni.

Blutarski

volentieri, ma l'argomento e' mooolto ampio e stracomplesso. Ma se vuoi sapere la mia, chiedi pure

Repatame

L'ho appena fatto Butta giu un bel papiro! Dove l'hai fatto, per quanto tempo, com'era relazionarti coi pazienti, in che maniera li vedevi?

A me viene in mente uno dei pochissimi oss maschi che era presente durante la mia permanenza in comunità, in un altro contesto saremmo pure potuti essere "amici". Una persona molto intelligente, lo rispettavo molto, ma mi sentivo "inferiore" in quanto paziente e visto comunque come una persona problematica.

Blutarski

allora, ci provo. L'ho fatto per un anno, struttura con adulti con vari tipi di disturbi psichiatrici. le relazioni con loro erano esattamente come quelle con chiunque fuori di lì, con alcuni leghi, con altri no, con alcuni è facile, con altri impossibile, con alcuni legavo d più io, con altri di più altre colleghe e così via. la difficoltà più grande per me è stata empatizzare con alcuni ragazzi particolarmente violenti e capire che la loro reazione esplosiva molto spesso era parte della patologia o legata ad interazioni di farmaci. ora che provo alcuni dei disagi che provavano loro mi rendo conto che ero come un ortopedico che non si è mai rotto nulla. inoltre il mio ruolo era anche quello di far rispettare un minimo di regole di civile convivenza. li dentro ho imparato che le malattie psichiatriche sono malattie vere, che non esiste una pillola che curi tutto e che si vuole fare progressi bisogna farsi il culo e avere la fortuna di incontrare professionisti che facciano questo mestiere con passione. e ci sono. come me la sono vissuta, all'inizio ho faticato molto ad entrare nella routine dei turni, poi quando me ne sono andato ho pianto e conservo ancora alcune cose che mi hanno regalato

Dorian Gray

In confronto al reparto dove sono stato io tu eri al Grand Hotel.

Repatame

Non avrai mica lavorato a Milano, eh? Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Tra l'altro che percorso di studi hai fatto per diventare oss? Come funziona la cosa?

Eh si, so che ci sono realtà molto attraenti, sono stato relativamente fortunato. Penso però che certi posti siano anche diciamo a livello più "alto" di protezione e sei molto meno libero di fare le cose perchè giudicato, in quel momento, non idoneo.

Il posto dove son stato io credo fosse per persone in fase intermedia, se così la vogliamo definire.

Blutarski

no, un po' piu' a ovest. Per la qualifica oss bisogna frequentare un corso di 1000 ore di cui circa la meta' di stage in ospedale, comunita' e casa di riposo. E prima mi sono diplomato come dirigente di comunita' ma per fare il corso non e' richiesto.

milton erickson

Ma fai ancora l'oss?

Blutarski

No, sono disoccupato da un po', ero in burnout. Ricomincero' presto ma non riuscirei piu' in quell'ambito, almeno per ora

Teach83

Secondo te non è un lavoro adatto ad un fobico/evitante, dico bene ?
Da quel che ho capito tu non lo sei mi pare, e nonostante questo ti sei beccato il burnout.