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Vecchio 15-10-2018, 15:02   #11821
Esperto
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Debito/PIL
131,80 (2014)
131,50 (2015)
132,00 (2016)
131,50 (2017)

Deficit/PIL
3,00 (2014)
2,60 (2015)
2,50 (2016)
2,30 (2017)

Crescita reale
0,1 (2014)
1,0 (2015)
0,9 (2016)
1,5 (2017)

*la fonte è questa.

Sperando che i lettori del corriere siano ancora reperibili. Chissà, magari mentre racimolano le ultime lattine di carne in scatola prima dell'armageddon, troveranno il tempo di leggere i dati.

Ultima modifica di E. Scrooge; 15-10-2018 a 18:25.
Vecchio 15-10-2018, 15:05   #11822
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Originariamente inviata da lauretum Visualizza il messaggio
A prescindere da come andrà, questo è il miglior governo che abbiamo mai avuto, per quanto sopra
14/10/2018
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Originariamente inviata da lauretum Visualizza il messaggio
L'apologia dell'odio razziale promossa dalla lega deve essere combattuta in ogni modo

Rallegrati che finora lo fanno solo i giornali, perché se la faccenda va avanti ritorna il terrorismo, come succede sotto ogni regime
15/10/2018

Vecchio 15-10-2018, 15:14   #11823
Esperto
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I guai arriveranno quando Draghi porrà fine al QE, facendo così inevitabilmente alzare i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico, già alti per colpa dei gazzettieri terroristi che starnazzano idiozie a destra e a manca. Come potete vedere, i dati chiariscono come il mito dell'austera responsabilità piddina sia un'enorme baggianata. Pura propaganda.

Ultima modifica di E. Scrooge; 15-10-2018 a 16:22.
Vecchio 15-10-2018, 15:58   #11824
Esperto
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Pezzo di un articolo di Morya Longo pubblicato sul sole 24 ore del 09/10:

Il pilastro della politica economica del Governo è la crescita. Il Def stima un’espansione del Pil dell’1,5% nel 2019, dell’1,6% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021. Il problema è che sul mercato pochi credono raggiungibili questi obiettivi. Se si prende la banca dati di Bloomberg (che colleziona le previsioni di tutte le maggiori istituzioni del mondo), la media degli economisti stima per l’Italia una crescita dell’1,1% nel 2019 e dell’1% nel 2020. Anche chi ha aggiornato le stime dopo la pubblicazione del Def (tra venerdì e ieri) non sfoggia grande ottimismo: Barclays, Morgan Stanley, Ubs e UniCredit prevedono nel 2019 una crescita dell’1,1%, Nomura dell’1%, Fitch dell’1,2% e JP Morgan dell’1,3%. Solo i tedeschi di Commerzbank hanno allineato le stime all’1,5% del Governo, ma vedono più nero negli anni successivi.
[http://iusletter.com/la-borsa-cede-2...nuano-vendere/]

Anche prendendo per buona la stima più pessimista, quella che prevede che l'Italia crescerà dell'1% nel 2019, non si spiega comunque come un rapporto deficit/PIL del 2,4% possa gettare il paese nel WC.

Ultima modifica di E. Scrooge; 15-10-2018 a 18:27.
Vecchio 15-10-2018, 18:06   #11825
Esperto
 

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Originariamente inviata da Franz86 Visualizza il messaggio
14/10/2018

15/10/2018

Sopra avevo parlato di Conte e Di Maio.. che non rispondono a nessuno
Vecchio 15-10-2018, 19:32   #11826
Esperto
 

Intanto gli stupidi ed incapaci hanno bloccato la riforma fiscale perché non vogliono regali ai grandi evasori

Entro mezzanotte devono inviare il tutto a Bruxelles

Forza 5s, viva l'onestà
Vecchio 15-10-2018, 23:48   #11827
Esperto
 

Salvini quando veste i panni del cummenda lumbard spara cazzate a raffica.

Alternanza scuola-lavoro, numero chiuso nelle facoltà umanistiche, ecc.
Vecchio 16-10-2018, 00:23   #11828
Esperto
 

Ullallà

Si è trovato l'accordo, e sembra ci sia il carcere per le grosse evasioni fiscali

Magari!

pd e pdl andate affanculo , tornate a governare tra 200 anni

Finalmente si affermano la vera sinistra e la vera destra dopo decenni di mitomani delinquenti
Vecchio 16-10-2018, 08:10   #11829
Esperto
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[L’esplosione del debito pubblico senza un prestatore di ultima istanza]


"L’errore dei governi italiani degli anni ‘80, se si può parlare di errore e non piuttosto di scelte politiche neoliberiste, sta nel fatto di aver eliminato il compratore di ultima istanza del debito pubblico proprio nel momento in cui se ne aveva più bisogno. Infatti, in quel periodo si registra un indebolimento della crescita, dovuto alle crisi dei primi ’80 e dei primi anni ’90. A questo si aggiunge nel corso degli anni ’90 e 2000 un aumento della vulnerabilità a shock esterni, dovuta alla liberalizzazione dei mercati finanziari e quindi alla dipendenza dalla estrema mobilità degli investimenti internazionali. Non bisogna dimenticare, inoltre, che le privatizzazioni, parte del pacchetto neoliberista adottato dai governi italiani (come la separazione tra Banca centrale e Tesoro e la liberalizzazione dei flussi di capitale), hanno fornito un sollievo ridotto e solo momentaneo al debito, indebolendo sulla lunga distanza la crescita del prodotto interno e il ritorno per lo Stato in termini di dividendi incassati.

Come hanno rilevato Stefano Perri e Riccardo Realfonzo e contrariamente a quanto tuttora si ritiene a livello di istituzioni europee e nell’establishment economico e statale nostrano, la questione decisiva per la gestione del debito pubblico italiano non è e non è mai stata il contenimento della spesa sociale. È invece la crescita dei tassi d’interesse sul debito a dover essere considerata come la causa più importante, anche se non l’unica, del raddoppio del debito degli anni 1982-1994, e della successiva difficoltà a ridurlo. Tuttavia, non bisogna dimenticare che, sottesa all’andamento del debito, c’è la tendenza al disequilibrio dell’economia capitalistica, che, in fase di crisi, riduce il Pil e quindi il denominatore, portando alla crescita del rapporto debito/Pil.

Ciò si è verificato soprattutto tra 2008 e 2017, quando, nella determinazione dell’incremento del debito, alla spesa per interessi si è associata la grave recessione, tramutatasi in stagnazione permanente, i cui effetti, però, sono stati particolarmente pesanti a causa della ridotta possibilità dello Stato di spendere in funzione anticiclica, dovuta a sua volta anche alla inesistenza di un prestatore di ultima istanza, ormai sancita definitivamente dal trasferimento del controllo sulla emissione di moneta alla Bce. In questo senso, i trattati europei e l’euro, imponendo una draconiana austerity e inibendo l’implementazione di politiche economiche su misura per le necessità dei singoli Paesi, hanno ottenuto il risultato opposto a quello previsto dai decisori politici e dalla dirigenza della Banca d’Italia negli anni’80 e ’90, vale a dire l’aumento del debito pubblico. Nello stesso tempo, però, crescita, salari e occupazione sono stati depressi, in una inefficace rincorsa alla riduzione del debito."


Quando il QE finirà, e il rapporto debito pubblico PIL aumenterà (a causa della spesa per interessi), tutti saprete a chi dare la colpa. Fatta eccezione per i piddini; loro, ovviamente, che i dati non li leggono, dato che sanno di sapere, diranno che è colpa dell'irresponsabilita dei bobulisti e del 2,4% di deficit PIL inserito nella nota di aggiornamento al DEF.

Ultima modifica di E. Scrooge; 16-10-2018 a 10:57.
Vecchio 16-10-2018, 10:08   #11830
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Ecco. Poi ci sono i furbetti che dipingono scenari apocalittici affibbiando la colpa di tutte le disgrazie ai bobulisti, quando in realtà il problema è evidentemente il principio di separazione fra potere esecutivo e banca centrale, che porta ad un innalzamento dei tassi di interesse sul debito.

Provate a leggere le stime catastrofiche fatte in questo articolo, pubblicato sul foglio di sabato 6 e domenica 7 Ottobre.

I “numerini” della manovra e le tre soluzioni possibili per il futuro

"Negli esempi successivi immagino che il saggio di interesse nominale medio sul debito, grazie alla imminente fine della politica di forti acquisti di debito dell’Eurozona operato dalla Banca centrale europea, aumenti gradualmente dal 3 al 5 percento nel 2022 rimanendo poi stabile; che l’inflazione sia stabile al 1,9 percento, “vicino ma sotto il 2 percento” come da obiettivo della Banca centrale europea;"

Ecco, ora provate a guardare il livello dei tassi sul debito:


http://www.dt.tesoro.it/export/sites...1990-2018x.pdf

Con ogni probabilità, i tassi in immagine sono tassi medi reali, ossia al netto dell'inflazione. Per paragonare i tassi dell'immagine con quelli che Paolo Manasse utilizza nelle sue stime (che sono tassi nominali, cioè al lordo dell'inflazione) basta sottrarre al tasso nominale medio, da lui preso in considerazione, il tasso di inflazione, che viene immaginato intorno al 1,9%.

Quindi: 5-1,9 = 3,1. Guarda caso, il tasso reale medio che Manasse utilizza per le sue previsioni, coincide con il tasso che lo Stato ha dovuto corrispondere ai suoi creditori durante la crisi del debito sovrano (guardate l'immagine sopra), prima del "wathever it takes" e del QE, cioè prima che la BCE cominciasse a svolgere il ruolo di prestatore di ultima istanza.

Ad ogni modo, anche se i tassi in immagine fossero nominali, e non reali (qualche dubbio c'è l'ho ancora), il discorso cambierebbe di poco.

Chiaro, no? Se andremo in malora, la colpa sarà solo del governo di cicale e bobulisti, non di istituzioni sovranazionali cui dei criminali hanno delegato compiti di fondamentale importanza per tutta la comunità nazionale. L'avete voluto? Adesso godetevelo, il "sogno dell'euro".

Ultima modifica di E. Scrooge; 16-10-2018 a 11:14.
Vecchio 16-10-2018, 10:30   #11831
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L'avatar di Iac80
 

Giorni fa Gigino, quello che voleva fare il premier, si è nuovamente palesato in diretta Facebook per commentare la bocciatura della Manovra da parte del Fondo Monetario Internazionale.

«Oggi è arrivata la bocciatura del Fondo Monetario – ha detto sorridente ai suoi festosi fan – ormai mancano all'appello solo la Nasa e qualche altro ente di qualche altro pianeta... Per me è motivo di orgoglio, sono molto tranquillo quando vedo queste reazioni».

Gigino è tranquillo, quelli che hanno studiato mooolto più di lui sono invece assai preoccupati. Un Ministro dello Sviluppo Economico, nonché Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio, che gioisce ad ogni bocciatura della manovra economica da parte dei maggiori organi di controllo italiani e internazionali, è decisamente un pericolo pubblico... oltre che un cretino!
Vecchio 16-10-2018, 10:39   #11832
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Originariamente inviata da Iac80 Visualizza il messaggio
Giorni fa Gigino, quello che voleva fare il premier, si è nuovamente palesato in diretta Facebook per commentare la bocciatura della Manovra da parte del Fondo Monetario Internazionale.

«Oggi è arrivata la bocciatura del Fondo Monetario – ha detto sorridente ai suoi festosi fan – ormai mancano all'appello solo la Nasa e qualche altro ente di qualche altro pianeta... Per me è motivo di orgoglio, sono molto tranquillo quando vedo queste reazioni».

Gigino è tranquillo, quelli che hanno studiato mooolto più di lui sono invece assai preoccupati. Un Ministro dello Sviluppo Economico, nonché Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio, che gioisce ad ogni bocciatura della manovra economica da parte dei maggiori organi di controllo italiani e internazionali, è decisamente un pericolo pubblico... oltre che un cretino!
Certo, bisognerebbe poi vedere però se quelli che hanno studiato moooooooooo(oooo)lto più di lui siano preoccupati a ragione o a torto.

Ultima modifica di E. Scrooge; 16-10-2018 a 10:44.
Vecchio 16-10-2018, 12:15   #11833
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Debito/PIL
131,80 (2014)
131,50 (2015)
132,00 (2016)
131,50 (2017)

Deficit/PIL
3,00 (2014)
2,60 (2015)
2,50 (2016)
2,30 (2017)

Crescita reale
0,1 (2014)
1,0 (2015)
0,9 (2016)
1,5 (2017)

*la fonte è questa.

Sperando che i lettori del corriere siano ancora reperibili. Chissà, magari mentre racimolano le ultime lattine di carne in scatola prima dell'armageddon, troveranno il tempo di leggere i dati.
in effetti pure non capendo niente di economia, mi pare che ci sia molta propaganda da una parte (governo) e dall'altra (commissione europea)
il probl vero mi pare siano i mercati , coem reagiranno al di là dei fuochi odierni a una finanziaria che si finanzia SOLO a debito??
Daranno ancora fiducia all'Italia o precipiteremo nel baratro?
Vecchio 16-10-2018, 12:19   #11834
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Originariamente inviata da E. Scrooge Visualizza il messaggio
L'avete voluto? Adesso godetevelo, il "sogno dell'euro".
questo discorso qui è però sballato , che ne sarebbe dell'italia senza al'euro? Probabile una deriva di tipo venezuelano o argentina , con inflazione altissima , fuga dei capitali , chiusura delle fabbriche e disoccupazione ...ma perchè nel ns. caso dovrebbe essere diverso?
Vecchio 16-10-2018, 12:32   #11835
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Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
questo discorso qui è però sballato , che ne sarebbe dell'italia senza al'euro? Probabile una deriva di tipo venezuelano o argentina , con inflazione altissima , fuga dei capitali , chiusura delle fabbriche e disoccupazione ...ma perchè nel ns. caso dovrebbe essere diverso?
L'Argentina è entrata in crisi per colpa dell'aggancio valutario al dollaro (ciclo di Frenkel). Questa teoria (quella del ciclo di Frenkel) è stata utilizzata anche per spiegare la crisi dell'eurozona e gli squilibri presenti all'interno di essa fra centro (Germania) e periferia (PIIGS). Diciamo pure che abbiamo rischiato di finire come l'Argentina per colpa dell'euro; la moneta unica quindi non ci ha salvato, ma ci ha messo in difficoltà. Poi va beh, il discorso che l'euro ci ha reso forti sulla base di che cosa si regge?

Ci sarebbe un mucchio di roba da dire, spiegare, approfondire ecc; ad esempio il fatto che tu consideri un bene l'arrivo indiscriminato di capitali denota il fatto che tu non sappia assolutamente nulla di bilancia dei pagamenti e di partite correnti, altrimenti la tua opinione sarebbe diversa.

Io consiglio a tutti di leggere Il tramonto dell'euro; lì si discute ampiamente del perché adottare l'euro sia stata una vaccata. Poi ho citato moltissime volte il blog di Bagnai, vi consiglio di leggere anche quello. Al di la del fatto che lui possa piacere o meno, bisogna però ammettere che le sue spiegazioni sono sempre chiare e supportate dai dati; evidentemente non si può dire lo stesso della maggior parte dei giornalisti della stampa mainstream.

Ultima modifica di E. Scrooge; 16-10-2018 a 12:54.
Vecchio 16-10-2018, 12:55   #11836
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diciamo che è vero che non sono un economista e quindi molte cose non arrivo a comprenderle , mi sembra però di buon senso vedere che l'adesione all'euro ha reso il nostro paese più forte da un punto di vista monetario...
Forse te sei giovane e non ricordi la inflazione a 2 cifre degli anni '80 e la manovra di Amato per porre rimedio ad una situazione difficilissima, il probl vero non è l'euro o l'Europa ma la montagna di debiti tutta italiana , come non vedere in ciò un problema?
poi lo ripeto io non sono nessuno: ma la vulgata euro= la radice di tutti i mali non la bevo
Vecchio 16-10-2018, 13:09   #11837
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diciamo che è vero che non sono un economista e quindi molte cose non arrivo a comprenderle , mi sembra però di buon senso vedere che l'adesione all'euro ha reso il nostro paese più forte da un punto di vista monetario...
Forse te sei giovane e non ricordi la inflazione a 2 cifre degli anni '80 e la manovra di Amato per porre rimedio ad una situazione difficilissima, il probl vero non è l'euro o l'Europa ma la montagna di debiti tutta italiana , come non vedere in ciò un problema?
poi lo ripeto io non sono nessuno: ma la vulgata euro= la radice di tutti i mali non la bevo
Per te non c'è speranza...
Vecchio 16-10-2018, 13:15   #11838
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Ma perché allora il Sig. Di Maio e il Sig. Salvini non dicono chiaramente che vogliono uscire dall'euro?
Vecchio 16-10-2018, 13:23   #11839
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Per te non c'è speranza...
grazie lo prendo come una medaglia
Vecchio 16-10-2018, 13:26   #11840
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Originariamente inviata da tersite Visualizza il messaggio
grazie lo prendo come una medaglia
Medaglia al luogo comunismo. Perché si sa, la scienza economica si fonda sul buon senso e i luoghi comuni, non sui dati. Fa niente se gli indicatori dicono che l'euro è stata una scelta sbagliata; se il prurito alle parti intime dice che l'euro è stata una buona scelta, allora sarà così.

Ultima modifica di E. Scrooge; 16-10-2018 a 13:32.
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