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22-06-2023, 09:39
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#21
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Quindi per coerenza non lasci il posto libero neanche a uno che ha il braccio ingessato perché si è fatto male sciando, immagino.
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Dipende, solo se è femmina ed è andata a sciare con un chad
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22-06-2023, 09:54
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#22
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 3,880
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Punto primo: incel ci sarà qualcun altro. Non io. Adesso perché ho espresso un comportamento che urta qualche sensibilità si è sùbito etichettati come incel e quindi misogini. Ripigliatevi.
Per adesso non c'è obbligo per legge di lasciare quei posti liberi.
Punto due: posto che a me della coerenza frega il giusto, io eviterei di fare discorsi pseudo moralistici su essa et similia perché nessuno è coerente al 100% in vita sua. Siamo tutti banderuole. Non mi interessa d'essere il cittadino modello bravo e buono.
Punto tre: se la femmina è Claire che andata a sciare con Can, gliela parcheggio io.
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Ultima modifica di cuginosmorfio; 22-06-2023 a 09:57.
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22-06-2023, 09:56
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#23
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Punto tre: se la femmina è Claire che andata a sciare con Can, gliela parcheggio io.
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Che sogno
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22-06-2023, 09:57
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#24
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Punto due: posto che a me della coerenza frega il giusto, io eviterei di fare discorsi pseudo moralistici su essa et similia perché nessuno è coerente al 100% in vita sua. Siamo tutti banderuole. Non mi interessa d'essere il cittadino modello bravo e buono.
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Ok, grazie per la conferma.
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22-06-2023, 10:07
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#25
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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Roma, 22 giugno 2023 – Sapevo che prima o poi l’avrei fatto. Entrare in gara con l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Sfidare un non-essere "programmato per fornire spiegazioni e supporto su una vasta gamma di argomenti". Fare le pulci a un mostro che non ha la testa eppure se la ritrova piena di suggestioni e rimandi e più lo istighi e più affina le sue capacità. Insomma guardare in faccia il nemico che un giorno si prenderà il mio lavoro. L’occasione è arrivata ieri con le tracce della maturità. Il giornale mi ha chiesto di scrivere sull’elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp, da una riflessione di Marco Belpoliti.
Mi è andata di lusso. Non solo perché l’arte di aspettare è diventato effettivamente un talento raro e rivoluzionario. Ma perché era il classico tema-rifugio in cui anche il maturando più debosciato, in crisi ipoglicemica o di idee, può uscire a testa alta con il minimo sforzo. E infatti mi è parso di capire, dalle interviste fatte a bruciapelo fuori dalle scuole, che in tanti si siano buttati proprio su quello: una piscina riscaldata, il cinque stelle della prova di italiano. Cosa sia l’attesa e la sua immotivata ripulsa lo sappiamo tutti. Quale scatto da centometristi richieda la vita ai tempi dei social anche. Perché mai andarsi a incartare su un ex ministro o sul concetto di nazione. Ecco pronto un gioco da ragazzi con tollerabili margini retorici, ricche possibilità di digressione e basso rischio di indisporre la commissione, a patto di non scrivere in rumeno. Per questo forse era l’ultimo suggerimento, sotto la torreggiante autorevolezza della corazzata Quasimodo-Moravia-Fallaci: perché anche l’ultimo della classe avrebbe trovato una zattera alla quale aggrapparsi, come me che non ho dovuto scegliere ma certi giorni sono proprio fortunata.
Così ho preso un caffè, ho sentito addosso gli spilli della mia, di maturità, e mi sono messa a scrivere: "L’attesa è uno stato metafisico…" eccetera. Seguita dalle riflessioni che qualsiasi diciottenne avrà fatto: non sappiamo aspettare, l’attesa è noiosa, cerchiamo la salvezza nei social e così facendo ci perdiamo il meglio della vita (avevo premesso che era facile).
Poi ho chiesto a lui/lei, alla chat che dice di sapere comporre musica, testi, ricette, favole. Che tema sceglieresti tra Quasimodo e Moravia. E lei/lui mi ha risposto immediatamente: "Sono un assistente virtuale neutrale, non ho preferenze personali".
E allora, le/gli ho detto: scrivimi un tema che abbia questo titolo "Non sappiamo più attendere, riflessioni sull’era dell’istantaneità". E il coso è partito, senza guizzi di ingegno, ma con assoluta diligenza: "Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra avvenire all’istante, in tempo reale. La parola ’simultaneo’ è diventata una chiave di lettura per comprendere la nostra società moderna. Scriviamo una email e aspettiamo una risposta immediata. Se questa non arriva, sorgono frustrazione e fastidio: perché non risponde?". Piatto ma sincero, ce ne fossero. Punteggiatura impeccabile, scelta accurata delle parole: "Nel contesto dell’era digitale, abbiamo a nostra disposizione sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp, che promuovono una comunicazione immediata, un botta e risposta rapido e continuo. Tali strumenti hanno trasformato il modo in cui ci relazioniamo, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Tuttavia, ciò che ci circonda sembra ancora segnato dall’attesa: il processo di gestazione di una vita, lo sviluppo dell’adolescenza, la maturazione nell’età adulta. C’è un tempo proprio per ogni fase della vita, e raramente è un tempo immediato".
Didascalico però inappellabile. Con l’apologia dell’aspettare, l’invito a rallentare dentro a un "tempo differito" per "dare valore alle esperienze che rendono la vita degna di essere vissuta". Questa è la prosa-poltrona dentro cui la commissione sprofonda e si rincuora. Niente brividi, niente fuochi d’artificio. Solo il ritmo senza scosse di un’auto elettrica con il cambio automatico che farà molta strada.
https://www.quotidiano.net/cronaca/m...atgpt-b04bbd2c
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22-06-2023, 14:00
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#26
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Esperto
Qui dal: May 2022
Messaggi: 913
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Quote:
Originariamente inviata da Varano
Roma, 22 giugno 2023 – Sapevo che prima o poi l’avrei fatto. Entrare in gara con l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Sfidare un non-essere "programmato per fornire spiegazioni e supporto su una vasta gamma di argomenti". Fare le pulci a un mostro che non ha la testa eppure se la ritrova piena di suggestioni e rimandi e più lo istighi e più affina le sue capacità. Insomma guardare in faccia il nemico che un giorno si prenderà il mio lavoro. L’occasione è arrivata ieri con le tracce della maturità. Il giornale mi ha chiesto di scrivere sull’elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp, da una riflessione di Marco Belpoliti.
Mi è andata di lusso. Non solo perché l’arte di aspettare è diventato effettivamente un talento raro e rivoluzionario. Ma perché era il classico tema-rifugio in cui anche il maturando più debosciato, in crisi ipoglicemica o di idee, può uscire a testa alta con il minimo sforzo. E infatti mi è parso di capire, dalle interviste fatte a bruciapelo fuori dalle scuole, che in tanti si siano buttati proprio su quello: una piscina riscaldata, il cinque stelle della prova di italiano. Cosa sia l’attesa e la sua immotivata ripulsa lo sappiamo tutti. Quale scatto da centometristi richieda la vita ai tempi dei social anche. Perché mai andarsi a incartare su un ex ministro o sul concetto di nazione. Ecco pronto un gioco da ragazzi con tollerabili margini retorici, ricche possibilità di digressione e basso rischio di indisporre la commissione, a patto di non scrivere in rumeno. Per questo forse era l’ultimo suggerimento, sotto la torreggiante autorevolezza della corazzata Quasimodo-Moravia-Fallaci: perché anche l’ultimo della classe avrebbe trovato una zattera alla quale aggrapparsi, come me che non ho dovuto scegliere ma certi giorni sono proprio fortunata.
Così ho preso un caffè, ho sentito addosso gli spilli della mia, di maturità, e mi sono messa a scrivere: "L’attesa è uno stato metafisico…" eccetera. Seguita dalle riflessioni che qualsiasi diciottenne avrà fatto: non sappiamo aspettare, l’attesa è noiosa, cerchiamo la salvezza nei social e così facendo ci perdiamo il meglio della vita (avevo premesso che era facile).
Poi ho chiesto a lui/lei, alla chat che dice di sapere comporre musica, testi, ricette, favole. Che tema sceglieresti tra Quasimodo e Moravia. E lei/lui mi ha risposto immediatamente: "Sono un assistente virtuale neutrale, non ho preferenze personali".
E allora, le/gli ho detto: scrivimi un tema che abbia questo titolo "Non sappiamo più attendere, riflessioni sull’era dell’istantaneità". E il coso è partito, senza guizzi di ingegno, ma con assoluta diligenza: "Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra avvenire all’istante, in tempo reale. La parola ’simultaneo’ è diventata una chiave di lettura per comprendere la nostra società moderna. Scriviamo una email e aspettiamo una risposta immediata. Se questa non arriva, sorgono frustrazione e fastidio: perché non risponde?". Piatto ma sincero, ce ne fossero. Punteggiatura impeccabile, scelta accurata delle parole: "Nel contesto dell’era digitale, abbiamo a nostra disposizione sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp, che promuovono una comunicazione immediata, un botta e risposta rapido e continuo. Tali strumenti hanno trasformato il modo in cui ci relazioniamo, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Tuttavia, ciò che ci circonda sembra ancora segnato dall’attesa: il processo di gestazione di una vita, lo sviluppo dell’adolescenza, la maturazione nell’età adulta. C’è un tempo proprio per ogni fase della vita, e raramente è un tempo immediato".
Didascalico però inappellabile. Con l’apologia dell’aspettare, l’invito a rallentare dentro a un "tempo differito" per "dare valore alle esperienze che rendono la vita degna di essere vissuta". Questa è la prosa-poltrona dentro cui la commissione sprofonda e si rincuora. Niente brividi, niente fuochi d’artificio. Solo il ritmo senza scosse di un’auto elettrica con il cambio automatico che farà molta strada.
https://www.quotidiano.net/cronaca/m...atgpt-b04bbd2c
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La proposta per il tema era banaluccia, per carità, ma un articolo in cui si ripete per tutto il tempo di saper fare di meglio e che sembra troppo facile per la propria intelligenza non mi sembra da meno. E poi vorrei anche vedere, il tema era per i diciottenni e questa è una giornalista.
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22-06-2023, 21:49
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#27
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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Quote:
Originariamente inviata da Chamomile
La proposta per il tema era banaluccia, per carità, ma un articolo in cui si ripete per tutto il tempo di saper fare di meglio e che sembra troppo facile per la propria intelligenza non mi sembra da meno. E poi vorrei anche vedere, il tema era per i diciottenni e questa è una giornalista.
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io per primo a 18 anni scrivevo banalità e temi generici, non avrei mai scelto un'analisi del testo perché non conoscevo nulla di quegli autori.
e poi ho fatto diversi errori ortografici, fu un pessimo tema il mio. ancora oggi non mi capacito di come sia successo, non ero teso né agitato.
come spesso mi accade nei momenti topici della vita, ero distratto e assente.
per cui lungi da me criticare i maturandi, ma per la prima volta ho realizzato che l'intelligenza artificiale è già così meglio della maggioranza degli studenti.
perlomeno non dovrebbero fare strafalcioni o dire cose divisive, diciamo che per puntare al 6 andrebbe bene. chissà se avrà ancora senso studiare con fatica nozioni spesso inutili
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22-06-2023, 23:18
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#28
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Esperto
Qui dal: Jun 2022
Messaggi: 1,704
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a volte mentre sto ascoltando della musica dal pc mi viene l'istinto di aprire youtube pure sul cellulare per far partire un (altro) brano. Poi mi accorgo che non ha senso e mi fermo ma è indicativo del fatto che non sono soddisfatto di quello che sto facendo, non sono abbastanza preso e concentrato, e ho bisogno di cercare dell'altro, anche se della stessa tipologia, per colmare la lacuna
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