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«Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scatenatev
«Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo, in "tempo reale", come si é cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è "Simultaneo*. Scrivo una email e attendo la risposta immediata. Se non arriva m'infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano a ritmi lenti. Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall'attesa: la gestazione, l'adolescenza, l'età adulta. C'è un tempo per ogni cosa, e non é mai un tempo immediato. (...)
Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi d'attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall'inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più in fretta. L'efficienza compulsiva è diventato uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare o, peggio ancora, perdere tempo?(...) Eppure ci sono ancora tanti tempi morti: "Si prega di attendere" è la risposta che danno i numeri telefonici che componiamo quasi ogni giorno. Aspettiamo nelle stazioni, negli aeroporti, agli sportelli, sia quelli reali che virtuali. Attendiamo sempre, eppure non lo sappiamo più fare. Come minimo ci innervosiamo. L'attesa provoca persino rancore. Pensiamo: non si può fare più velocemente?». Nell'articolo di Marco Belpoliti viene messo in evidenza un atteggiamento oggi molto comune: il non sapere attendere, il volere tutto e subito. A partire dal testo proposto e traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture, rifletti su quale valore possa avere l'attesa nella società del "tempo reale". Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto. |
Io fortunatamente so attendere, anzi devo dire che provo ancora emozioni positive nell’attesa, nel dubbio, ecc, sono un po’ all’antica forse
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
io no delta, sono un fobico del mio tempo. vivo male l'attesa, vorrei avere tutto sotto controllo, veloce, efficiente e preciso.
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
Prossimamente una traccia su com'era bello andare in giro a dorso d'asino (per chi lo possedeva), rompersi la schiena sui campi, pagare la decima alla chiesa e scampare (se ci riuscivi) alla peste nera. Mica come adesso, quando nessuno conosce più il Vero Valore dell'attesa.
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Io ho notato che i giovani sono pure impazienti circa la fruizione dei media.
Se guardano una serie tv o un film, skippano le parti noiose o le mandano avanti a 2x... tutto rigorosamente da uno smartphone di 10 cm. Se il film è leggermente lento, si scassano le balle, mentre se sono 3 ore di Marvel spara-spara-esplodi, allora tutto ogghey 😂 Credo centrino youtube e tiktok: ti arriva na marea di roba fatta su misura per te grazie all'algoritmo. Manco devi fare la fatica di cercare. Forse le ultime cose "lente" rimaste di moda tra i giovani sono le partite di calcio, e gli eventi sportivi in generale. |
Dite quello che volete ma a me piaceva andare a 300 metri da casa al freddo in una cabina telefonica per fare una telefonata per me importante, dubito avrei provato lo stesso piacere se la velocità era quella di ora, ma tant'è
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
l'attesa può anche essere positiva e piacevole quando si sa che alla fine si otterrà ciò che si desidera.
invece diventa spiacevole quando si accompagna all'incertezza. Si attende ma il tempo della nostra attesa potrebbe essere vano. Capisco Delta che provava piacere nel farsi 300 metri al freddo per fare una telefonata: provava piacere perché sapeva che alla fine l'avrebbe fatta e che avrebbe avuto risposta! Ma d'altra parte si può attendere una telefonata o un messaggio temendo che questi non arrivino, allora non ci sarà alcun piacere. |
Io la vedo anche da un altro punto di vista, siccome in generale tutto va veloce si cerca di fare andare veloce anche quelle cose che a volte serve un po’ di più, e si perdono anche persone ed occasioni così
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
sinceramente mi pare la solita sparata da persona adulta che ce l'ha col mondo dei giovani (e moderno). Se c'è un problema di attesa/nevrosi, è dentro di noi, nella nostra incapacità di darci -come spesso accade- una misura nel fare le cose; non sono certo tik-tok, instagram, facebook o altro che ti impongono di essere visionati costantemente.
Comunque credo che se avessero avuto whatsapp nei secoli scorsi, non lo avrebbero certo buttato alle ortiche. Non so se Jacopo Ortis avrebbe però scritto le sua famose lettere o Mozart alla cugina :ridacchiare: A latere, io sono molto affascinato dalla capacità di poter fare simultaneamente e bene più azioni. |
Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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Non rimpiango molto queste scomodità ma mi evocano un forte senso di continuità con il luogo. Che, tra parentesi, dopo esserci praticamente nato dovrò abbandonare a media scadenza per mille motivi, e non mi farà piacere. |
Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
sì, non saper attendere è un brutto difetto ma non so quanto sia stato causato dalle tecnologie attuali. Queste più che altro ci hanno 'rapito' nel senso che non riusciamo più a starci senza neanche per poco tempo (in questo senso si potrebbe pensare all'attesa), anche se non è necessario e quando in fondo non ci dà niente. Proviamo a stare 24 ore senza. Non ci riusciamo? => Siamo malati
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
Questo per me è aggravato dal mio lavoro, dove è tutto un gestire tempi altrui e attendere risposte, o dare risposte.
Non è solo un fatto di comunicazione social, è la nostra realtà economica che viaggia a ritmi più veloci, e la nostra vita con le tecnologie che ci dà risultati e servizi in tempo immediato. |
Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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FONTE: Bologna, la marcia. Edito da Feltrinelli 🤣 Non so come ho fatto a non prendermi qualche malattia, anche se avendo il cellulare, le sfruttavo pochissimo. |
Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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Re: «Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp» traccia d'esame maturità, fobici scaten
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