È un po' che non scrivo nel mio topping ma ora ne sento la voglia forse perché il mio disturbo si fa strada dentro di me.
Forse non è neanche un disturbo, ma con disturbo io intendo il bisogno di pensare alla dieta, la voglia di fare la dieta, il bisogno di pensare a me stessa in relazione alla dieta.
È passato quasi un anno e cosa è successo nella mia sfera alimentare?
Ovviamente non sono stata con le mani in mano perché in quel campo io cerco sempre di muovermi in una qualche direzione.
Sono tornata dalla mia storica dietista, l'anno scorso insieme a lei iniziai un percorso con un libro di auto aiuto basato sulla tcc, mi ha aiutato davvero per certi aspetti ma essendo un percorso collegato allo stare a dieta è ovviamente finito in un buco nell'acqua.
Ho continuato a vedere la dietista ma praticamente non riuscivo a stare a dieta, ci provavo tutti i giorni ma nulla, lei in tutti i modi ha cercato di venirmi incontro di darmi opzioni ma io mi sentivo soffocata dalla idea stessa di dieta ma soprattutto dalla mia incapacità.
Da qui ho attaccato un altro libro che segue un filone molto in voga ora. Le basi di queste nuove idee sono quelle a cui io ero giùnta già personalmente, ovvero: stare a dieta ti fotte il fisico e il cervello.
Leggendo questo libro ho realizzato che forse io non ho un vero e proprio disturbo alimentare ma sono vittima del dieting. (Ho fatto la mia prima dieta a 5 anni. E da allora non ho mai smesso. Adesso ne ho 39. Quanto tutto ciò può fottere e distruggere lo stimolo naturale della fame che ciascuno di noi si dovrebbe portare appresso? Senza considerare tutte le implicazioni psicologiche.)
Partendo da questo che ho fatto? Ho mollato la dietista
questo forse non dovevo farlo, ma mi sentivo completamente schiacciata dalla sua figura che mi ricordava i miei fallimenti. Qualche settimana fa ho anche ritrovato le mie pesate della prima volta che ci andai, nel 2016 persi 30kg in un anno. Ho anche ritrovato le foto. Ai tempi io mi vedevo identica prima e dopo il dimagrimento. Col cazzo che lo ero
Comunque ho mollato la dietista e ho provato a seguire le direttive del libro. Assecondare la fame, non fare diete, ecc ecc. Mi peso solo dopo il ciclo, circa una volta al mese.
Ma il problema qual è?
Che io penso alla dieta.
Innanzi tutto perché non sto dimagrendo un cazzo e peso comunque tantissimo, e quindi ne avrei bisogno di dimagrire. In secondo luogo ora che non vado dalla dietista mi sento libera di riprendere a scrivermi diete, a studiare diete. E via dicendo.
L unica novità è che ci penso ma non lo faccio. Quando mi sale la voglia mi dico: non c e bisogno che scrivi nulla, limitati a mangiare meno. Ascolta i segnali del tuo corpo.
In più una altra novità è che le sensazioni del mio fisico inizio davvero ad ascoltarle.
Sono 3 mesi che non sto a dieta e mi sono concessa piena libertà di mangiare quello che mi andava.
Ad esempio mi sto accorgendo che io non ho tutta sta fame. Che la mia fame forse deriva dalle privazioni, dal senso di fallimento.
Però non è ovviamente così facile iniziare ad ascoltarsi. Dentro di me c'è ancora la smania verso il cibo, questa insano bisogno di mangiare tutto quel che riesco e posso, un assurda fretta di mangiare tutto quel che ho davanti per il timore di restare senza o per il timore di essere colta in flagrante o per il timore di sentirmi sbagliata solo perché sto mangiando.
Ma sono solo 3 mesi.
3 mesi dopo 34 anni di innaturalita, di imposizioni interne ed esterne, di crisi, di abbufatte disperate, di fame e pienezza derivanti da qualcosa che non erano le esigenze del mio corpo bensì delle regole inflitte ed autoinlfitte.
Devo darmi tempo.