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Vecchio 11-12-2009, 12:43   #1
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Secondo il modello teorico della TCC (terapia cognitivo comportamentale) le credenze di base sono il livello più profondo di convinzioni del nostro inconscio. Sono in genere convinzioni assolute, globali e ipergeneralizzate (Winston_Smith le odierà, giustamente ). Possono riguardare noi stessi, gli altri o il mondo che ci circonda. Le credenze di base generano i NATs (Negative Automatic Thoughts = Pensieri negativi automatici), che sono invece il livello cognitivo più superficiale; è più semplice pertanto individuare i NATs piuttosto che le credenze di base, e quindi risalire dai NATs alle credenze di base, in quanto si potrà notare che si hanno dei pensieri NATs ricorrenti. Nell'immagine una esemplificazione dello schema concettuale.



Per quanto mi riguarda ho individuato di avere fortissima questa credenza: "tutti presto o tardi mi rifiuteranno o mi abbandoneranno".
E ci scrissi anche già un topic: http://www.fobiasociale.com/paura-de...bandono-11990/

And all you others?
Vecchio 11-12-2009, 13:47   #2
Intermedio
 

E come si cambiano queste credenze di base?
Vecchio 11-12-2009, 14:24   #3
Esperto
L'avatar di Nick
 

Coi "giusti comportamenti" immagino...come direbbe Spalletti.
No, però è interessante. Ci credo abbastanza. Proviamo.

CB -> si vede che sono fobico
CI -> ho l'impressione che chi ho di fronte mi guardi male
S-> parlare con qualcuno ->
PA ->gli faccio schifo
RE-> angoscia
C->abbasso lo sguardo
F-> iperidrosi, crampi addominali, confusione, varie ed eventuali

Per la cronaca ieri ho provato a modificare i comportamenti, in realtà mi è venuto spontaneo evidentemente la terapia comincia a funzionare, beh sono rimasti i punti CI e PA, ma almeno RE, C ed F non si sono presentati. Speriamo che duri

Ultima modifica di Nick; 11-12-2009 a 14:27.
Vecchio 11-12-2009, 14:31   #4
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Le credenze di base derivano dal vissuto di ciascuno di noi, dalle esperienze avute nelle relazioni con gli altri e col mondo, in genere si sono radicate nella nostra mente fin dall'infanzia, ma possono anche derivare da esperienze particolarmente traumatiche avute quando si è già adulti.

Non sono completamente d'accordo col modello teorico TCC, e ne inizio già a vedere i limiti, però lo trovo ugualmente interessante e valido. D'altronde, credo che qualunque modello teorico abbia i suoi limiti.

Per quanto riguarda la domanda di Finto provo a rispondere stasera perché è assai complesso.
Vecchio 11-12-2009, 14:36   #5
Esperto
L'avatar di amarlena
 

Quote:
Originariamente inviata da Nick Visualizza il messaggio
Coi "giusti comportamenti" immagino...come direbbe Spalletti.
No, però è interessante. Ci credo abbastanza. Proviamo.

CB -> si vede che sono fobico
CI -> ho l'impressione che chi ho di fronte mi guardi male
S-> parlare con qualcuno ->
PA ->gli faccio schifo
RE-> angoscia
C->abbasso lo sguardo
F-> iperidrosi, crampi addominali, confusione, varie ed eventuali

Per la cronaca ieri ho provato a modificare i comportamenti, in realtà mi è venuto spontaneo evidentemente la terapia comincia a funzionare, beh sono rimasti i punti CI e PA, ma almeno RE, C ed F non si sono presentati. Speriamo che duri
Non sono una psicologa però credo che lo schema che hai fatto nasconda un errore.
"sono fobico" non può essere una credenza di base perchè immagino che le credenze di base siano quelle che si sono formate molto tempo fa, in base alle nostre esperienze con gli altri, quando non si aveva ancora la cognizione della fobia.
La fobia è un passo successivo, è il risultato di qualcosa.
Solo adesso, dopo tutto il tuo percorso di vita, puoi effettivamente affermare di avere paura che gli altri vedano che tu hai paura....ma in fondo perchè hai paura?
Credenze di base potrebbero essere: sono stupido, sono brutto, sono cattivo, sono antipatico, etc etc
Ovviamente sarebbe interessante rifletterne tutti insieme qui sul forum.
Vecchio 11-12-2009, 14:39   #6
Esperto
L'avatar di Nick
 

Quote:
Originariamente inviata da amarlena Visualizza il messaggio
Credenze di base potrebbero essere: sono stupido, sono brutto, sono cattivo, sono antipatico, etc etc
Ovviamente sarebbe interessante rifletterne tutti insieme qui sul forum.
Più o meno tutto quello che hai detto, ho scritto fobico diciamo per fare una sintesi, forse il termine adatto sarebbe "inadeguato".
Vecchio 11-12-2009, 14:42   #7
Esperto
L'avatar di Nick
 

Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher Visualizza il messaggio
Non sono completamente d'accordo col modello teorico TCC, e ne inizio già a vedere i limiti, però lo trovo ugualmente interessante e valido. D'altronde, credo che qualunque modello teorico abbia i suoi limiti.
Sono d'accordo o forse ognuno deve trovare la sua giusta terapia.
Io per esempio dopo 5 anni di analitica ho concluso che fosse merda, in realtà qualcosa mi è rimasto e torna ad essermi utile ma solo con i farmaci e con uno psichiatra in gamba che dialoga con me incomincio a vedere la luce, forse perchè avevo un nodo tale che non poteva essere sciolto ma solo tagliato adesso però devo rimettere insieme i fili.
Vecchio 11-12-2009, 16:22   #8
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Mah, ti darò un mio parere da incompetente. Però non ho compreso alla perfezione quello che hai scritto -che stupido che sono!- e forse non lo capirò mai.
Non ho seguito la domanda perché -sentendomi un po' trieste- ho abbandonato la lettura del tuo post anzitempo. Adesso devo andare perché comincio a sentire una certa pesantezza nell'addome: non vorrei che la peperonata....

Vecchio 11-12-2009, 16:30   #9
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Ma Who al cinese fanno la peperonata?

Comunque se vuoi insinuare che il mio topic è pesante , bè è un super-concentrato quindi è normale che possa risultare indigesto e poco chiaro. Nei prossimi post approfondirò il concetto, così lo potrete capire meglio anche voialtri inferiori.
Vecchio 11-12-2009, 16:34   #10
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Scherzi a parte, non condivido la tendenza a denominare certi pensieri come "pensieri negativi automatici", come se fossero un cortocircuito sbagliato o un meccanismo che va in panne.
Sono convinto invece che, se la persona in questione ha un suo nucleo razionale, la maggiorparte dei "pensieri negativi" abbiano un loro discreto fondamento di verità: che siano dei "pensieri realistici", in fondo.
E' un atteggiamento tipicamente americano quello di voler vedere per forza positivo anche quando la più banale oggettività direbbe il contrario.

Se penso o dico "Sono Solo", non è il frutto di una visione aberrante e malata della realtà, conseguenza di chissà quali traumi passati. E' semplicemente perché, fatte salve poche eccezioni, effettivamente, oggettivamente, realisticamente, sono solo.

Diffidate dell'ottimismo made in USA. Piuttosto, mi affiderei all'antico detto degli oracoli, che va sempre bene: "Conosci Te Stesso". E aggiungerei: "E nel frattempo, vedi di migliorarti!".

Ultima modifica di Who_by_fire; 11-12-2009 a 16:38.
Vecchio 11-12-2009, 16:37   #11
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher Visualizza il messaggio
Comunque se vuoi insinuare che il mio topic è pesante , bè è un super-concentrato quindi è normale che possa risultare indigesto e poco chiaro.
Questo sì che è un pensiero automatico negativo (sbagliato)!
Vecchio 11-12-2009, 17:06   #12
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Eh no, così non vale. Prima mi demolisci tutto e poi me lo rivolti contro...

Seguendo il tuo ragionamento, il mio pensiero parte da presupposti logici e cioè dal fatto che hai scritto di aver abbandonato la lettura del mio post e poi che dovevi andare perché ti bruciava l'addome. Quindi non ho pensato disfunzionalmente, era "naturale" che lo pensassi (oltretutto sei ancora qui, il che conferma la mia ipotesi). Però ho colto l'ironia, quindi non sono affatto offeso (la faccina arrabbiata era solo per contro-ironizzare).

Ecco, secondo me non bisogna parlare di pensieri aberranti o malati, in genere concordo che non lo sono (e volutamente non ho usato nè il termine malato nè disfunzionale), ma bensì di una visione eccessivamente - come si può dire - sensibile di sé stessi e dei rapporti con gli altri e col mondo, come se, tanto per fare un esempio esagerato, io mi fossi buttato dal palazzo perché Who si è permesso di criticare il mio post (tanto in questo momento sono al piano terra, tiè ). Come se una leva dentro di noi, mossa anche solo minimamente scatenasse dei pensieri catastrofici e delle emozioni eccessive e malsane. Si tratta quindi soltanto di pensieri-normali-che-devono-essere-ridimensionati.

Ovviamente "sono solo" chiaramente non è un pensiero negativo. Ma "sono solo perché nessuno mi trova interessante" questo è invece un pensiero eccessivo e ipergeneralizzato che difficilmente può essere vero; nell'infinita varietà umana come si può pensare di non trovare qualcuno che ci trovi interessanti?

E comunque non sono neppure d'accordo nel bollare come americanata ottimistica ogni cosa made in USA. E se mi spieghi meglio i tuoi motti, che sono invero un po' generici, ti ringrazio.
Vecchio 11-12-2009, 17:17   #13
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Quote:
Originariamente inviata da Nick Visualizza il messaggio
Sono d'accordo o forse ognuno deve trovare la sua giusta terapia.
Io per esempio dopo 5 anni di analitica ho concluso che fosse merda, in realtà qualcosa mi è rimasto e torna ad essermi utile ma solo con i farmaci e con uno psichiatra in gamba che dialoga con me incomincio a vedere la luce, forse perchè avevo un nodo tale che non poteva essere sciolto ma solo tagliato adesso però devo rimettere insieme i fili.
Concordo in pieno. D'altronde è così anche per i farmaci, non tutti reagiscono allo stesso modo ad ogni medicinale (e non parlo solo di psicofarmaci). E' questione che ciascuno trovi his way senza demonizzare nulla. Sono abbastanza scettico con chi mi dice quello è in assoluto meglio, quell'altro non serve a nulla...
Vecchio 11-12-2009, 17:48   #14
Esperto
L'avatar di Nick
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
mi affiderei all'antico detto degli oracoli, che va sempre bene: "Conosci Te Stesso". E aggiungerei: "E nel frattempo, vedi di migliorarti!".
En passant...
Bah l'Oracolo cioè Socrate cioè in realtà Platone sono un po' sopravvalutati se consideriamo questa massima molto quotata.
Non c'è dubbio che uno debba conoscere sè stesso per stare bene con sè stesso, solo che loro lo intendevano come fonte di verità.

E in questo senso, sul piano della logica è una contraddizione evidente, perchè per mettere in pratica il consiglio devi prima conoscere l'oracolo che te lo dice, la lingua con cui te lo dice, il contesto socio-culturale che ti fa comprendere il senso delle sue parole sibilline, se ne deduce così il contrario di quanto il motto vorrebbe sostenere, cioè che per conoscere sè stessi bisogna prima conoscere il mondo.
E' un cul de sac filosofico e comunque non voglio sapere perchè sto male, voglio stare bene, se per stare bene devo conoscere me stesso ok, altrimenti tanti saluti.

Scusate la diarrea verbale
Vecchio 11-12-2009, 18:02   #15
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Semplicemente: secondo me, raccontare la "verità" a se stessi è più produttivo, in termini di felicità, che raccontarsi delle bugie. Altrimenti la "verità" verrà a galla comunque col tempo, o peggio a livello inconscio confliggendo con le nostre credenze consce.

La verità fa male lo so (cit.), ma è il punto di partenza.
Vecchio 11-12-2009, 18:05   #16
Esperto
L'avatar di ramo
 

Il modello della TCC mi sembra quantomeno ragionevole. Mi sembra che spieghi bene fenomeni come la fobia sociale. Se ci mettiamo pure che molti trovano beneficio da tecniche psicoterapiche che poggiano su questo modello (vedi Kent e altri), e dai miei piccoli miglioramenti consolidati, frutto di analisi su me stesso volti alla ricerca dei pensieri disfunzionali e alla formazione di altri più realisti e utili, mi sembra che il modello (vero o falso che sia) funzioni in certi casi.

Mi piace questo topic, può essere utile... moon, cosa non ti convince di questo modello?

La domanda di Finto era naturale. Posso dirti che prima di tutto devi conoscere questi pensieri, accorgerti della falsità di certe credenze, sostituire queste credenze con altre più razionali. Non è un percorso facile, ci vuole costanza, tempo e voglia di cambiare sapendo che non si caminerà su un tappeto di rose. Magari più avanti cercherò di spiegarmi meglio...
Vecchio 11-12-2009, 18:12   #17
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quanti di voi da ragazzini pensavano di essere soli perché erano dei genietti sensibiloni e incompresi?
Beh, questo era falso.
Col tempo si impara magari che si è soli perché si hanno determinate incompatibilità comunicative ecc., dei difetti insomma [difetti di funzionamento non in assoluto, ma relativamente all'integrazione in questa società così com'è]; si matura e si comincia a far fronte a tali difetti cercando di migliorarsi.
Vecchio 11-12-2009, 18:22   #18
Esperto
L'avatar di Nick
 

Io pur avendo sempre studiato in ambito umanistico, le neuroscienze nel loro complesso ho sempre evitato di approfondirle perchè vivendo in una famiglia di ipocondriaci avevo paura di aver ereditato quel tipo di pensiero disfunzionale. (Non lo chiamavo così ovviamente ma il ragionamento più o meno mi pare fosse quello della cognitiva senza conoscere la cognitiva).

Quindi mi sono sempre affidato al terapeuta al punto di abbandonare completamente ogni iniziativa da parte mia nell'ambito della terapia.
E qui torniamo nell'ambito dei paradossi: per comprendere che affidarmi eccessivamente al terapeuta fosse un errore avevo bisogno di un terapeuta che se ne accorgesse e me lo spiegasse, altro paradosso il mio pensiero disfunzionale era quello di pensare di avere un pensiero disfunzionale che in realtà non avevo.
Oddio, mi gira la testa...

In buona sostanza, siamo su "una cazzo di fune acrobatica" (cit.). Guarire mi sa che non è scienza in nessun caso, ma arte.
Vecchio 11-12-2009, 18:29   #19
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sono fermamente convinto che la tcc non sia adatta a chi ha una personalità complessa come la mia, ma solamente a chi ha un problema il più possibile definito e inquadrabile in uno schema.. quando c'è molta carne al fuoco, come nel mio caso, è meglio qualcosa di più psicanalitico-dinamico-sistemica.
La tcc cura il sintomo ma non la causa, e anche se è mediamente più breve (ma non è detto..), secondo me impone le scelte dall'esterno e non seguendo la propria personalità (che ricordiamocelo, puà essere anche quella di una persona effettivamente non socievole e introversa..).
Poi naturalmente ciò che conta di più in una terapia è la scelta del/la terapeuta, e difatti il vantaggio di Clark kent è stato proprio quello di trovare una terapeuta che l'ha inquadrato da subito, ma rileggendolo e informandomi ho notato che il suo approccio seguito non è strettamente cognitivo-comportamentale ma piuttosto con caratteristiche dinamiche e in parte analitiche.
This is my opinion, of course
Vecchio 11-12-2009, 18:31   #20
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Io non ho mai assolutamente pensato di essere solo perché ero un genietto sensibilone e incompreso. In compenso sto pensando ora, Who (ma di sicuro si tratterà di un NAT) che tu abbia ignorato quello che ho scritto...

Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher Visualizza il messaggio
Eh no, così non vale. Prima mi demolisci tutto e poi me lo rivolti contro...

Seguendo il tuo ragionamento, il mio pensiero parte da presupposti logici e cioè dal fatto che hai scritto di aver abbandonato la lettura del mio post e poi che dovevi andare perché ti bruciava l'addome. Quindi non ho pensato disfunzionalmente, era "naturale" che lo pensassi (oltretutto sei ancora qui, il che conferma la mia ipotesi). Però ho colto l'ironia, quindi non sono affatto offeso (la faccina arrabbiata era solo per contro-ironizzare).

Ecco, secondo me non bisogna parlare di pensieri aberranti o malati, in genere concordo che non lo sono (e volutamente non ho usato nè il termine malato nè disfunzionale), ma bensì di una visione eccessivamente - come si può dire - sensibile di sé stessi e dei rapporti con gli altri e col mondo, come se, tanto per fare un esempio esagerato, io mi fossi buttato dal palazzo perché Who si è permesso di criticare il mio post (tanto in questo momento sono al piano terra, tiè ). Come se una leva dentro di noi, mossa anche solo minimamente scatenasse dei pensieri catastrofici e delle emozioni eccessive e malsane. Si tratta quindi soltanto di pensieri-normali-che-devono-essere-ridimensionati.

Ovviamente "sono solo" chiaramente non è un pensiero negativo. Ma "sono solo perché nessuno mi trova interessante" questo è invece un pensiero eccessivo e ipergeneralizzato che difficilmente può essere vero; nell'infinita varietà umana come si può pensare di non trovare qualcuno che ci trovi interessanti?

E comunque non sono neppure d'accordo nel bollare come americanata ottimistica ogni cosa made in USA. E se mi spieghi meglio i tuoi motti, che sono invero un po' generici, ti ringrazio.
E aridagli col raccontarsi delle bugie: ma dove stanno le bugie? E poi non capisco la tua logica, prima dici che sono pensieri razionali e non malati e poi che sono bugie? Non è una contraddizione? La mente umana comunque non è mai completamente razionale, commette sempre degli errori, sono inevitabili, e ciò va accettato.
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