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Vecchio 20-11-2016, 23:00   #1
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Ultima modifica di cancellato17995; 05-06-2017 a 15:01.
Ringraziamenti da
cancellato13564 (20-11-2016), Ninfee (21-11-2016), spezzata (20-11-2016), The_Sleeper (21-11-2016)
Vecchio 21-11-2016, 03:24   #2
Esperto
L'avatar di Alakazam
 

Quote:
Originariamente inviata da Siamese Dream Visualizza il messaggio
Una delle questioni che da sempre più mi angoscia è la morte inevitabile di ogni rapporto causata dal sopraggiungere del nulla da dirsi, a volte anticipata da chiari segnali, ma che più spesso colpisce quando meno ce lo si aspetta, da un giorno all'altro. Questo nulla da dirsi può assumere mutevoli forme, non è necessariamente silenzio, sono svariati i modi attraverso i quali si esprime, anche quando il dialogo non si interrompe.
Accade indipendentemente da quanto sia interessante la vita che due persone facciano e da quanto sia vasto il repertorio di argomenti ai quali sono in grado di attingere, dalla loro cultura ecc.. come se nessuna difesa possa essere mai sufficientemente efficace per opporsi a questo cancro, forse perchè si tratta di una caratteristica intrinseca alla natura dei rapporti, un loro limite fisiologico. E' come se ogni rapporto sia prima o poi inevitabilmente destinato a spegnersi: quando non perisce per il venir meno dei sentimenti ecco che cominciano a mancare le parole o anche solo la voglia di esprimerne di nuove. Certo, può accadere anche dopo anni, ma è come se il mostro fosse sempre lì ad aspettare, da qualche parte, nascosto nell'ombra, senza che nessuno possa fare assolutamente nulla per tenerlo lontano.

E' un problema che abbraccia sia i rapporti sentimentali che quelli d'amicizia, ma mentre i primi ti costringono a tirare giù continuamente una riga e te lo mostrano per quello che davvero è, nell'amicizia raramente gli si da il giusto peso, finendo così col conviverci, con tacita complicità da entrambe le parti. Molte amicizie che si portano avanti negli anni diventano così scatole vuote, ricordi di ciò che erano e che non son più, ripetizioni perenni di discorsi che nel migliore dei casi sono molteplici varianti di argomenti già dibattuti. Potenzialmente le occasioni di incontro sono infinite, soprattutto se la propria vita è ricca di avvenimenti (ma quante vite davvero lo sono?) e se si coltivano molte passioni ed amicizie, eppure ad un certo punto ci si ritrova dentro uno spazio comunicativo sempre più angusto, attenti a non battere strade già percorse, ma accorgendosi allo stesso tempo che la parte di mondo che c'è ancora da condividere con qualcuno non porta più verso destinazioni così interessanti, non quanto lo erano all'inizio perlomeno, quando tutto era nuovo e l'altro era un mondo ancora da scoprire.

So che molti, per evitare che accada, si limitano ad accumulare nuove conoscenze con le quali rimettere in moto lo stesso fallimentare meccanismo, o vanno avanti all'infinito a parlare del nulla, ritornando continuamente su discorsi già affrontati e che non sono altro che sottoinsiemi di argomenti più vasti che li racchiudono, con l'illusione che ogni volta si stia parlando di qualcosa di nuovo, oppure si contattano poco, per diluire la conoscenza e di conseguenza anche i loro discorsi, ma queste non sono di certo delle soluzioni, quanto piuttosto un portare avanti un teatrino dell'assurdo e dell'inconsapevolezza (vera o finta che sia) del vuoto.
Si tratta quindi a mio parere di una lotta contro i mulini a vento (e in un certo senso contro il tempo), ed è un po' come battersi contro la morte, sulla lunga distanza perderai sempre tu. Io credo che chiunque ritenga che con un'altra persona potrebbe andare avanti a parlare in modo proficuo per sempre viva un'illusione e che anche quando questo processo di inaridimento è già in atto faccia molta fatica ad ammettere a sé stesso che stia accadendo.

Se qualcuno di voi ha trovato un suo personalissimo modo per sottrarsi a questa tragedia mi farebbe davvero piacere conoscerlo, ma sono piuttosto sicuro che non possa esistere.

"Come stavamo ieri sarà così domani? Dimmi di sì..."
Non condivido...o non ho capito.
Non considero la cosa come la morte di un rapporto, ma come un cambiamento fisiologico(per usare il tuo termine) di esso, che però tu interpreti negativamente. Che poi ci possa essere un evoluzione comune nei rapporti, sono d'accordo.
Vecchio 21-11-2016, 05:27   #3
Esperto
L'avatar di Nishi
 

Prima di cominciare ad esporre le mie personali idee, ti ringrazio poiché il tuo scritto illumina(per ragioni mie) il grigiore di questa giornata, ed anche perché riguarda da vicino una situazione che ho vissuto fino ad oggi per l'ultima volta.

Inizio dal dirti che come molte filosofie comprendono il dolore, la sofferenza come assolutamente inevitabili e quindi da accettare come tali, senza però farsi travolgere, per usare il tuo stesso termine, l'ineluttabilità del nulla, delle vacue parole, è parte vivente di questo stato nel rapporto tra persone.
Ora però la domanda volge spontanea, a che fine tutto ciò?
Rinvigorire se stessi, e di conseguenza il proprio ego mal sviluppato, anzi...mal compreso, l'insano bisogno di occupare il tempo vuoto con altre entità senza mai approfondire veramente la conoscenza porta ad un deterioramento sia umano, che spirituale, il sè conscio, da ciò scaturiscono le inevitabili dissimiluzioni di amicizia reciproca, quando in realtà si passa letteralmente il tempo occupando uno spazio. Ma molte delle fasi di questo graduale deperimento, non sono solo frutto di scelte consapevoli, esistono innumerevoli "parti nascoste" che sono sconosciute (e lo rimangono per tutta la vita) la nostra essenza vibra e risuona qualvolta una mente ed un corpo ci è vicino, mostrandoci una via facile per riempire quello spazio vuoto che abbiamo creato noi stessi, e da tutto ciò non può che risultare che un solo fine...il nulla.
Per mia opinione solo i folli conoscono se stessi tramite gli altri, e la maggior parte delle persone vive a stretto contatto con l'altrui presenza, generando un codice di condotta univoco, la fine è assoluta è una massima che molti perseguono, nonostante il creato intorno a loro rappresenti solo evoluzione e rinvigorimento.
Questo punto mi preme analizzare, l'inettubile è anch'esso un'illusione, non vi è nessuna tragedia quando un rapporto non è mai stato compiuto, quando due esseri non si conoscono profondamente e completamente (ritengo sia possibile) niente è nato e il "nulla" non ha mai fatto la sua comparsa, solo a patto che i due individui siano realmente privi di false ideologie, convinzioni, attitudini, è possibile una rinascita di ciò che è andato perduto, poiché l'amore e l'amicizia in una pura essenza sono infiniti, non esiste il concetto accidioso della perdita, ma rimane un limpido fiume vitale che scorre all'infinito, portando con se il divenire dell'uomo.

Ultima modifica di Nishi; 21-11-2016 a 05:46.
Vecchio 21-11-2016, 15:00   #4
Esperto
L'avatar di alleny82
 

Non sono d'accordo.
Lo stare bene insieme non vuol dire per forza parlare, parlare, parlare.
Forse i vuoti esistono perché se non esistessero le persone non avrebbero il tempo di abbracciarsi o baciarsi o guardarsi negli occhi.
Comunque io mi sono trovata bene sia nel silenzio che nel dialogo...
L'essere umano è fatto così : di parole ma anche di silenzi. Non accettare questo per me è sintomo di un'insicurezza, una depressione, una mania tutte personali che per altro riesco a capire benissimo ma capisco pure che non gli si dovrebbe dare ascolto.
La persona giusta non è quella con cui parli di più... fosse così ti basterebbe trovarne una logorroica.
A me il silenzio non spaventa ma se a te da'fastidio... Ma credi che tutto quello che c'è in questo mondo non basterebbe a ravvivare e dare spunti continui di dialogo a te e consorte?? Le città da capire e visitare, i libri da leggere e comprendere, i corsi per imparare mille lingue, partecipare insieme a dei concorsi, creare un giardino da sognare e progettare ogni giorno, sperimentare... non basta una vita per imparare il mondo e tu temi che sia il mondo a non bastare alla vostra vita? Quello che dici tu lo sto sperimentando con la depressione, ripeto, ma quando non avevo problemi, le tue riflessioni non descrivevano quella che era la mia esistenza.
Vecchio 21-11-2016, 15:15   #5
Banned
 

@Alleny

Credo che l'OP intendesse il parlarsi con un significato più in senso lato, più come avere qualcosa da dirsi, non ricadere in un trascinare per inerzia i rapporti, riuscire a mantenerli sempre vivi.
Non servono per forza le parole; si comunica anche in altri modi come tu fai notare.
Eppure pare che spesso si arrivi ad un punto in cui tutto si spegne, perde dell' intensità e carica iniziale, le sensazioni che ci smuovevano sono solo un pallido ricordo sullo sfondo.

Non saprei bene che dire, alcune sensazioni e pensieri li vivo allo stesso modo.
Ho un rapporto di amicizia di lunga data che invece pare essere inossidabile ed escluso da questo destino, ma come e perché questo accada sfugge alla mia possibilità di spiegarlo razionalmente.
Forse è perché si è creato quel rapporto, legame, descritto da Nishi.

Io comunque credo che la conoscenza di sé passi inevitabilmente anche attraverso il rapporto con altri; non siamo isole ed il confine tra il sé e l'esterno, l'altro, non è così facilmente definibile IMO. Vivendo un'esistenza dove noi plasmiamo l'ambiente circostante e questo plasma noi in continuazione.
Ringraziamenti da
alleny82 (21-11-2016)
Vecchio 21-11-2016, 15:31   #6
Esperto
L'avatar di alleny82
 

Sarà come per le affinità elettive...
c'è chi è destinato per carattere e compatibilità a veleggiare all'infinito e chi ad affondare per un'incompatibilita'che prima o poi apparirà sempre più lampante.
Modo per capirlo prima? Non c'è, a quanto pare...
solita fortuna.
Vecchio 21-11-2016, 17:59   #7
Banned
 

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Ultima modifica di cancellato17995; 05-06-2017 a 15:02.
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