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Contro l'Ineluttabile
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Re: Contro l'Ineluttabile
Quote:
Non considero la cosa come la morte di un rapporto, ma come un cambiamento fisiologico(per usare il tuo termine) di esso, che però tu interpreti negativamente. Che poi ci possa essere un evoluzione comune nei rapporti, sono d'accordo. |
Re: Contro l'Ineluttabile
Prima di cominciare ad esporre le mie personali idee, ti ringrazio poiché il tuo scritto illumina(per ragioni mie) il grigiore di questa giornata, ed anche perché riguarda da vicino una situazione che ho vissuto fino ad oggi per l'ultima volta.
Inizio dal dirti che come molte filosofie comprendono il dolore, la sofferenza come assolutamente inevitabili e quindi da accettare come tali, senza però farsi travolgere, per usare il tuo stesso termine, l'ineluttabilità del nulla, delle vacue parole, è parte vivente di questo stato nel rapporto tra persone. Ora però la domanda volge spontanea, a che fine tutto ciò? Rinvigorire se stessi, e di conseguenza il proprio ego mal sviluppato, anzi...mal compreso, l'insano bisogno di occupare il tempo vuoto con altre entità senza mai approfondire veramente la conoscenza porta ad un deterioramento sia umano, che spirituale, il sè conscio, da ciò scaturiscono le inevitabili dissimiluzioni di amicizia reciproca, quando in realtà si passa letteralmente il tempo occupando uno spazio. Ma molte delle fasi di questo graduale deperimento, non sono solo frutto di scelte consapevoli, esistono innumerevoli "parti nascoste" che sono sconosciute (e lo rimangono per tutta la vita) la nostra essenza vibra e risuona qualvolta una mente ed un corpo ci è vicino, mostrandoci una via facile per riempire quello spazio vuoto che abbiamo creato noi stessi, e da tutto ciò non può che risultare che un solo fine...il nulla. Per mia opinione solo i folli conoscono se stessi tramite gli altri, e la maggior parte delle persone vive a stretto contatto con l'altrui presenza, generando un codice di condotta univoco, la fine è assoluta è una massima che molti perseguono, nonostante il creato intorno a loro rappresenti solo evoluzione e rinvigorimento. Questo punto mi preme analizzare, l'inettubile è anch'esso un'illusione, non vi è nessuna tragedia quando un rapporto non è mai stato compiuto, quando due esseri non si conoscono profondamente e completamente (ritengo sia possibile) niente è nato e il "nulla" non ha mai fatto la sua comparsa, solo a patto che i due individui siano realmente privi di false ideologie, convinzioni, attitudini, è possibile una rinascita di ciò che è andato perduto, poiché l'amore e l'amicizia in una pura essenza sono infiniti, non esiste il concetto accidioso della perdita, ma rimane un limpido fiume vitale che scorre all'infinito, portando con se il divenire dell'uomo. |
Re: Contro l'Ineluttabile
Non sono d'accordo.
Lo stare bene insieme non vuol dire per forza parlare, parlare, parlare. Forse i vuoti esistono perché se non esistessero le persone non avrebbero il tempo di abbracciarsi o baciarsi o guardarsi negli occhi. Comunque io mi sono trovata bene sia nel silenzio che nel dialogo... L'essere umano è fatto così : di parole ma anche di silenzi. Non accettare questo per me è sintomo di un'insicurezza, una depressione, una mania tutte personali che per altro riesco a capire benissimo ma capisco pure che non gli si dovrebbe dare ascolto. La persona giusta non è quella con cui parli di più... fosse così ti basterebbe trovarne una logorroica. A me il silenzio non spaventa ma se a te da'fastidio... Ma credi che tutto quello che c'è in questo mondo non basterebbe a ravvivare e dare spunti continui di dialogo a te e consorte?? Le città da capire e visitare, i libri da leggere e comprendere, i corsi per imparare mille lingue, partecipare insieme a dei concorsi, creare un giardino da sognare e progettare ogni giorno, sperimentare... non basta una vita per imparare il mondo e tu temi che sia il mondo a non bastare alla vostra vita? Quello che dici tu lo sto sperimentando con la depressione, ripeto, ma quando non avevo problemi, le tue riflessioni non descrivevano quella che era la mia esistenza. |
@Alleny
Credo che l'OP intendesse il parlarsi con un significato più in senso lato, più come avere qualcosa da dirsi, non ricadere in un trascinare per inerzia i rapporti, riuscire a mantenerli sempre vivi. Non servono per forza le parole; si comunica anche in altri modi come tu fai notare. Eppure pare che spesso si arrivi ad un punto in cui tutto si spegne, perde dell' intensità e carica iniziale, le sensazioni che ci smuovevano sono solo un pallido ricordo sullo sfondo. Non saprei bene che dire, alcune sensazioni e pensieri li vivo allo stesso modo. Ho un rapporto di amicizia di lunga data che invece pare essere inossidabile ed escluso da questo destino, ma come e perché questo accada sfugge alla mia possibilità di spiegarlo razionalmente. Forse è perché si è creato quel rapporto, legame, descritto da Nishi. Io comunque credo che la conoscenza di sé passi inevitabilmente anche attraverso il rapporto con altri; non siamo isole ed il confine tra il sé e l'esterno, l'altro, non è così facilmente definibile IMO. Vivendo un'esistenza dove noi plasmiamo l'ambiente circostante e questo plasma noi in continuazione. |
Re: Contro l'Ineluttabile
Sarà come per le affinità elettive... :nonso:
c'è chi è destinato per carattere e compatibilità a veleggiare all'infinito e chi ad affondare per un'incompatibilita'che prima o poi apparirà sempre più lampante. Modo per capirlo prima? Non c'è, a quanto pare... solita fortuna. |
Re: Contro l'Ineluttabile
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