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03-11-2015, 22:18
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#61
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Del tutto privo di empatia comunque non lo è mai nessuno, siamo tutti esseri umani, non c'è notte così buia che non sia un po' luminosa...
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Sbaglio oppure chi è eccessivamente empatico verso se stesso, difficilmente lo è verso gli altri e viceversa? Forse è per questo che a volte si dubita che qualcuno non ne abbia affatto.
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03-11-2015, 22:28
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#62
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Ma cosa porta le persone a non avere compassione per sé?
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La compassione di sé comporta il riconoscimento del proprio essere limitati, carenti, bisognosi. Deboli insomma.
Già di per se questo basta a far paura perché tutti, in fondo, lo intuiscono. La "cattiveria", in questo senso, nasce dal vivere fobicamente la propria debolezza che proiettata sull'altro assume forme mostruose che vanno combattute per non diventare io stesso vittima di quella debolezza che può essere usata dagli altri contro di me. I violenti e i prepotenti credo che, in sostanza, siano più che altro dei gran cacasotto.
Inoltre se io non ho compassione di te (non volendo averne di me stesso) mi sarà più facile trattarti come un oggetto ossia come un qualcosa che non riconosco come simile a me. Per raggiungere certi gradi di crudeltà bisogna anche raggiungere un certa anestesia emotiva. Altrimenti, prima o poi, paghi il conto con i sensi di colpa.
Il bullismo ne è un esempio (neanche troppo estremo): il più debole viene preso di mira dal "branco" che, in virtù della legge del più forte, non può tollerare chi per costituzione non si sa adattare e quindi va eliminato, emarginato, escluso.
Questa logica del servo-padrone temo che oramai non risparmi nemmeno le relazioni più intime.
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03-11-2015, 22:40
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#63
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Non lo so, io non ne sono più convinto.
Perché la bontà d'animo è qualcosa di assolutamente invisibile; nel senso che - se non sconfina poi in qualche forma di narcisismo o manifestazione, esibizione esterna concreta - è qualcosa di impalpabile ed etereo che nessuno coglie mai.
Comunque io so solo che IO sono invisibile.
Io non lascio segni.
(Non ne ho lasciato mezzo in tutta la mia vita, a nessuno)
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Forse qualcuno li lascerà a noi..
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03-11-2015, 22:47
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#64
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
L'identificazione con le persone che soffrono, o che sono in grado di soffrire (e dunque tutte), e la risoluzione personale a non fuggire da tale eventualità. Se si ha compassione per sé, la si ha necessariamente anche per gli altri.
E dunque, direi, vale anche il discorso inverso. Ma cosa porta le persone a non avere compassione per sé?
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Come ho detto prima, anche in questo caso penso che si tratti di un modo di cogliere, pensare e vivere se stessi e le relazioni. Non si può prescindere dall'esperienza che si è fatta in questo. Alla fine la tua libertà decisionale, è comunque limitata, cioè si esprime all'interno di uno spazio limitato da quelli che sono i tuoi contenuti; e se di te stesso hai fatto un'esperienza traumatica e l'ambiente ha contribuito a ciò o comunque non ha saputo offrirti degli strumenti per affrontarla, (strumenti intellettuali, idee, valori, umani, emotivi ecc..) allora può capitare di tutto, anche che tu non abbia compassione di te. Solo da questo dipende, non da un tuo atto libero, puro: Uno non sceglie, come pensava qualche filosofo, il proprio carattere prima di nascere, in modo "trasparente"; non sei un individuo trasparente a te stesso, non lo sei mai stato e mai lo sarai; perciò l'unica cosa che credo si possa fare, se vi sentite cattivi o lo siete davvero e non solo così per fare i capricci e poi piangere di nascosto, è innanzitutto, pensare alla possibilità, pensare che il bene comunque esiste, anche se non lo si è mai visto, o non lo si è mai potuto cogliere, (perchè ricordate che ci siete comunque sempre voi di mezzo a interpretare i fatti del mondo, non siete trasparenti!!) cioè, che esiste, così, sulla fiducia, e non è vero che non esiste e che tutto fa schifo (così come non è vero che non esiste il male (e che questo non abbia anche un grande fascino)) e che attraverso un lungo processo di ri-educazione... non so più cosa scrivere, buonanotte, sono stanco. (è la mia parte maligna questa..)
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03-11-2015, 22:56
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#65
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Esperto
Qui dal: Oct 2015
Ubicazione: milano
Messaggi: 566
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Guardate Io la penso così, fino a pochissimo tempo fa ero una persona fin troppo buona e ingenua, nel senso che alle cose ci arrivavo sempre tardi, magari a scuola riuscivo a risolvere problemi matematici difficili e mi perdevo nelle cose facili, a volte mi veniva da piangere in mezzo alla gente per l'ansia è normale questo? Poi ho cercato di fare buon viso a cattivo gioco in mezzo alla gente per evitare il bullismo ma a casa mi chiudevo in camera e stavo male, io inoltre sono anche uomo non sopporterei una ragazza dominante, se una ragazza con me si comporta bene io la tratto bene qualcuno di voi mi ha conosciuto posso sembrare leggermente estroverso ma di base sono uno tranquillo che non tratta male le persone
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03-11-2015, 23:16
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#66
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 2,428
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ci sono tanti motivi che spingono una persona a diventare cattiva
perchè hai preso troppi calci in culo
perchè devi farti valere in una società bullocratica
o semplicemente perchè ci hai preso gusto ad essere cattivo
in ogni caso però si va a sopprimere la parte empatica del proprio cervello, il dolore e la sofferenza che provochi agli altri deve essere irrilevante dal tuo punto di vista, se non addirittura divertente...
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03-11-2015, 23:24
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#67
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Se con empatico si intende la capacità di capire l'altro, allora la capacità di capire e "sentire" se stessi è proporzionale alla capacità di capire gli altri.
Non si può riconoscere fuori di sè ciò che non si riconosce dentro di sè.
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Questo sì. Per esempio, chi è accecato dalla propria sofferenza e non vede gli altri, facendogli del male, non vede nemmeno il "vero" se stesso?
Quote:
ma qui si entra nel campo delle cose complicate, fuori dalla portata dei miei post perugina.
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04-11-2015, 01:10
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#68
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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Grazie Joseph
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04-11-2015, 03:14
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#69
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Ibiza
Messaggi: 1,080
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La somma di esperienze negative di vita. Penso che sia questo che possa far nascere la cattiveria in una persona.
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04-11-2015, 03:41
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#70
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Mi sto chiedendo, in questi giorni, cosa può portare una persona a diventare, oltreché priva di empatia, aggressiva, sadica, prepotente...
Qualche idea?
Evitate per favore spiegazioni del tipo "gli uomini sono naturalmente stronzi", che è una cretinata, o "i genitori, la scuola, la società", che, anche se parte della verità, non tiene conto della (pur relativa) autonomia decisionale delle persone.
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Non si capisce però che tipo di spiegazione poi cercheresti. Se non c'entra nulla l'ambiente, la costituzione e il resto, la risposta diviene elementare: si diventa cattivi perché si sceglierebbe semplicemente di diventarlo.
La risposta solo questa sarebbe o potrebbe essere in base a come hai impostato il problema.
Perché l'uomo fa del male a un altro uomo? Perché sceglie di farlo.
Se è questa la risposta che vuoi, puoi dartela anche da solo senza chiederla a qualcuno.
Per me invece questo tipo di risposte sono sempre complesse e non si possono tener fuori le variabili che vorresti tener fuori e che hai richiesto preliminarmente di tener fuori: l'esperienza che un individuo fa, dove si forma e così via diventano praticamente determinanti nei casi descritti per esempio dal film tratto dall'omonimo romanzo che ho riportato sotto (c'è il trailer).
Tutte queste cose rappresentano proprio il nucleo sociale col quale si rapporta e da cui proviene un individuo, nucleo sociale che non si può comunque ridurre alla famiglia come qualcuno suggerisce di fare, certo c'è la famiglia ma c'è anche tutto il resto intorno...
Penso che siano situazioni tragiche, anche quando io me la prendo con qualcuno poi in sostanza so solo che sono in conflitto con questa persona, non so neanche bene chi sia il buono e chi il cattivo, so soltanto che mi sto difendendo (così come magari si sta difendendo l'altro). Io cerco di sopravvivere alla meno peggio così come cerca di farlo l'altra persona.
La risposta generale per me è questa: mancano risorse e spazio per tutti e anche là dove non mancano queste risorse e questo spazio, viene ricreata sempre la stessa forma di disparità.
Questo spinge le persone a competere, creare gerarchie e cose del genere. Che da questo poi possano sorgere conflitti violenti, là dove delle persone stanno sotto e altre sopra, lo trovo poi ovvio, perché chi sta sotto non è mica detto che debba poi adeguarsi a questo destino qua tanto docilmente mentre chi sta sopra, spaventato dal fatto che qualcuno possa "alzare la testa" e togliergli dello spazio vitale, non esiterà a colpire e "punire".
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Ultima modifica di XL; 04-11-2015 a 04:35.
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04-11-2015, 04:17
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#71
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Esperto
Qui dal: Oct 2015
Messaggi: 4,200
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chi è cattivo probabilmente non sa nemmeno di esserlo, il più delle volte semplicemente non si rende conto della gravità delle sue azioni
a tal proposito sarebbe interessante leggere "La banalità del male" di Hannah Arendt
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07-11-2015, 15:23
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#72
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,282
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Cattivo viene dal latino captivus, cioé colui che cattura.
La cattiveria è nell'usare il male per raggiungere i propri scopi, lì dove la sofferenza dell'altro non interessa, in sé per sé, ma perché la paura o il dolore provato dall'altro, facilitano il raggiungimento di un obiettivo.
La semplice incazzatura è diversa, perché genera sentimenti distruttivi, che nella grande maggioranza dei casi poi scemano, ma senza che ci sia il perseguimento di uno scopo.
La gradazione più abietta della cattiveria si ha quando una persona si serve di altri per colpire la prorpia vittima. La forma più blanda di questa cattiveria è la maldicenza , che è a tutti gli effetti un'istigazione al linciaggio di una persona (sempre assente, guarda caso). Si mira a colpire la reputazione, ovvero l'onore di una persona. La forma più grave sono le mafie.
Sono le forme politiche della cattiveria.
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07-11-2015, 17:36
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#73
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Non si capisce però che tipo di spiegazione poi cercheresti. Se non c'entra nulla l'ambiente, la costituzione e il resto, la risposta diviene elementare: si diventa cattivi perché si sceglierebbe semplicemente di diventarlo.
La risposta solo questa sarebbe o potrebbe essere in base a come hai impostato il problema.
Perché l'uomo fa del male a un altro uomo? Perché sceglie di farlo.
Se è questa la risposta che vuoi, puoi dartela anche da solo senza chiederla a qualcuno.
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Come al solito non hai capito il senso del mio discorso.
Non ho detto che ambiente e costituzione non c'entrano nulla, ma che non sono sufficienti a spiegare il modo di essere delle persone.
Un sasso puoi maltrattarlo quanto vuoi, ma non diventa fobico né paranoico.
Certo, è naturale e ovvio che, in ultima analisi, le persone scelgono cosa essere e cosa fare. Si chiama libero arbitrio. Il modo in cui si utilizza la propria libertà però non è casuale, ma espressione di un progetto attraverso il quale si ritiene, a torto o a ragione, di raggiungere un certo grado di felicità (o di evitamento della sofferenza).
Dunque la mia domanda si potrebbe riformulare in: cosa porta alcune persone a reagire a circostanze ambientali sfavorevoli adottando un modo di essere che nega l'identificazione con chi soffre?
E' ovvio: lo fanno perché scelgono di farlo. E' altrettanto ovvio: lo fanno perché hanno sofferto. E' similmente ovvio: lo fanno perché così ritengono di non soffrire più, o soffrire di meno. Ma quali sono i meccanismi decisionali, all'interno della soggettività, che congiungono e completano tali spiegazioni?
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07-11-2015, 18:29
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#74
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Antonius Block
chi è cattivo probabilmente non sa nemmeno di esserlo, il più delle volte semplicemente non si rende conto della gravità delle sue azioni
a tal proposito sarebbe interessante leggere "La banalità del male" di Hannah Arendt
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Sì, su questo sono d'accordo. Ma ero interessato, più che altro, alle scelte consapevoli.
Quote:
Originariamente inviata da Superpippo
Cattivo viene dal latino captivus, cioé colui che cattura.
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In realtà significa "colui che è catturato".
http://www.treccani.it/vocabolario/cattivo/
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07-11-2015, 19:35
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#75
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Ma quali sono i meccanismi decisionali, all'interno della soggettività, che congiungono e completano tali spiegazioni?
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Che domandina facile facile
Sentimenti istintivi con pensieri razionali.
Agire poi fa la differenza a seconda dell'indole della persona come è stato detto.
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07-11-2015, 23:33
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#76
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,282
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Tutti noi ci sentiamo assai più vittime , che colpevoli. Forse ci serve per vivere.
Caino e Abele. Al catechismo ci siamo sentiti dalla parte di Abele.
Non sono mai esistiti.
Ma il punto è che siamo alternativamente Caino e Abele.
Ricordate il vecchio gioco dello "schiaffo del soldato"?
Lo schiaffo lo diamo e lo riceviamo a turno.
Così è la vita...
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