Con mano esperta plasmata da anni ed anni di esperienza aprì il tamburo e estrasse cinque proiettili, ne rimaneva dentro uno. Ora con la mano stretta sulla grossa canna della pistola e il calcio verso il ragazzo (come per invitarlo a prenderla) pronunciò le parole che molto tempo fa Cort aveva detto a lui, poco più che ragazzo: “Chi non ha fiducia nella propria pistola ha dimenticato il volto di suo padre, chi non ha fiducia nel proprio maestro ha dimenticato il volto di suo padre, chi non ha fiducia nel proprio coraggio non è degno di essere un pistolero”.
Luigi aveva capito, questo era il suo primo grande passo verso la sua Torre, il suo primo grande passo verso Susan. Prese il calcio della pistola e con decisione la portò alla propria tempia. Mentre tirava il grilletto pensò a lei, ai suoi lunghi capelli neri e ai suoi occhi di verde cristallo che sapevano farlo morire e vivere con uno sguardo, pensò alle sue labbra che con una parola lo uccidevano e lo straziavano e lo estasiavano, pensò a come l’amava con tutto il suo cuore, più della sua stessa vita, a come lo completava e riempiva di emozioni. Pensò che l’avrebbe salvata a tutti i costi e infine pensò a come sarebbe stata la vita senza di lei e
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