Tento una piccola analisi, sulla base di quello che ho provato di persona, quello che ho sentito da altri, quello che ho visto.
Premesso che ancora non è certo che ci sia qualche disfunzione neurale che porta ad avere timidezza e fobia sociale (peccato, perchè sarebbe bello iniziare a pensare la cosa come un qualcosa di forse curabile con medicine tradizionali).
Che cosa porta alla fobia sociale o alla troppa timidezza?
Probabilmente è un lungo percorso, probabilmente non si è predisposti geneticamente, ma è l'ambiente che porta a questo stato.
Ci può essere il caso di chi a causa di troppa protezione da parte dei genitori è stato abituato ad isolarsi, a saltare le occasioni sociali alla prima paura, e a lungo andare queste semplici paure che hanno tutti, sono diventate vere fobie.
Probabilmente molti di noi devono il loro stato alla poca attenzione (ovvero troppa) dei genitori, che non si sono accorti cosa stava succedendo, perchè probabilmente, venendo da altri ambienti, altre società, tempi diversi, non si sono mai ritrovati in casi del genere, non conoscevano il rischio.
Oltre a questo c'è l'aspetto fisico che può essere penalizzante.
Uno un po' bruttariello avrà maggiori possibilità di farsi complessi, anche inutili, soprattutto in tenera età, quando i compagni possono prendere ingiro per un niente.
Quindi anche qui secondo me i genitori devono stare attenti, devono tenere gli occhi aperti, devono capire se c'è qualcosa che non va, perchè da qui può partire un progressivo isolamento.
Certo, ci sono casi in cui una persona brutta è estroversa, ed una bella è cmq timida, ma ciò da cosa può dipendere?
Magari ancora dai genitori, che non sanno dare i giusti consigli tipo "fregatene, sei bello lo stesso, non ti capiscono, trovati amici migliori, non li ascoltare", e senza i buoni consigli se uno non ha un carattere forte di natura, cede e si isola.
Ne consegue che il brutto forte riesce cmq a rimanere a galla, il bello forte non ha bisogno di rimanere a galla, il bello debole rischia di affondare, il brutto debole affonda molto facilmente.
In questa prima fase d'età, il sesso conta relativamente poco, non ci sono troppe distinzioni da maschi e femmine, perchè si sta ciascuno mediamente nella propria categoria, maschi con maschi, femmine con femmine.
Più avanti però, il sesso favorisce le ragazze, dato che nella natura umana i maschi approcciano con le ragazze, e difficilmente accade il contrario, una ragazza ha sicuramente più probabilità di sbocciare.
Qui vediamo, la ragazza timida bella che a furia di ricevere proposte riesce piano piano a sbloccarsi, la ragazza brutta che cmq riceve proposte e forse riesce a sbloccarsi, la ragazza brutta brutta che riceve poche proposte e molto difficilmente riesce a sbloccarsi (è solo una questione di numeri in relazione alla forza dei propri complessi).
E per un ragazzo?
Ahi, ahi!
Un ragazzo bello bello bello ma timido riceve qualche proposta e probabilmente si sblocca, quello bello qualche rara proposta e forse si sblocca, il ragazzo normale 1 proposta ogni morte di papa (va a fortuna) e difficilmente si sblocca, il ragazzo brutto nessuna proposta ed è nei guai.
In base a questo ragionamento legato all'aspetto fisico, al sesso e alla timidezza, si capisce quanto può essere difficile sbloccarsi a situazione avviata.
Questo non vale solo per avere la fidanzata, ma anche le amicizie, perchè di solito si cerca di trovarsi tra simili.
E anche quando ci si trova con amici diversi da noi, si fa molta fatica anche a causa delle insicurezze o meglio poche certezze dovute al proprio aspetto e al proprio successo con le ragazze, forse perchè ci si paragona agli altri e ci si sente diversi.
Quindi in base al tipo di pattern personale (carattere, aspetto, sesso...), ci si trova in una situazione più o meno disagiata.
Più gli anni avanzano e peggio è.
Iniziano a sopraggiungere i primi sintomi fisici gravi, nause, ipertensione, e alla fine avere relazioni sociali inizia a diventare un vero problema.
Inizia ad esserci una forza che ci spinge ad abbandonare il campo, ad abbandonare le sofferenze, per vivere apaticamente e rinunciare alle emozioni della vita.
Sicuramente il modo migliore per guarire sarebbe quello di buttarsi tutti i giorni in situazioni sociali, ma chi ha questa forza?
Sicuramente così si guarisce, perchè l'abitudine rende tutto familiare, e crea la giusta pace.
E' come un'azione che ripetuta sempre diventa più facile, e anche l'ambiente è indispensabile per la tranquillità, un nuovo ambiente causa + problemi rispetto ad uno conosciuto...
C'è poi una cosa importante da tener conto: più si sta fuori dalla società e più ce ne si allontana!
Questo vuol dire che non frequentando gente, si passa dal sentirsi diversi ad esserlo!
Sia come comportamenti, che come modo di pensare, di vestirsi.
Certo, non è così per tutti, ma alcuni iniziano a trascurare il vestiario, a vestirsi fuori moda, diversi dagli altri, e ottengono un effetto spiecevole per un fobico, attirare maggiormente l'attenzione!
Le varie rigidità diventano maggiori quando si va in un ambiente sconosciuto, e piano piano traspaiono, vi sentite goffi e rigidi e alla fine lo apparite anche agli occhi degli altri!
Tutto questo traspone il problema mentale che ci facciamo, in un problema reale visibile a tutti.
Questo può portare all'essere scherniti alle spalle, all'essere allontanati dagli amici più superficiali, e tutto ciò, che alla fine noi cmq percepiamo, finisce per far aumentare le nostre fobie, i nostri complessi.
E' insomma un circolo incredibile che si autoalimenta, un treno in corsa dal quale prima si scende e meglio è, perchè è in discesa e diventa sempre più veloce, e probabilmente ad un certo punto non è possibile più scendere!
Un treno sul quale è più difficile salire se si hanno certi requisiti fisici, o dal quale è più facile scendere sempre per lo stesso motivo, ma che cmq, se non si trova la forza di scendere, poi non fa più distinzioni.
Arrivati ad un certo punto cosa conviene fare?
Si può realmente continuare questa corsa?
Anche questo dipende da diversi fattori esterni.
Probabilmente tempo fa non c'era scelta, si finiva in qualche casa di cura.
Ora però ci sono queste comunità, dove forse si può o cercare di guarire, o cercare di crearsi un nostro mondo con gente fatta come noi.
Forse l'importante è non rimanere soli, perchè poi magari si è portati ad odiare se stessi (autolesionismo?), o peggio ancora ad odiare gli altri (serialkiller?
)
Ma davvero è possibile formare una società parallela?
Il problema per chi non è ricco, è che cmq bisogna lavorare, bisogna quindi al 99% scontrarsi cmq con le proprie paure.
Quindi magari avere la propria oasi non è sufficiente per vivere tranquilli, ma magari può farci sentire meno soli e felici in alcuni momenti.
Vista così le soluzioni sembrano essere solo 3: guarire, rimanere così da soli o crearsi una nuova realtà.
Qualsiasi sia la scelta, l'importante è che sia davvero quella che ciascuno vuole, in modo da non avere rimpianti, e poter vivere senza pensare di stare sprecando la propria vita.
Ho finito, spero di non aver detto banalità...
Commenti? :-)