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10-01-2009, 15:43
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Sono sempre stato un "fan" dell'introspezione, ma ultimamente, grazie a questo forum mi sono reso conto di quanto era necessario per me acquisire un interlocutore...da solo rischio di metterci troppo tempo. Per di più inizio a sentire il bisogno di parlare e aprirmi al mondo "esterno", non solo a quelli simili a me. Avrei bisogno, al limite, di sentirmi dire che le "vie" che sto seguendo vanno bene, oppure dove sto sbagliando.
Insomma, sto inziando a pensare di andare da uno psicologo.
Non uno psichiatra, non ho disturbi particolarmente gravi... vorrei sapere secondo voi, nella giungla di tipologie di analisi e di specialisti, qual'è la più adatta...
Non so, molte volte ho scritto quali sono i miei problemi...ma principalmente io potrei definirmi un "inabile sociale". Non soffro di ansie particolari(cioé le ansie le ho ogni tanto, ma la mia non è una vita "dominata dalla fobia"), anzi devo dire che ho sconfitto anche grosse timidezze, ma proprio non riesco ancora a stare bene nel mondo delle relazioni sociali. I miei problemi, più che origine esterna(tipo traumi in famiglia) credo abbiano origine da un rapporto sbagliato con me stesso e gli altri.
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10-01-2009, 16:02
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 585
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Sono sempre stato un "fan" dell'introspezione, ma ultimamente, grazie a questo forum mi sono reso conto di quanto era necessario per me acquisire un interlocutore...da solo rischio di metterci troppo tempo. Per di più inizio a sentire il bisogno di parlare e aprirmi al mondo "esterno", non solo a quelli simili a me. Avrei bisogno, al limite, di sentirmi dire che le "vie" che sto seguendo vanno bene, oppure dove sto sbagliando.
Insomma, sto inziando a pensare di andare da uno psicologo.
Non uno psichiatra, non ho disturbi particolarmente gravi...vorrei sapere secondo voi, nella giungla di tipologie di analisi e di specialisti, qual'è la più adatta...
Non so, molte volte ho scritto quali sono i miei problemi...ma principalmente io potrei definirmi un "inabile sociale". Non soffro di ansie particolari, anzi devo dire che ho sconfitto anche grosse timidezze, ma proprio non riesco ancora a stare bene nel mondo delle relazioni sociali. I miei problemi, più che origine esterna(tipo traumi in famiglia) credo abbiano origine da un rapporto sbagliato con me stesso e gli altri.
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Io ho avuto esperienza con tre approcci differenti: Junghiamo, terapia della Gestalt/bioenergetica e cognitivo - comportamentale.
Se dovessi scegliere di tornare in analisi sceglierei senza ombra di dubbio la terapia Cognitivo-Comportamentale. E' più breve e vedi prima i risultati,
devi scrivere, annotare, risolvere dei compiti, quindi non si esaurisce nel lavoro di tre quarti d'ora- un'ora alla settimanale.
Diciamo che sei motivato è una terapia a tempo pieno.
L'abitudine di tenere un diario, scrivere l'ho conservata e tutt'ora questo mi è utile per avere una prospettiva più ampia e obbiettiva.
Anzi ho scoperto e conservato il piacere di scrivere.
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10-01-2009, 17:43
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#3
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Messaggi: 2,903
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meno guadagna meglio è
questo CREDIMI non è un consiglio stupido.. :lol:
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11-01-2009, 05:13
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#4
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: in un cespuglio vicino al mare
Messaggi: 2,682
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Quote:
Originariamente inviata da esposizione
meno guadagna meglio è
questo CREDIMI non è un consiglio stupido.. :lol:
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ci conosciamo da tempo , mi fido delle tue idee ... ma puoi dire il perchè ?
... o è la battuta tipo " chi vuoi che ci guardi, è solo una nostra impressione ?"
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11-01-2009, 05:55
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#5
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: in un cespuglio vicino al mare
Messaggi: 2,682
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Sono sempre stato un "fan" dell'introspezione, ma ultimamente, grazie a questo forum mi sono reso conto di quanto era necessario per me acquisire un interlocutore...da solo rischio di metterci troppo tempo. Per di più inizio a sentire il bisogno di parlare e aprirmi al mondo "esterno", non solo a quelli simili a me. Avrei bisogno, al limite, di sentirmi dire che le "vie" che sto seguendo vanno bene, oppure dove sto sbagliando.
Insomma, sto inziando a pensare di andare da uno psicologo.
Non uno psichiatra, non ho disturbi particolarmente gravi...vorrei sapere secondo voi, nella giungla di tipologie di analisi e di specialisti, qual'è la più adatta...
Non so, molte volte ho scritto quali sono i miei problemi...ma principalmente io potrei definirmi un "inabile sociale". Non soffro di ansie particolari(cioé le ansie le ho ogni tanto, ma la mia non è una vita "dominata dalla fobia"), anzi devo dire che ho sconfitto anche grosse timidezze, ma proprio non riesco ancora a stare bene nel mondo delle relazioni sociali. I miei problemi, più che origine esterna(tipo traumi in famiglia) credo abbiano origine da un rapporto sbagliato con me stesso e gli altri.
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non escluderei a priori uno psichiatra, non è che è adatto per " i disturbi più gravi" .... solo può darti ( eventualmente ! ) medicinali perchè è ( anche, oltre a fare terapia in studio ) un medico
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11-01-2009, 11:06
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#6
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Intermedio
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 113
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Quote:
Originariamente inviata da Ramirez
Se dovessi scegliere di tornare in analisi sceglierei senza ombra di dubbio la terapia Cognitivo-Comportamentale.
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Sottoscrivo. Anche la mia è stata essenzialmente di questo tipo, cognitivo comportamentale.
Quote:
Originariamente inviata da Ramirez
E' più breve e vedi prima i risultati,
devi scrivere, annotare, risolvere dei compiti, quindi non si esaurisce nel lavoro di tre quarti d'ora- un'ora alla settimanale.
Diciamo che sei motivato è una terapia a tempo pieno.
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Io ho visto i primi risultati molto presto: dopo le prime due-tre sedute (ma era oggettivamente un effetto placebo, legato alla consapevolezza aver fatto la scelta giusta e di stare lavorando con impegno alla soluzione) e dopo un paio di mesi, quando i primissimi pensieri disfunzionali erano già stati scoperti ed eliminati. Arma a doppio taglio però: attenzione a non mollare quando si vedono i primi risultati ed il grosso deve ancora arrivare. Se lo avessi fatto, non avrei affrontato le cose davvero serie ed il risultato non sarebbe stato così solido.
Quote:
Originariamente inviata da Ramirez
L'abitudine di tenere un diario, scrivere l'ho conservata e tutt'ora questo mi è utile per avere una prospettiva più ampia e obbiettiva.
Anzi ho scoperto e conservato il piacere di scrivere.
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Ho un bellissimo ricordo del diario e anch’io lo uso ancora adesso. Se la relazione fra paziente e terapista funziona bene, quest’ultimo riesce a non dare semplici soluzioni calate dall’alto, bensì a fornire un metodo per sbrogliarsela in seguito da soli. E’ una buona tecnica, e mi è servita anche per affrontare nuovi problemi che si sono presentati in futuro.
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11-01-2009, 13:35
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#7
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Avanzato
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 411
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Grazie a tutti dei consigli.
Io ormai da qualche anno tengo una specie di diario di riflessione che mi ha aiutato tantissimo...ho capito molte cose però quello che mi piaceva è un'interlocutore "fisico", da soli non si può capire tutto.
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11-01-2009, 14:54
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Messaggi: 2,903
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Quote:
Originariamente inviata da aisljng
Quote:
Originariamente inviata da esposizione
meno guadagna meglio è
questo CREDIMI non è un consiglio stupido.. :lol:
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ci conosciamo da tempo , mi fido delle tue idee ... ma puoi dire il perchè ?
... o è la battuta tipo " chi vuoi che ci guardi, è solo una nostra impressione ?"
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il rapporto che ti crei col medico non dipende da quanti soldi metti anzi..
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11-01-2009, 17:48
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#9
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Intermedio
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 113
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Quote:
Originariamente inviata da esposizione
il rapporto che ti crei col medico non dipende da quanti soldi metti anzi..
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Sono d’accordo. Non c’è secondo me un legame evidente fra la bravura del terapista e quando chiede. C’è invece, a mio parere, un nesso molto chiaro fra l’atto di pagare (a prescindere dalla persona e dalla cifra in sé) e l’efficacia della terapia. Ogni volta che tiravo fuori i miei 58, poi diventati 62, la mia motivazione veniva sostenuta. Dicevo sostanzialmente a me stesso: “Devo fare dei sacrifici, e a quante belle cose devo rinunciare per questo! ”, “C***o, ora voglio che questo investimento frutti il massimo per me”. Quell’idea moltiplicava i miei sforzi, così e cercavo di ottenere il massimo sfruttando ogni imput che ricevevo durante la terapia. Del resto ha un senso: si tiene di più alle cose che si sono avute a prezzo di sacrifici, che quelle che sono sempre state li.
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11-01-2009, 20:31
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 585
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds2
un'interlocutore "fisico", da soli non si può capire tutto.
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Concordo in pieno, per quanto uno possa cercare di vedere le cose da punti di vista diversi, mettendosi nei panni dell'altro/i ci sono onestamente dei limiti che solo il confronto con una terza persona può far emergere e
superare.
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