Ciao a tutti, mi sono appena iscritto al forum dopo aver letto per un pò di tempo i post e mi sento di iniziare la discussione con una nota positiva,data dalla mia esperienza.
Spero di non scrivere cose banali, ho visto che bene o male qua sopra è stato tutto detto, pensato e rivoltato come un pedalino.
Ad un certo punto della mia vita, passando da una crisi all'altra,cercando sempre di parare i colpi, di evitare strappi ed eventi traumatici,mi sono accorto di tre cose:
-che mi mancava quello che abbiamo tutti ma del quale non mi sono mai accorto, e cioè un SANO dialogo interiore. Per favore sgombrate questa definizione da qualsiasi accezione religiosa.Il dialogo che intendo io è una forma di onestà verso se stessi PRIVA di alcun giudizio.Quando ho l'ansia che raramente sfocia in attacco di panico,comincia un dialogo interiore quasi delirante,come due che stanno su una macchina in corsa e nessuno dei due sa guidare.Una situazione di emergenza incontrollabile.Ma la verità è che mi nascondo dietro un dito in questo modo.Bisogna essere onesti con se stessi e capire cosa mi piace e non mi piace.Non c'è filtro tra me e me.Ho cominciato a guardarmi con benevolenza(perdonate questo termine arcaico) e ho smesso di rivolgermi a me stesso sempre e solo quando devo rimproverarmi o dire "ecco, vedi che non sei buono a fare niente?",ma anche nei momenti di calma.
-La seconda cosa è che mi giudico sempre troppo severamente, e lo faccio anche con gli altri.Le volte che sono riuscito a fare le cose più belle della mia vita è stata quando non mi puntavo addosso la pistola del GIUDIZIO.Un giudizio che,probabilmente creatosi nell'infanzia grazie ai miei genitori e andato avanti d'inerzia,che solo io mi creo. E' inutile fare alcuna classificazione, paragone di vita o caratteriale se sappiamo che stiamo bluffando. Tanto lo sappiamo che comunque arriveremo sempre ultimi nella nostra testa. E allora perchè farlo?
-Terza cosa. Io sono ESTREMAMENTE manipolatorio.Ho dovuto ammetterlo sbattendoci la faccia.E la mia ansia è parte di questo meccanismo. In un contesto in cui voglio avere tutto sotto controllo,in cui le cose devono andare come dico io, e non potendoci riuscire ovviamente,l'unica soluzione è creare ciò che nessuno può controllare,un malessere interiore.Misterioso, sfuggente, privo di classificazione,insistente e altrettanto inesistente a volte.Come me ne sono accorto? Pensavo di stare male e gli amici intorno a me pensavano che mi mettessi su un piedistallo. Pensavo di suscitare pena e compassione e suscitavo rabbia e indifferenza,perchè mostravo nei miei atti ciò che per loro era chiaro ma non per me(o almeno una parte di me) cioè che NON SAPEVO SCENDERE AL LORO LIVELLO,cioè non volevo mettermi in gioco. E da qui le mie infinite ansie,il mio provocarmi malesseri e sintomi infiniti. Che sto smettendo di fomentare da un bel pò,nonostante non ne sia ancora uscito del tutto.Io sono come gli altri,nè straordinario,nè un relitto umano. E' ora di cominciare a sentire questa uguaglianza
Vi chiedo scusa per la lunghezza del post, spero che vi sia arrivato qualcosa di ciò che ho scritto.