Ho approfondito questa riflessione diverse volte.
Mi sono sentito spesso "diverso" perché anche nei miei momenti di maggior insicurezza, ballare mi ha sempre fatto sentire a mio agio.
Sono arrivato a una conclusione. A mio avviso ci sono delle persone che, a causa di particolari connessioni cerebrali, sviluppano fenomeni sinestetici tra l'udito e il movimento.
Queste persone fin da piccoli manifestano l'impulso innato di muoversi a ritmo di musica. Io ero così.
Hanno "il ritmo nel sangue", per usare un cliché.
Altri invece no. Possono imparare a ballare. Ma a differenza delle prime, non è un bisogno.
Io se sento alcune canzoni,
devo muovermi. I miei genitori mi raccontavano che da piccolo appena sentivo certi jingles pubblicitari, mi mettevo a dondolare a ritmo. Avevo 3 anni.
Perciò, per me ballare è assolutamente naturale, è quasi più strano non farlo, se c'è della musica. Se il contesto lo prevede (discoteca o altro), è impossibile.
La fobia non c'entra, anche nei miei momenti peggiori ho sempre sentito questo bisogno, trascendeva tutto il resto. Sentivo come se riuscissi a isolarmi da tutto e da tutti grazie al ballo.
Certo, è chiaro che se sei depresso e isolato probabilmente non ti verrà voglia di ascoltare musica pop melensa. Ma se uno ne sente il bisogno, balla di tutto, anche i joy division o i cabaret voltaire.
(allerta per epilettici: ci sono gli strobo nel video, non guardatelo se soffrite di epilessia)