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Vecchio 22-01-2011, 14:42   #1
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L'avatar di RainWillEnd
 

Rispondendo ad Avalon...



"Cerca di buttarti, non in situazioni eccessivamente più grandi di te, ma in situazioni medie, alla tua portata, e a piccole dosi. Se soffri non ti preoccupare, da qualche tempo mi sono reso conto che la sofferenza è una delle mie compagnie più care, spesso è la sofferenza che ci fà crescere. Quello di cui quasi nessuno si rende conto è che una regola universale dell'uomo è l'assuefazione, quando una persona è assuefatta da qualcosa di nocivo, quando comincia a farne a meno irrimediabilmente soffre (in questo caso la nostra tediosa routine in casa priva di significato). La magia accadedopo questo stadio di sofferenza.

La cosa interessante è vedere che non solo la mente, ma il nostro stesso corpo funziona alla stessa maniera:

Le medicine omeopatiche sono rimedi naturali che non agiscono come le medicine standard prodotte dalle industrie farmaceutiche (che non risolvono il problema ma rimuovono il sintomo) ma eliminano la causa del problema, ovvero le "tossine".

Bene... la prima, o le prime cose che accadono (varia da cura a cura) quando cominciamo una cura omeopatica è : sentirci male, sentirci giù, depressi, spesso quello che vogliamo curare addirittura peggiora in un primo momento.

La causa è semplice: quando queste tossine vengono rimosse si elimina uno stato a cui il nostro corpo era abituato. In questo nuovo scenario, il nostro corpo dovrà riassestarsi. Se di logica noi crediamo che una volta rimossa una cosa nociva dentro di noi ci sentiremo immediatamente bene, il nostro corpo in realtà dovrà darsi una mossa, perchè, per quanto fosse nocivo lo stadio precedente (con le tossine che ci procuravano acciacchi o patologie), una volta tolta la causa del nostro malessere (le tossine) il corpo dovrà riassestari, ovvero darsi una mossa. Quello che guarda caso neanche a noi piace tanto fare.

La ragione è sempre quella, il nostro corpo assuefatto da quelle tossine accusa il colpo e si sente male, esattamente come accade alla mente quando togliamo qualcosa che fà parte della nostra routine, o aggiungiamo qualcosa di nuovo (che irrimediabilmente rimuove qualcos altro della nostra routine). In pratica noi non soffriamo tanto per il nuovo che aggiungiamo, quanto per la vecchia routine eliminata.

"non ci fà paura uscire con una ragazza, quanto la mancanza della tranquillità che ci offre il non andarci"

In una disciplina si chiama "confort zone", la zona di conforto, la situazione in cui ci siamo adagiati, nella confort zone a volte siamo soli, a volte siamo in compagnia (coloro che si crogiolano nelle nostre stesse comodità), puzza anche un pò... ma è anche caldo e comodo...

Adagiati sul nostro divano non ci andrà di alzarci per prendere il telecomando che abbiamo lasciato in cucina, è probabile che rimarremo li seduti a guardarci sotto le coperte e con le nostre patatine quel programma x che neanche ci piace. Ovviamente prendere il telecomando (trovarci una ragazza e degli amici o un lavoro) porterebbe una situazione migliore (soldi, autostima, realizzazione, esperienza, amicizia, amore, affetto) offrendoci la possibilità di vedere che c'è negli altri canali, ma dovremo alzarci (soffrire, provare, riprovare, cadere, rialzarci, provare altre strade) ...
Vecchio 22-01-2011, 14:54   #2
Banned
 

Ovviamente prendere il telecomando (trovarci una ragazza e degli amici o un lavoro) porterebbe una situazione migliore (soldi, autostima, realizzazione, esperienza, amicizia, amore, affetto) offrendoci la possibilità di vedere che c'è negli altri canali, ma dovremo alzarci (soffrire, provare, riprovare, cadere, rialzarci, provare altre strade) ...

Migliore? Beh, questo è tutto da vedere... diciamo che c'è una possibilità di riuscita, come c'è una possibilità di peggiorare le cose andando a ricercare strade troppo complicate per noi.
Personalmente la vita frenetica, senza tregua,con ritmi già imposti e prestabiliti, non m'è mai piaciuta e mai mi piacerà.
Vi rendete conto che è la società moderna ad imporre certi schemi?
Fosse per me spegnerei il telefone e limiterei al massimo i miei contatti con questa realtà.. altro che prendere il telecomando e cambiare canale.
Vecchio 22-01-2011, 16:18   #3
Banned
 

E' vero che la sofferenza va data a dosi precise, ne troppo poca (altrimenti non ci si "sveglia" mai) ne troppa, per il resto beh non è facile che uno scelga la via della sofferenza.
Vecchio 22-01-2011, 16:29   #4
Avanzato
L'avatar di RainWillEnd
 

Si in effetti bisogna prendere il cabiamento poco alla volta, a piccole dosi. Non si può salire sul ring contro i pesi massimi quando non siamo neanche peso piuma.

Maury: bisogna giocarla questa partita, partedel percorso è conoscere se stessi e la mente umana, frasi belle, frasi dolci, interessi, divertimento, amicizia ecc...
Vecchio 22-01-2011, 18:15   #5
Esperto
L'avatar di Myway
 

Il problema è che non decidiamo noi quanta e quale sofferenza affrontare.
NOn è come in palestra dove decido io il peso da alzare e se il mio livelo è 10 alzo un peso da 10 o al limite da 15 tanto per fare uno sforzo in più...nella realtà ti trovi inmano il peso da 400 kili senza averlo voluto e magari ad altri toccano i pesetti leggeri, con due o tre persone lì vicino pronte ad aiutarli, a portargli le bibite ecc

E' la vita che ti mette addosso la sofferenza che decide lei e con quella bisogna fare i conti, sarebbe troppo facile se potessimo deciderlo noi a prescindere.
Vecchio 22-01-2011, 18:58   #6
Avanzato
L'avatar di RainWillEnd
 

Purtroppo è vero che noi, a differenza di molti, abbiamo un peso da 400 Kg in più da dover sollevare. Bisogna capire che se non riesci ad alzarlo tutto in una volta (con aiuto di terzi) non resta che svitare i pesi e spostarli poco per volta.

E anche vero che spesso non siamo noi a decidere il carico da sopportare, ma è anche vero che in maggior o minor misura possiamo comunque decidere se insistere o ritirarci alla base per prendere fiato.

Magari stiamo uscendo con un paio di persone, poi all'improvviso arrivano altri 2 amiconi di questi due con 2 ragazze bone e si và in disco, effettivamente a volte ci ritroviamo in situazioni più grandi di noi senza volterlo.

Un pò cerchiamo altra gente del forum con cui uscire, o di altri forum come questo, un pò cerchiamo di trovare un lavoro, un pò una ragazza , un pò cerchiamo di andarcene lontano da casa.


L'importante è essere FOCALIZZATO sulla soluzione o sulle possibili soluzioni e piste da seguire, rimanendo sempre obiettivi e rispettando in nemico (la nostra fobia) troppo spesso capitano momenti euforici dove crediamo di aver risolto tutto...

Bisogna imparare ad essere un pò "irragionevoli se vogliamo" verso questa condizione e società, eprchè questa condizione e società, sorpatutto chi ci è vicino, spesso ci potrà spiegari in lungo e in largo i motivi per la quale non possiamo riuscirci. Ci vuole un niente a dire che non si può, sensa accorgersi che spesso sono semplici scuse per non provarci.

E' la paura del fallimento che ci fà rimanere statici.
Vecchio 22-01-2011, 19:30   #7
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Quote:
Originariamente inviata da RainWillEnd Visualizza il messaggio
E' la paura del fallimento che ci fà rimanere statici.
Io ho già fallito tutto il possibile. A 20 anni. Zero speranze, zero sogni, zero ambizioni.
è la vita che mi ha reso statico,cinico,freddo e distaccato.
E le persone con cui ho avuto a che fare.
Un insieme di cose che mi ha tolto la voglia di fare. Uno schifo in cui faccio fatica a vivere.
Credo che, per come sono ora, la situazione non può far altro che migliorare.
Vecchio 25-01-2011, 05:29   #8
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L'avatar di RainWillEnd
 

Quote:
Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Ovviamente prendere il telecomando (trovarci una ragazza e degli amici o un lavoro) porterebbe una situazione migliore (soldi, autostima, realizzazione, esperienza, amicizia, amore, affetto) offrendoci la possibilità di vedere che c'è negli altri canali, ma dovremo alzarci (soffrire, provare, riprovare, cadere, rialzarci, provare altre strade) ...

Migliore? Beh, questo è tutto da vedere... diciamo che c'è una possibilità di riuscita, come c'è una possibilità di peggiorare le cose andando a ricercare strade troppo complicate per noi.
Personalmente la vita frenetica, senza tregua,con ritmi già imposti e prestabiliti, non m'è mai piaciuta e mai mi piacerà.
Vi rendete conto che è la società moderna ad imporre certi schemi?
Fosse per me spegnerei il telefone e limiterei al massimo i miei contatti con questa realtà.. altro che prendere il telecomando e cambiare canale.
ora che ci penso... è sicuro che la situazione sarà migliore...

per quanto possa andare male ti ritiri a casacon l'esperienza e diverse lezioni che la vitati ha insegnato.


Ovviamente se ti fermi a metà strada, o non impari la lezione la situazione sembra ritornare come prima, solo che ci hai buttaato anche ilsangue. Ma in realtà non è così, quando inizi ad uscirne noti che effettivamente ti ritornano vecchie lezioni apprese anni fà, e che non avevi mai capito di aver imparato.


E' la paura della delusione che non ci fà agire... se fossimo convinti dei risultati non ci penseremmo due volte.

Detto questo sembra ovvio che la cosa importante è capire qual è il giusto percorso. Una volta trovato il giusto eprcorso (meodo, modelli da cui prendere esempio e tanto altro) occorrerà solo la persistenza.

Certo non è così semplice, anzi. Purtroppo la certezza che il percorso sia giusto non c'è la da nessuno ma esistono sempre percorsi già pestati da altri che hanno portato risultati o con una % di successo nettamente magiore.

Ultima modifica di RainWillEnd; 25-01-2011 a 05:36.
Vecchio 25-01-2011, 11:31   #9
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da Nói Visualizza il messaggio
Hai ragione nell'ultima parte. Stare soli è doloroso ma rassicurante, mentre una volta che hai stabilito dei rapporti con qualcuno, amico o partner che sia, si innesca un meccanismo a catena per cui ti ritrovi a dover gestire situazioni sempre più complesse e impegnative.

Se il tentativo di stabilire relazioni fallisce è doloroso cadere e rialzarsi, ma se va a buon fine in un certo senso è ancora peggio, perché prima eri abituato a rispondere solo a te stesso e se una situazione ti impauriva potevi tirarti indietro: diversamente, quando sei in ballo ti tocca ballare.

Poi, se i legami diventano addirittura familiari, dopo hai la responsabilità anche di altre persone, quindi sei sempre più obbligato a fare le cose, anche azioni che non avresti mai voluto compiere te le devi sobbarcare.

Insomma, abbiamo sogni e soffriamo perché non riusciamo a realizzarli...ma sotto sotto, ciò che inconsciamente temiamo è proprio che si realizzino, perché è dopo...che cominciano i veri guai!

Ogni scelta ha pro e contro. Si tratta di scegliere per te cos'è più importante:
1)la tranquillità, al costo di una vita in solitudine;
2) l'affetto degli altri e l'integrazione sociale, al costo di traumi e disagio (ai quali non ci si abitua mai completamente, certo un po' ci si abitua ma non basta rompere il ghiaccio e diventa facile come predicano alcuni estroversi e tutti i film americani).

Ognuno deve stabilire la sua priorità. Visto che si soffre in ogni caso, io ho scelto la 2 "lacrime e sangue".

Post illuminante, è esattamente questa descritta da te la mia situazione, ed è quello che penso più o meno inconsciamente sul perchè sono solo. Io però continuo ad applicare per il momento la soluzione 1 da buon evitante....
Vecchio 25-01-2011, 13:25   #10
Avanzato
L'avatar di PERSO
 

Quote:
Originariamente inviata da Nói Visualizza il messaggio
Hai ragione nell'ultima parte del primo post. Stare soli è doloroso ma rassicurante, mentre una volta che hai stabilito dei rapporti con qualcuno, amico o partner che sia, si innesca un meccanismo a catena per cui ti ritrovi a dover gestire situazioni sempre più complesse e impegnative.

Della paura del fallimento siamo tutti ben consapevoli, ma ci frena anche la più subdola e inconscia "paura del successo".

Se il tentativo di stabilire relazioni fallisce è doloroso cadere e rialzarsi, ma se va a buon fine in un certo senso è ancora peggio, perché prima eri abituato a rispondere solo a te stesso e se una situazione ti impauriva potevi tirarti indietro: diversamente, quando sei in ballo ti tocca ballare.

Poi, se i legami diventano addirittura familiari, dopo hai la responsabilità anche di altre persone, quindi sei sempre più obbligato a fare le cose, anche azioni che non avresti mai voluto compiere te le devi sobbarcare.

Insomma, abbiamo sogni e soffriamo perché non riusciamo a realizzarli...ma sotto sotto, ciò che inconsciamente temiamo è proprio che si realizzino, perché è dopo...che cominciano i veri guai!

Ogni scelta ha pro e contro. Si tratta di scegliere per te cos'è più importante:
1)la tranquillità, al costo di una vita in solitudine;

2) l'affetto degli altri e l'integrazione sociale, al costo di traumi e disagio (ai quali non ci si abitua mai completamente, certo un po' ci si abitua ma non basta rompere il ghiaccio e diventa facile come predicano alcuni estroversi e tutti i film americani).

Ognuno deve stabilire la sua priorità. Visto che si soffre in ogni caso, io ho scelto la 2 "lacrime e sangue".




La 1
La 1
La 1
1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
Sempre e solo la prima, la 1

Seeeeeeeeempre la 1 !!!!
A vita la 1
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