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26-10-2018, 18:14
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#1321
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Anch'io sono d'accordo con Melenchon.
Io credo che la democrazia vera debba controllare il debito;
nel senso che se c'è un deficit, lo Stato stampa moneta per coprirlo.
Dai tempi di Creso, re di Lidia (dove fu inventata la moneta) fino all'euro si è fatto così. Dopo l'euro si fa il contrario: è la moneta che stampa gli Stati...
per questo non ha funzionato.
Se un giorno si arriverà al comunismo, il problema nnon ci sarà perchè non esisteranno più nè Stato, nè mercato, nè denaro, nè proprietà privata.
Prima di arrivarci bisogna creare uno spirito mentale che tende a questo.
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26-10-2018, 19:02
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#1322
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Comunque, riferendomi al mio intervento su Dubcek,
io mi sento oggi di definirmi un "socialista democratico".
Vedo infatti che ancora oggi troppi che si dicono comunisti
intendono il comunismo come uno Stato, come un sistema
di comando. E ancora in troppi considerano la Cina un paese
comunista; mentre invece lì c'è il massimo di capitalismo.
Si, i socialisti democratici sono oggi i più radicali a sinistra,
se per radicalità si intende approfondire la democrazia per
superare il capitalismo.
Io, in cerca di una rivista in rete con la quale mi possa sentire
in sintonia, ne ho trovata solo una. Si tratta di "Jacobin magazine",
la rivista online dei socialisti americani. Solo lì ho trovato articoli degni
di questo nome; articoli che sulla nostra stampa non compaiono più da
addirittura 40 anni se non di più.
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26-10-2018, 21:07
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#1323
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Se fossi sicuro della sua praticabilità anche io sarei un sostenitore del Socialismo democratico, senz'altro la realizzazione più alta e popolare del socialismo, senza alcun utilizzo della forza sulle classi subalterne. Il motivo per cui questa idea del socialismo è andata declinando è secondo me da rintracciare nel fallimento delle sue applicazioni storiche: ovviamente conosciamo tutti il caso di Salvador Allende, primo presidente marxista democraticamente eletto e ucciso durante un colpo di stato, ma possiamo parlare anche di Olof Palme, anch'egli socialista e democraticamente eletto per due mandati alla guida della Svezia, ucciso da servizi segreti stranieri in ostilità con le sue politiche economiche (chi dice la CIA, chi dice il KGB, chi dice i servizi italiani collusi con la P2), molto stataliste ed egualitarie.
da Wikipedia:
Quote:
Palme sostiene in questi anni il “piano Meidner”, elaborato nel 1971 dall'economista Rudolf Meidner, vicino alla LO, principale sindacato svedese, particolare esperimento di socializzazione che non prevedeva una grande proprietà pubblica né una statalizzazione forzata con aziende totalmente pubbliche; esso prevedeva il graduale trasferimento a fondi gestiti dai sindacati, di sempre maggiori quote del capitale azionario delle grosse imprese (configurandosi come un'originale cooperazione-cogestione con partecipazione agli utili e azionariato popolare tra dipendenti su spinta dello Stato) e fu uno dei progetti più audaci del socialismo riformista europeo. Tuttavia non riuscì mai ad essere messo completamente in pratica, né la Svezia adottò una totale economia pianificata di tipo collettivista o mista.
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Addirittura non bisogna parlare di vero e proprio socialismo, ma pensare a semplici politiche di centro-sinistra con al centro l'indipendenza dello stato per vedere due grandi omicidi tutti italiani: quello di Aldo Moro, che tentò di formare un esecutivo in alleanza con il Partito Comunista Italiano, ucciso da una cellula delle Brigate Rosse colluse con Gladio, l'operazione stay-behind messa in piedi dalla NATO, e a Bettino Craxi, socialdemocratico che venne ucciso non materialmente ma mediaticamente per aver osato mettere in discussione il predominio statunitense sul suolo italico e prospettare un'Italia aperta ad interlocutori visti dagli USA come stati canaglia (vedasi la Libia di Gheddafi).
Vogliamo poi parlare di Hugo Chavez, scampato quasi per miracolo al colpo di stato di matrice industriale, del 2002, supportato anch'esso dall'America di Bush?
La cosa brutta della cosiddetta democrazia è che i potentati economici ed imperialisti intessono le sue lodi 24 ore su 24, inculcandola come elemento fondamentale nelle menti di ogni popolo, salvo poi abbatterla, silenziosamente, ogni qual volta il popolo scelga forme di governo non compatibili con i suddetti potentati economici ed imperialisti. Credo sia per questo che tutti i socialisti rimasti, più che alle esperienze che ho citato, più o meno riuscite, si ispirino alle idee rivoluzionarie di Lenin - creare uno stato totalitario basato sulla classe proletaria rende impossibile per il nemico organizzare una controffensiva silenziosa ma solo una violenta, appariscente e goffa, facile da sventare.
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29-10-2018, 10:45
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#1324
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Severo ma giusto
Durante una riunione al Politburo, Stalin chiese che gli venisse portata una gallina.
Appena gli fu portata la afferrò con una mano mentre con l’altra iniziò accuratamente a spennarla.
La gallina sbraitava dal dolore e provava a scappare in ogni modo ma senza riuscirci, la presa di Koba era troppo forte per lei; riuscì a toglierle tutte le piume senza grandi problemi ed una volta terminato disse ai presenti: “Adesso guardate bene...”
A quel punto lo Zio mise la gallina per terra e si allontanò da lei per prendere del grano.
I capi e funzionari sovietici osservavano meravigliati: la gallina dolorante e sanguinante correva da lui che tirava delle manciate di grano per terra facendo il giro della stanza.
Ad ogni passo di Stalin ne corrispondevano altrettanti della gallina.
A questo Joseph Stalin disse: "Avete visto come la gallina mi segua docilmente nonostante tutto il dolore che le ho procurato? Così la maggior parte dei popoli stupidamente continua a seguire i governanti ed i politici dei paesi capitalisti nonostante tutto il dolore che gli provocano, con il solo scopo di ricevere un regalo da niente o semplicemente un po’ di cibo per qualche giorno”.
Attenzione, è solo una leggenda come ne girano tante su baffone, non ha alcuna attendibilità, però è una bella storiella.
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Se fosse vera non me ne meraviglierei, dato che stiamo parlando di un mezzo psicopatico, bastardo criminale assassino pezzo di merda traditore del socialismo.
E la storia si adatta benissimo anche a quelli che continuano a rimpiangere il "piccolo padre" solo perché gli garantiva un tozzo di pane tutti i giorni, nonostante i gulag e la repressione feroce del dissenso.
"Giusto" un par de ciufoli.
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Ultima modifica di Winston_Smith; 29-10-2018 a 16:12.
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29-10-2018, 10:46
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#1325
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Quote:
Originariamente inviata da Aliquis
Anch'io sono d'accordo con Melenchon.
Io credo che la democrazia vera debba controllare il debito;
nel senso che se c'è un deficit, lo Stato stampa moneta per coprirlo.
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Non all'infinito, però.
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29-10-2018, 16:10
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#1326
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Addirittura non bisogna parlare di vero e proprio socialismo, ma pensare a semplici politiche di centro-sinistra con al centro l'indipendenza dello stato per vedere due grandi omicidi tutti italiani: quello di Aldo Moro, che tentò di formare un esecutivo in alleanza con il Partito Comunista Italiano, ucciso da una cellula delle Brigate Rosse colluse con Gladio, l'operazione stay-behind messa in piedi dalla NATO, e a Bettino Craxi, socialdemocratico che venne ucciso non materialmente ma mediaticamente per aver osato mettere in discussione il predominio statunitense sul suolo italico e prospettare un'Italia aperta ad interlocutori visti dagli USA come stati canaglia (vedasi la Libia di Gheddafi).
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1) Fare piedino con un dittatore come Gheddafi non assurge al rango di "politica di centro-sinistra" solo perché sta sullo stomaco agli USA; la vera sinistra non fa alleanze con i dittatori
2) Il "linciaggio mediatico" per Craxi, se pure c'è stato, è stato del tutto meritato, come per il suo allievo mafiopiduista che piange ancora per le toghe rosse e la stampa cumunista
3) Craxi socialdemocratico
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Ultima modifica di Winston_Smith; 29-10-2018 a 16:12.
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31-10-2018, 13:33
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#1327
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
1) Fare piedino con un dittatore come Gheddafi non assurge al rango di "politica di centro-sinistra" solo perché sta sullo stomaco agli USA; la vera sinistra non fa alleanze con i dittatori
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Eh già, la vera sinistra stile Tony Blair la democrazia la esporta, come nell'edificante esempio dell'Iraq di Saddam.
A me non sembra che Gheddafi fosse molto peggio del 'democratico' Ronald Reagan, l'alleanza di Craxi con il libico rappresentava un tentativo di tenere aperta la questione dell'indipendenza italiana, senza appiattirsi completamente su posizioni filo statunitensi. Craxi aveva capito con largo anticipo che era un miracolo la presenza di una potenza laica nel nord Africa, cosa che noi abbiamo scoperto a nostre spese dopo il 2011 per correre dietro gli interessi francesi in Libia... Craxi aveva una visione un po' più ampia, il che non vuol dire che fosse né alleato né nemico di Gheddafi.
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
2) Il "linciaggio mediatico" per Craxi, se pure c'è stato, è stato del tutto meritato, come per il suo allievo mafiopiduista che piange ancora per le toghe rosse e la stampa cumunista
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Se era meritato per Craxi era meritato, allora, per tutto lo scenario politico italiano. E' lo stesso Di Pietro, anni dopo, ad ammettere che le indagini di Mani Pulite sul Partito Comunista Italiano si sono fermate per motivi politici. Il motivo è che da lì a poco il PCI si sarebbe trasformato in un proto-PD filo-americano, capitalista, liberista e privatizzatore, mentre Craxi - condannato ancora tutt'oggi per la spesa pubblica "pazza" del suo governo (fare spesa pubblica è una cosa folle? ormai certa sinistra la pensa così...) - era un riformista indipendente in politica estera, una bestemmia agli occhi dell'alleato yankee, un attore che era meglio togliere di scena. E ce l'hanno fatta, mentre i sinistri del PCI si preparavano a salire al potere combinando una macelleria sociale che in confronto Craxi e la DC appaiono come santi. Anche qui, non intendo certo fare gli elogi del regime democristiano 1945-1994.
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
3) Craxi socialdemocratico
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Sì, era un socialdemocratico, e date le mie idee non è neanche chissà quale complimento. Era alleato con la Democrazia Cristiana e ragionando in quest'ottica è riuscito a portare a casa abbastanza conquiste, dal suo punto di vista. Ma io non volevo parlare di questo. Di Craxi mi interessa poco, mi interessa il suo esempio, molto vicino a noi, di come la democrazia vada bene ai potentati economici fino al momento in cui serve i loro interessi, per poi essere interrotta nel qual momento un governo democraticamente eletto scelga una via diversa per il paese. Io non sono certo per un ritorno al craxismo, io sono o per una democrazia effettivamente funzionante, oppure per una rivoluzione che, preso atto dell'impossibilità di governare all'interno della democrazia, edifichi un nuovo sistema di potere.
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31-10-2018, 14:01
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#1328
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Con il "eh, ma pure quelli" o con l'emaallorailPDismo non si va lontani, Gummo, come si può vedere in questi giorni (la disoccupazione torna a mordere anche sotto il governo dei meravigliosi).
Craxi (ma quale socialdemocratico? era un oligarca corrotto) non può essere citato come esempio positivo di povero martire dell'indipendenza italiana, è un ladro che ha preferito rubare con uno stile diverso da quello dei suoi predecessori, tutto qui. Già tanto per lui che non sia morto in galera come meritavano lui e Andreotti e come meriterebbe il suo allievo brianzolo.
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31-10-2018, 14:19
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#1329
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Esperto
Qui dal: Sep 2018
Messaggi: 1,485
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Qui si vede l'essenza della destra contraria alla solidarietà e all'equità sociale.
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Qui si vede l'essenza della sinistra serva del capitalismo internazionale globalista apolide, per dirla alla Fusaro.
Per quanto riguarda Craxi, Gummo ti ha risposto con delle parole che migliori non potevano essere:
A me non sembra che Gheddafi fosse molto peggio del 'democratico' Ronald Reagan, l'alleanza di Craxi con il libico rappresentava un tentativo di tenere aperta la questione dell'indipendenza italiana, senza appiattirsi completamente su posizioni filo statunitensi. Craxi aveva capito con largo anticipo che era un miracolo la presenza di una potenza laica nel nord Africa
da lì a poco il PCI si sarebbe trasformato in un proto-PD filo-americano, capitalista, liberista e privatizzatore, mentre Craxi - condannato ancora tutt'oggi per la spesa pubblica "pazza" del suo governo (fare spesa pubblica è una cosa folle? ormai certa sinistra la pensa così...) - era un riformista indipendente in politica estera, una bestemmia agli occhi dell'alleato yankee, un attore che era meglio togliere di scena.
Di Craxi mi interessa poco, mi interessa il suo esempio, molto vicino a noi, di come la democrazia vada bene ai potentati economici fino al momento in cui serve i loro interessi.
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Ultima modifica di Anonimo.; 20-03-2020 a 20:22.
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31-10-2018, 14:21
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#1330
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Ti do per buono il giudizio su Craxi, ma la sua storia o quella di Moro non sono la dimostrazione di una democrazia instabile, sempre sul punto di essere destabilizzata? A maggior ragione davanti ai colossali problemi del nostro tempo, proprio perché vediamo come necessario un cambio netto di sistema, non sarebbe il caso di interrogarci sul funzionamento della nostra democrazia? Secondo me è come un'equazione: non è possibile rovesciare l'attuale sistema con lo strumento della democrazia perché è proprio il sistema l'attore che ha il piede sotto il tavolo, pronto a ribaltarlo per buttare a terra le carte della costituzione, la sovranità che appartiene al popolo, così come sancito nel primo articolo della legge fondamentale. Se è accaduto con Craxi e con Moro, che certo non prospettavano una rivoluzione sistemica, cosa accadrebbe se decidessimo di eleggere forze davvero rivoluzionarie? Sarebbe un massacro. Secondo me, lo ribadisco, è un elemento d'importanza fondamentale ed è uno dei motivi per cui il socialismo non può esistere se esiste la democrazia, o meglio, la democrazia (borghese) non può digerire un sistema economico socialista (proletario).
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31-10-2018, 15:08
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#1331
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Quando si cita Fus(ff)aro, si corre il rischio di rispondere a fischi con fiaschi.
Per la cronaca, non so cosa c'entri Reagan, chi lo ha mai elogiato?
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Ultima modifica di Winston_Smith; 01-04-2020 a 16:12.
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31-10-2018, 15:10
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#1332
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
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Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Ti do per buono il giudizio su Craxi, ma la sua storia o quella di Moro non sono la dimostrazione di una democrazia instabile, sempre sul punto di essere destabilizzata? A maggior ragione davanti ai colossali problemi del nostro tempo, proprio perché vediamo come necessario un cambio netto di sistema, non sarebbe il caso di interrogarci sul funzionamento della nostra democrazia? Secondo me è come un'equazione: non è possibile rovesciare l'attuale sistema con lo strumento della democrazia perché è proprio il sistema l'attore che ha il piede sotto il tavolo, pronto a ribaltarlo per buttare a terra le carte della costituzione, la sovranità che appartiene al popolo, così come sancito nel primo articolo della legge fondamentale. Se è accaduto con Craxi e con Moro, che certo non prospettavano una rivoluzione sistemica, cosa accadrebbe se decidessimo di eleggere forze davvero rivoluzionarie? Sarebbe un massacro. Secondo me, lo ribadisco, è un elemento d'importanza fondamentale ed è uno dei motivi per cui il socialismo non può esistere se esiste la democrazia, o meglio, la democrazia (borghese) non può digerire un sistema economico socialista (proletario).
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Non porrei in antitesi socialismo e democrazia. Se ci sono imperialismi di vario genere, da Gladio ai troll russi, che tentano di impedire l'instaurazione di una democrazia reale e non solo sulla carta, sono quelli da combattere e non necessariamente il sistema in quanto tale.
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31-10-2018, 15:28
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#1333
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Alle quali ho già risposto (Reagan, poi, che c'azzecca, chi lo ha mai elogiato?).
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No per carità, so che non elogeresti mai Reagan, ma visto che hai criticato il 'flirt' fra Craxi e Gheddafi negli anni '80, ti citavo un altro noto esponente politico che negli stessi anni non è che facesse proprio patti con angioletti scesi in terra. Craxi faceva real politik come la faceva Reagan, tutto qui; i successivi governi italiani hanno fatto anch'essi real politik ma non più nell'interesse nazionale ma in quello (finanziario) europeo o quello militare americano.
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Non porrei in antitesi socialismo e democrazia. Se ci sono imperialismi di vario genere, da Gladio ai troll russi, che tentano di impedire l'instaurazione di una democrazia reale e non solo sulla carta, sono quelli da combattere e non necessariamente il sistema in quanto tale.
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Il problema è che Gladio rischia di infiltrarsi negli apparati stessi dello stato, può addirittura esercitare influenze sul presidente della Repubblica, al che anche con una grande vittoria elettorale un partito realmente di sinistra riceverebbe bastoni fra le ruote fin dal primo giorno di governo. Non sono necessariamente per l'instaurazione di una dittatura del proletariato, ma aspetto ancora che nasca una nuova democrazia, dove l'opinione di tutti è rispettata ma dove, al tempo stesso, gli sconfitti non possano aver alcuna possibilità di destabilizzare il nascente governo. Purtroppo, al giorno d'oggi, fra società mass mediatica, servizi segreti specializzati anche nello spionaggio informatico, fra superpotenze incontrastabili, vedo difficile per l'Italia il nascere di una democrazia sovrana, come sancito dalla costituzione.
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01-11-2018, 00:18
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#1334
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Oggi è morto Enzo Apicella, fumettista e firma del giornale comunista Liberazione.
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05-11-2018, 16:25
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#1335
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
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"kompagno, non vorrai passare per fascista? Io già lo sono secondo il fascistometro"
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09-11-2018, 03:08
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#1336
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Quando Che Guevara incontrò Fidel Castro nel 1955, al tempo in esilio in Messico, parlarono per dieci ore consecutive. Potrebbe addirittura risalire a questo fulmineo incontro la scelta dell'argentino di supportare il cubano nella lotta per la liberazione del proprio paese. Un uomo in esilio che lotta per l'indipendenza della propria isola, un uomo libero di un'altra nazione che lo segue in questa lotta nella convinzione che sia un tassello per liberare l'intera umanità; eccola qui una semplice dimostrazione di come i nazionalismi siano un'arma di distrazione di massa, un'ulteriore divisione in seno alle classi popolari, giacché la semplice lotta di classe ha come conseguenza la liberazione della nazione, qualunque essa sia, non solo dal giogo delle forze reazionarie interne, ma anche da quelle esterne. Non occorre parlare di nazionalismo o di internazionalismo, applicando il marxismo queste questioni vengono automaticamente risolte senza bisogno di creare inutili fraintendimenti.
Mi collego a ciò, pensando che sarebbe interessante avere un giorno una traduzione di questo dialogo fra Castro ed Allende. Non ho letto molto di Castro (ad esempio sono rimasto colpito da una lunga intervista del '90 di Minà al leader cubano), ma sono sempre rimasto impressionato dalla sua grande capacità espositiva. Al di là delle sue idee politiche, credo che Castro sia da ascrivere nel pantheon dei più abili politici del secolo passato.
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Ultima modifica di Gummo; 09-11-2018 a 03:12.
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10-11-2018, 04:09
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#1337
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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"Dalla gazzetta operaia comunista, articolo di Carlo Erler: «Scioglimento del partito»: "La classe operaia non può demolire lo stato borghese senza annientare la democrazia borghese e non può annientare la democrazia borghese senza distruggere i partiti". Le teste più confuse tra i sindacalisti e gli anarchici latini possono essere «soddisfatte»: dei solidi tedeschi, che si ritengono visibilmente marxisti, dicono in modo specialmente comico un' incredibile scempiaggine, rivelando di non capire l'abc del marxismo. [...]
La dittatura del proletariato è una lotta tenace, cruenta e incruenta, violenta e pacifica, militare ed economica, pedagogica e amministrativa, contro le forze e le tradizioni della vecchia società. La forza dell'abitudine di milioni e decine di milioni di uomini è la più terribile delle forze. Senza un partito di ferro, temprato nella lotta, senza un partito che goda la fiducia di tutto quanto vi è di onesto nella sua classe, senza un partito che sappia osservare lo stato d'animo delle masse e influenzarlo, è impossibile condurre a buon fine una lotta simile. Vincere la grande borghesia centralizzata è mille volte più facile che «vincere» milioni e milioni di piccoli padroni, i quali, mediante la loro attività quotidiana, continua, non appariscente, impercettibile, disgregatrice, pervengono a quei medesimi risultati che sono necessari alla borghesia e che portano alla restaurazione della borghesia. Chi indebolisce, sia pur di poco, la disciplina ferrea del partito del proletariato (soprattutto durante la dittatura del proletariato), aiuta di fatto la borghesia contro il proletariato."
- Da "L'estremismo, malattia infantile del comunismo", Lenin (1920)
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Ultima modifica di Gummo; 10-11-2018 a 04:21.
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10-11-2018, 08:26
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#1338
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Gummo 98, per prima cosa, l'immagine del tuo Avatar andrebbe cambiata; non mi sembra un' immagine coerente con gli ideali comunisti.
Sulla democrazia, che cos'è il socialismo se non la sua applicazione integrale?
E per democrazia dobbiamo specificare che essa significa uguaglianza perchè soltanto se si è uguali ognuno può partecipare alla gestione collettiva della società con pari diritti, con uguali poteri.
Dire che ci vuole un'avanguardia che decide per tutti, che fa la rivoluzione per tutti, significa ribadire che ci vogliono delle persone che hanno più potere di altri.
Cioè l'esatto contrario del comunismo.
E si, un comunismo anticomunista.
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10-11-2018, 15:08
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#1339
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Esperto
Qui dal: Mar 2014
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Messaggi: 14,020
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Quote:
Originariamente inviata da Aliquis
Gummo 98, per prima cosa, l'immagine del tuo Avatar andrebbe cambiata; non mi sembra un' immagine coerente con gli ideali comunisti.
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E' un personaggio dei fumetti che si chiama Kriminal. Pericoloso anticomunista?
Peraltro anche gli Arditi del popolo anti-fascisti si fregiavano di un bellissimo teschio.
Teschio =/= Comunismo ? Non la sapevo questa, forse ne aveva parlato Marx nel Capitale...
Quote:
Originariamente inviata da Aliquis
Sulla democrazia, che cos'è il socialismo se non la sua applicazione integrale? E per democrazia dobbiamo specificare che essa significa uguaglianza [...]
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Uguaglianza per fare cosa? Lo stato dei lavoratori o lo stato degli sfruttatori? Uguaglianza diretta da chi? Se la direzione non viene presa dalle avanguardie proletarie allora verrà presa dalle avanguardie borghesi, con il gioco di media, pressioni e inganni.
Quote:
perchè soltanto se si è uguali ognuno può partecipare alla gestione collettiva della società con pari diritti, con uguali poteri.
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Uguali poteri?! Continuo il mio discorso: non solo l'avanguardia proletaria deve guidare le masse verso l'edificazione dello stato dei lavoratori, ma i poteri devono essere nettamente divisi: quando i lavoratori marciano verso la libertà il nemico di classe non è ancora estinto; se i lavoratori marciano divisi sarà un gioco da ragazzi per la borghesia infiltrarsi in tale instabilità, destabilizzandola ancor di più dall'esterno e dall'interno, trasformando il sogno in un incubo.
E' per questo che ogni classe ha bisogno di avanguardie: il povero analfabeta che neppure sa chi sia Marx chiede, pretende, che il Partito gli dia dei rappresentanti, delle avanguardie, che prendano la sua rabbia impotente e che la trasformino, grazie all'intelletto e alla tattica politica, in forza; una forza unita a quella di altre migliaia di persone! (Stessa identica cosa del sindacalismo, se ci pensi.) L'assenza di avanguardie che hanno il potere di decidere, alla fine dei conti, è l'illusione libertaria di chi non sente davvero sulla propria pelle le contraddizioni del capitalismo.
Quella che tratteggi tu è una forma di anarchia, e non c'è niente di più distante dal comunismo dell'anarchia, idea che perde di vista la lotta al Capitale per velleità individualiste, libertarie, di fatto, molto simili al liberalismo piccolo borghese.
Quote:
Dire che ci vuole un'avanguardia che decide per tutti, che fa la rivoluzione per tutti, significa ribadire che ci vogliono delle persone che hanno più potere di altri.
Cioè l'esatto contrario del comunismo.
E si, un comunismo anticomunista.
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Il comunismo anticomunista è quello che delinei tu, quello della massima libertà di tutti senza alcun dovere. E' il comunismo dei Bertinotti, è il comunismo dei piccolo borghesi. E' il comunismo destinato a fallire. Vogliamo un comunismo vincente o fallace, mi chiedo? La teoria leninista della gestione del potere ha avuto un grandissimo successo, facendo sintesi delle diverse opinioni interne alla Russia dell'epoca. Mi stupisce tutto questo desiderio di voler costruire un comunismo diverso, "nuovo", utopistico, impossibile.
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10-11-2018, 17:51
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#1340
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Avanzato
Qui dal: Nov 2016
Messaggi: 491
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Ci vuole la coscienza di tutti per fare il comunismo.
Deve nascere dentro l'uomo.
Non può essere imposta dall'esterno.
Per questo, aveva ragione Bogdanov, nel 1908.
Lenin aveva torto nella polemica contro di lui.
Penso che un sistema democratico senza il potere del denaro e della burocrazia non sia anarchia, ma, al contrario, organizzaioen,
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