|
|
18-06-2018, 22:33
|
#1241
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Ljudmyla Pavličenko fu una studentessa brillante nei suoi primi anni. Quattordicenne, andò a vivere a Kiev, capitale della Repubblica Sovietica d'Ucraina, coi genitori. In quella città si iscrisse a un'associazione di tiro a segno, e sviluppò notevoli capacità di tiro. In quel periodo lavorava come operaia addetta allo sminuzzamento dei minerali alle Industrie Arsenal di Kiev. Nel giugno del 1941, in un periodo in cui Pavličenko studiava storia alla Università di Kiev, la Germania nazista mosse guerra all'Unione Sovietica (vedi anche Operazione Barbarossa), in seguito alla quale si arruolò quasi immediatamente. All'ufficio arruolamento, richiese di unirsi alla fanteria e di conseguenza fu assegnata alla 25ª Divisione Fucilieri dell'Armata Rossa, e divenne una delle 2000 cecchine sovietiche, di cui solo 500 sopravvissero alla guerra. Secondo i rapporti del Voensovet (Stato Maggiore) del Fronte Meridionale sovietico nel maggio 1942, il tenente Pavličenko aveva eliminato 257 soldati tedeschi e dell'Asse, e alla fine del conflitto tale numero aumentò fino a 309 soldati nemici, tra cui 36 tiratori scelti.
Urged to instead enlist as a nurse, she proved her rifle skills at an impromptu Red Army unit “audition” at a hill it was defending at Belyayevka, near Odessa. Handed a Mosin-Nagant bolt-action rifle with a P.E. 4-power scope, she was pointed to two Romanians who were collaborating with Germans. “When I picked off the two, I was accepted,” she said, although the deaths were not counted in her kill tally “because they were test shots.”
Signed with the 25th Chapayev Rifle Division, she was one of 2000 female snipers in the Red Army, of whom about 500 survived the war. But on her first day on the battlefield, Pavlichenko was briefly paralysed by fear, unable to raise her weapon until a young Russian soldier beside her was shot dead.
“He was such a nice, happy boy,” she recalled. “And he was killed just next to me. After that, nothing could stop me.”
Asked by Americans how she felt about killing, Pavlichenko explained: “Every German who remains alive will kill women, children and old folks. Dead Germans are harmless. Therefore, if I kill a German, I am saving lives.”
|
|
27-06-2018, 12:45
|
#1242
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Onore alla resistenza torinese!
|
|
06-07-2018, 16:21
|
#1243
|
Banned
Qui dal: Jul 2017
Messaggi: 3,865
|
|
|
06-07-2018, 21:32
|
#1244
|
Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
|
Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky
A me era piaciuta (per significato e anche per stile grafico..), ma nella seconda vignetta forse al posto di un cazzotto del giovane del centro sociale avrei messo che il fighetto si fa male accidentalmente da solo (...)
|
Io l'avrei fatto colpire dalla "mano invisibile" dei Mercati
|
|
09-07-2018, 17:47
|
#1245
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Quote:
Originariamente inviata da Alex Retzinsky
comunque se ti riferisci al fatto che entrambe le cose siano piuttosto 'discutibili' (l'URSS soprattutto, ma anche l'UE nel suo assetto e orientamento attuale..) con me sfondi una porta aperta
se intendi criticare le unioni (politiche e economiche) in quanto tali, considera il fatto che diversi problemi che (come società, a livello collettivo, ma forse non solo..) dovremmo e si cerca (o si evita) di affrontare sono, e magari saranno sempre di più, problemi globali, sempre più difficili da risolvere dai singoli stati divisi..
|
Ovviamente io sono in disaccordo sul condannare l'URSS e sospendere il giudizio sull'UE, anzi faccio il contrario - URSS di certo non il paradiso dei lavoratori ma un passo avanti rispetto alla società capitalista, UE concretizzazione di un disegno liberista distopico, fondato sulla moneta unica e non sulla condivisione di culture e valori. Per quanto riguarda la necessità di coordinazione internazionale invece sono d'accordo con te. Secondo me la vignetta postata da Badblues è insensata proprio per questo: l'URSS e l'UE sono due unioni ma fondate su valori diametralmente opposti. L'URSS era un'unione di stati operai con lo scopo di difendere gli stati socialisti già edificati e diffondere l'internazionalismo proletario in tutto il mondo - insomma quelle che erano le finalità del blocco orientale - finalizzato a emancipare i popoli distruggendo il capitalismo. L'UE è un'unione basata sul profitto, di natura imperialista, votata alla distruzione delle sovranità nazionali per creare un unico sovra-stato governato dal mercato e a cui i singoli governi non possono opporsi.
Comunque, guardando la TV ho avvistato una pubblicità alla 1984:
"Un pianeta dove non esistono più nazioni ma solo nazionali"
Questo non è il comunismo, questo è il capitalismo.
|
|
09-07-2018, 20:57
|
#1246
|
Banned
Qui dal: Jul 2017
Messaggi: 3,865
|
L’URSS e l’Ue non sono paragonabili per i loro valori fondanti, ma per il metodo di controllo basato su una visione completamente piatta della moltitudine popolare sottostante, completamente distaccata dalle realtà sociali che le compongono (o le hanno composte).
Da qua il crollo di queste sovrastrutture che saranno anche riuscite a edificarsi in poco tempo ma che non hanno alcun fondamento popolare che possa loro permettere di esistere nel medio-lungo periodo.
L’unione europea non è ormai che una bolgia di litiganti, debole e sempre più scricchiolante davanti alla forza di chi otterrà solo vantaggi dalla sua spartizione.
|
|
10-07-2018, 16:22
|
#1247
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Quote:
Originariamente inviata da Badblues
L’URSS e l’Ue non sono paragonabili per i loro valori fondanti, ma per il metodo di controllo basato su una visione completamente piatta della moltitudine popolare sottostante, completamente distaccata dalle realtà sociali che le compongono (o le hanno composte).
|
Scusa ma mi sembri definire il capitalismo, non il socialismo. Nel capitalismo la bussola è solo quella del profitto, il famoso motto "Produci, consuma, crepa". Come puoi vedere se rifletti sulla nostra società, io e te la possiamo pensare in modo diverso, ma alla fine dei conti ha importanza solo il denaro che abbiamo in tasca: per mangiare e per bere - più si spende e più si vive - per acquistarsi fette di tempo libero e viverlo bene, per acquistare perfino la giustizia, talvolta l'innocenza - o paghi fior fior d'avvocati, oppure ti becchi quello d'ufficio e finisci in galera. Alla fine conta solo il denaro, come dipinto nel film distopico Essi vivono, dove su una banconota appare scritto: "This is your god." In una società socialista potremmo invece essere persone con idee diverse, con valori e aspirazioni profondamente inconciliabili, liberi però di realizzarci senza essere piegati al ricatto del capitale.
|
|
10-07-2018, 16:28
|
#1248
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Scusa ma mi sembri definire il capitalismo, non il socialismo.
|
Infatti l'URSS non era mica socialista. Mica basta avercelo nel nome.
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
In una società socialista potremmo invece essere persone con idee diverse, con valori e aspirazioni profondamente inconciliabili, liberi però di realizzarci senza essere piegati al ricatto del capitale.
|
Anche qui, quanto di più lontano dall'URSS storica.
Provaci ad avere un'idea diversa da quella degli oligarchi al potere e vedi dove ti sbattevano...
|
|
10-07-2018, 20:20
|
#1249
|
Banned
Qui dal: Jul 2017
Messaggi: 3,865
|
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Scusa ma mi sembri definire il capitalismo, non il socialismo. Nel capitalismo la bussola è solo quella del profitto, il famoso motto "Produci, consuma, crepa". Come puoi vedere se rifletti sulla nostra società, io e te la possiamo pensare in modo diverso, ma alla fine dei conti ha importanza solo il denaro che abbiamo in tasca: per mangiare e per bere - più si spende e più si vive - per acquistarsi fette di tempo libero e viverlo bene, per acquistare perfino la giustizia, talvolta l'innocenza - o paghi fior fior d'avvocati, oppure ti becchi quello d'ufficio e finisci in galera. Alla fine conta solo il denaro, come dipinto nel film distopico Essi vivono, dove su una banconota appare scritto: "This is your god." In una società socialista potremmo invece essere persone con idee diverse, con valori e aspirazioni profondamente inconciliabili, liberi però di realizzarci senza essere piegati al ricatto del capitale.
|
Non stavo parlando dell’ideale socialista che è una visione a mio avviso utopica della società, ma della forma che ha preso l’applicazione di questi concetti in Unione sovietica.
Non mi sembra di aver visto in questa ‘socialista’ grandi idee di libertà di espressione. Nascevi, dovevi lavorare per lo Stato, venivi tenuto in vita per continuare a far crescere l’impero e morivi. Se sgarravi finivi in un bel gulag. A me pare più una bella dittatura.
Tutti ugualmente schiavi insomma.
|
|
11-07-2018, 11:24
|
#1250
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Infatti l'URSS non era mica socialista. Mica basta avercelo nel nome.
|
Scusa ma io stavo sottolineando i punti critici della nostra società capitalista contrapponendola a una socialista, prendendo l'URSS solo come esempio, sostituibile con altri. Questo attaccare le esperienze storiche (passate) del socialismo non fa altro che distrarci dagli orrori del nostro tempo che del socialismo non hanno proprio niente.
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Anche qui, quanto di più lontano dall'URSS storica.
Provaci ad avere un'idea diversa da quella degli oligarchi al potere e vedi dove ti sbattevano...
|
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
In una società socialista potremmo invece essere persone con idee diverse, con valori e aspirazioni profondamente inconciliabili, liberi però di realizzarci senza essere piegati al ricatto del capitale.
|
Come vedi, anche qui mi riferivo a un'ipotetica società socialista, non all'URSS nello specifico, la quale - l'ho detto anche pochi post fa - non l'affermo essere stata un paradiso dei lavoratori. Per altro, "idee diverse, valori e aspirazioni profondamente inconciliabili" non volevo fossero intese nell'ottica "io sono socialista e tu sei capitalista" (parlavo di aspirazioni personali), perché è scontato come sotto una dittatura del proletariato (teorizzata da Marx, sviscerata e applicata da Lenin) non sia ammessa altra strada se non quella socialista - se si è contrari a quest'idea totalitaria (che nasce come reazione esatta e contraria al totalitarismo del capitalismo) allora bisogna criticare il socialismo e il comunismo in toto. Il socialismo è questo: dittatura dei lavoratori per sradicare ogni presenza mercantilistica dalla società. Punto. Se si è contrari a questa definizione allora si può essere socialisti democratici, socialdemocratici, progressisti, tutte queste cose qui, ma tutte queste cose non appartengono al socialismo.
Quote:
Originariamente inviata da Badblues
Non mi sembra di aver visto in questa ‘socialista’ grandi idee di libertà di espressione. Nascevi, dovevi lavorare per lo Stato, venivi tenuto in vita per continuare a far crescere l’impero e morivi. Se sgarravi finivi in un bel gulag. A me pare più una bella dittatura.
Tutti ugualmente schiavi insomma.
|
Di nuovo, critichi l'esperienza storica dell'URSS e non guardi a cos'è diventata la Russia dopo di essa. Sei certo che il 'nascere e il morire per lo stato' non sia una cosa più attuale oggi che sotto l'URSS, magari sostituendo alla parola 'stato' una qualche multinazionale, una qualche impresa che sfrutta la tua forza lavoro sottopagandla?
In Russia, l'aspettativa di vita è passata dai 68 anni del 1990 ai 64 del 1995, le grandi industrie, i monopoli bancari, sono stati privatizzati da Eltsin. La popolazione è stata quindi privata di tutte quelle sicurezze che garantivano una vita senza la paura di non avere cure mediche, istruzione gratuita, un lavoro garantito (oggi la disoccupazione in Russia supera il 10%, mentre sotto l'Unione Sovietica non si poneva neppure il problema). La strada da percorrere, fatte queste premesse, non mi sembra essere quella oggi vigente del capitalismo, semmai una nuova presa di coscienza, una nuova scelta del socialismo. L'esperienza storica dell'URSS? Impossibile replicarla, non torneranno in vita un Lenin o uno Stalin; perfetto: abbiamo diversi errori da cui imparare per far sì che la nuova società sia migliore di quella passata.
|
Ultima modifica di Gummo; 11-07-2018 a 11:30.
|
11-07-2018, 12:02
|
#1251
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Scusa ma io stavo sottolineando i punti critici della nostra società capitalista contrapponendola a una socialista, prendendo l'URSS solo come esempio, sostituibile con altri. Questo attaccare le esperienze storiche (passate) del socialismo non fa altro che distrarci dagli orrori del nostro tempo che del socialismo non hanno proprio niente.
|
L'URSS non può essere presa come esempio di socialismo.
E si stava discutendo di URSS vs UE partendo dalla vignetta postata, quindi non vedo perché deviare. Non puoi contestare l'equiparazione fatta dalla vignetta rispondendo che la UE è basata su una visione captalistica e non socialista (neanche l'URSS lo è, se è per questo).
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
Come vedi, anche qui mi riferivo a un'ipotetica società socialista, non all'URSS nello specifico, la quale - l'ho detto anche pochi post fa - non l'affermo essere stata un paradiso dei lavoratori. Per altro, "idee diverse, valori e aspirazioni profondamente inconciliabili" non volevo fossero intese nell'ottica "io sono socialista e tu sei capitalista" (parlavo di aspirazioni personali), perché è scontato come sotto una dittatura del proletariato (teorizzata da Marx, sviscerata e applicata da Lenin) non sia ammessa altra strada se non quella socialista - se si è contrari a quest'idea totalitaria (che nasce come reazione esatta e contraria al totalitarismo del capitalismo) allora bisogna criticare il socialismo e il comunismo in toto. Il socialismo è questo: dittatura dei lavoratori per sradicare ogni presenza mercantilistica dalla società. Punto. Se si è contrari a questa definizione allora si può essere socialisti democratici, socialdemocratici, progressisti, tutte queste cose qui, ma tutte queste cose non appartengono al socialismo.
|
Nei gulag non ci finivano solo gli alfieri del capitalismo, quindi anche da questo punto di vista per idee e aspirazioni diverse non era garantita la coesistenza in URSS (parlo dell'URSS perché il paragone era tra URSS e UE, se si vuol parlare del socialismo ideale è altro discorso).
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 11-07-2018 a 12:05.
|
24-07-2018, 15:52
|
#1252
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
|
|
24-07-2018, 16:04
|
#1253
|
Banned
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: Via Lattea
Messaggi: 19,112
|
|
|
24-07-2018, 16:07
|
#1254
|
Banned
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: Via Lattea
Messaggi: 19,112
|
Quote:
Originariamente inviata da Svers0
|
Quote:
Soviet repression of the Ingrian Finns started at the same time as the forced collectivization in the Soviet Union in 1928. Between 1929 and 1931 Soviet authorities deported 18,000 people from areas near the Finnish border, consisting of up to 16% of the total Ingrian Finnic population. All remaining Finns in four border parishes were deported in 1936 and replaced with Russians.
|
|
|
05-08-2018, 15:39
|
#1255
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Sembra che in Venezuela abbiano tentato di uccidere Maduro; i responsabili sono ignoti, come sono ignoti i responsabili che nel corso degli anni 2000 tentarono di far fuori Ahmadinejad e Chavez con le invenzioni più tragicomiche, arrivando addirittura a spargere radiazioni negli alloggi diplomatici dove avrebbero dovuto riposare - con Chavez ci sono riusciti?
Il disegno è il solito. Hanno tentato di addestrare una combriccola di aspiranti Pinochet - in una guerra civile a bassa intensità che ha mietuto più morti fra i chavisti che fra i manifestanti, ma ovviamente TGCOM24 parla solo "del massacro perpetrato dall'ultimo dittatore comunista" (!?) come ho sentito oggi alla televisione - non sono riusciti a spodestare Maduro, quindi forse ora giocano la carta dell'omicidio, stile sigari avvelenati con destinazione l'Havana. Comunque sia, qualsiasi sia la fonte dell'attentato, Maduro è ancora lì e c'è da sperare che arrivi a novant'anni come Castro, tenendo fuori dal confine del Venezuela liberismo e tentacoli degli yankees. Nel frattempo continueremo a ingoiarci elezioni come quelle in Colombia di quest'anno - veri e propri trionfi mediatici! - dove ci sono stati brogli a non finire ma per tutti (inclusi gli USA) andava bene così: il neo eletto presidente ha promesso nuove privatizzazioni e nessuna ingerenza nell'imperialismo americano. A fare i servi si vince, a fare i servi si passa per eroi.
|
|
06-08-2018, 01:19
|
#1256
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
|
|
06-08-2018, 20:49
|
#1257
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
L'attentato contro Maduro e il futuro dell'America Latina socialista e progressista.
Perché tanta pervicacia e violenza contro il Venezuela?
Per quello che rappresenta il governo bolivariano. Un paese sovrano, libero, indipendente che può decidere per il suo popolo e non a vantaggio delle sole corporazioni finanziare come utilizzare le sue risorse. Un miraggio, un sogno per i paesi europei che hanno scelto l’austerità e la perdita dei diritti per seguire le gabbie di quelle organizzazioni sovranazionali che il Venezuela da Chavez a Maduro ha saputo cacciare. Perché il popolo venezuelano con la sua resistenza eroica ha mostrato ai popoli del mondo che l’impero non è invincibile.
|
|
06-08-2018, 20:59
|
#1258
|
Banned
Qui dal: Jul 2017
Messaggi: 3,865
|
Quote:
Originariamente inviata da Gummo98
L'attentato contro Maduro e il futuro dell'America Latina socialista e progressista.
Perché tanta pervicacia e violenza contro il Venezuela?
Per quello che rappresenta il governo bolivariano. Un paese sovrano, libero, indipendente che può decidere per il suo popolo e non a vantaggio delle sole corporazioni finanziare come utilizzare le sue risorse. Un miraggio, un sogno per i paesi europei che hanno scelto l’austerità e la perdita dei diritti per seguire le gabbie di quelle organizzazioni sovranazionali che il Venezuela da Chavez a Maduro ha saputo cacciare. Perché il popolo venezuelano con la sua resistenza eroica ha mostrato ai popoli del mondo che l’impero non è invincibile.
|
Il popolo pare più che altro disperato
|
|
07-08-2018, 00:35
|
#1259
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
Quote:
Originariamente inviata da Badblues
Il popolo pare più che altro disperato
|
Valutiamo l'entità di questa disperazione X (non sono ammesse testimonianze di fantomatici cuggini venezuelani) e le cause di questa disperazione. Dall'articolo che ho postato la colpa sembra effettivamente essere di Maduro: gli stolti che credono nel socialismo vengono massacrati dal mercato, il quale affama i popoli che in un modo o nell'altro scelgono una via diversa rispetto al capitalismo filo americano o filo russo. Difficile resistere ai fendenti di una piovra che ormai tiene in scacco il mondo. In effetti senza Maduro al potere i venezuelani potrebbero tirare una boccata d'aria - merci che tornano nei negozi, multinazionali che aprono i battenti e ingenti investimenti di capitale - però quel respiro nasconderebbe il sapore acre delle catene. Io spero che il Venezuela rimanga una nazione indipendente e libera, anche se il futuro mi sembra grigio se non verranno prese contromisure piú efficaci per impedire ingerenze straniere.
|
Ultima modifica di Gummo; 07-08-2018 a 00:38.
|
10-08-2018, 20:36
|
#1260
|
Esperto
Qui dal: Mar 2014
Ubicazione: Emilia
Messaggi: 14,020
|
|
|
|
|
|