Ciao a tutti coloro che seguono questo forum. Dopo un po' di assenza dal forum ritorno riaprendo un argomento che è già stato trattato ma al quale vorrei aggiungere una mia parte. Come si capisce dal titolo si tratta della discussa terapia cognitivo comportamentale (la abbrevierò in seguito con la sigla TCC). Dal mese di novembre dell'anno 2011 ho deciso, anche io come altri, di intraprendere questo percorso. La motivazione è, come spesso altri si sono espressi, l'aver percepito di essere arrivati ad un punto morto della propria vita (tralascio per brevità tutte le possibili metafore letterarie utlilizzabili per esprimere questa condizione perché penso che in questi paraggi non sia necessario spiegare e sottolineare il profondo disagio dovuto a queste stasi).
Ho avuto la fortuna di incontrare sul lavoro un paio di persone che hanno avuto la sensibilità di comprendere le mie problematiche "metafisiche" (chiamiamole così). Anche stimolato da loro ho capito che era importante per me, per la mia vita, intraprendere questo tentativo. Come già ripetuto da altri non mi aspetto i miracoli dalla TCC. Anzi durante questi incontri ho spesso pensato di abbandonare tutto, come spesso ho fatto in parecchi ambiti della mia vita al sorgere delle prime difficoltà. La terapia è costosa da tutti i punti di vista (soldi per recarsi nel luogo dove la TCC si pratica, soldi per pagare le sedute e stanchezza psichica relativa ai "colloqui" e alla esecuzione dei "compiti a casa").
Rispetto ad altri tipi di psicoterapia che io ho sperimentato la TCC mi ha fatto porre la domanda se io desidero veramente un cambiamento o meno. Sono stato in passato seguito da psicologi e psichiatri che non praticavano la TCC: durante le sedute io parlavo, parlavo, provavo un po' di sollievo (almeno per aver vuotato parzialmente il sacco) ma poi tutto è sempre rimasto come prima, nessun cambiamento tangibile all'orizzonte. Sono andati avanti anni così.
Al momento in cui scrivo sono arrivato alla VI seduta. La mia terapeuta ha iniziato a farmi fare delle cose (come programmare delle cene, andare in piscina chiamando un amico, o forse farei meglio a chiamarlo conoscente, visto la tabula rasa che ho creato nei miei contatti sociali attraverso gli anni).
Sono cazzate per le persone che non sperimentano questi tipi di problemi, ma a me costano una fatica tremenda. Spesso mi chiedo perché mi sono sottoposto a questa tortura, perché mi devo forzare a fare cose che generano in me profondi malesseri. Dall'altro lato penso che se l'alternativa è stare sempre chiuso in casa ed uscire soltanto quando si ha l'obbligo di andare a lavorare, beh.... penso che forse è meglio morire o forse per dirla meglio si è già morti vivendo così...
Ritornando alle "uscite-compito a casa" alcune di queste sono andate bene, altre sono state un disastro (in una sono addirittura scappato senza salutare, una figura di merda di proporzioni discrete, vista con il senno di poi.... anche se dieci minuti dopo la fuga avrei voluto morire, mi vergognavo come un cane!!!). Evidentemente in quel momento non potevo che comportarmi così. punto.
Essendo affetto da mostruosi sensi di colpa ed avendo l'autostima al di sotto dei tacchi potete immaginare il trambusto emotivo di rincominciare a sperimentare queste situazioni sociali che avevo abbandonato anni fa, credendole non utili per perseguire il proprio miglioramento personale (che cantonata....). L'ultima seduta a cui mi sono sottoposto c'era pure la telecamera a filmare, figuratevi voi. Devo ancora andare a ritirare il filmato ma credo sia interessante guardarsi dal di fuori (se non ce la si fa con le tecniche di meditazione almeno inizio a provare con i filmati...).
Non so come andrà a finire questa cosa, ma credo sarà bello anche se riuscirò a recuperare quel poco di serenità necessaria a tollerare me stesso e gli altri (credo che questo sia in parte il nocciolo del problema, almeno per ciò che mi riguarda). Sicuramente là fuori c'è un po' di tutto, tutte le sfumature sono presenti ed alle volte (quando sono meno negativo) penso sia un peccato buttare questa opportunità che abbiamo di fare delle cose, di vivere, di essere nella mischia.
Questa è la mia piccola testimonianza, spero sia utile e se non lo è scrivetemelo pure.
Ciao