Quote:
Originariamente inviata da milton erickson
Leggendo molte delle discussioni presenti in questo sito mi sono accorto che ci sono molte persone con talenti di vario tipo (artistici, ma non solo).
Mi chiedevo quante fossero e se la fobia sociale fosse stata un ostacolo per svilupparli. http://www.fobiasociale.com/images/smilies/pensando.gif
Con talento intendo anche qualità umane, che se messe a disposizione degli altri potrebbero essere preziose (sensibilità, altruismo, ecc.)
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Non quotate, per favore
Avevo un talento nel campo musicale, tant'è che per vent'anni ho avuto la fortuna di poter fare ciò che mi piaceva, ovvero il musicista.
Un fobico che suona dal vivo? Ma com'è possibile?
Alcool.
Non c'è stato un singolo concerto in cui non abbia assunto alcolici in quantità variabile per sopportare l'ansia anticipatoria che precedeva una performance dal vivo. Ovviamente la cosa a lungo andare mi ha provocato diversi dissapori con i componenti dei gruppi con cui suonavo, e non credo ci sia bisogno di specificare che le mie esibizioni non sempre sono state "indimenticabili".
Quando in alcuni periodi mi è stato imposto di bere un po' meno, gli ansiolitici hanno cominciato a rivestire un ruolo fondamentale (inizialmente il problema consisteva nel reperirli, la quantità di farmaci che assumevo era "fuori scala", non sarei riuscito a procurarmeli se non con un farmacista "compiacente" che, senza ricetta, mi passava anche diverse scatole a settimana).
Continuavo comunque a bere di nascosto, ero diventato abbastanza scaltro nell'evitare che i miei "colleghi" se ne accorgessero (qualche volta mi beccavano in flagrante, in quei casi provavo un'estrema vergogna di me stesso, ma poi tutto in qualche modo si sistemava).
Poi, grazie all'intervento di un amico/collega sono entrato a far parte del corpo docente di una scuola di musica.
Non ho idea di come sia riuscito ad affrontare inizialmente una situazione così spaventosa, per me il fatto di insegnare a ragazzi giovani era qualcosa completamente al di fuori delle mie possibilità, nonostante diverse persone mi appoggiassero (compreso il mio psicoterapeuta di allora); finché si trattava "soltanto" di suonare era un conto, non dovevo parlare o intrattenere qualcuno, ma qui si trattava di parlare, elaborare un metodo di studio per gli allievi, collaborare con gli altri insegnanti...Tutto questo ovviamente senza poter ricorrere al mio alleato alcool...Un incubo, un senso di inadeguatezza enorme dovuto alla scarsa fiducia in me stesso e nei miei mezzi.
Eppure per due anni sono riuscito nell'impresa, anzi ho cominciato ad insegnare in tre scuole diverse con il passar del tempo e l'aiuto del mio collega che citavo prima. Non ho mai smesso di prendere farmaci, ma ero arrivato al punto di pensare che forse sarei riuscito addirittura a ridurne il dosaggio.
Lo stress, l'ansia, la paura di non risultare all'altezza non se ne sono mai andati, ma forse ero riuscito ad acquisire un minimo di capacità per gestire alcune di queste emozioni (naturalmente ciò che dovevo gestire era la
mia reazione spropositata a quelle emozioni).
E insomma, per due anni o qualcosa in più sono riuscito a barcamenarmi in questa situazione, poi le richieste da parte degli organizzatori delle scuole sono diventate più "pressanti": aumento delle responsabilità, numero di allievi sempre più elevato, maggiore interazione con gruppi di allievi e relativi genitori...Non ce l'ho più fatta ed ho "sbroccato".
Non mi va di parlare di cosa esattamente sia successo, diciamo che ho raggiunto un punto in cui non vedevo più alcuna via d'uscita.
Ora sono fermo da diversi mesi, non lavoro più in quel settore (a dirla tutta attualmente sono proprio disoccupato) e non vedo grosse prospettive davanti a me.
Scusate l'eccessiva lunghezza del post, ho colto l'occasione per mettere nero su bianco parte delle mie vicissitudini passate, senza particolari scopi.
Per favore non quotate, grazie.