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08-05-2012, 17:00
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#41
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
E quindi? forse chi ha un raffreddore non ha diritto ad una visita dal medico, perché esistono quelli con la broncopolmonite?
Il raffreddore passa pure da solo, ma prendere un mucolitico e un decongestionante nasale non è per forza una cattiva idea...
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Se la società non ti costringesse a vivere da stressato ma ti lasciasse fare una vita sana, probabilmente non ti verrebbe neanche il raffreddore.
Ma la società, per non fare lo sforzo di cambiare, rallentare i ritmi e farci vivere come esseri umani, preferisce farci vivere male, stressarci e poi darci dei palliativi farmacologici per sfruttarci ancora anche quando stiamo male.
E' lo stesso concetto di prima anche se traslato su un altro campo
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08-05-2012, 17:05
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#42
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Una soluzione è un'azione pratica che risolve un problema. Le scelte sono due: accettare il problema o (tentare di) risolverlo.
Parli di timidezza?
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Io infatti dicevo che alcune cose non sono affatto problemi e non ci sarebbe niente da risolvere.
Non tutte le diversità sono delle malattie da estirpare.
Fino a certi livelli, la timidezza è solo un tratto del carattere che non ha nulla di patologico. Ma se la società non ha voglia di fare differenze tra i livelli di timidezza, finirà per cercare di cambiare e "normalizzare/omologare" anche una persona che in realtà era sana.
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08-05-2012, 17:28
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#43
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Da quando la tristezza, la timidezza e un po' di stress sono diventate patologie cosi gravi da richiedere un supporto medico costante? (Non parlo ovviamente dei casi in cui i sintomi siano invalidanti)
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Se posso permettermi questa domanda: i tuoi problemi li inquadraresti nel primo o nel secondo caso? Leggeri o invalidanti?
Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Un'altra domanda che mi pongo è la seguente:
Esiste veramente gente che ha bisogno di uno specialista per inquadrare la fonte dei propri problemi?
Secondo me, a parte casi particolari, ognuno sa bene quali siano le cause delle proprie difficoltà, ma ha solo paura di ammetterle.
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Capisco il tuo scetticismo perché un po' di anni fa la pensavo allo stesso modo. Sì, esiste gente che non riesce a inquadrare la fonte dei propri problemi, e aggiungo, se anche la conosce non cambia nulla e ciò non le è d'aiuto. I problemi emotivi hanno l'infida caratteristica di autoperpetuarsi, come una macina che gira e gira sempre su sé stessa.
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08-05-2012, 17:59
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#44
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Non ho detto che c'è da stupirsi, ho detto che è una caratteristica infida per cui non basta dire "io mi conosco benissimo e se voglio so cosa cambiare". Macché, si ricade sempre negli stessi errori.
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08-05-2012, 18:28
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#45
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Esperto
Qui dal: Dec 2008
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Messaggi: 2,049
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Sono l'unico a vedere gli psicologi, psicoterapeuti e analisti come venditori di fumo?
Non fraintendetemi, non voglio mancare di rispetto a nessuno, specialmente a chi ha dedicato anni di studio ad una disciplina così complessa. Non se la prenda neanche chi dallo psicologo ci va.
Secondo me però, al giorno d'oggi c'è una vera e propria corsa all'analista. La gente ci va per qualsiasi fesseria: dalla morte del cane, al brutto voto a scuola.
Sembra che nessuno sia più in grado di sostenere il peso della vita. Possibile che nel giro di due generazioni siamo tutti diventati frustrati, deboli e depressi?
Ovviamente, alcuni "professionisti", da questa situazione ci mangiano a quattro ganasce.
Quest'estate ero convinto di avere una malattia grave. Un mio parente stretto che fa il chirurgo mi disse esplicitamente: "non hai un cazzo, rassegnati!", e aveva ragione.
Ecco cosa dovrebbe fare un medico serio: respingere i pazienti che non hanno bisogno di essere curati.
Da quando la tristezza, la timidezza e un po' di stress sono diventate patologie cosi gravi da richiedere un supporto medico costante? (Non parlo ovviamente dei casi in cui i sintomi siano invalidanti)
Un'altra domanda che mi pongo è la seguente:
Esiste veramente gente che ha bisogno di uno specialista per inquadrare la fonte dei propri problemi?
Secondo me, a parte casi particolari, ognuno sa bene quali siano le cause delle proprie difficoltà, ma ha solo paura di ammetterle.
Aggiungiamo infine il fatto che le garanzie di "guarigione" siano pressochè nulle e che servano (stranamente..) lunghi periodi di terapia per "migliorare".
Pensare ad uno psicologo a me ricorda il Maestro do Nascimento, a voi?
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Mi sembra che tu abbia le idee un tantino confuse sulla psicoterapia e sul ruolo del terapeuta.
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08-05-2012, 19:07
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#46
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Scoprire per davvero cosa causa un certo comportamento significa probabilmente averlo superato, quello che descrivi può capitare di più quando ancora si pensa soltanto di sapere qual'è la causa (d'altronde "mi conosco benissimo" è una frase che nessuno avrebbe ragione di dire mai nel corso della propria vita, al massimo "mi conosco un pochettino").
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ti assicuro che moonchild ha perfettamente ragione: l'analisi è solo una fase della risoluzione del problema, e persone particolarmente introspettive possono arrivare ad isolare buona parte dei punti dolenti.
Tuttavia non riuscire proprio a non ricadere SEMPRE negli stessi errori.
Oh, per me è così. C'erano giusto un paio di cose che mi sono diventate note grazie all'analista, ma la maggior parte dei cazzi miei so da dove vengono, so co sa dovrei fare per combatterli, eppure non ci riesco
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08-05-2012, 19:39
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#47
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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merda merda, la conoscenza è merda, meglio l'ignoranza...
l'ignoranza è la soluzione ai nostri mali
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08-05-2012, 19:53
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#48
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Joseph, permettimi di dissentire.
La conoscenza è un passaggio, ma non è il definitivo. Poi bisogna eradicare le abitudini errate che si sono acquisite.
Per questo a mio parere in certi ambiti le terapie analitiche e cognitivo-comportamentale possono diventare complementari.
Dove l'analisi permette di risalire all'origine del problema e la tcc permette di contrastarne gli effetti comportamentali che ha causato.
Fare la tcc senza analisi significa essere vulnerabili agli stessi problemi irrisolti nella psiche di un paziente, mentre fare analisi senza un percorso comportamentale (non necessariamente la tcc, a volte può bastare l'impegno del paziente nel provare a fare attività nuove) può aiutarti a individuare il problema ma lasciare la struttura mentale del paziente inalterata.
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08-05-2012, 20:45
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#49
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Un timido o un sociofobico vivranno peggio di come vivrebbero "risolvendo" i propri problemi... a prescindere dall'ambiente che hanno intorno.
Che sarebbe utile che l'ambiente e la gente migliorino sono d'accordissimo, ma non è assolutamente il punto del problema per un timido che non si trova male perché è inserito in una società sbagliata, ma perché ha questioni interne che gli rendono difficile l'esprimere sé stesso, gli rendono errata la percezione del proprio valore, ecc...
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Senza contare che in una società corretta, molti non diventerebbero nemmeno timidi (prevenire è meglio che curare, piuttosto che tenerci la società sbagliata e cercare di tamponare la situazione con gli psicologi), io resto convinto che se prendessi un timido e lo piazzasti in una società come la dicevo io, cioè di persone che lo accettano così com'è ( e bla, bla, bla... vedi sopra) il timido starebbe bene.
...il problema è che non dispongo di una tale società per poter fare la dimostrazione pratica
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08-05-2012, 21:36
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#50
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Esperto
Qui dal: Jun 2011
Messaggi: 1,024
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Non ho detto che c'è da stupirsi, ho detto che è una caratteristica infida per cui non basta dire "io mi conosco benissimo e se voglio so cosa cambiare". Macché, si ricade sempre negli stessi errori.
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Quindi ha senso o no andare dallo psicologo se uno crede di sapere quello che c'è da sapere?
Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
Joseph, permettimi di dissentire.
La conoscenza è un passaggio, ma non è il definitivo. Poi bisogna eradicare le abitudini errate che si sono acquisite.
Per questo a mio parere in certi ambiti le terapie analitiche e cognitivo-comportamentale possono diventare complementari.
Dove l'analisi permette di risalire all'origine del problema e la tcc permette di contrastarne gli effetti comportamentali che ha causato.
Fare la tcc senza analisi significa essere vulnerabili agli stessi problemi irrisolti nella psiche di un paziente, mentre fare analisi senza un percorso comportamentale (non necessariamente la tcc, a volte può bastare l'impegno del paziente nel provare a fare attività nuove) può aiutarti a individuare il problema ma lasciare la struttura mentale del paziente inalterata.
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Tutto molto bello, ma poco praticabile. Ci vorrebbe un equipe per ognuno di noi qui dentro, ma come ci si può permettere una cosa del genere?
Speriamo di arrivare ad un punto fermo...
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08-05-2012, 21:52
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#51
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da recluso
Quindi ha senso o no andare dallo psicologo se uno crede di sapere quello che c'è da sapere?
Tutto molto bello, ma poco praticabile. Ci vorrebbe un equipe per ognuno di noi qui dentro, ma come ci si può permettere una cosa del genere?
Speriamo di arrivare ad un punto fermo...
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io sto facendo analisi, i comportamenti me li sto imponendo da soli: è nel mio carattere, l'ho sempre fatto, ma affiancato all'analisi sto avendo risultati discreti.
Non miracolosi ma positivi.
Poi ognuno fa storia a sé, dipende anche dalla gravità della rogna: se c'hai bisogno di un trapianto di cuore ti serve un equipe: siamo in italia e fortunatamente non si paga, in altri paesi non saresti così fortunato.
Btw io sto andando da una psicologa dell'asl, mi sembra discreta, non è il massimo ma sa il fatto suo.
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08-05-2012, 21:56
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#52
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Banned
Qui dal: Jan 2010
Messaggi: 2,056
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Se fossero venditori di fumo, avrebbero molti più clienti...
E' già stata fatta questa battuta?
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08-05-2012, 22:09
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#53
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Avanzato
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Etruria
Messaggi: 334
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Rispondo per esperienza personale, quindi senza tante ciance inutili, di chi è uscito davvero dal suo problema http://www.fobiasociale.com/lettera-...ua-vita-26019/, quindi non con chiacchiere e con la serenità di chi ne parla a bocce ferme.
Per me andare dalla psicologa è stato fondamentale, anche se mi ero accorto da solo quali erano i problemi generali che dovevo risolvere, ma per me lei è stato un appoggio necessario, il fatto è che in 3-4 volte mi ha fatto pensare al nocciolo emotivo del problema che non capivo e non pensavo d'avere. Poi lei voleva che continuassi la terapia ( o consulto, quello che era, io non ho fatto propriamente psicoterapia) da un altro alla asl e in questo penso si possa vedere la loro fissazione di voler far continuare la terapia per un discorso che va aldilà del motivo economico ( io sarei andato da un altro, che gli fregava a lei ?), forse hanno la presunzione di voler risolvere tutti i problemi quando invece io penso che la vittoria sia quando il paziente riesce a superarli con le proprie gambe, senza nessuno accanto. Comunque io la ringrazierò per tutta la vita perché ho chiesto aiuto ad una sconosciuto e lei me l'ha dato senza pretendere nulla in cambio, cosa potevo chiedere di più ? Non capisco i toni sadici di chi li vuole morti con atroci sofferenze, per me in genere è un ottimo aiuto nel momento del bisogno, ma solo in casi gravi o in momenti particolari, nel resto la psicoterapia serve ma bisogna imparare a farsela da soli. Tutto qua.
Poi vorrei aggiungere che io con lei ho condiviso le mie paure e lei mi ha fatto capire che in buona parte coincidevano con le sue, quindi non mi ha tirato fuori nessuna "bacchetta magica" senza volermi spiegare come si vive per essere felici, visto che anche lei soffre di alcuni miei stessi pensieri che però non gli impediscono di vivere la sua vita, cosa che succedeva a me. Ci vuole anche fortuna e trovare la persona giusta.
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Ultima modifica di Keaton; 08-05-2012 a 22:15.
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09-05-2012, 09:06
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#54
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Stra-quoto, ma se l'umanità è peggiorata per millenni dubito che ora iniziano a migliorare, vedo ben pochi che hanno voglia di farlo.
Ripeto, la timidezza è un sintomo di conflitti e sofferenze interne... altrimenti secondo te da dove viene la timidezza? Come puoi pensare che sia una caratteristica "naturale" (nel senso di non-dissonante con altri aspetti di sé) quella di temere lo sguardo e il giudizio altrui, sentirsi inadeguati, avere difficoltà a esprimersi, essere reticenti a cercare gli altri.
A me pare evidente che una persona sana è una persona che interagisce con gli altri rispettandoli e trattandoli bene, ma agendo in maniera coerente con quello che sente, quindi "giocandosela" senza porsi questioni quali la vergogna, il temersi inadatto o inadeguato.
Non so... forse tu in particolare la tua timidezza te la vivi bene? Senti che in un certo ambiente questa non ti procurebbe fastidio o limitazione?
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Secondo me, ma chiaramente posso sbagliarmi, il "temere lo sguardo e il giudizio altrui, sentirsi inadeguati, avere difficoltà a esprimersi, essere reticenti a cercare gli altri" dipende proprio dal rapporto con gli altri.
Se tutti ti guardano con amore, e ti danno prove pratiche del loro affetto/considerazione per te, è difficile che tu finisca per temere il loro sguardo
Se nessuno ti giudica e tutti ti rispettano e ti sostengono, non temi il giudizio altrui.
Se tutti appoggiano ed aiutano le tue scelte, senza poi dirti "sei un incapace" quando sbagli, allora non ti senti inadeguato.
Ecc, ecc...
Se preferisci stare solo e la gente non ti giudica, ma ti rispetta e non ti viene a rompere le scatole.
Quando vedi tutte brave persone, non temi il giudizio (e non sai nemmeno più cosa sia la vergogna, che dipende largamente dalla paura del giudizio altrui) ed alla fine stabilisci anche dei rapporti, anche se magari con i tuoi tempi.
Ovvio che, per come stanno le cose, la cosa difficile sia anche solo immaginare un mondo in cui la gente sia tutta composta di brave persone, comprensive, attente amorevoli (e bla, bla, bla...).
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09-05-2012, 11:24
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#55
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Rimane il fatto che la timidezza non è temere il giudizio altrui, ma avere un giudizio interno che poi proiettiamo sugli altri. La questione è sempre interna, nel momento in cui la si risolve poi il giudizio altrui non lo si teme più.
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E' chiaro che se me ne frego del giudizio esterno, quello non mi tange.
Ma io penso anche che se uno non sperimentasse mai il cattivo giudizio esterno, probabilmente non riuscirebbe nemmeno a formarsi un suo cattivo giudizio interiore.
Esempio stupido (il primo che mi viene in mente): se nessuno ti insegna mai che è cattiva educazione mangiare con le mani, invece di usare le posate, tu lo puoi fare in pubblico senza sentire vergogna o mal giudicarti o temere che gli altri ti giudichino maleducato.
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09-05-2012, 12:30
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#56
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Italia centrale
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Ho degli amici al mio paese che lavorano come muratori da quando avevano 17/18 anni. Io avrei voluto fare come loro ma ho commesso l'errore di andare all'università.
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L'università ti ha aperto le porte della fobia sociale?
Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Adesso ho un merdosissimo pezzo di carta e 5000 problemi in più, loro invece hanno messo su famiglia e si godono le 4 cazzate che il loro mestiere gli può offrire. Ma credimi sono infinitamente più felici, anche vivendo a un livello di esistenza "inferiore".
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Conosco MOLTI laureati che si godono la loro esistenza...
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09-05-2012, 12:49
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#57
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Italia centrale
Messaggi: 1,237
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Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Il vero illuminato è colui che è felice con poco, non quello che è alla continua ricerca della felicità.
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I tuoi amici muratori lo sono. Sono felici con poco.
Secondo me tu non lo eri nemmeno prima dell'università e non credo che lo saresti diventato facendo il muratore.
Un muratore con problemi psicologici è un personaggio molto più tragico di un laureato con gli stessi problemi.
Una volta che ci sei dentro è meglio prenderne consapevolezza.
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09-05-2012, 13:23
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#58
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
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Quote:
Originariamente inviata da very90
Diegastro vedo che hai ignorato totalmente l'invito ad utilizzare toni più civili, continuando ad insultare, a dare dei pazzi, mediocri, ecc.
Considerando anche varie vicende e ban precedenti a questa, non penso tu sia adatto per questo forum. Saluti
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Se bannate diegastro dovete bannare anche me. Perchè lui si e io no?
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09-05-2012, 13:25
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#59
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 6,527
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
Se bannate diegastro dovete bannare anche me. Perchè lui si e io no?
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E' stato detto mille volte mi pare che domande sui ban e operato della moderazione vanno rivolte in privato, spero di non doverlo dire più.
Voi altri non andate troppo 0T, grazie.
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11-05-2012, 01:56
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#60
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Non ho avuto tempo di scrivere granché in questo topic che peraltro ho trovato interessante, comunque mi trovo piuttosto in sintonia con gli interventi di Marco Russo.
Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
Li inquadrerei sia nel primo caso (difficoltà a manifestare emozioni, chiusura, timidezza) che nel secondo (sono un tantino evitante e ginofobico).
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E allora se ci riconosci una parte di difficoltà invalidante perché arrovellarsi su quelli che ci vanno per sciocchezze? Non è che c'è un certo meccanismo evitante in questo?
Quote:
Originariamente inviata da OmbraDiMeStesso
E allora, dove sta l'utilità dello psicologo? Possiede la bacchetta magica in grado di trasformare le persone?
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Ovviamente non ha la bacchetta magica, però il cambiamento, la trasformazione radicale e profonda dovrebbe essere lo scopo di qualunque seria relazione psicoterapeutica. Mi rendo perfettamente conto che gli esiti incerti possano scoraggiare e far sembrare tutto molto fumoso, ma può essere utile, di sicuro può essere utile, le testimonianze positive ci sono. Ci vogliono però due elementi: la bravura del terapeuta e il feeling del paziente con lo stesso. Ah, e la volontà di quest'ultimo di lavorare su sé stesso.
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