Ho letto qualche settimana fa un libro che dimostrava in maniera abbastanza convincente (riportava diversi studî empirici ed esperimenti sociali su larga scala) che la democrazia ha un grosso problema di competenza dell'elettorato e che questo problema è per giunta scarsamente risolvibile anche con l'istruzione di massa su cui pure si punta da più di un secolo.
L'autore non faceva esempî di tipo morale (tipo quello che hai fatto tu, sulla folla che vuole la morte per tortura per certi reati), ma più pratico, come possono essere la gestione dell'economia. In pratica secondo l'autore più si dà potere decisionale diretto all'elettorato generico e più è facile che vengano prese misure che a un certo punto finiscono per distruggere l'economia, impoverire la popolazione o produrre altre disfunzioni sociali.
L'autore sosteneva che bisogna sostituire o quantomeno correggere la democrazia con quella che chiama "epistocrazia" ("potere dei sapienti"), ovvero dare solo il diritto di voto (o dei voti che vengono conteggiati come multipli) a chi dimostri competenza e capacità di ragionare.
Il punto è che le democrazie in cui viviamo, quale più e quale meno, hanno già diversi correttivi di questo tipo al loro interno.
Ad esempio organi come la corte costituzionale sono già degli organi di esperti svincolati dall'elettorato che hanno praticamente un potere di veto per vigilare che le leggi prodotte dal parlamento (che viene eletto a suffragio universale) non vadano a violare dei principî inderogabili, quelli inscritti nella costituzione. Anche tutto il sistema di governo e parlamentare si avvale della constante consultazione di esperti o commissioni e così via per elaborare le proprie decisioni.
In questo modo c'è tutto un sistema di filtri e meccanismi che impediscono all'elettorato di "fare quello che vuole", per cui se un domani la maggioranza volesse, per dire, abolire le tasse, difficilmente riuscirebbe a farlo.
Poi si può riflettere se la democrazia diretta che alcuni vagheggiano, in cui la maggioranza decide su tutto senza limiti e senza mediazioni, sia davvero giusta o persino migliore dal punto di vista pratico, o non si debba andare piuttosto a dare maggior peso agli esperti.
Mi sembra che negli ultimi 10-15 anni ci sia stata una forte tensione tra la tendenza verso o la richiesta di una maggior democrazia diretta e, dall'altra, verso una maggior tecnocrazia.
Da ultimo mi permetto di aggiungere con una punta di malignità che io osservo che a molti il suffragio universale non va giù solo quando dalle urne saltano fuori risultati che non piacciono a loro e sono invece pronti a invocare il "potere del popolo" quando invece sembrano concretizzarsi maggioranze che gradiscono.
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