Il problema che invalida di più, nel mio caso, sono la conoscenza e la consapevolezza dei miei limiti.
È una soleggiata mattina di domenica, potrei andare a fare una passeggiata dietro casa però mi blocco davanti alla consapevolezza di tutte le piccole cose che mi metterebbero a disagio durante il tragitto, pure la più piccola inezia.
Succede che io non ho una vera e propria identità, questo è il momento in cui io dovrei crearmene una ma sono completamente sopraffatta dai miei problemi e dai miei limiti. L'Angoscia che mi invade improvvisamente e non mi lascia per giorni o settimane ha un'entità a sé, tanto che mi viene sempre da scriverla con la lettera maiuscola. I problemi relazionali mi comandano a bacchetta, tanto che mi fanno passare anche la voglia di uscire con mia madre, di parlare con mia sorella. Mi sento un robot, una marionetta che vive soddisfando le sue paure, vittima delle circostanze. Ogni giorno, svegliandomi, sapevo perfettamente ciò che dovevo evitare e come dovevo vivere per non crollare davanti a quella determinata situazione. Ora mi ritrovo a subire il mio quasi diciassettesimo anno di vita, in questa maniera. Non ho più nulla da evitare perché ho piantato dei paletti tra me e il mondo esterno. Non ho neanche più nulla da evitare (a parte ogni tanto la scuola) perché non mi si presentano né occasioni dal mondo esterno né conoscenze e il mio sentimento sociale è completamente andato. Passo le giornate aspettando di andare a dormire e mi addormento prestissimo, pur di non dover continuare ancora con questa pagliacciata che è la mia vita. Più cresco e più divento debole mentre questo agglomerato di brutti stati d'animo si ingrandisce e mi fa sentire pietosa e frustrata. Più passano i giorni e più mi viene da rispondere a monosillabi, mi sopraffae un senso di estraneità che mi porta anche a provare delle vertigini.. Sì, l'isolamento fa male al cervello ma è anche vero che è difficilissimo sfuggirne se la tua mente non conosce altri meccanismi in cui rifugiarsi. Intanto io ho una tremenda paura dei giorni che verranno, siccome sto crescendo in questo modo e devo quindi limitarmi pure nel pensiero, pur di non riflettere sul futuro.
Sono qui per chiedere consigli a persone che hanno gli stessi problemi ma più anni di esperienza alle spalle, per sapere se qualcuno ha vissuto un'adolescenza simile e un'infanzia dove non ha mai giocato con nessun bambino. In realtà sto aprendo questa discussione, ovviamente, anche solo per sfogarmi. Lo faccio forzandomi, con un'immensa paura di far entrare persone sconosciute nella mia testa, convintissima che verrò giudicata, vergognosa del mio mal di vivere. Probabilmente è anche la mia età che mi fa sentire inadeguata; quando ho provato ad esprimermi, mi hanno solo detto:"È l'adolescenza". Mi sembra un pensiero davvero superficiale e stupido, questo.
Ad ogni modo ho fatto psicoterapia per circa tre mesi, poi ho abbadonato a causa di problemi economici e causa di mia madre che faceva pressione. Nonostante ciò non ho riscontrato nessun risultato, anzi. Quando uscivo da lì mi sentivo più depressa di prima perché ero ancora più consapevole dei miei limiti e del mio essere difettoso. La psicoterapeuta mi ha detto che, a parte il disturbo evitante, potrei avere pure un disturbo distimico e che avrei potuto aver bisogno di un piccolo aiuto farmacologico.